IPPODROMO (gr. ίππόδρομος)
Campo destinato alle corse di carri e di cavalli; comune nei centri di civiltà ellenica, fin dai tempi omerici, fu sostituito nel mondo romano dal circo e dallo stadio. Gl'ippodromi greci, che non erano veri e proprî edifici, ma soltanto campi delimitati, con qualche costruzione di secondaria importanza, sono tutti scomparsi, eccetto quello del monte Liceo in Arcadia, del quale restano alcune tracce. In compenso alcuni passi di autori ed epigrafi ci dànno varie notizie, concernenti gli ippodromi e le ἰπποδρομίαι o corse di carri e di cavalli, che vi si eseguivano in occasione delle grandi feste nazionali o regionali
Un lungo passo di Pausania (VI, 20, 10 segg.) dà ampî, ma non sempre chiari, ragguagli sull'ippodromo di Olimpia. Al principio e al termine della pista, in funzione di mete, c'erano pilastri e colonne (ciò è confermato dalla pittura vascolare) intorno a cui giravano i carri; per facilitare la partenza contemporanea di tutti i partecipanti alla corsa, l'ateniese Cleoita (dopo la metà del sec. III a. C.), inventò una disposizione particolare di piccoli recinti, contenenti ciascuno un carro, collocati lungo due linee, che formavano una specie di triangolo o prora di nave; questa disposizione di carri si chiamava ἄϕεσις perché serviva a dare il "via".
Si può calcolare che l'ippodromo di Olimpia fosse lungo due stadî (m. 384,54) in modo che i carri, per raggiungere il punto estremo della pista e tornare al punto di partenza, avrebbero dovuto percorrere quattro stadî; c'era anche un altare misterioso, che era detto ῖαράξιππος, perché, passandogli vicino, i cavalli si spaventavano; quasi certamente, sia a Olimpia sia in altri ippodromi, mancava la spina.
Esistevano ippodromi a Delfi (nella pianura fra Delfi e Cirra), a Nemea, sull'istmo di Corinto, ad Atene (in località detta Echelidai, non bene identificata), a Delo, a Tebe, a Lete in Macedonia, a Mantinea in Arcadia, a Sparta, a Nicomedia in Bitinia, a Sardi, ad Alessandria in Egitto, a Seleucia in Siria e altrove.
Il terreno degl'ippodromi, nell'intervallo di tempo fra una festa e l'altra, poteva essere usato a pascolo.
Del celebre ippodromo di Bisanzio, fondato da Settimio Severo, e completato da Costantino, esiste ancora la spina, con alcuni dei suoi monumenti; conservò il nome greco, ma derivò la sua forma architettonica dal circo di tipo romano. Vi era splendido il palco imperiale, collegato con il palazzo.
All'epoca degli Antonini, si diede nel mondo romano il nome di hippodromi a giardini, circondati da portici, con triclinium, exedra, fontane e statue (v. giardino).
Bibl.: A. Martin, in Daremberg e Saglio, Dictionn. des antiquités grecques et rom., s. v.; K. Schneider in Pauly-Wissowa, Real-Encyklopädie, s. v.; E. N. Gardiner, Greek athletic sports and festivals, Londra 1910, p. 451 segg.
Ippodromi moderni.
Gl'ippodromi moderni, secondo la destinazione, si suddividono in ippodromi per le corse al trotto, al galoppo con e senza ostacoli.
In linea generale l'ippodromo si compone essenzialmente di una pista su cui corrono i cavalli, di tribune per gli spettatori, di edifici varî per la direzione, per i commissarî, per la giuria, per le scuderie, per i servizî, ecc.
La pista ha sempre una forma chiusa, ad anello, con parti rettilinee raccordate con curve, perché si abbiano percorsi relativamente lunghi in uno spazio limitato. L'ippodromo di Milano per il galoppo ha la pista composta di quattro parti; un tratto rettilineo che corre davanti alle tribune; una seconda pista grande ed un'altra piccola sono formate da rettilinei riuniti da raccordi circolari; le parti delle precedenti piste ad anello più due tratti rettilinei in diagonale formano una quarta pista a forma di otto. Queste piste permettono tutte le varie combinazioni di corsa, varie partenze su diverse distanze, ecc. L'ippodromo per corse al galoppo necessita di notevoli estensioni pianeggianti erbose su cui svolgere la pista: per le corse al trotto le dimensioni possono essere minori, ma il terreno deve essere di una perfetta orizzontalità. La pista nei due casi, è anche differente come trattamento superficiale, perché mentre per il galoppo è sufficiente che il terreno sia ben battuto tanto che non vi affondino gli zoccoli dei cavalli, nel caso del trotto la superficie deve essere liscia affinché i leggieri veicoli vi scorrano bene e senza scosse. Per la costruzione di queste piste si adottano varî sistemi, come pavimentazioni di mattoni ricoperti, di uno strato di argilla e di ghiaia battuta e rullata, o pavimentazioni oi assiti di legname, ecc. Anche le piste erbose dànno buoni risultati se sono ben tenute. In tutti i casi una buona pista si forma soltanto con molte cure ed abbondante innffiamento, specie durante la stagione calda. Ne deriva una notevole importanza all'impianto idraulico dell'ippodromo. Nelle piste per il trotto anche le curve debbono ricevere speciale attenzione ed essere costruite con un certo angolo d'inclinazione verso l'interno ad impedire il rovesciamento dei veicoli. Difficilmente le corse con ostacoli vengono disputate su piste speciali che, del resto, non differiscono essenzialmente da quelle per il galoppo; quasi sempre invece il medesimo ippodromo viene munito di una serie di ostacoli prorvisorî e adattato così a queste speciali competizioni.
Nella scelta del terreno bisogna tener presente che se esso non è pianeggiante, si debbono poi compiere movimenti di terra che divengono costosissimi a causa della grande superficie occorrente. Bisogna pure che questo sia di natura permeabile perché la pista possa mantenersi i n buone condizioni ed asciughi presto ncl caso di pioggia.
La posizione dell'ippodromo rispetto alla città è di grande importanza; la scelta della località va anche inquadrata nel piano urbanistico generale cittadino e regionale in rapporto soprattutto alle comunicazioni e al traffico.
I fabbricati e lo spazio destinati al pubblico nell'ippodromo, si suddividono in tre zone recintate: il recinto del "peso", il recinto secondario e il prato.
Le tribune che si trovano nel "peso" e nel recinto secondario, sono destinate al pubblico e la loro forma e disposizione sono strettamente dipendenti dalla visibilità. Le moderne strutture di cemento armato hanno permesso di costruire importanti gradinate coperte da ampie tettoie o pensiline a sbalzo, che, libere da ogni sostegno intermedio, non ingombrano minimamente la visibilità degli spettatori. Le tribune si fanno anche a varî piani, specialmente se poste nel recinto del "peso", vicino al traguardo, in Inghilterra, in alcuni esempî esse raggiungono anche cinque o sei piani di altezza.
Lo spazio sotto le tribune si utilizza per i locali necessarî alla vita dell'ippodromo e che sono diversi a seconda del recinto e della destinazione. Nella tribuna della direzione p. es., vi dovrà essere la sala per la pesatura dei fantini prima e dopo la corsa, la sala dei fantini, i servizî sanitarî, i locali per il fotografo, i locali per la giuria e per i commissarî, ecc. Nelle altre tribune trovano posto sale per la stampa, telegrafo e telefono, ristorante, caffè, servizî, ecc. I locali di toletta e sanitarî debbono in ogni caso essere largamente previsti.
Si usa, negl'ippodromi di notevole importanza, di predisporre, nella tribuna della direzione, il palco reale, con accesso, sale e servizî indipendenti.
Fabbricati di grande importanza sono anche le scuderie per i cavalli che corrono, con infermeria (poste di sellaggio), "paddock" o recinto di presentazione dei cavalli prima della corsa, ecc.
Altri edifici che, benché di modeste dimensioni, adempiono importantissima funzione, sono il palco del giudice d'arrivo e quello della giuria. Da questi edifici, dalla loro posizione e visibilità, dai loro impianti dipende il regolare svolgersi delle corse. Il palco del giudice d'arrivo deve essere provvisto d'impianto automatico per le partenze (cabina per trasmissione del disco fonografico agli altoparlanti); di apparecchio cinematografico per la presa degli arrivi (che serve ad eliminare ogni possibilità di contestazione), di cronometro che segni automaticamente i tempi delle corse, di telefono, ecc. Questi impianti e le varie persone che operano debbono essere disposte in un edificio di minimo ingombro, ma che permetta a ciascuno la migliore visibilità. Questa "cabina del giudice" può essere a varî piani (anche tre) chiusi all'intorno in gran parte con sole vetrate. Per la giuria ; nvece si fa una loggia sopraelevata da cui si possa dominare tutto il campo e seguire lo svolgimento della corsa; la capacità di questa loggia deve essere di 15-20 persone.
Questi edifici sono tutti disposti nel recinto del peso. Il recinto secondario è provveduto di una o più tribune di minore importanza, e nel prato non vi sono tribune, ma semplicemente ripari e basse tettoie, tanto più che essendo il prato situato in genere al centro del campo,i suoi edifici, se alti, toglierebbero la visibilità dell'altra parte della pista agli spettatori dei recinti del peso e secondario.
Altri accessorî che devono considerarsi come necessarî, sono pensiline e palchi per le scommesse e totalizzatori, l'alloggio per il custode, un edificio infermeria fantini, fabbricati per giardinieri, personale, serre, ècc.
Come in tutti i luoghi di grande affluenza di gente, anche negl'ippodromi, un problema di notevole difficoltà è quello della circolazione e degl'ingressi. Questi debbono essere ampî ed aprirsi su di un vasto piazzale, pure essendo bene individuabili e distinti fra loro. Il piazzale deve avere dimensioni non minori di circa metri 60 × 60 e deve essere in comunicazione con ampî spazî destinati allo stazionamento ed a parco delle vetture pubbliche e private. Anche questi spazî debbono essere però suddivisi a seconda delle categorie di spettatori, autorità, soci, ecc. La scelta degl'ingressi deve essere tale che vi si acceda in modo diretto e facile per mezzo dei servizî di trasporto pubblico da e per la città.
Edifici con pensiline di riparo debbono completare l'insieme e accogliere i locali di cassa, di distribuzione e controllo dei biglietti, chiamata degli autoveicoli, ecc., posti di polizia, vigili del fuoco. Le comunicazioni interne debbono essere disposte in modo che non si abbiano attraversamenti della pista per l'accesso del pubblico e dei veicoli.