iperpresenzialismo
(iper presenzialismo), s. m. Tendenza eccessiva a essere presente in ogni occasione, a mettere in risalto la propria immagine.
• Questo vale per tutte le sigle indistintamente, ma soprattutto per la Fiom-Cgil, che in questa zona si è sempre distinta per attivismo ed iperpresenzialismo, soprattutto sotto il profilo mediatico. (Paolo Grossi, Nuova Voce, 14 luglio 2010, p. 31, Volpiano) • Se c’è un destinatario dell'irritazione padana, insomma, non è certo il capo dello Stato. A far «girare le scatole» sono invece «i ministri chiacchieroni». Primo per distacco Ignazio La Russa, seguito a distanza da Franco Frattini. Di entrambi si critica l’iper presenzialismo in tivù e sui giornali: (Marco Cremonesi, Corriere della sera, 1° aprile 2011, p. 5, Primo Piano) • c’è tra i renziani chi mette in guardia il leader dall’eccesso di presenzialismo dovuto al lancio del libro: il suo tutore durante la campagna delle primarie, Michele Anzaldi, loda [Silvio] Berlusconi, «che ha saputo gestire la sua immagine, è prima sparito e poi è rientrato a Pasqua con l’amore per l’agnellino, facendo in modo che lo andassero a cercare. Bisogna stare attenti a non cadere nell’iper-presenzialismo che ti porta, malgrado l’Italia abbia bisogno di una forza giovane e molto decisionista, a un logoramento dell’immagine o addirittura a un suo rigetto». (Carlo Bertini, Secolo XIX, 20 agosto 2017, p. 9, Politica).
- Derivato dal s. m. presenzialismo con l’aggiunta del prefisso iper-.
- Già attestato nella Stampa del 12 maggio 1988, p. 1, Prima pagina (Augusto Minzolini).