MARRACCI, Ippolito.
– Primogenito di una famiglia agiata, nacque il 18 febbr. 1604 a Torcigliano, borgo situato nella vicaria di Camaiore, in Versilia, da Antonio e Margherita di Michele Marracci.
Dal 1619 studiò retorica a Lucca presso la scuola della Congregazione dei chierici regolari della Madre di Dio, ordine fondato nel 1574 da Giovanni Leonardi nel contesto della spiritualità postridentina. Probabilmente a seguito all’educazione religiosa impartitagli dai genitori e alla frequentazione di ambienti della religiosità mariana (la Congregazione della Madonna della Neve, istituita a Lucca dai padri di S. Maria Cortelandini per l’istruzione religiosa dei giovani), il M. decise di vestire l’abito della Congregazione nel 1621, scelta che avrebbero fatto in seguito anche i fratelli Ludovico, Francesco, Fulgenzio e il padre (entrato come membro laico dopo la morte della moglie).
Dopo aver trascorso a Roma il periodo del probandato, emise i voti il 24 marzo 1623 e nel 1629 fu consacrato sacerdote a Lucca. Per completare gli studi teologici tornò a Roma, dove fra il 1629 e il 1632 studiò presso il Collegio romano sotto la guida di Giovanni De Lugo, che influenzò in maniera determinante le sue posizioni a sostegno dell’Immacolata Concezione. Dal 1635 divenne parroco di S. Maria in Campitelli a Roma, centro della Congregazione dei chierici regolari della Madre di Dio. Tre anni dopo fu nominato rettore della comunità e primo assistente del generale. Avrebbe nuovamente ricoperto quest’ultimo incarico nei periodi 1641-44 e 1669-72.
Pervasa di spiritualità mariana, l’esistenza del M. fu contraddistinta dall’impegno profuso nello sviluppo di questo tipo di pietà attraverso una vastissima operazione di carattere bibliografico, finalizzata a raccogliere in una sorta di summa tutto lo scibile sulla figura della Madre di Dio. Nonostante alcune delle sue opere siano andate perdute durante il periodo della soppressione napoleonica degli ordini religiosi (il fratello Ludovico ne aveva classificate 115), se ne contano ancora oggi 84, di cui 32 a stampa e 52 manoscritte.
L’opera che lo fa considerare tuttora il «bibliografo della Madre di Dio» è la Bibliotheca Mariana (Roma 1648; una recente edizione ibid. 2005): un repertorio alfabetico degli autori (ben 2678) che a partire dal I secolo fino alla prima metà del Seicento si sono occupati di mariologia. La Bibliotheca, in cui fu dato ampio spazio alla biografia dei personaggi citati, fu arricchita successivamente da un’Appendiz edita nel 1683 da Peter Ketteler a Colonia.
Nella Ideae bibliothecae magnae Marianae, completata nel 1650 e rimasta manoscritta (Roma, Biblioteca della comunità religiosa dell’Ordine della Madre di Dio, Mss., MI.B.LVII), il M. illustrò il progetto di pubblicare una raccolta di tutti gli scritti mariani a partire dall’origine del cristianesimo. Si tratta della serie da lui curata dei Marialia, che secondo il suo piano avrebbero dovuto essere editi in sedici volumi. Il primo fu il Mariale di S. Germano (S. Germani patriarchae Constantinopolitani Mariale), ricco di note e citazioni di testi patristici (Roma 1650). Seguirono il Leonis imperatoris Mariale, l’Isidori archiepiscopi Thessalonicensis Mariale (ibid. 1651), l’Adae abbatis Perseniae Mariale (ibid. 1652) e infine il S. Iosephi Himnographi Mariale (ibid. 1652), tradotto dal greco dal fratello Ludovico. Alcuni di questi testi, redatti fra il 1650 e il 1655, rimasero manoscritti, come nel caso dei Marialia di Andrea di Creta, di Giorgio di Nicomedia, di Giovanni Crisostomo, di Giovanni Damasceno e del Mariale apostolicum.
In questo tentativo di sistematizzare la mariologia va anche collocata la serie di scritti, tutti pubblicati a Roma, dedicati a personaggi autorevoli, laici ed ecclesiastici, legati al culto dell’Immacolata Concezione. Ne fanno parte i Pontifices maximi Mariani (1642), i Fundatores Mariani (1643), gli Apostoli Mariani (1643), i Reges Mariani (1654), i Purpura Mariana (1654), i Caesares Mariani (1656), gli Antistites Mariani (1656), le Heroides Marianae (1659), i Principes Mariani (1660), i Prophetae Mariani (il cui manoscritto risulta smarrito) e i Religiosi Mariani (Roma, Biblioteca della comunità religiosa dell’Ordine della Madre di Dio, Mss., MI.B.II). Incentrata sul simbolismo legato alla figura di Maria è poi la Polianthea Mariana, edita postuma a Colonia nel 1683, ricca di esempi tratti dalle Scritture e dalla letteratura religiosa.
A partire dalla seconda metà del XVII secolo il M. partecipò attivamente al dibattito teologico sulla concezione della Vergine Maria. Strenuo immacolatista, il M. fu molto vicino alle posizioni di alcuni teologi che si erano chiaramente espressi in materia (come il francescano Pedro de Alva y Astorga e il gesuita Théophile Raynaud), contrapponendosi ai domenicani. Nelle due opere manoscritte De ecclesiastica Marianae Conceptionis celebritate (ibid., MI.B.XXIV, cc. 1r-86v) e De legitimo fidelium sensu in ecclesiastica Marianae Conceptionis (ibid., cc. 87r-126v) – redatte nel 1659 – il M. sosteneva la validità della tesi immacolatista con argomenti tratti dalla teologia tomista e con uno studio attento del significato della festa liturgica della Concezione della beata Vergine.
La produzione controversistica del M. sul tema dell’Immacolata Concezione attirò su di lui le critiche dell’Ordine domenicano, in particolare di Vincent Baron che, a partire dal 1662, fu fra i suoi maggiori detrattori. Gli attacchi di Baron furono causati dalla pubblicazione dell’opera del M. Fides Caietana controversia b. Virginis Mariae (Firenze 1655), una critica del Tractatus de Conceptione del cardinale Tommaso De Vio detto il Caietano (pubblicata a Roma nel 1512). Per evitare di sottoporre il contenuto del volume al maestro di S. Palazzo Raimondo Capizucchi, secondo quanto previsto da una direttiva di Urbano VIII, il M. fece stampare l’opera a Firenze nel 1655, suscitando le ire di Capizucchi, che gli intimò gli arresti domiciliari. Nel 1660 a Plasencia in Spagna, uscivano i Trutina Mariana, pubblicati sotto lo pseudonimo di Crystophilo Mariano, con i quali il M., continuando sulla scia controversistica della Fides, prendeva in esame i testi della patristica e della teologia medievale contrari all’Immacolata Concezione per evidenziarne difetti e incongruenze. Fu però in seguito alla pubblicazione nel 1663 della Vindicatio s. Catharinae Senensis (Pozzuoli), santa alla quale i domenicani attribuivano alcune rivelazioni che confutavano l’Immacolata Concezione, che la posizione del M. andò aggravandosi, tanto che Capizucchi, con l’autorizzazione di Alessandro VII, gli vietò di pubblicare o diffondere in altra maniera i contenuti delle sue opere. Il 3 luglio 1665 il nuovo maestro di S. Palazzo Giacinto Libelli si recò a S. Maria in Campitelli per sequestrare tutte le opere del M., aprendo un processo nei suoi confronti che durò quattro mesi, nel corso dei quali gli fu imposta la residenza coatta in convento. Il 6 nov. 1666 il M. venne dichiarato colpevole con pena di scomunica. Gli fu inoltre intimato il divieto di partecipare a dibattiti, di insegnare e le sue opere furono messe all’Indice. Le imputazioni erano quelle di aver violato il decreto di Urbano VIII circa la pubblicazione di libri, di aver trasgredito alle ingiunzioni del maestro di S. Palazzo e di non aver rispettato il divieto di accusa di peccato o eresia nei confronti degli avversari. Fu solo nel 1671, dopo ripetute richieste per ottenere la revisione del processo, che il M. fu assolto con voto unanime dalla congregazione del S. Uffizio.
Il M. morì a Roma il 19 maggio 1675 e fu sepolto nella chiesa di S. Maria in Campitelli.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Lucca, S. Maria Corteorlandini (Cortelandini), 147, c. 15r; Lucca, Arch. di S. Maria Corteorlandini (Cortelandini), Sez. C, cart. III, n. 1: Liber vestitionum, professionum, ordinationum nostrorum religiosorum, c. 19; Roma, Arch. della Curia generalizia dell’Ordine della Madre di Dio, Armadio A, III, m. 45, n. 16: A. Marracci, Cronica dell’origine e progetti di casa nostra, cc. 1-8 (edito in Campus maior, XVI [2004], pp. 58-67); ibid., III, m. 3: Acta Congregationum Generalium ab anno 1621 ad anno 1654, pp. 42, 54, 113, 143, 180, 199, 217, 231, 280, 310, 357; ibid., III, mazzo 3 bis: Acta Congregationum generalium, Dietarum et visitationum ab anno 1635 usque ad anno 1696, c. 10 (altri riferimenti si trovano senza pagina); ibid., III, m. 41: C. Erra, Cronache della Congregazione della Madre di Dio dal 1674 al 1753, II, cc. 775v-782v. Un accurato catalogo con la descrizione delle opere manoscritte e a stampa in F. Petrillo, I. M. protagonista del movimento mariano del secolo XVII, Roma 1992, pp. 107-168; alle pp. 61-67, le fonti relative ai processi e il Corpus apologeticum pro domo sua (anch’esso manoscritto e redatto sotto lo pseudonimo di Marianus Bonae Spei). F. Sarteschi, De scriptoribus Congregationis clericorum regularium Matris Dei, Romae 1753, pp. 135-151; C. Erra, Memorie de’ religiosi per pietà e dottrina insigni della Congregazione della Madre di Dio, I, Roma 1759, pp. 194-201; A. Guerra, Il p. I. M. dei chierici regolari della Madre di Dio, Roma 1889, pp. 1-11; J.H. Schütz, Summa Mariana, III, Paderborn 1913, pp. 624-627; G.M. Roschini, Un grande precursore dell’era mariana: il p. I. M.…, in Alma Socia Christi, XI, De mariologia in genere…, Roma 1953, pp. 218-232; F. Ferraironi, Un grande innamorato di Maria Ss.ma il p. I. M. instancabile scrittore mariano, in Vita cristiana, XXIII (1954), pp. 597-600; V. Pascucci, I. M. e il dogma dell’Immacolata Concezione, in Campus maior, XVI (2004), pp. 25-37; L’Immacolata Madre di Dio nel Seicento. Apporti teologici e spirituali di I. M.. Atti del XIV Colloquio internazionale di mariologia… 2004, a cura di D. Carbonaro - F. Petrillo, Roma 2006; Enc. cattolica, VIII, coll. 187 s.