IPODERMOCLISI (dal gr. ὑπό "sotto", δέρμα "pelle" e κλύσις "lavaggio")
Introduzione di siero fisiologico (soluzione di cloruro di sodio al 8,50% in acqua distillata) nel tessuto cellulare sottocutaneo. La pratica trovò applicazione specialmente durante l'epidemia colerica di Napoli nel 1884 per ovviare alle enormi perdite di acqua determinate dalla diarrea e dal vomito.
Un recipiente cilindrico di vetro del diametro di 5-8 cm. con le due estremità affilate e chiuse alla lampada contiene la soluzione sterile che deve essere riscaldata a bagnomaria alla temperatura di 35°-36°. Insieme con questo cilindro si trova un tubo di gomma della lunghezza di 1 metro e del diametro di poco meno di 1 cm., a un estremo del quale s'innesta l'ago, munito di 2-3 forellini in vicinanza della punta a becco di flauto. Tubo e ago si sterilizzano con la bollitura in acqua: si taglia con la lima un'estremità del cilindro per innestarvi il tubo di gomma, si capovolge il cilindro e si taglia l'altra estremità perché vi sia il giuoco della pressione atmosferica. Nel punto ove si pratica l'iniezione deve abbondare il tessuto cellulare sottocutaneo (parete addominale, parte laterale del tronco, regione sottomammaria, faccia anteriore esterna della coscia); d'altra parte il liquido non deve spingersi troppo rapidamente perché non avvengano lacerazioni del tessuto, né mai in quantità sovrabbondante, potendosene iniettare da 100 a 1000 cmc. per volta. Invece del siero fisiologico possono essere adoperate altre soluzioni (v. fleboclisi).
Le indicazioni dell'ipodermoclisi (che nei casi di più urgente bisogno è sostituita dalla fleboclisi) sono specialmente gli stati tossici e infettivi. Fra i primi ricordiamo il vomito delle gravide, l'uremia nelle malattie renali e l'acidosi nel diabete: l'attivazione della diuresi facilita l'eliminazione dei prodotti velenosi. Nell'acidosi si può ricorrere ai liquidi a contenuto alcalino (bicarbonato di sodio) e a quelli contenenti glucosio. Nelle infezioni, a cominciare dal colera, l'ipodermoclisi s'è largamente applicata nel tifo e nelle setticemie in genere, specie poi nel campo della chirurgia e dell'ostetricia: e si è visto il risollevarsi dei poteri organici in genere, mentre si è meglio in grado di produrre materiali difensivi. Né piccolo è il vantaggio che se ne ricava quando il cuore minaccia il collasso per abbassamento di pressione e troppo scarso volume della massa liquida in esso circolante, come dopo le profuse emorragie quando non sia possibile la trasfusione del sangue, mentre il siero fisiologico induce nel medesimo tempo uno stimolo benefico sugli organi preparatori del sangue. È necessario però badare alle controindicazioni, che si hanno in genere o per insufficienza cardiaca da miocardite, particolarmente con edemi, o per effetto d'ipertensione arteriosa, come nell'arteriosclerosi, o per alcune malattie renali, come l'atrofia sclerotica.