CAFFI, Ippolito
Pittore, nato a Belluno il 26 ottobre 1809, morto il 20 luglio 1866 nella battaglia di Lissa. Segui a Belluno, la scuola del Federici; poi, a Padova, quella del Demin e del Paoletti. Con quest' ultimo venne a Roma, dove coltivò più sentitamente la pittura di paese. Si ricordano, tra le sue feste e cerimonie romane, il quadro di Piazza S. Pietro all'elezione di Pio IX e quella Festa dei moccoletti che doveva ripetere ben 42 volte. Partecipò attivamente a varî movimenti per l'indipendenza. Spirito vivace e irrequieto peregrinò per l'Italia, e viaggiò assai anche all'estero. Fu ricercatore singolare di effetti, come provano l'Eclisse del 1842 vista dalle Fondamenta Nuove, il Colosseo illuminato a fuochi di bengala, il Baccanale sul molo ed in piazzetta, e quel Notturno di Piazza S. Marco colla nebbia, ricomparso alla Biennale veneziana del 1928; e come può confermarlo l'ascensione che, sempre a scopo di coglier vedute originali, compiva nel 1847 con l'aeronauta francese Arhan. Per il buon nome che godeva come interprete di scene navali, otteneva nel 1866 il permesso di seguire sul mare la nostra flotta, imbarcando prima sulla corvetta Indipendente, poi sulla nave ammiraglia Re d'Italia, con la quale s'inabissava nel mare. Quadri, bozzetti e disegni si conservano a Venezia al museo Corter; altri presso il pronipote Avon Caffi; al museo civico di Belluno e nella Galleria d'arte moderna di Venezia. Presso il Museo dell'Arsenale di Venezia, qualche schizzo rimasto delle operazioni navali da lui seguite nel 1866.
Bibl.: L. Codemo-Gerstenbrand, I.C., Venezia 1868; P. Selvatico, I.C., in Politecnico, aprile 1867; L. Càllari, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, V, Lipsia 1911 (con la bibliografia precedente); G. Avon, Un pittore soldato del Risorgimento, in Ardita, marzo 1921; Il ritratto veneziano dell'800; Catalogo della mostra, Venezia 1923; U. Ojetti, La pittura italiana dell'Ottocento, Milano-Roma 1929. Cenni in genere in tutte le notizie critiche della Biennale veneziana del 1928.