IPOMANIA (dal gr. ὑπό "sotto" e μανία "mania")
Forma lieve di mania (mania mitissima, mania sine delirio), nella quale l'eccitamento maniaco si manifesta nella sua massima purezza. Un profondo senso di benessere e d'agevolezza rende il malato lieto, soddisfatto di sé e di tutto, ottimista, spensierato. Egli non vede ostacoli, ma non tollera contraddizioni né freni. Bastano lievi contrarietà per farlo passare dalla gioia all'impazienza, dall'espansione benevola ad accessi d'ira fugace. L'associazione delle idee è in lui fatua, superficiale, saltellante da un oggetto all'altro. L'attenzione è facilmente deviabile per stimoli interni o esterni. Il discorso è prolisso, facilmente divagante, infiorato di arguzie non sempre felici. L'esaltazione affettiva s'accompagna a impulsività: il bisogno di agire e la confidenza in sé stessi rende i malati inframmettenti, importuni, poco riguardosi, petulanti. Soffrono spesso di un oscuramento dei sentimenti più delicati, assumono con tutti un tono familiare, filosofeggiano a sproposito, tentano di parlare lingue e dialetti che appena conoscono. Con tutto ciò sono spesso condiscendenti, affabili, lucidi e coscienti di ciò che fanno, e conservano ottima memoria, spiegano abilità dialettica e una certa arguzia nel giustificare il loro contegno. Accentuandosi l'esaltamento, si passa da questo quadro a quello della mania più o meno grave, alla mania furiosa con disordine ideativo che rasenta la confusione.