ipertensione polmonare
Aumento della pressione sanguigna nelle arterie polmonari o nei vasi sanguigni dei polmoni. La pressione sanguigna nel ventricolo destro è normalmente di ca. 14 mmHg a riposo: la condizione di ipertensione polmonare è definita a partire da una pressione sanguigna nel ventricolo di ca. 25 mmHg. La patogenesi è legata al restringimento o all’indurimento dei vasi nel circolo polmonare che serve per ossigenare il sangue. La minor quantità di sangue ossigenato e la maggiore difficoltà a farlo circolare hanno importanti conseguenze, la principale delle quali è il progressivo ispessimento e affaticamento del ventricolo destro. Ciò riduce la contrattilità e la quantità di sangue che viene immesso nel circolo polmonare a ogni contrazione, e può condurre a una corrispondente insufficienza cardiaca. Inoltre, senza terapie adeguate, può degenerare causando ulteriore restringimento (per la crescita della muscolatura nelle arterie e maggiore cicatrizzazione del tessuto) e quindi aggravando i sintomi, che possono comprendere: respirazione difficoltosa, stanchezza, dolori al petto, edema periferico, svenimenti. A seconda di dove è situata la causa principale della patologia, l’ipertensione polmonare è classificata in quattro gruppi principali: (a) arteriosa; (b) venosa; (c) da patologie del polmone (che producono ipossia); (d) trombo-embolica. Tra le condizioni nei diversi gruppi, alcune possono essere collegate: l’ipertensione venosa polmonare può aumentare contestualmente la pressione sanguigna nelle arterie polmonari e produrre quindi ipertensione arteriosa. Le cause possono essere diverse, tra cui alcune patologie autoimmuni, infezioni virali e l’abuso di alcune droghe. Sono inoltre state identificate alcune mutazioni genetiche correlate con la ricorrenza familiare della patologia. La diagnosi viene effettuata dapprima con l’auscultazione dei suoni cardiaci e polmonari che generalmente risultano alterati, per poi effettuare esami più approfonditi, volti anche a escludere altre cause di sofferenza. La terapia varia a seconda delle cause: si può agire sulle valvole e i muscoli cardiaci (soprattutto nel caso di ipertensione venosa) con farmaci o chirurgicamente, o sui vasi (con sostanze che agiscono sulle cellule della muscolatura delle arterie polmonari).