ipocresia
Questa forma del vocabolo ricorre in If XI 58 (leggono ipocrisia anche alcuni codici toscani), nella lezione che nel VI cerchio Virgilio impartisce a D. sulla divisione del basso Inferno. Per la trattazione della pena nella sesta bolgia dell'VIII cerchio, v. IPOCRITI.
I. è anche il nome di un personaggio del Fiore, moglie di Baratto (CXIX 7) e madre di Falsembiante (LXXX 6), come già nel Roman de la Rose: " Baraz engendra Faus Semblant, / qui va les queurs des genz emblant; / sa mere ot non Ypocrisie " (vv. 10437-39).
Rappresenta ovviamente l'ipocrisia (specie quella religiosa e in particolare quella degli ordini mendicanti) dominatrice del mondo in unione con l'inganno: " De tout le monde est empereres / Baraz... / ma mere en est empereriz " (Roman de la Rose 11867-69).
Come tale causò l'esilio e la rovina di Guglielmo di Sant'Amore, il quale con la sua polemica contro i religiosi ipocriti intralciava i piani di Falsembiante: Così il conciò la moglie di Baratto, / però che mi rompea tutti mie' giri... / che non volea ch'i' gisse mendicato: / verso mia madre troppo misprendea (CXIX 7-14; nel Roman de la Rose: " mestre Guillaume / de Saint Amor, qu'Ypocrisie / fist essilier par grant envie ", vv. 11476-78).