FIORINI (Fiorino), Ippolito
Non se ne conoscono i dati anagrafici certi, non avendosi più traccia del suo Foglio di famiglia; sappiamo tuttavia che nacque a Ferrara probabilmente intorno al 1543. Il F. appartenne ad una influente famiglia originaria di Forlì, stabilitasi a Ferrara sin dal XV secolo, che si distinse, nell'arco di più anni, in vari settori della vita pubblica.
Fin dall'infanzia il F. mostrò grande disposizione per la musica: virtuoso del canto, fu conosciuto e chiamato da tutti l'"angeletto" (cfr. Libanori). Le qualità innate, oltre ad un esercizio costante, gli consentirono di farsi apprezzare come abile suonatore di "lauto grosso" e compositore presso la corte estense. Da Alfonso II fu nominato maestro di cappella già dal 1593 (lettera del 15 giugno), rimanendo "più di vent'anni nell'ufficio ... ducale", onde dopo il trasferimento della corte a Modena (1598) - tramanda il Libanori - "nel duomo anco di Ferrara", e, quindi, secondo Valdrighi, "capo delle musiche del duca, pubbliche e private, domestiche e secrete ..."; era responsabile delle attività artistiche, ma si occupava anche dei rapporti di lavoro con il personale dipendente e della contabilità.
Tra il 1594 ed il 1597 ricoprì, dunque, lo stesso incarico per conto dell'Accademia della Morte (cfr. Cavicchi) e anche qui, oltre che a corte (per testimonianza del Valdrighi), condivise decisioni e collaborò con L. Luzzaschi, maestro di G. Frescobaldi. Della rara ed invidiabile intesa tra il F. ed il Luzzaschi riferisce anche E. Bottrigari; va precisato, inoltre, che il F. fu maestro di cappella nella cattedrale di Ferrara, saltuariamente, dal 1576 al 1607, anno di morte del Luzzaschi, con molta probabilità in sostituzione di quest'ultimo, che in quel periodo si recò spesso a Roma.
Un mandato di pagamento, relativo alla cappella d'Este, ma conservato con certi atti dei Gonzaga nell'Archivio di Stato a Modena, ha fatto pensare che il F. avesse prestato la corte mantovana; invero, eccezion fatta per l'irrilevante documento citato, che va comunque considerato estraneo ai Gonzaga, non esiste alcun'altra prova concreta al riguardo.
Il F. morì a Ferrara intorno al 1615 e fu sepolto nella chiesa di S. Francesco.
Stimato e considerato in vita, fu però presto dimenticato. Questo è da imputarsi, quasi certamente, alla sua esigua produzione musicale ed alla mancanza di proseliti che ne conservassero la memoria. Che fosse tenuto in conto lo dimostra il fatto che nella polemica fra l'Artusi ed il Monteverdi circa le nuove tecniche compositive, il F., sempre a fianco di Luzzaschi, viene citato come "uomo atteso e riverito"; sappiamo inoltre che era pagato 300 scudi l'anno, come attesta il Monteverdi nella lettera del 2 dic. 1608, indirizzata al duca Cesare d'Este per lamentarsi di non percepire i promessi 100 scudi l'anno: "... Haveria potuto affaticarsi bene il Luzzasco et il Fiorini, ad avanzarsi per trecento scudi d'entrata per uno poi lasciati a filioli loro ..." (Bottrigari). Si deve comunque ipotizzare che se l'Artusi non stimò il rivoluzionario metodo di composizione di Monteverdi, deve aver apprezzato quello del F., certamente più equilibrato rispetto alle nuove scelte compositive del cremonese.
Dai testi musicati non si può negare che il F. abbia seguito, se pur moderatamente, le tendenze contrappuntistiche, orientandosi sull'indirizzo enfatico e drammatico del madrigale. Valente musicista, quindi, il F. compose messe, salmi, mottetti, "... sinfonie di sonun'arte" e "molt'opre a penna" (rispettivamente Libanori e Superbi); Sonetti e madrigali si conservano nella Biblioteca Ariostea (ed. a cura di V. Baldini). Altri suoi madrigali sono compresi nelle raccolte del tempo, edite negli anni 1582-83, 1586, 1588, 1591-92-93, 1596. Tra questi, è presente con Ode l'anima mia gioia infinita a cinque voci in Libro I di madrigali (Lauro secco, Ferrara, V. Baldini, 1582), dove figura con altri illustri colleghi; così in Lauro verde (madrigali a sei voci, Ferrara 1583), come nella raccolta di I. Zanluca I lieti amanti con Tirsi dolent' e mesto, madrigale a cinque voci. Nella raccolta L'amorosa eco di A. Morsolino (Brescia, V. Sabbio, 1588) pubblicò Ero così dicea a quattro voci e nel Giardino de' musici ferraresi (Venezia, G. Vincenti, 1591) il madrigale Dolce mia amata vista a cinque voci, mentre in La gloria musicale di F. Nicoletti (ibid., R. Amadino, 1592) è presente con Dolci sospiri che tal'ora uscite a cinque voci, e infine in Sonetti e madrigali di V. Baldini (Ferrara 1600).
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Modena, Archivi per materia, b. 1/b; documentazioni inedite Ibid., Cassa segreta vecchia, Registri di mandati, Carteggio dei referendari, lettere del F.: 15 giugno 1593, 19 ag. 1596, 28 luglio 1597, 21 marzo 1603, 23 dic. 1608, 17 febbr. 1609, 8 sett. 1614, 21 sett. 1615 e altro dell'11 settembre di anno non identificabile; E. Bottrigari, Il desiderio, Bologna 1594, pp. 42 s.; A. Superbi, Apparato degli uomini illustri di Ferrara, Ferrara 1620, p. 131; M.A. Guarini, Compendio historico dell'origine... delle chiese di Ferrara, Ferrara 1621, p. 248; A. Libanori, Ferrara d'oro imbrunito, Ferrara 1665-74, p. 181; L.F. Valdrighi, Cappelle, concerti e musiche di casa d'Este (dal sec. XV al XVIII), in Atti e mem. delle Rr. Deput. di storia patria per le prov. modenesi e parmensi, s. 3, II (1884), 1, pp. 415-494; A. Bertolotti, Musici alla corte dei Gonzaga in Mantova dal sec. XV al sec. XVIII, Milano 1890, pp. 73, 88; N. Bennati, Musicisti ferraresi, in Atti d. Deput. ferrarese di storia patria, XIII (1901), p. 309; A. Cavicchi, Contributo alla bibliografia di A. Corelli, in Ferrara, 1961, n. 2, pp. 3 s.; A. Newcomb, The musica secreta of Ferrara in the 1580s, diss., Princeton University, 1969; F. Testi, La musica ital. nel Medioevo e nel Rinascimento, II, Milano 1969, pp. 820-825, 827, s.; Id., La musica italiana nel Seicento, ibid. 1976, I, p. 189; II, p. 449; F.J. Fétis, Biogr. univ. des musiciens, III, p. 258; F. Pasini Frassoni, Diz. storico-araldico dell'antico Ducato di Ferrara, Bologna 1917, pp. 202 ss.; C. Schmidl, Diz univ. dei musicisti, I, p. 547; Diz. encicl. univ. della musica e dei musicisti, Le biografie, II, p. 768; The New Grove Dict. of music and musicians, VI, p. 601.