IPNOTICI (dal gr. ὕπνος "sonno")
Farmaci che producono un sonno simile al sonno fisiologico. Piccole dosi, deprimendo i processi sensoriali e intellettuali producono sonnolenza; dosi elevate causano stupore e coma. Ricerche recenti avrebbero dimostrato l'esistenza in corrispondenza del mesencefalo di due centri, del sonno l'uno, della veglia l'altro, così che gl'ipnotici potrebbero agire o eccitando il primo o paralizzando il secondo. Però è noto che il sonno si verifica anche negli animali scerebrati, i quali non sono destati dal sonno cloralico, a differenza di quanto accade negli animali normali, per opera d'iniezioni di caffeina e cocaina. Si sa inoltre che gl'ipnotici provocano sintomi simili a quelli del sonno fisiologico, cioè diminuzione della pressione sanguigna, dilatazione dei vasi cutanei, depressione dei centri respiratorî e dell'energia cardiaca e abbassamento della temperatura. Un ipnotico ideale dovrebbe essere innocuo per lo stomaco, per il cuore, per la funzione respiratoria, dovrebbe produrre un sonno tranquillo e di sufficiente durata, non dare fenomeni spiacevoli al risveglio e non dare abitudine. Il modo d'azione degl'ipnotici è stato spiegato pensando alla loro solubilità nei lipoidi, alla possibile sottrazione di colesterina dai centri nervosi (I. Novi), alla variazione di tensione superficiale che essi apportano, a un'inibizione dei processi respiratorî cellulari, ecc. Non tutti gl'individui presentano la stessa sensibilità agl'ipnotici: l'età, il sesso, l'abitudine all'alcool, lo stato di malattia, ecc. hanno grande influenza. Esistono numerosissimi ipnotici, molti dei quali sono derivati più o meno complessi o variamente sostituiti dell'urea, della malonilurea, dell'acido barbiturico (uretano, edonale, veronale, luminale, bromurale, adalina, ecc.); altri appartengono al gruppo dei derivati solfonici (sulfonale, trionale); altri a quello delle aldeidi (paraldeide, cloralio, cloralosio, ecc.).