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IPHIMEDEIA

di B. Conticello - Enciclopedia dell' Arte Antica (1961)
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IPHIMEDEIA

B. Conticello

(᾿Ιϕιμεᾒδεια). − Figlia di Triops, discendente da Kanake e Posidone, sposò lo zio paternò Aloeus e gli generò i giganti Ephialtes e Otos e la fanciulla Pankratis.

Secondo una variante della leggenda solo Pankratis era figlia di I. ed Aloeus mentre i giganti erano figli della Terra allevati da Iphimedeia. Essa si innamorò di Posidone e, secondo una terza leggenda, i giganti erano figli del dio e di Iphimedeia. Mentre un giorno I. e Pankratis sulla cima del monte Drios nella Ftiotide celebravano feste in onore di Dioniso, furono rapiti da due pirati traci di Nasso e portati nell'isola. Qui essi si batterono per la scelta e si uccisero reciprocamente. Il re dell'isola, prese per sè Pankratis e dette I. ad un amico. I giganti attaccarono allora Nasso scacciandone i traci ed impadronendosene. La tomba di I. e della figlia era visibile al tempo di Pausania nella città di Anthedon.

I. compariva nella Lesche degli Cnidî a Delfi nella Nèkyia di Polignoto.

Bibl.: Hom, Od., XI, vv. 305 ss.; Pind., Pyth., IV, 89 (156); Diodor., V, 50 ss.; Paus., X, 28, 4; Stoll, in Roscher, II, i, cc. 308 s.; C. Robert, Die Nekya des Polygnot, in Sechszenthes Hallisches Winckelmannsprogramm, Halle 1892.

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