FUSAI, Ippolito
Scarse e lacunose sono le notizie biografiche di questo cantore nato a Firenze presumibilmente intorno al 1620 e attivo nella sua città ove, in qualità di basso fu chiamato a partecipare alle varie manifestazioni musicali che si tenevano presso la corte dei Medici. Il primo ruolo sostenuto dal F. di cui si ha notizia è quello di Caronte e di Giove nell'Ercole in Tebe di Jacopo Melani, rappresentata al teatro della Pergola di Firenze nel 1661 in occasione delle nozze di Luisa Margherita d'Orléans con Cosimo III de' Medici, in cui si esibirono anche Eleonora Ballerini (Megera) e B. Melani (Teseo). In questo periodo il F. partecipò agli spettacoli prodotti dall'Accademia dei Sorgenti, come risulta dai libri contabili che registrano i pagamenti ai cantanti apparsi al teatro della Pergola tra il 1654 e il 1662. Sempre nel 1661 al teatro di via del Cocomero il F. prese parte alla rappresentazione dell'Erismena di F. Cavalli, cui parteciparono anche B. Melani, B. Mazzanti e altri noti cantanti del tempo. Nello stesso periodo entrò al servizio dei Medici e fece poi parte dei musici ordinari di Cosimo III insieme con Filippo Melani.
Dotato di una bella voce di basso e in possesso di una tecnica ragguardevole, intervenne a numerose feste e manifestazioni celebrative della corte granducale e si esibì anche fuori Firenze. Nel 1673 sostenne il ruolo di Icomede in Achille in Sciro di G. Legrenzi al teatro Formagliari di Bologna con una compagnia di canto formata da A. Ferrari, I. Franci e A. Rivani, quest'ultimo come il F. ancora al servizio dei Medici.
Passato poi al servizio del principe Ferdinando de' Medici, figlio di Cosimo III, si esibì nelle opere da lui fatte allestire presso la residenza granducale di Pratolino; nel 1679 fu infatti Coridone Bifolco nell'opera Con la forza d'amor si vince amore di B. Cerri, quindi nel 1684 cantò in Lo speziale di villa (d'autore ignoto), nel 1686 fu Graticcio in Il finto chimico di Alessandro Melani e nel 1689 - in occasione delle nozze di Ferdinando con Violante Beatrice di Baviera - apparve in Il greco in Troia di G.M. Pagliardi. La sua fama di cantore e di insegnante di canto contribuì a farlo apprezzare anche fuori del ristretto ambito regionale, tanto che anche dall'estero principi inviavano alla "Scuola del rinomato Fusai" (Weaver, p. 68). Non è improbabile tra l'altro che proprio Ferdinando, mecenate generoso, raffinato cultore d'arte e collezionista di strumenti musicali, abbia favorito il sorgere di una scuola di canto di cui il F. fu uno fra gli esponenti più rappresentativi. Ciò sarebbe dimostrato anche dalla numerosa schiera di cantanti che risultano nei ruoli contabili di Ferdinando, il quale inviò spesso i suoi cantori a studiare presso le più prestigiose scuole di canto della penisola.
Particolarmente versato in ruoli comici, il F. appartiene dunque alla schiera di cantanti la cui vocalità, espressione d'un virtuosismo tipicamente barocco, maturò nel cenacolo artistico promosso da Ferdinando de' Medici, in particolare nella scuola di musicisti che - pur svolgendo la loro attività soprattutto a Firenze - furono presenti nei maggiori teatri italiani e stranieri sino al primo decennio del secolo XVIII.
Il F. rimase al servizio dei Medici sino alla morte, avvenuta a Firenze intorno al 1696.
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Firenze, Compagnia di S. Maria delle Laudi detta S. Agnese, 221, pp. 39 ss.; J.W. Hill, Le relazioni di Antonio Cesti con la corte e i teatri di Firenze, in Riv. ital. di musicologia, XI (1976), 1, p. 31; R.L. Weaver - N.W. Weaver, A chronology of music in the Florentine theater 1590-1750, Detroit 1978, I, pp. 36, 66, 68, 71, 130 s., 133, 146, 158, 163; II, p. XX; C. Sartori, I libretti italiani a stampa dalle origini al 1800, cfr. Indici, II, p. 293; The New Grove Dict. of opera, II, p. 317.