Ippocrate
Uno dei padri della medicina
Medico vissuto nell'antica Grecia, Ippocrate contribuì a trasformare la medicina in una scienza basata sull'osservazione e sulla spiegazione razionale dei fenomeni. Il suo insegnamento fu il fondamento della scienza medica sino al Settecento, e ancora oggi i principi enunciati nel celebre Giuramento a lui attribuito sono parte integrante del codice etico della professione medica
Sono poche le notizie certe sulla vita di Ippocrate che è avvolta da innumerevoli leggende. Sappiamo che nacque nell'isola greca di Coo verso il 460 a.C. da una famiglia appartenente alla corporazione dei medici professionali, e che studiò sotto la guida del padre e di Erodico di Cnido. Ad Atene entrò in contatto con il retore Gorgia e con il filosofo Democrito. Come medico itinerante viaggiò molto, ma svolse la sua attività più importante nella città natale, alla cui scuola medica diede grandissima fama. Morì in Tessaglia intorno al 370 a.C.
Nel 4° secolo Ippocrate divenne il simbolo della medicina del periodo aureo, e quando i dotti di Alessandria si accinsero a ordinare le opere di medicina di quel periodo le raccolsero tutte sotto il suo nome. Nacque così la raccolta del Corpus hippocraticum, che comprende una settantina di scritti composti tra la metà del 5° e la metà del 4° secolo. Gli studiosi sono concordi nell'attribuire a Ippocrate: l'Antica medicina, uno scritto polemico contro gli schemi astratti dei filosofi; il Male sacro, sull'epilessia; Aria, acqua, luoghi, un'analisi delle correlazioni tra stato di salute e condizioni climatiche e ambientali; il primo e il terzo libro del trattato sulle Epidemie, che descrivono le malattie che si erano diffuse nell'Isola di Taso; il Prognostico, dedicato alla previsione razionale del decorso delle malattie; infine il Della dieta, oltre a alcune parti degli Aforismi e a vari scritti di chirurgia.
Incerta è la paternità del celebre Giuramento, con cui i medici della scuola ‒ quando iniziavano l'esercizio della professione ‒ si impegnavano ad astenersi da ogni atto dannoso al malato, a mantenere il segreto professionale, a considerare sacra la loro arte. Questi principi figurano ancora oggi nel codice di comportamento dei medici, che indica i loro diritti e soprattutto i loro doveri.
Per Ippocrate la medicina non può esaurirsi in una enumerazione e denominazione delle malattie osservate. L'osservazione va sempre associata all'interpretazione dei fenomeni e alla ricerca delle cause; però non può essere una formulazione di dottrine generali sul Cosmo e sulla natura dell'uomo come quelle elaborate dai filosofi. Egualmente, va rifiutata qualsiasi interpretazione magico-religiosa. Per esempio, nel trattato Male sacro, Ippocrate confuta l'idea tradizionale che l'epilessia sia una malattia inviata dagli dei, sostenendo invece che, come tante altre malattie, dipende da cause naturali.
"Descrivere il passato, comprendere il presente, prevedere il futuro": questo era il compito che Ippocrate assegnava alla medicina. L'anamnesi ‒ cioè la ricostruzione della storia clinica del paziente ‒, la diagnosi ‒ cioè la comprensione della situazione presente ‒ e la prognosi ‒ cioè la previsione sul suo decorso futuro ‒ sono quindi i tre momenti essenziali della scienza medica.
Richiamandosi al pensiero di Alcmeone di Crotone, principale esponente della scuola medica fiorita nella Magna Grecia nel 6° secolo, Ippocrate abbraccia una concezione unitaria dell'organismo: alla sua salute contribuiscono tutti gli organi, così come le malattie sono un'alterazione dell'equilibrio generale. Questa concezione verrà schematizzata in seguito dai seguaci di Ippocrate nella celebre teoria dei quattro umori: sangue, flegma o catarro, bile gialla, bile nera o astrabile. La salute è la mescolanza armonica ed equilibrata degli umori, mentre dalla predominanza di un determinato umore derivano i vari "temperamenti" individuali (sanguigno, flemmatico, biliare, atrabiliare o malinconico) e le malattie.
L'idea che la malattia coinvolga l'intero organismo portava a una concezione della terapia come ricostituzione di uno stato globale di salute. Ippocrate introduce qui uno dei concetti più originali del suo pensiero, quello di regime di vita: una progressiva rieducazione dell'organismo alla salute attraverso una sapiente regolazione della dieta, dell'esercizio fisico, delle condizioni igieniche e ambientali.