IRLANDA (A. T., 49-50)
Una delle Isole Britanniche, con una superficie di 82.459 kmq., cioè poco più ampia della Scozia. È situata tra 51°26′ e 55°22′ N., e 5°35′ e 10°21′ O. La sua costa occidentale è bagnata dall'Oceano Atlantico; a E. è separata dalla Gran Bretagna mediante il Mare d'Irlanda e i due canali che mettono questo mare in comunicazione con l'Atlantico, cioè il Canale del Nord che la divide dalla Scozia, e il Canale di S. Giorgio che la divide dal Galles.
Sommario. - Geografia: Struttura geologica (p. 544); Il rilievo (p. 545); Clima (p. 546); idrografia (p. 546); Fauna e flora (p. 547); Popolazione (p. 547); ordinamento politico e amministrativo (p. 548); Agricoltura e allevamento del bestiame (p. 548); Risorse minerarie (p. 550); Industrie (p. 550); Pesca (p. 551); Trasporti (p. 551). - Storia (p. 552). - Lingua (p. 557). - Etnografia e folklore (p. 557). - Arti figurative (p. 559). - Musica (p. 561). - Letteratura (p. 562). - Stato libero d'Irlanda: Ordinamento costituzionale (p. 564); Culti (p. 564); Forze armate (p. 564); Finanze (p. 564).
Struttura geologica. - Nella parte nord-occidentale e occidentale dell'Irlanda, cioè nel Donegal, Londonderry, Tyrone, Mayo e Galway, predominano rocce metamorfiche consistenti in gneiss, micascisti, ecc., le quali sono in stretta relazione con le formazioni consimili degli Highlands scozzesi. Le insenature costiere incise in questa parte dell'Irlanda sono antiche valli parzialmente sommerse per invasione del mare. Le formazioni cambriche e siluriche si trovano attraverso il Mare d' Irlanda, come prolungamenti degli Uplands della Scozia meridionale e del Galles; le prime appaiono intorno al Belfast Lough, nel Down e nel Louth, donde penetrano poi nell'interno, formando un'area triangolare che arriva al Monaghan, al Cavan, al Longforh, al Leitrim e al Meatd; le seconde si estendono verso S., da Dublino alla baia di Dungarvan. In queste formazioni gli agenti denudatori hanno prodotto un suolo morbido, favorevole allo sviluppo della vegetazione. Ad alcuni dei rilievi del Silurico sono sovrapposte masse d'arenaria rossa antica che conferiscono al paesaggio aspetto imponente. Tra le formazioni cambrico-siluriche che si trovano a S. di Belfast e le rocce metamorfiche del NO., s'insinua la continuazione occidentale della fossa tettonica scozzese, caratterizzata in Irlanda, come in Scozia, da ampî affioramenti ignei di basalto, dei quali il più esteso forma l'altipiano dell'Antrim.
Nell'Irlanda meridionale, specialmente nelle regioni di Kerry, Cork, Waterford e parte del Tipperary, si stende l'arenaria rossa antica, che costituisce una continuazione occidentale del sistema devonico del Galles meridionale e della penisola sud-occidentale dell'Inghilterra, e forma alcune delle cime più alte dell'Irlanda; essa conferisce un carattere pittoresco al paesaggio, costituendo lo sfondo al famoso scenario che circonda i laghi di Killarney. Il suolo che proviene dalla decomposizione di questa arenaria è generalmente buono, ma piuttosto duro, e vicino al calcare, lungo il fondo delle valli, diviene calcareo anch'esso.
Il sistema carbonico copre circa due terzi della superficie dell'Irlanda e offre il suolo predominante all'agricoltura; tuttavia, quella che si trova in prevalenza è la formazione più bassa del sistema, cioè il calcare: le formazioni superiori, contenenti giacimenti di carbone, in genere mancano, o si trovano solo in piccole zone isolate. Perciò fino a quando l'industria fu vincolata alla forza motrice del vapore, fu impossibile per l'Irlanda iniziare una vita industriale, salvo nei punti in cui il carbone si poteva importare a buon mercato. Il calcare forma un suolo di notevole fertilità e, insieme con l'umidità dell'aria, ha concorso a far prosperare praterie che si distinguono per una colorazione verde così vivace da esserne derivato all'Irlanda il nome di "Isola di smeraldo". Anche in questa regione calcarea non mancano distretti sterili e poveri.
Le formazioni geologiche più recenti del Paleozoico sono sostanzialmente limitate all'Ulster e sono, relativamente, di poca entità. Rocce acide d'origine ignea si trovano in gruppi isolati nei Monti Wicklow, a SO. di Dublino; nei Monti Mourne, a S. di Belfast; nei Monti Ox, nei distretti di Mayo e Sligo; nei Monti di Connemara, Derryveagh e Glendowan, nel Donegal. Queste zone sono generalmente sterili e l'allevamento degli ovini ne costituisce quasi sempre l'industria principale.
La glaciazione ha lasciato nell'Irlanda molti massi erratici, ciottoli striati, rocce montonate, spessi depositi d'argilla, eskers e morene. La grande morena terminale si estende dal Wexford intorno agli orli orientale, settentrionale e occidentale dei Monti di Wicklow, indi, attraverso l'Irlanda meridionale fino a Kilrush, sull'estuario dello Shannon. L'effetto più importante della glaciazione consiste nell'ampia diffusione dell'argilla calcarea. Sebbene le piogge abbiano disciolto la maggior parte del calcio dai depositi di superficie e abbiano ridotto i terreni al tipo detto podzol, tuttavia sembra che persistano le differenze fondamentali dovute ai mutamenti nella struttura della roccia. Su vaste zone poi l'argilla glaciale è coperta di torba; i depositi di torba formano fasce marginali intorno a parecchi laghi, segnatamente al Lough Erne, e lungo i fiumi: lo Shannon ha le rive formate da ampî aggregati di torba. Le piante di gran lunga più importanti e abbondanti sono quelle del genere Sphagnum che del resto predominano anche sul calcare dei monti Pennini settentrionali in Inghilterra. Attualmente la torba è usata come strame e, commista a lana o a cotone, si usa anche per la fabbricazione di rozze fibre. Inoltre, gli avanzi o la polvere di torba servono a fabbricare micce, combustibile compresso in pani, accessorî sanitarî e imbottiture per l'imballaggio delle uova; con la distillazione, è infine possibile ricavarne pece liquida, olî, alcool e solfato ammonico. Altro prodotto che si ricava dalle paludi è il minerale di ferro, largamente esportato in Gran Bretagna per la purificazione del gas di carbone; ma da quando si è riusciti a fabbricare ciò che si potrebbe chiamare minerale di ferro sintetico, questo commercio è irrimediabilmente decaduto.
La struttura geologica dell'Irlanda presenta dal punto di vista tettonico, grande varietà di aspetti. Le formazioni più antiche hanno subito due diversi sistemi di pieghe: l'Armoricano e ìl Caledoniano, i quali nella parte sud-occidentale dell'isola si avvicinano l'uno all'altro. Ne consegue che le formazioni rocciose hanno generalmente nella parte meridionale dell'Irlanda la direzione E.-O. e nel resto dell'isola NE.-SO. Questi sistemi di pieghe hanno influito anche sulla morfologia delle coste. La minore altitudine lungo la costa meridionale ha contribuito alla formazione di buoni porti naturali a Waterford, Youghal e Cork.
Il rilievo. - La parte centrale dell'Irlanda è occupata da una pianura, che si affaccia con una costa bassa sul Mare d' Irlanda, tra Dundalk e Dublino e si estende alquanto in direzione sud e ovest, verso la baia di Galway e verso l'estuario del fiume Shannon. Nella maggior parte la sua altezza è inferiore a 150 m. s. m. e soltanto in pochi punti s'innalza fino a circa 300 m.; nell'ovest si raggiungono talora i 400 m.
Nell'estremità nord-occidentale dell'isola s'innalzano i Monti del Donegal (Monte Errigal, 752 m.), che sorgono quasi dal mare e sono profondamente incisi e frammentati da numerose insenature costiere e conche lacustri. Questo rilievo si prolunga a sud della Baia di Donegal, nel Connaught, con gli stessi caratteri generali e raggiungendo altitudini di circa 600-700 m. in parecchi punti presso la frastagliata costa occidentale e nell'isola di Achil. Nella estrema parte nord-orientale dell'Irlanda la creta dell'Antrim coperta di basalto, forma un altipiano la cui massima altezza è di 554 m. (Trostan Mount). Tra questo altipiano e il Donegal, i Monti Sperrin, nel Londonderry, raggiungono i 680 m. e rendono quasi ininterrotta la barriera d'alture che separa la costa settentrionale dalla piana centrale. Unica interruzione della barriera è quella occupata dalla conca del Lough Neagh e dalla valle del fiume Bann che ne è l'emissario e si dirige verso N., a occidente dell'altipiano dell'Antrim. A S. di questo altipiano, il terreno s'innalza di nuovo nei Monti Mourne (Slieve Donard, 852 m.).
Le prime alture che si trovano a S. della pianura centrale sono orientate in direzione NE.-SO. I Monti Wicklow a E. sono massicci e raggiungono nel Lugnaquilla i 926 m. Più a S. il M. Leinster tocca i 796 m. e il M. Backstairs i 734 m. I Monti Slieve Bloom che s'innalzano molto più a O. dei Wicklow sono più bassi (528 m.), ma più a SO. i Monti Silvermine toccano 704 m. A S. di tutti questi rilievi le alture della estrema regione meridionale irlandese si dirigono in senso E.-O., coi Galty Mounts (919 m.) e il Knockmealdown (795 m.) che sorgono presso il centro della regione; mentre lunghe catene, che nei Macgillycuddy's Reeks s'innalzano fino a 1037 m., si protendono fin nelle penisole occidentali e sud-occidentali separate da profonde insenature.
Clima. - Le piogge dell'Irlanda non sono superiori a quelle di altre parti delle Isole Britanniche, sebbene l'umidità relativa sia generalmente più alta. L'isola si trova sul percorso dei cicloni provenienti dall'Atlantico e le isoiete sono in generale dirette da N. a S. Il lato orientale intorno a Dublino è il meno innaffiato da piogge, con una media di 678 mm., mentre la media del lato occidentale sale a 1230 mm. Sulle prime alture a S. del ripiano centrale, come i Monti Slieve Bloom, le precipitazioni annue superano i 1250 mm. e ancor più elevate sono sui Monti Mourne nella contea di Down. Le piogge sono uniformemente distribuite lungo l'anno; presentano tuttavia in genere due massimi, rispettivamente in agosto e in dicembre-gennaio, come è dimostrato dalla seguente tabella, nella quale sono riuniti nella prima colonna i dati delle precipitazioni in mm. e nella seconda quelli della temperatura per tre stazioni, poste rispettivamente sulla costa sud-occidentale, orientale e settentrionale.
Nell'inverno le temperature sono molto miti, mantenendosi di solito al di sopra del punto di congelamento. Le acque della corrente calda dell'Atlantico, al largo dell'Irlanda occidentale, hanno le temperature medie di 10° nell'inverno e approssimativamente di 15°-15°6 nell'estate: deriva che le temperature dell'aria in Irlanda raggiungono in media circa 5° 6 nell'inverno e non superano molto i 16° nell'estate. La mitezza delle temperature invernali e la frescura estiva, insieme con la buona distribuzione delle piogge e con la natura calcarea del suolo dànno grande sviluppo alla crescita dell'erba e perciò la pastorizia predomina in Irlanda.
Idrografia. - L'accennata uniformità nella distribuzione annua delle piogge, fornisce ai fiumi irlandesi alimentazione costante. Le alture dei Monti Slieve Bloom e dei Silvermine costituiscono un punto idrografico molto importante nell'Irlanda centro-meridionale: è in questa zona infatti che si trovano le sorgenti dei fiumi Barrow, Nore e Suir, che sfociano tutti e tre nel Waterford Harbour. Più a E., nei Monti Wicklow, in cui si trova anche, a Vartry, il grande serbatoio d'acqua dolce di Dublino, hanno origine il Liffey e lo Slaney. I fiumi del SO., che seguono la piega armoricana, sono il Blackwater, il Lee e il Bandon. Nella pianura centrale la linea principale di smaltimento è costituita dallo Shannon (364 km.), che ha origine nella regione montuosa del Leitrim e, dopo aver attraversato tutta l'Irlanda centrale, sfocia con un profondo estuario sulla costa occidentale; ha importanza specialmente come fiume nazionale dell'Irlanda. Con esso si connette tutta una serie di laghi, di cui i maggiori sono l'Allen, il Ree, il Derg. La gola dello Shannon presso Killaloe è una delle più notevoli dell'isola: ivi il fiume si è aperto la via attraverso il Silurico e gli strati di arenaria rossa antica dei Monti Slieve Bernagh e Arra, e le sommità delle due ripe torreggiano a 530 m. sul lato O. e a 461 sul lato E. La parte orientale della pianura centrale è scolata dal sistema del Boyne. Nella regione NE. dell'Irlanda dai Monti Mourne e Slieve Croob nascono il Bann (che attraversa il Lough Neagh e sfocia sulla costa N.) e il Lagan, due fra i maggiori fiumi dell'isola; da questa regione s'irradiano anche fiumi minori che forniscono energia idroelettrica.
I fiumi dell'Irlanda nord-occidentale, nel Donegal, si possono dividere in due categorie: quelli che scorrono verso NE. seguendo la direzione del rilievo, come il Foyle e il Swilly; e quelli che scorrono verso il mare secondo una direzione trasversale. I primi seguono valli bene sviluppate che contengono alcuni dei territorî più ricchi dell'isola; gli auri sono, in generale, torrente di montagna che s'aprono la via verso l'Atlantico con una successione di cascate e di rapide. A S. del Donegal il Fermanagh è attraversato dall'Erne, al quale si collega una serie di laghi (Upper Lough Erne, Lough Erne, ecc.).
L'Irlanda e ricchissima di laghi: il Donegal nel NO. e il Kerry nel SO. sono famosi per la bellezza dei loro laghi tra i monti; vi sono anche molti laghi nella pianura centrale, bassa e paludosa, e tra le montagne dell'ovest (il Lough Corrib, il Mask e il Conn sono tra i più vasti dell'Irlanda). Il Lough Neagh, nel NE., ha una superficie di 39.780 ha. Nelle regioni del SE. si trovano pochi laghi piccoli tra i Monti Wicklow.
Fauna e flora. - La fauna irlandese offre caratteri comuni a quella dell'intero arcipelago britannico. In generale tutte le forme continentali europee vi sono rappresentate. È notevole però il fatto che il numero delle specie di tutti i gruppi è, specialmente in Irlanda, minore di quello presente nelle regioni continentali di eguale estensione. Fra i Mammiferi notiamo alcuni insettivori (Sorex minutus, Erinaceus europaeus), varî chirotteri (Rhinolophus, Myotys, Pipistrellus, Nyctalus, Plecotus), diversi carnivori tra cui il lupo, la volpe (V. crucigera), la lontra, alcune mustele; è incerta la presenza dell'orso bruno. Molti i roditori tra i quali varie specie dei generi Lepus, Apodemus, Mus, Sciurus. Il castoro è estinto. Tra gli Ungulati notiamo il Cervus elaphus scoticus. L'avifauna è piuttosto ricca ed è costituita da specie caratteristiche dell'Europa centrale. Interessante la presenza di particolari specie dei generi Sylvia, Emberiza, Pyrrhocorax, Certhia, Carduelis, ecc. I rettili, gli anfibî e i pesci d'acqua dolce sono anche rappresentati da un discreto numero di specie. Gl'insetti e gli altri artropodi terrestri offrono particolare interesse dal punto di vista zoogeografico nei riguardi dell'interpretazione dell'origine della fauna irlandese.
La temperatura relativamente elevata che domina nell'isola permette la vita d'un gran numero di piante meridionali che non allignano invece in altre regioni ad analoga latitudine.
Così sui versanti dei monti del Kerry vivono molte specie dell'Europa centrale e nelle vallate dei distretti settentrionali, che sono riparate dai venti freddi del nord, si trovano piante di latitudini notevolmente più basse.
L'Irlanda presenta un certo numero di piante che la collegano con la flora lusitana e circa 12 specie sono comuni con le Azzorre, il Portogallo e la costa cantabrica.
Le isolette della costa orientale presentano una flora speciale, costituita da elementi molto mescolati.
Un tempo l'isola era coperta di boschi, però le guerre e la cattiva amministrazione li hanno in molte località distrutti completamente.
Dal punto di vista fitogeografico l'Irlanda fa parte del dominio dell'Europa centrale costituendo una speciale sottoprovincia o zona della provincia atlantica.
Popolazione. - Secondo il censimento del 1926 la popolazione risultò di 2.971.992 ab. nello Stato Libero e di 1.256.561 ab. nell'Irlanda Settentrionale, con un totale di 4.228.553. Nell'Irlanda Settentrionale vi erano 420.428 cattolici, 393.374 presbiteriani, 338.724 protestanti episcopali, 49.554 metodisti e 54.481 appartenenti ad altre confessioni religiose. Accanto ai 420.428 cattolici vi è dunque un complesso di 836.133 non cattolici, con la proporzione, cioè, di circa 1 a 2. Nello Stato Libero il numero dei cattolici è di 2.751.269, mentre le altre religioni dànno complessivamente 220.723 aderenti, con la proporzione di 12 a 1. Se l'Irlanda fosse politicamente unita, la distribuzione religiosa della popolazione sarebbe in ragione di tre cattolici per ogni protestante.
Mentre nel 1926 la popolazione dell'Irlanda era soltanto di 4,2 milioni di abitanti, con una densità di 49 ab. per kmq., alla metà del secolo scorso (1845) l'isola accoglieva una popolazione di circa 8,5 milioni di abitanti, cioè 100 per kmq. Questa popolazione viveva, nella quasi totalità, dei prodotti dell'agricoltura e dell'allevamento, e l'Irlanda si poteva dire ormai satura di popolazione, poiché le sue risorse di allora non sarebbero bastate a nutrire un maggior numero di abitanti. Perciò andò crescendo sempre più il numero di coloro che non trovavano più di che vivere: la conseguenza fu un movimento d'emigrazione, che, iniziatosi fin dal principio del sec. XIX, raggiunse proporzioni straordinarie dopo la terribile carestia del 1846-48 e si mantenne intensissimo per tutto il cinquantennio successivo. Durante mezzo secolo circa 4 milioni d'Irlandesi abbandonarono la patria, per recarsi, la grandissima maggioranza negli Stati Uniti dell'America del Nord, dove oggi formano una colonia di 6,2 milioni di ab. (nella proporzione cioè di una volta e mezzo gli abitanti della madrepatria), i rimanenti nella Gran Bretagna. Questo esodo di popolazione si manifestò in tutte le zone dell'Irlanda, ma fu più intenso nel Connaught, che comprende le regioni più povere. Il movimento emigratorio ha segnato un fenomeno di vero e proprio spopolamento dell'isola, anche perché, diminuiti i matrimonî, mantenendosi elevata la mortalità per le misere condizioni di molti degli abitanti rimasti in patria, diminuì l'eccedenza delle nascite sulle morti: anche attualmente essa non supera il 5‰. Il movimento emigratorio nel secolo XX si è fortemente ridotto, e la popolazione è lievemente aumentata (4.456.000 ab. nel 1901; 4.458 000 nel 1911; 4.496.000 nel 1921).
L'equilibrio tra i sessi, che fu così profondamente turbato durante la guerra mondiale e si risolse in una forte preponderanza delle femmine sui maschi, non ha subito lo stesso effetto in Irlanda, dove la proporzione delle femmine rispetto ai maschi è venuta progressivamente diminuendo dal 1891 in poi. In tale anno, il numero delle donne per ogni 1000 uomini era di 1028; nel 1901, di 1026; nel 1911, di 1002; nel 1921, di 971. Le cause di questa preponderanza maschile possono essere rintracciate nella cifra relativamente alta dell'emigrazione femminile dall'Irlanda e nella straordinaria abbondanza di maschi che presenta, in Irlanda, la media delle nascite. Soltanto l'Ulster si avvicina a una prevalenza dell'elemento femminile. Poiché l'economia irlandese è collegata con l'agricoltura e l'allevamento e con le industrie da essi derivate, la distribuzione della popolazione si può dire nelle linee generali uniforme in tutto il territorio. Il dato della densità di popolazione in ciascuna contea è riferito nella tabella inserita a pag. 549, relativa alla divisione amministrativa dello Stato Libero e dell'Irlanda Settentrionale v. inoltre alla voce gran bretagna la cartina della densità di popolazione nelle Isole Britanniche. Agglomeramenti più densi si trovano nell'Ulster, specialmente nella contea di Down, nell'Antrim e nell'Armagh; nello Stato Libero la popolazione appare più densa nelle contee di Lough, di Dublino e di Cork. L'Irlanda conta soltanto sei county boroughs, dei quali 4 (Dublino, Cork, Limerick, Waterford) nello Stato Libero e 2 (Belfast e Londonderry) nell'Irlanda Settentrionale: sono tutte città di mare, che oggi all'attività commerciale uniscono quella della grande industria, perché dal mare ricevono le materie prime che non dà l'interno dell'Irlanda: in esse vive oltre 1/4 della popolazione totale dell'isola; i rimanenti nuclei minori di popolazione costituiscono città di mercato.
Ordinamento politico e amministrativo. - L'isola è divisa politicamente in Stato Libero (Irish Free State; Sáorstat Eireann) e Irlanda Settentrionale (Northern Ireland). La forma di governo di quest'ultima fu stabilita dal Government of Ireland Act del 1920, che istituì parlamenti separati per la parte settentrionale e per quella meridionale dell'isola e assegnò all'Irlanda Settentrionale le contee di Antrim, Armagh, Down, Fermanagh, Londonderry e Tyrone, con i due boroughs di Belfast e Londonderry. Il potere legislativo dell'Irlanda Settentrionale è affidato a un parlamento costituito dal sovrano della Gran Bretagna, da un Senato e da una Camera dei comuni. Esso emana le leggi riguardanti l'ordine e il buon governo con eccezione di alcune funzioni legislative riservate al parlamento imperiale di Westminster. Il potere esecutivo è affidato al governatore, che rappresenta il re; tale potere è esercitato attraverso i ministeri istituiti dal Lord luogotenente nel 1921. I ministeri sono retti da ministri che consigliano il governatore nell'esercizio del suo potere esecutivo. In tal modo fu creato un gabinetto per l'Irlanda Settentrionale. L'Irlanda Settentrionale forma un'unica unità fiscale con la Gran Bretagna (v.): le sono attribuiti limitatissimi poteri fiscali. Il territorio è diviso amministrativamente in 6 contee, 2 county boroughs, 32 distretti urbani e 32 distretti rurali, l'intero sistema è sotto il controllo di consigli eletti dal popolo.
L'Irlanda meridionale rifiutò di attuare il Government of Ireland Act e fu allora concluso un trattato separato che accordava allo Stato Libero, di fronte al parlamento imperiale e al governo della Gran Bretagna, una posizione analoga a quella goduta dal Dominion del Canada. In tal modo, sebbene ufficialmente parli e agisca per il tramite del re come suo capo legale, lo Stato Libero gode, entro i propri confini, d'una sostanziale libertà e di libere istituzioni che alcuni avvicinano a una repubblica (per l'ordinamento politico dello Stato Libero, v. appresso).
Amministrativamente lo Stato Libero d'Irlanda si divide in 26 contee e quattro county boroughs. La tabella alla pag. seguente dà l'elenco delle contee e dei county boroughs dello Stato Libero e dell'Irlanda Settentrionale, con i dati riguardanti la superficie, la popolazione (nel 1926) e la densità.
Agricoltura e allevamento del bestiame. - Principale caratteristica dell'economia rurale irlandese è la preponderanza dei terreni da pascolo su tutte le altre forme di coltura. La seguente tabella permette un confronto tra l'Irlanda e le altre parti delle Isole Britanniche:
L'Irlanda nel suo insieme, e cioè tanto lo Stato Libero quanto l'Irlanda Settentrionale, costituisce essenzialmente il territorio foraggero delle Isole Britanniche, e sembra che ciò sia stato sempre; anche le cifre del 1851 (il primo anno per il quale si posseggono statistiche attendibili) assegnano al pascolo il 61,9% della superficie, contro il 31, 1% di terre arabili. Queste percentuali hanno presentato in seguito oscillazioni di assai piccola entità probabilmente dovute a cause economiche; i pascoli alimentano più di 5 milioni di bovini; 3.500.000 ovini; 1.250.000 suini; 200.000 caprini; 450.000 cavalli; 200.000 muli, ginnetti e asini; vi sono inoltre più di 20 milioni di polli. I bovini si possono distinguere nelle due categorie di bovini da latte e bovini da macello. I primi sono specialmente numerosi nelle terre più ricche del sud e del nord; nella parte meridionale del Cork e del Limerick e nelle regioni settentrionali del Leitrim, del Cavan e del Monaghan; i bovini da macello sono invece molto numerosi nelle contee di Meath, Westmeath, Dublino e Kildare, cioè nel territorio della pianura centrale. Questa distribuzione del bestiame bovino determina la distribuzione anche di alcuni degli altri animali. I suini sono allevati nelle stesse regioni in cui si trovano i bovini da latte, perché per l'alimentazione dei maiali si utilizzano le sostanze di rifiuto delle fabbriche di latticinî. Ogni anno vengono abbattuti circa 2 milioni di capi di suini: di essi, il 76% sono venduti nell'Irlanda stessa alle fabbriche di lardo e solo il 16% circa sono esportati vivi. Il lardo affumicato irlandese ha infatti una fama e una vendita mondiali, per la sua qualità costantemente buona. In tempi normali, esso rappresenta un valore d'esportazione di circa 8 milioni di sterline.
Anche il pollame è molto abbondante nelle regioni lattifere. Il contrario accade invece per gli ovini, che sono assai scarsi nei territorî dove è intenso l'allevamento dei bovini da latte. Si distinguono in due specie: ovini di pianura e ovini di montagna. La prima specie comprende le maggiori razze bianche, quali Roscommon, Galway e Border Leicester; la seconda specie è formata prevalentemente dal tipo a muso nero, eccettuato il Wicklow, dove si alleva uno speciale tipo locale somigliante alla razza Cheviot. La principale razza indigena è quella di Roscommon. Il valore d'esportazione di pecore, agnelli e lana raggiunge in media circa 2.250.000 sterline.
L'Irlanda è stata lungo tempo famosa per i suoi cavalli. Le regioni nord-orientali allevano specialmente cavalli da tiro pesante; i ponies del Connemara si usano per il giuoco del polo; la regione a S. di Dublino alleva il miglior tipo di cavalli da corsa; negli altri distretti si allevano cavalli che si prestano a più larghi usi.
Con la distribuzione dei tipi d'allevamento è strettamente connessa la localizzazione di alcune delle principali industrie irlandesi. Le fabbriche di burro e di latticinî si trovano nel sud e verso il nord (v. carta I); le fabbriche di lardo affumicato e gli stabilimenti per l'imballaggio delle uova hanno una distribuzione simile. La pianura centrale ha scarse industrie perché i bovini da macello sono spediti vivi in Gran Bretagna.
Nel territorio dello Stato Libero d'Irlanda le colture (escluse quelle foraggere) riguardano soprattutto l'avena e le patate; nell'Irlanda nord-orientale viene coltivato anche il lino e nel SE. si coltiva una certa quantità di orzo. Dei 320.000 ha. coltivati a cereali nello Stato Libero oltre 260.000 sono dedicati all'avena (produzione 6,7 mil. di quint. nella media 1929-30), e dei 180.000 ha. adibiti ad altre colture, le patate ne assorbono circa 150.000 (produzione 27, 1 milioni di quint. nel 1929-30); anche nell'Irlanda Settentrionale su circa 130.000 ha. dedicati ai cereali, 127.000 sono ad avena (produzione 2,8 milioni di quint. nel 1929-30); e su 78.000 ha. dedicati ad altre colture, 64.000 sono a patate (produz. 10 milioni di quintali nel 1929-30). Come si vede, dunque, il principale prodotto agricolo dell'Irlanda, dopo i foraggi e il pascolo, è l'avena. Attualmente, nel territorio dello Stato Libero non vi è coltivazione di lino, eccettuata la regione di confine con l'Irlanda Settentrionale (Donegal, Monaghan, Cavan e un poco nel Leitrim); il raccolto del lino (9500 quintali nel 1929-30) è inferiore a quello del periodo precedente alla guerra mondiale; vi sono tuttavia segni di miglioramento. Il lino costituisce invece uno dei raccolti economicamente più importanti dell'Irlanda Settentrionale (13.000 ha.; produzione 62.300 quintali nel 1929-30) e viene venduto tutto alle industrie locali, per le quali tuttavia rappresenta solo il 30% del totale che esse assorbono. La mondatura del lino è forse la più importante occupazione invernale degli agricoltori; perciò la coltivazione di questa pianta ha un vero e proprio interesse umano.
Nello Stato Libero d'Irlanda vi sono circa 200.000 fattorie con terreni che oscillano tra i 12 e i 28 ha. ciascuno. Queste fattorie costituiscono la spina dorsale dell'agricoltura irlandese perché una parte considerevole della mano d'opera necessaria è fornita dai membri delle famiglie. Queste famiglie formano nel paese uno degli elementi più floridi e di maggior progresso. Nel nord, i contadini coltivano poderi di un'estensione da 4 a 40 ha. e i terreni così lavorati costituiscono circa il 76% di tutta la superficie coltivata in sei contee. La maggior parte degli agricoltori sono o diverranno proprietari dei loro poderi e formano così il sostegno principale dell'organizzazione economica e sociale dell'Ulster agricolo.
Risorse minerarie. - I depositi di carbone sono pochi e distribuiti lungo le due linee di pieghe, cui si è accennato sopra nel capitolo sulla geologia; nella parte meridionale si trova l'antracite e in quella settentrionale il carbone che viene utilizzato per usi domestici. Il carbone superiore di Arigna, nel Connaught, è l'ultimo giacimento verso O., lungo la piega caledoniana. Il Lough Neagh o campo di Dugannon è il maggiore e il più importante: vi sono stati identificati e sfruttati 26 filoni. Le altre risorse minerarie comprendono: a) un giacimento di minerale di ferro, tra le lave superiori e inferiori dell'Antrim, che si ritiene contenga 185 milioni di tonnellate di metallo; b) un giacimento di bauxite sovrapposto al basalto inferiore nell'Antrim: il minerale viene usato solo per la produzione dell'allume e le fabbriche d'alluminio di Larne importano la bauxite soprattutto dalla Francia meridionale; c) giacimenti di barite nel Carbonico e nell'arenaria rossa antica di Cork, nonché nel Carbonico superiore di Sligo: sono di grande importanza; d) feldspato, a Belleek nel Fermanagh, adoperato nella fabbricazione di terraglie; e) gesso, nel Trias, intorno al Belfast Lough: i giacimenti hanno una potenza di 60-80 piedi. Il sale in strati rocciosi s'incontra nelle marne presso Carrickfergus; f) minerale di piombo (galena) di solito associato con blenda, e non di rado ricco in contenuto d'argento: si trova in varie regioni, p. es. a Silvermines, Kilbreckan e Glendalough nel Wicklow, Abbeytown nello Sligo, Oughterard nel Galway e Tulla nel Clare; g) depositi di diatomite nella valle di Baun: sono i più importanti dell'Impero Britannico; vengono sfruttati per la fabbricazione di terraglie, di mattoni refrattarî, di materiale incombustibile da costruzione, e per guarnizioni isolanti in apparati elettrici e da riscaldamento. Le officine principali si trovano nell'Irlanda Settentrionale, a Toomebridge, New Ferry e Portglenone; h) la creta dell'Antrim, in unione con le argille, che ha dato luogo all'impianto di stabilimenti per la fabbricazione del cemento a Magheramone, presso Larne; i) infine molte qualità di pietre, sia ornamentali sia d'utilità pratica. Tra le prime sono da menzionare i marmi del Carbonico inferiore, segnatamente i marmi di color nero intenso e di bella grana che si trovano a Menlo nel Galway, e a Kilkenny; i marmi rossi di Little Island, nel Cork, dove anche è da ricordare il marmo grigio; il calcare verde di Connemara delle cave di Lissoughter e Streamstown, e i marmi bianchi del Galway e del Donegal. Tra le seconde ricordiamo i materiali da pavimentazione stradale che si ricavano dai basalti della regione nord-orientale dell'isola; rocce d'intrusione nei terreni del Silurico e del Carbonico; le argille silicee di Kiltimagh, usate nella fabbricazione del vetro, delle terraglie e negli intonachi refrattarî; le sabbie e le quarziti decomposte del Donegal, adatte per la fabbricazione di cristalli ottici e di stoviglie. Altri minerali di minore importanza sono il cobalto, il manganese e l'oro. Si ritiene che lo sviluppo dello sfruttamento dell'energia idroelettrica possa rendere possibile lo sviluppo dell'industria mineraria mediante l'applicazione dei forni elettrici ai processi metallurgici. Da ciò deriva l'importanza delle piogge e della loro distribuzione.
Risorse idriche. - I numerosi fiumi irlandesi forniscono energia idrica all'industria. Secondo una stima effettuata dal Sottocomitato per le risorse idriche presso il Board of Trade, i laghi e i fiumi dell'Irlanda potrebbero fornire in continuazione una forza di 500.000 HP; lo sviluppo economico di questa forza porrebbe l'Irlanda in grado di rinunziare a tutto il carbone, tanto importato quanto locale, e a tutta la torba che attualmente essa consuma. Per lo sviluppo dell'energia idrica sono stati studiati in modo speciale i fiumi Shannon, Eme, Bann e Liffey e il progetto per lo Shannon è stato già tradotto in atto. Con lo sviluppo dei forni elettrici, i processi metallurgici sono divenuti possibili anche in regioni sprovviste di carbone; le parti dell'Irlanda che per l'avvenire delle industrie elettro-metallurgiche offrono maggiori speranze sono: le zone costiere dello Sligo, del Leitrim e del Donegal meridionale; il Kerry meridionale; la parte NO. del Donegal e la regione dei Monti Mourne nella contea di Down; la regione dei Monti Wicklow. Tutte queste regioni sono prossime alla costa e il problema dei trasporti vi sarebbe di facile soluzione. Un simile sviluppo significherebbe per l'Irlanda una vera rivoluzione industriale. Le poche industrie oggi esistenti sono raggruppate verso E. a causa della loro dipendenza dal carbone britannico; mentre un incremento in questo senso anche nell'O. significherebbe una più, uniforme distribuzione dell'industria nel paese.
Industrie. - Alcune delle industrie maggiori dell'Irlanda, specie nel sud, sono strettamente connesse con l'agricoltura. Le fabbriche di prosciutto e di lardo si trovano specialmente a Limerick, Tralee, Killarney, Cork, Waterford, Bonmahon, Kilkenny, Enniscorthy, Wexford, Piltoun, Roscrea, Mountmellick e Dublino, località che si trovano per la maggior parte nell'Irlanda meridionale. Nel nord, si trovano fabbriche a Ballymoney, Belfast, Armagh, Newry, Dundalk, Sligo, Clones, Monaghan, Diamond e Castlebar. Oltre che preparare prosciutto e lardo affumicato, queste fabbriche raffinano la sugna, preparano salsicce e carne in scatola. Per il commercio di questi prodotti Limerick e Waterford posseggono le risorse maggiori.
Fabbriche di latticinî e di burro si trovano in molte località: nel sud, specialmente a Limerick, Thurles, Waterford, Cork, Kilmeedy, Cashel, Clonmel, ecc.; nel nord a Enniskillen, Cliffoney, Newton Stewart, Clones, Castleblayney, ecc. Queste industrie mancano del tutto nella pianura calcarea centrale.
La macinazione del grano, che utilizza una forza motrice in gran parte d'origine idrica, si è definitivamente localizzata nei porti (Belfast, Dublino, Wexford, Waterford, Cork, Kilrush, Galway e Londonderry) e nella regione agricola, fuori della zona pastorizia della pianura centrale.
Invece l'industria della lana, contrariamente a quanto accade nella Gran Bretagna, non presenta in Irlanda nessuna localizzazione precisa. A determinare ciò hanno influito fatti storici, perché durante la dominazione che la Gran Bretagna esercitò sulla vita economica irlandese, venne ostacolato in Irlanda lo sviluppo dell'industria laniera per evitare una possibile concorrenza all'industria inglese. Tuttavia dal 1849 il commercio della lana si è sviluppato nei centri più diversi. Gli opifici di Athlone, sullo Shannon, sono considerati tra i più importanti, muniti d'impianto moderno; e impianti moderni posseggono anche gli opifici di Blarney, che sono i più antichi. La manifattura della lana è esercitata anche a Foxford nel Mayo; Ardara, The Glenties e Convoy, nel Donegal; Ballymena a Crommelin, nell'Antrim; Castlederg e Caledon, nel Tyrone; Newry e Newtownards, nella contea di Down; Navan, nel Meath; Lucan e Dublino nella contea di Dublino; New Ross, nel Wexford; Dripsey, Midleton e Cork, nella contea di Cork; Galway, nella contea omonima; Kilmeadon e Dungardon, nella contea di Waterford. La materia prima lavorata dall'industria laniera non è costituita dalla lana delle pecore irlandesi la quale è a fibra lunga, della qualità detta pettinata; s'importano invece le lane di razze incrociate australiane e inglesi, a fibra corta, della qualità detta feltrata; mentre la massima parte della lana irlandese viene esportata; nel 1930 essa rappresentò, tra le esportazioni, un valore di circa 400.000 sterline. Le tessiture irlandesi lavorano soprattutto i filati che s'importano da Bradford, nello Yorkshire (Inghilterra). Molto diffusa è anche la piccola industria domestica che con la lana fabbrica lavori a maglia e indumenti casalinghi.
L'industria tessile caratteristica dell'Irlanda è però quella della tela e in questo campo Belfast rappresenta un centro manifatturiero d'importanza mondiale. Nel sec. XVIII, per l'incoraggiamento finanziario datole dal Linen Board, la manifattura liniera era diffusa in tutta l'isola, ma si trattava d'un impulso artificiale: per organizzare in grande questa industria la regione dell'isola meglio dotata dalla natura è quella nord-orientale, dove si trova abbondante l'acqua dolce, necessaria per la macerazione del lino e per le caldaie. La zona si trova inoltre prossima ai giacimenti carboniferi della Scozia e del Cumberland e perciò in stretta vicinanza con le fonti d'energia che dominarono la rivoluzione industriale inglese. Le acque dello Stato Libero invece sono generalmente dure, e finché non si cominciò a sfruttare l'energia idro-elettrica, l'unico sistema per utilizzare la forza dell'acqua era l'antiquata ruota a palette. Perciò, mentre nel secolo XVIII, centro di fabbricazione della tela fu Dublino, Belfast fiorì rapidamente e nel secolo successivo prese il posto di Dublino. Attualmente, la regione che fa centro a Belfast, è la più importante del mondo per la fabbricazione della tela. I centri manifatturieri sono riuniti nel grande bacino di drenaggio scolato dai fiumi Bann e Lagan; il Lough Neagh, che costituisce la maggior distesa d'acqua dolce delle Isole Britanniche, forma il centro d'una rete di fiumi e canali che consente facili comunicazioni per via d'acqua fra tutte le parti del bacino e il grande nodo industriale di Belfast. Il valore della tela esportata nel 1930 dall'Irlanda Settentrionale fu approssimativamente di 7 milioni e mezzo di sterline, contro 175.000 sterline soltanto di esportazione dello Stato Libero.
Con l'industria della tela è connessa quella delle costruzioni navali, nel senso che la prima come mano d'opera impiega donne nella misura del 75%, e le costruzioni navali creano invece la richiesta di mano d'opera maschile, e le due industrie insieme tendono così a conservare l'unità della famiglia come forza produttiva. I cantieri navali di Belfast impiegano circa 11.000 persone e posseggono una capacità produttiva di 250.000 tonnellate all'anno. Altre industrie importanti concentrate a Belfast sono la fabbricazione di cordami, saponi, biscotti, calze e maglie, whisky, acque gassose, e la lavorazione del tabacco. Belfast possiede la più grande fabbrica di cordami che esista nel mondo: essa in tempi d'attività normale impiega da 3000 a 4000 persone.
Nell'Irlanda Settentrionale vi sono 12 distillerie moderne, delle quali 8 producono whisky distillato e le altre 4 whisky non distillato. Le distillerie sono qui più importanti delle fabbriche di birra. Di queste, le maggiori esistenti al mondo sono possedute invece dallo Stato Libero, ed esse consumano più della metà del raccolto d'orzo. Per questa industria il centro più importante dopo Dublino è Cork con due grandi fabbriche; segue la contea di Louth con quattro fabbriche, di cui le due maggiori rispettivamente a Castlebellingham e a Drogheda. Fabbriche impiantate da molto tempo si trovano anche a Waterford e a Kilkenny. Le più importanti sono le due qualità di birra forte dette porter e stout. Nelle annate normali le fabbriche di birra assorbono la metà del raccolto irlandese dell'orzo (1,2 milioni di quintali nel 1929-30 nello Stato Libero) e la distribuzione delle fabbriche nel territorio dell'isola è in stretto rapporto con la distribuzione di questa coltura. Nel 1930 l'esportazione della birra e delle qualità forti (porter e ale) dallo Stato Libero, toccò approssimativamente il valore di 5.250.000 sterline, quasi 1/8 dell'esportazione totale; quella degli alcoolici raggiunse solo circa 130.000 sterline; invece nell'Irlanda Settentrionale gli alcoolici costituiscono da soli circa il 10% dell'esportazione totale, mentre quella della birra è trascurabile.
Pesca. - L'industria della pesca rappresenta un elemento considerevole nell'economia nazionale tanto dell'Irlanda Settentrionale quanto dello Stato Libero. Prima del 1891, sulle coste settentrionali e occidentali i grossi battelli da pesca erano pochissimi. Si cominciò poi a migliorare l'equipaggiamento peschereccio per aiutare i contadini poveri, offrendo loro un'altra fonte di guadagno. L'istituzione del governo dello Stato Libero portò nuovi miglioramenti nella parte dell'Irlanda da esso governata; fu costituito un Ministero della pesca con una sezione separata e sotto di esso l'organizzazione dell'industria si è sviluppata, tanto che attualmente lo Stato Libero dispone di 11 battelli a vapore, 335 motopescherecci, 1007 velieri e 2081 barche a remi: in totale, cioè, 3434 imbarcazioni impegnate nell'industria, con un personale di 12.055 persone tra uomini e ragazzi. Nell'Irlanda Settentrionale le imbarcazioni in esercizio sono da 500 a 600. Il pesce marino comprende, in ordine di valore: aringhe, passerini, merluzzi, razze e merlani; dei molluschi si catturano: gamberi, granchi, mitili, cardî e una piccola quantità di ostriche. D'importanza speciale è poi il pesce d'acqua dolce; l'Irlanda possiede un assai favorevole sistema fluviale che è protetto contro gl'inquinamenti dello sfruttamento industriale. Le principali fonti d'inquinamento sono gli stagni per la macerazione del lino nell'Irlanda Settentrionale e le fabbriche di zucchero di barbabietola nei dintorni di Carlow. Nell'Irlanda Settentrionale i fiumi Foyne e Bann sono tra i più pescosi, e nello Stato Libero il Kerry, il Galway, il Mayo e il Donegal hanno importanza mondiale per il salmone. Lo Stato Libero esporta pesce fresco, preparato e salato per un valore annuo complessivo di circa 400.000 sterline. Nell'Irlanda Settentrionale l'esportazione del pesce ha importanza locale nei porti di Kilkeel e Ardglass, ma non costituisce un articolo importante nel commercio generale d'esportazione.
Un cenno particolare vuol darsi qui sulle possibilità di uno sviluppo industriale dello Stato Libero d'Irlanda. Esso dipende da tre fattori importanti: 1. un'adeguata abbondanza di capitale; 2. allenamento ed esperienza industriali; 3. buone condizioni locali. Un'adatta organizzazione del sistema bancario nazionale può superare la prima difficoltà. Per quanto riguarda il secondo fattore, durante molte generazioni l'Irlanda meridionale è stata in grandissima preponderanza un paese agricolo e per conseguenza i lavoratori hanno avuto scarsa possibilità di formarsi una tradizione industriale. Relativamente al terzo fattore, è necessario un apposito esame dell'ambiente fisico. In questo senso, è stato fatto troppo poco. Nessuna delle difficoltà è veramente insuperabile: attualmente, è disponibile una grande quantità d'energia e il maggior ostacolo da superare sembra essere un'educazione adatta della gioventù irlandese, in modo da rendere vantaggioso un orientamento tecnico. Attualmente si stanno prendendo provvedimenti in questo senso e nell'avvenire l'Irlanda prenderà il suo posto tra i popoli più progrediti del mondo, con un'economia nazionale bene sviluppata e bene equilibrata.
Trasporti. - Il moderno sviluppo dell'industria dipende in larga misura dai trasporti. L'Irlanda può dirsi ben provvista di tutti i mezzi di trasporto moderni: ferrovie, strade, canali e fiumi navigabili. Nello Stato Libero vi sono 74.400 km. di strade e nell'Irlanda Settentrionale 20.793 km.; le ferrovie hanno uno sviluppo di 4269 km. nello Stato Libero e di 1986 km. nell'Irlanda Settentrionale; i canali e i fiumi navigabili presentano uno sviluppo di circa 1440 km. Tutti questi mezzi di trasporto hanno però bisogno di essere rammodernati, specialmente i canali, e lo stesso si deve dire dei metodi per il trattamento dei carichi alle stazioni terminali. Specialmente perché siano rapide le comunicazioni verso la Gran Bretagna, si richiede un'organizzazione adatta del traffico ferroviario, soprattutto per il fatto che appunto alla Gran Bretagna è diretta la maggior parte delle merci d'esportazione e che la massa principale di queste merci è trasportata per ferrovia dalle stazioni dell'interno ai porti. Dublino è il grande centro ferroviario dello Stato Libero, connesso con la rete inglese della Great Southern Railway; Belfast è il centro ferroviario dell'Irlanda Settentrionale, per la diramazione irlandese della London Midland and Scottish Railway. L'altra linea importante è la Great Northern of Ireland.
La navigazione da Belfast sul fiume Lagan si prolunga fino al Lough Neagh e da questo verso S. fino a Newry, verso SO. fino a Clones e al Lough Erne. Da Dublino il Grande Canale, collegato col Royal Canal, ha un servizio di navigazione che, per mezzo del corso del fiume Shannon, traversa la pianura centrale e giunge fino a Limerick sulla parte opposta dell'isola. Questi varî servizî di trasporti interni convergono verso i porti, di cui i principali sono Dublino, Belfast e Cork.
Per quanto riguarda il movimento delle navi e il tonnellaggio totale, il porto più importante è Belfast. Il numero delle navi in arrivo e in partenza vi è di circa 19.000 e il tonnellaggio netto complessivo raggiunge quasi i 9 milioni di tonn. A Dublino il numero degli arrivi e delle partenze è approssimativamente di 11.600 e il tonnellaggio complessivo si avvicina ai 5 milioni. Associato col commercio di Dublino è quello del porto di Dun Laoghaire, dove arrivano e partono circa 1600 navi con un tonnellaggio complessivo netto di 2 milioni. L'importanza del Belfast Lough come arteria di traffico è perciò superiore a quella della baia di Dublino. Cobh, sulla costa meridionale è scalo per molti transatlantici; altri porti per il commercio con la Gran Bretagna sono: Waterford, Limerick, Cork, Greenore, Rosslare, Drogheda e Larne. La grandissima maggioranza del commercio dello Stato Libero si svolge con la Gran Bretagna, tanto per le importazioni quanto per le esportazioni; di queste ultime solo il 2% è diretto altrove. Al secondo posto, ma a gran distanza dalla Gran Bretagna, vengono gli Stati Uniti a cui seguono l'Argentina e la Germania. L'Irlanda Settentrionale ha un commercio notevolmente attivo con l'Europa del nord, alla quale seguono l'America Settentrionale, poi l'Europa occidentale e il Mediterraneo.
Nel 1918 furono ispezionate le condizioni di quasi tutti i porti e il risultato fu che tutti i principali presentavano alcune manchevolezze, classificabili come segue: 1. insufficienza di punti d'ancoraggio per lo scarico; 2. mancanza di un'attrezzatura efficiente e moderna per il facile sollevamento dei carichi: 3. inadeguato collegamento dei porti con le linee ferroviarie e le vie navigabili dell'interno; 4. insufficienza di fondali, dovuta a dragaggio errato o trascurato. È fuori dubbio che potrebbero essere apportati preziosi miglioramenti con grande vantaggio della ripresa e dello sviluppo economici dell'Irlanda, in modo che l'isola potrebbe sostentare con le sue risorse naturali una popolazione più numerosa.
Marina mercantile. - Le statistiche del Lloyd's Register non tengono conto separato delle navi irlandesi, che vengono comprese sotto la voce Great Britain and Ireland; da altra fonte si apprende che nel 1927 risultavano inscritte nei compartimenti marittimi dello Stato Libero 550 navi per tonn. lorde 107.820, di cui tonn. 64.351 di proprietà di armatori residenti in Inghilterra o di compagnie che in Inghilterra hanno la sede sociale. Soltanto una compagnia di qualche importanza è posseduta da armatori residenti in Irlanda: la Limerick Steamship Co. (flotta: 11 navi per tonn. lorde 17.686; linee merci e passeggeri per l'Inghilterra e i porti nord-europei); esiste anche la Sligo; le altre società irlandesi (Dundalk and Newry, Michael Murphy Ltd.) fanno ormai parte del grande blocco britannico della Coast Lines. Sin dal 1929 il ministro degli Affari esteri ha comunicato che è in corso di preparazione una legislazione marittima complessa, che disciplinerà anche il cabotaggio, il quale attualmente è libero, come nella Gran Bretagna. Frattanto la marina è regolata, in base all'art. 73 della Costituzione, dai Merchant Shipping Acts britannici, emanati dal 1894 al 1921 e che entrarono in vigore nel Regno Unito il 6 dicembre 1922. La maggioranza degli equipaggi delle compagnie britanniche e irlandesi che trafficano nei porti dello Stato libero è composta da sudditi irlandesi.
Aviazione civile. - L'istituzione, nel 1928, dell'Aero club con sede a Baldonnel (Dublino) e l'entusiasmo di un rilevante numero di membri iscrittisi per l'addestramento, fanno prevedere che lo Stato libero d' Irlanda dovrà quanto prima dedicare una notevole attività alle comunicazioni aeree. Infatti si è costituita la società Irish Airways Ltd. per lo sviluppo dell'aviazione civile, col programma di stabilire un servizio giornaliero Dublino-Londra, e in seguito d' istituire linee aeree per l'interno. Le linee in progetto riguardano i servizî aerei da Cork e Galway a Dublino, e un servizio d'idrovolanti da un porto del sud a Southampton o al continente.
Bibl.: V. anzitutto la bibliografia della voce gran bretagna. In particolare sull'Irlanda v.: per la geologia e la geografia fisica: J. H. Kinahn, Manual of the Geology of Ireland, Londra 1878; E. Hull, The Physical Geology and Geography of Ireland, Londra 1878; Londra 1891 (2ª ediz.); Greenville A. J. Cole, The Topography and Geology of Ireland, Dublino 1902; G. Coffey, The Antrim Raised Beach. A contribution to the neolithic History of the North of Ireland, in Proc. Roy. Irish Acad., XXV, 1904; J. R. Kilroe, A Description of the Soil Geology of Ireland, Dublino 1907; O. J. R. Howarth, A Geography of Ireland, Oxford 1911. Per l'economia v. E. Béchaux, La question agraire en Irlande au commencement du XXe siècle, Parigi 1906; D. A. Chart, An economic History of Ireland, Dublino 1920; E. J. Riordan, Modern Irish Trade and History, Londra 1920; G. O'Brien, The economic History of Ireland from the Union to the Famine, Londra 1921; Department of Technical and Agricultural Instruction for Ireland, Rapporti e statistiche annuali; id. Ireland industrial and agricultural, Dublino 1902; Commission of Inquiry into the Resources and Industries of Ireland, Dublino 1920-21-22. Varî rapporti e memorie; Report on the Trade in Imports and Exports at Irish Ports (annuale). Per la popolazione e la storia v. M. J. Bonn, Die englische Kolonisation in Irland, Stoccarda 1906, voll. 2; E. Hull, Early Christian Ireland, Dublino 1905; P. W. Joyce, A social History of Ancient Ireland, Londra 1913, voll. 2; E. Barker, Ireland in the last fifty years 1866-1918. Oxford 1919 (2ª ediz.); P. Dubois, L'Irlande contemporaine, Parigi 1907; Y. M. Goblet, L'Irlande dans la crise universelle, 1914-1920, Parigi 1921; Coimisiún na Galltachta, Report, Dublino 1926. V. inoltre: C. L. Falkinner, The counties of Ireland in Proc. Roy. Irish Acad., XXIV (1902-04), pp. 169-94; J. Cooke, Hand-book for Travellers in Ireland (Guida Murray), Londra 1906; G. Fletcher, Ireland and the Provinces of Ireland, Cambridge 1922, voll. 5; Clare Island Survey, in Proc. Roy. Irish Acad., XXXI (1911-12); Handbook to the City of Dublin, Dublino 1908.
Storia.
Dalle origini a San Patrizio. - Le genti che abitavano l'Irlanda prima dell'immigrazione dei Celti appartenevano a quella razza che i paletnologi chiamano "iberica" o "mediterranea", bassa di statura, bruna di capelli e di carnagione, che popolò tutta l'Europa occidentale durante l'età neolitica. Anche in Irlanda, infatti, si trovano i monumenti megalitici e si sono rinvenuti i manufatti proprî di questa età, specialmente all'ovest dell'isola, nelle contee di Kerry e di Sligo, la quale ultima è un vero museo naturale di costruzioni neolitiche, massime di cromlech (v.) e di dolmen (v.). Sono notevoli anche i resti litici delle contee di Down e di Louth e quelli della stazione di Whitepark, nella contea di Antrim.
Nel sec. IV a. C., giungono in Irlanda i Celti (Scoti, Gaeli) che costituiscono tuttora il fondo della popolazione irlandese. Alti e biondi, amanti del vivere tumultuoso e delle conquiste, del canto e della caccia, in possesso della civiltà del bronzo, abili a navigare sui grandi fiumi e nel mare entro leggiere barche fatte di pelli tese da un'armatura di rami (curach), essi ricacciarono verso ovest la razza bruna e costituirono nelle varie regioni dell'isola i loro villaggi, aggruppamenti di case di legno rotonde, recinti da trincee o da palizzate oppure piantati su palafitte nelle isole dei molteplici laghi della regione (crannogh).
Il regime di questi Celti era quello di tribù. Il suolo era distribuito tra le varie tribù (fine) che ubbidivano ciascuna al suo capo e, pur riconoscendosi del medesimo sangue, non erano aliene dal venire alle mani fra loro: ciò che costituì, come per i Celti di Gallia, la causa prima della perdita della loro indipendenza politica.
Le tribù si trovano raggruppate, quando l'Irlanda si affaccia alla storia, in cinque grandi provincie: Ulster, Leinster, Connaught, Desmond (Munster settentrionale) e Thomond (Munster meridionale). Ogni provincia aveva il suo re provinciale e questi prestavano omaggio al re supremo (ard righ) di tutta l'Irlanda, che aveva la sua residenza a Tara e possedeva quale appannaggio del suo grado la provincia di Meath. Ma questa organizzazione unitaria era più apparente che reale: la vita politica più intensa era quella che gl'Irlandesi menavano nel seno della propria tribù che per essi costituiva la vera patria e prendeva il nome dal capostipite premettendovi le particelle patronimiche O' e Mac; O' Neill, O' Donnell, O' Brien, MacCarthy, ecc. I membri della tribù eleggevano il proprio capo nella famiglia del capostipite e gli facevano giurare che avrebbe mantenuto intatte le costumanze della tribù stessa. Il successore (detto Tanist ossia "secondo") veniva eletto mentre il capo era ancora in vita, per evitar contese.
Il territorio, salvo l'appannaggio dei capi, era posseduto in comune dalla tribù e non apparteneva al re: antitesi perfetta del sistema feudale introdotto nell'isola dall'Inghilterra. La proprietà familiare era ripartita ugualmente tra i figli, riservando al primogenito, come rappresentante della famiglia, la casa avita. I figli venivano allevati fuori della casa paterna, in famiglie della stessa tribù (costume detto in irl. altrum, in ingl. fosterage); i maschi, fino a 17 anni, le femmine fino a 14, ciò che valeva a stringere i rapporti gentilizî.
La tradizione giuridica del paese era affidata ai Brehoni, o giureconsulti, creatori d'una legislazione (Legge dei Brehoni) che abbracciava la materia civile e militare, regolando così tutta la vita sociale della tribù. Essa è raccolta nel Libro di Aicill, specie di digesto contenente le sentenze dei due famosi giureconsulti Cormac e Cennfaeladet, tutte di contenuto indigeno, e detto perciò "Legge della natura"; e nel Senchus Mor, completamente rimaneggiato da autori cristiani e detto "Legge della lettera".
Come tutti gli Arî, gl'Irlandesi inumavano o incenerivano i morti, seppellendo i resti entro speciali tumuli a camera (cairn) limitati da grossi blocchi di pietra. Attorno ai più importanti di questi tumuli, che venivano fortificati e diventavano veri fortilizî (rath) con fossa e vallo, si svolgevano le grandiose fiere provinciali con gare poetiche e transazioni commercìali, nelle quali si affermava l'unità della stirpe attraverso il particolarismo delle tribù. Celebre era quella che aveva luogo ogni tre anni a Carman nel Leinster dal i al 6 agosto. Oltre alle feste provinciali, vi era poi la grande festa nazionale (Feis), vero parlamento delle tribù celtiche, che aveva luogo ogni tre anni a Tara, dove convenivano tutti i re provinciali sotto la presidenza dell'ard righ.
Della loro storia più antica i Gaeli non avevano nessun ricordo preciso e hanno perciò con la loro fantasia molto abbellito la colonizzazione del paese. Secondo il ciclo mitologico irlandese, tre generazioni di dei hanno preceduto l'occupazione dell'isola da parte dei Gaeli:1. il dio Partholon che ebbe a combattere contro una generazione di dei oscura e infera, forse rappresentante della razza mediterranea che i Gaeli respinsero verso ovest; 2. il dio Nemed che dovette combattere contro i Fomoriani, razza di pirati, e sparisce anche lui senza lasciar traccia; 3. I Tuâha DēDanann, schiera luminosa di dei che si stabilisce nel paese e lo popola di figure divine che sono quelle del politeismo irlandese.
Alle tre generazioni divine seguono i Milesî, i figli di Mile, cioè i Gaeli che vengono per vendicar la morte di Ith figlio di Mile ucciso dai Tuatha per il sospetto ch'egli volesse impadronirsi dell'isola. Essi sono accompagnati dal druida Amergin il quale, con la potenza delle sue invocazioni magiche, annulla il potere dei Tuâtha e li costringe a rifugiarsi sotto terra, nelle caverne, nel mistero dei boschi e dei tumuli, riducendoli al rango di folletti e di fate (side) di cui è pieno il folklore d'Irlanda.
Oltre al ciclo mitologico, vi sono i due cicli epici di Ulster e di Leinster, che narrano episodî più vicini alla storia. Il ciclo di Ulster narra fatti relativi al sec. I d. C., e tratta della contesa fra due tribù per il rapimento di un toro: l'eroe n'è Cuchulainn. Il ciclo di Leinster narra fatti relativi al sec. III d. C.: l'eroe n'è Oisin (Ossian), a capo della sua milizia di Feniani (v. Celti, X, pag. 686 seg.).
L'annalistica tradizionale fissa al 1300 a. C. l'arrivo dei Milesî in Irlanda e numera 118 re da quell'anno allo sbarco di S. Patrizio nell'isola (432 d. C.).
Da San Patrizio all'invasione anglo-normanna (432-1171). - L'Irlanda si affaccia alla storia d'Europa contemporaneamente alla sua conversione al cristianesimo per opera del gallese San Patrizio (v.). Un anno prima del suo arrivo, papa Celestino aveva inviato Palladio come vescovo degli Scoti d'Irlanda; ma fu Patrizio quello che evangelizzò il paese.
L'organizzazione della chiesa irlandese era a base monastica e ricalcata sullo schema della tribù, cioè l'abbate-vescovo stava a capo non di una diocesi territorialmente delimitata ma di una tribù. Questo sistema favoriva oltremodo la conversione, perché, fattosi cristiano il capo, tutta la tribù lo seguiva in massa e nel territorio da essa occupato si moltiplicavano quei caratteristici centri di cultura e di pietà che sono i monasteri irlandesi ai quali erano annesse le scuole per l'educazione sia cristiana sia monastica della gioventù.
Si conoscono ancora i nomi dei principali monasteri irlandesi: Killenny nell'isola maggiore di Aran, fondato da S. Enda; Clonard, fondato da S. Finiano verso il 520; Moville, fondato da un altro S. Finiano verso il 540; Clonmacnoise, fondato da S. Ciarano verso il 550, e dove Tigernach scrisse i suoi Annali verso la metà del sec. X; Iona nell'isola omonima, fondato da S. Colomba al quale pure si debbono i monasteri di Derry e di Durrow; Glendalough, fondato nel 541 da S. Kevino; Clonfert, fondato nel 554 da S. Brandano; Bangor, fondato nel 558 da Congallo, dove si formarono San Colombano e San Gallo, i quali ubbidendo all'istinto della stirpe mossero a fondar monasteri sul continente europeo.
La storia politica del tempo, registrata dagli annali monastici, presenta una serie di piccoli re in continuo contrasto tra loro e pronti a ricorrere allo straniero (così Congallo re dell'Ulster contro l'ard righ Donnell nel 524), per nulla ossequienti all'autorità del re supremo che non aveva la forza di tenerli a freno.
L'invasione danese (792-1014). - I Danesi approdarono la prima volta in Irlanda nel 792 a Rathlin, occupando soltanto alcuni punti della costa e rimanendo sempre a contatto con la propria flotta. La loro presa di possesso fu lenta ma progressiva fino all'832, quando sotto la guida di Turgesio, essi, risalendo con le imbarcazioni il corso dei fiumi Boyne e Liffey, giunsero fin nel cuore del paese, con l'aiuto dei piccoli re indigeni che profittavano dell'invasione straniera per arrotondare i proprî territorî. I posti occupati stabilmente da questi nordici che le cronache chiamano Danesi, o Gaill ("stranieri") o Gentili, perché pagani, si trovavano a Limerick, Dublino, Waterford, Cork, Wexford e Carlingford. Ma gli stranieri, nonostante i duecento anni della loro occupazione, non riuscirono a intaccare la costituzione interna del paese che, a causa del frazionamento in tribù, presentava da territorio a territorio una resistenza sempre nuova e sempre tenace. Nondimeno, il danno che ne ricevettero i centri di cultura, chiese e monasteri, dove gli invasori si dirigevano per far bottino, fu assai grave: appunto durante una di queste incursioni, Giovanni Scoto Eriugena (v.) abbandonò il suo monastero e si rifugiò sul continente.
La parte del territorio che resistette maggiormente al nemico fu il Thomond, il cui re Brian condusse contro gl'invasori una vittoriosa guerriglia, che lo portò alla carica di ard righ nel 1001. I dodici anni del suo regno furono un'epoca di grande prosperità per l'Irlanda che poté restaurare gli edifici distrutti e costruirne di nuovi, riattare la viabilità e rialzare le fortezze. I re provinciali, mal tollerando il suo predominio, gli mossero contro, alleandosi con i Danesi; ma egli li vinse, rimanendo però ucciso nella battaglia di Clontarf (23 aprile 1014), che segnò la fine del predominio danese nell'isola. I 150 anni che passano tra la battaglia di Clontarf e l'invasione anglo-normanna sono occupati da guerre intestine tra i regoli provinciali; e fu appunto una di queste contese che portò gl'Inglesi nell'isola. Infatti, avendo Rodrigh O' Connor, ard righ d'Irlanda, domandato ostaggi a Dermot Mac Murrough, re del Leinster - colpevole di aver aiutato il re dell'Ulster in una guerra che questi aveva combattuto contro il padre dell'ard righ - Dermot riparò in Inghilterra per ottenere l'aiuto di Enrico II.
Da Enrico II a Enrico VII. - Enrico II, che aveva sollecitato dall'inglese papa Adriano IV una bolla che lo autorizzasse a estendere i limiti della Chiesa in Irlanda e a riformarvi i costumi, ricevette il giuramento di fedeltà da parte di Dermot, ma lasciò che la prima spedizione in Irlanda si facesse con truppe reclutate sia in Inghilterra, sotto il comando del normanno Riccardo de Clare conte di Pembroke, soprannominato Strongbow, sia nel Galles sotto il comando di Roberto Fitzstephan e di Maurizio Fitzgerald, detto di Prendergast. Nel 1169, i due gallesi sbarcano a Wexford e prestano man forte a Dermot. Nel 1170, Strongbow sbarca presso Waterford, la espugna e si dirige poi su Dublino che deve arrendersi anch'essa, non ostante la difesa fattane dall'ard righ. Ma Enrico II, temendo che Strongbow si creasse in Irlanda un regno indipendente, lo richiamò in Inghilterra e volle recarsi egli stesso in Irlanda, sbarcando a Hook presso Waterford, il 18 ottobre 1171. Egli, che apparve agl'Irlandesi come un protettore contro le angherie degli avventurieri inglesi già sbarcati nell'isola, s'insediò a Dublino ricevendo il giuramento di fedeltà da parte dei regoli provinciali, meno l'ard righ Rodrigh O' Connor, e trattando tutti con larghezza e generosità. Distribuì fra i suoi baroni le terre d'Irlanda, inaugurandovi così il sistema feudale, del tutto opposto al regime per tribù allora imperante nell'isola: solo riservò per sé Dublino e taluni porti marittimi. Fece poi organizzare, da un sinodo tenuto a Cashel sotto la presidenza del legato pontificio Cristiano O' Conarchy, la chiesa irlandese - che contava già fin dal sinodo di Kells, del 1154, quattro arcivescovadi: Armagh (primaziale), Cashel, Dublino e Tuam - secondo le norme amministrative delle chiese del continente (assegno ai vescovi con l'autorizzazione del re, decime per il sostentamento del clero, obolo di san Pietro), e il 17 aprile 1172 tornò in Inghilterra, lasciando il governo a Ugo de Lacy.
Alla sua partenza, i capi indigeni rialzarono subito il capo: ne seguirono anni di lotte continue, aggravate dalla morte di Strongbow (1176) e inasprite dall'invio dell'altezzoso figlio di Enrico II, Giovanni, con il titolo di lord d'Irlanda (1185). Giovanni fu ben presto richiamato e sostituito da Ugo de Lacy genero dell'ard righ Rodrigh O' Connor e poi da Giovanni de Courcy barone dell'Ulster; ma questi fu sospettato di aspirare alla corona dell'isola, e allora Giovanni re d'Inghilterra si recò egli stesso in Irlanda nel 1210 per pacificare i baroni discordi, lasciandovi poi come viceré de Gray, fino alla morte del quale il paese godette di una relativa tranquillità.
Durante questo periodo si diffusero fondazioni monastiche di tipo occidentale: i canonici agostiniani che assorbirono parecchie fondazioni monastiche indigene, i templari che ebbero 22 priorie, i premostratensi con 10 abbazie, i cisterciensi, i domenicani con 34 case in poco più di cinquant'anni, i francescani entrati nel 1226 e distribuiti in più di 50 conventi.
Frattanto, ardeva la lotta tra Inglesi e Scozzesi, con la vittoria di questi ultimi a Bannockburn (1314). I capi irlandesi ne approfittarono subito per invitare Edoardo Bruce, fratello di Roberto, re di Scozia, a venire in Irlanda per ricevervi la corona reale. Edoardo sbarcò con 6000 uomini, ricevette la corona reale a Dundalk, ma fu battuto dagl'Inglesi prima ad Athenry (1315), e poi, non ostante gli aiuti recatigli dal fratello in persona, a Faughart nel 1318, dove cadde sul campo.
L'invasione scozzese rivelò agl'Irlandesi quanto debole fosse in fondo il dominio inglese sull'isola e suscitò nei capi il proposito di scrollarselo di dosso, più però a beneficio personale che a quello del popolo il quale, per effetto delle lotte intestine, andava cadendo in uno stato di disgregazione anche maggiore di quella insita nel sistema a tribù; ma rivelò pure al re d'Inghilterra come fosse opportuno di tener uniti fra loro i baroni e ben separati dalla popolazione indigena con cui i coloni inglesi avevano tendenza a fondersi, diventando hiberniores Hibernis ipsis. A tale scopo un parlamento fu radunato a Kilkenny nel 1361, sotto la presidenza del duca di Clarence, figlio del re Edoardo III e marito di Elisabetta de Burgh, erede delle provincie dell'Ulster e del Connaught. Le decisioni principali furono: proibizione di connubio tra Inglesi e Irlandesi; interdizione agli uni di adottar gli usi degli altri, sia in materia religiosa sia nella vita privata; proibizione ai singoli baroni inglesi di far guerra ai capi irlandesi senza il controllo del governo.
Riccardo II (1377-1399) dovette passar due volte in Irlanda a reprimervi la ribellione di Art Mac Morrough, l'eroe dei Celti del Leinster. Ma la posizione degl'Inglesi era sempre così poco salda, anche dentro i confini del Pale - enorme trincea fortificata da Dundalk a Dublino, il cui territorio era considerato di stretto dominio inglese (contee di Louth, Dublino e Kildare) - che Enrico IV (1399-1413) vi mandò come viceré l'abilissimo generale Giovanni Talbot, che rafforzò la trincea.
Durante la guerra delle Due rose, l'Irlanda fu naturalmente la roccaforte degli Yorkisti, sia per odio contro i Lancaster che con Enrico IV erano sul trono inglese, sia perché Riccardo di York, mandato nel 1449 come vicerè, governò assai abilmente rendendosi accetto alle due razze, sebbene neppure allora cessassero le querele intestine e i tentativi, come quello di O' Brien nel 1460 e quello di O' Connel nel 1475, di farsi riconoscere re d'Irlanda.
Quando nel 1485 salì al trono Enrico VII Tudor lancasteriano, la sua posizione in Irlanda era tutt'altro che facile. Egli però seppe agire con molta abilità e prudenza, come lo dimostra l'episodio del giovinetto Lamberto Simnel, preteso discendente del duca di York, che con l'appoggio di Geraldo Fitzgerald, conte di Kildare, allora l'uomo più potente d'Irlanda, fu coronato re a Dublino, ma, vinto nella battaglia di Stoke (Newark), finì a Londra capo delle cucine reali. Un altro episodio del genere, dovuto a Perkin Warbech, che si spacciava per il duca di York in persona, cadde dieci anni dopo (1497) nell'indifferenza generale. Frattanto il re aveva inviato in Irlanda sir Edoardo Poynings il quale, raccolto un parlamento a Drogheda, vi stabilì:1. che le leggi emanate dal parlamento irlandese non avessero valore senza la sanzione del Consiglio privato del re d'Inghilterra; 2. che le leggi emanate in Inghilterra dovessero aver valore anche per l'Irlanda (Poynings's Act, 1495).
L'Irlanda sotto i Tudor (1509-1603). - Quando Enrico VIII salì al trono, l'Inghilterra dominava direttamente nel Pale, dove però era fortissima l'influenza dei Fitzgerald, conti di Kildare: tutto il resto del paese era in mano ai baroni inglesi o ai capi indigeni, che comandavano sopra una popolazione di circa 600.000 abitanti, di cui i due terzi menavano una vita seminomade e pastorale, fedeli al regime della tribù e alla legge dei Brehoni, obbligati all'iniquo sistema tributario del coyne and livery (fornitura del mantenimento di un uomo e del suo cavallo). Culturalmente, l'isola non era stata neppure sfiorata dalle correnti del Rinascimento e rimaneva terra incognita per il resto dell'Europa, al contrario di quanto era avvenuto nel Medioevo.
Enrico VIII, come tutti i Tudor, si propose di creare l'unità d'Irlanda, non unificando i due elementi indigeno ed invasore, ma rendendo effettivo su tutta l'isola il potere della corona mediante l'unificazione della legge e dell'amministrazione e la conseguente soppressione del regime a tribù ancor vigente oltre gli steccati del Pale. Cominciò con assumere il titolo di re d'Irlanda, introdusse nel paese la sua riforma religiosa con l'aiuto dell'inglese G. Brown da lui nominato arcivescovo di Dublino, mettendo così le basi della chiesa protestante in Irlanda (Established Church) a spese dei vescovi cattolici espulsi dalla loro sede e dei monasteri vuotati e distrutti. Il figlio Edoardo VI batté religiosamente la stessa via; la figlia Maria la cattolica rimediò in parte ai danni subiti dal cattolicismo, restituendo i vescovi alla loro sede e cacciando gl'intrusi: ma inaugurò quel sistema delle "piantagioni" che gli storici irlandesi considerano come la più grave violenza commessa contro l'Irlanda. I "piantatori" inglesi, in genere persone socialmente non desiderabili, venivano messi in possesso di un territorio da cui gli indigeni venivano deportati. Elisabetta, Giacomo I, Oliviero Cromwell, Guglielmo d'Orange seguitarono inesorabilmente ad adottare questo sistema, che finì per stroncare alla radice la costituzione sociale del paese, basata sulla proprietà della terra da parte della trbù.
Elisabetta, appena salita sul trono, richiamò in vigore le leggi anticattoliche di suo padre, e introdusse il Prayer Book: ma dovette subito reprimere una ribellione nel nord, dovuta a Shane O' Neill, e una nel sud, suscitata da Giacomo Fitzmaurice il quale sperava, e aveva lasciato sperare al papa Gregorio XIII e al re di Spagna Filippo II, che si sarebbe potuto fare dell'Irlanda una piattaforma per la riconquista cattolica dell'Inghilterra. Fu condotta un'aspra guerra finita con la morte di Fitzmaurice e con l'organizzazione d'una piantagione sui suoi immensi dominî del Munster.
Una terza e più terribile ribellione fu quella di Ugo O' Neill, conte di Tyrone nell'Ulster, il quale, alleatosi con O' Donnell, riuscì a battere gl'Inglesi a Yellow Ford, cui seguì la presa di Armagh e di Blackwater nel 1598. Fu questa la più grave sconfitta che gl'Inglesi abbiano mai subito in Irlanda. A tal notizia, il fuoco della rivolta si propagò rapidamente in tutte le altre provincie, Leinster, Munster e Connaught: Ugo O' Neill vi fu riconosciuto ard righ d' Irlanda e il papa gl'inviò per l'occasione una corona di penne di pavone. Ma il suo successo fu breve, poiché la controffensiva, prima del conte di Essex, poi del viceré lord Mountloy, associato al presidente del Munster G. Carew, ebbe ragione della resistenza di O' Neill. Questi, ricevuti nel 1601 aiuti dalla Spagna, si batté con esito sfavorevole a Kinsale e fu costretto a domandare la pace, che ottenne a patto di rinunziare al titolo di re supremo d'Irlanda e di non ostacolare la legislazione inglese. Alla morte di Elisabetta, l'Irlanda era ormai sottomessa all'Inghilterra, ma ridotta in uno stato di estrema povertà e di incultura.
L'Irlanda sotto gli Stuart (1603-1714). - Le speranze degli Irlandesi si risollevarono all'avvento di Giacomo I (1603-1625) figlio di Maria Stuart: ma furono presto deluse, perché, nel suo assolutismo, egli volle obbligare la popolazione alle pratiche religiose riformate, pena una multa, e organizzò nell'Ulster, teatro dell'ultima ribellione, una piantagione di piccoli lotti affinché i concessionari inglesi e scozzesi, rigidi presbiteriani, potessero coltivarli direttamente senza l'aiuto di elementi indigeni. I due più insigni signori dell'Ulster, i conti di Tyrone e di Tyrconnel, dovettero evadere dal loro paese e se ne vennero a morire in Roma: i loro beni (contee di Tyrone, Donegal, Fermanagh, Coleraine Cavan) divennero appannaggio della corona. La città di Derry fu concessa alle 12 corporazioni di mestiere di Londra e prese il nome di Londonderry. Per legalizzare questa spogliazione - che tuttavia diede all'Ulster la prosperità materiale di cui sempre ha goduto di poi -, Giacomo I convocò a Dublino nel 1613 il parlamento irlandese il quale, in maggioranza anglicano, approvò la pontica regia.
I buoni effetti - dal punto di vista inglese - delle piantagioni del Munster e dell'Ulster persuasero Giacomo a estenderle nel centro, ciò che fece sottoponendo al controllo di un'apposita commissione (Commission of defective titles) i titoli dei proprietarî, fossero indigeni o coloni anglo-normanni, al possesso della loro terra: passarono così in potere della corona, che le distribuì nel solito modo, le contee di Wicklow, Wexford, Leitrim, Longford. Non restava che il Connaught libero da piantagioni: e ve le organizzò Carlo I (1625-1649), con il braccio severo e inflessibile del duca di Strafford. Questo provocò nel 1641 una gravissima insurrezione suscitata da Rory O' More, che si estese a poco a poco a tutta l'Irlanda ed ebbe come capi militari prima Philim O' Neill e poi Owen Roe O' Neill. L'insurrezione conquistò quasi tutto il paese ed ebbe unità d'indirizzo da un'assemblea del clero radunata a Kilkenny (1642) la quale nominò un "Supremo Concilio" di 6 membri per dirigere l'azione nel paese e di fronte alla corona. Gl'insorti irlandesi erano però divisi in due grandi partiti: i "vecchi Irlandesi", indigeni, che stavano per l'intransigenza assoluta e il cui punto di vista era quello accettato da Urbano VIII e dal suo nunzio Pier Francesco Scarampi; e gli "Anglo-Irlandesi" discendenti dei primi invasori, che desideravano solo la libertà del culto cattolico e non erano alieni da un compromesso con la corona. Per circa 7 anni la Confederazione irlandese fu di fatto padrona dell'isola, patteggiando con Carlo I la libertà religiosa in cambio di un esercito da inviare in Inghilterra per sostenere il re nella lotta contro il parlamento inglese; destreggiandosi tra il viceré Ormond, di sentimento inglese, e il conte di Glamorgan, fiduciario segreto di Carlo I e capo dell'esercito ausiliario; accogliendo il nunzio Rinuccini, patrocinatore anch'egli dei vecchi Irlandesi, tanto più che la vittoria ottenuta da Roe O' Neill, generale dei vecchi Irlandesi, contro Munro a Benburb (1646) lo confermava in questo punto di vista. Ma nel 1647 le cose cominciarono a precipitare. Il generale Preston, che era a capo delle forze anglo-irlandesi, fu battuto a Dungan Hill e a Knocknanos, ciò che persuase i confederati a trattare con il viceré Ormond una pace che non contentò il partito dei vecchi Irlandesi e costrinse il nunzio a lasciare nel 1649 l'Irlanda.
A tagliare l'intricato nodo della situazione irlandese turbata dalle lotte intestine sbarcò in Irlanda nell'agosto 1649 Oliviero Cromwell, divenuto dopo l'esecuzione di Carlo I l'arbitro dell'Inghilterra. Cominciò egli con espugnare Drogheda, passando a fil di spada tutti gli abitanti, quale rappresaglia delle stragi irlandesi del 1641; poi Wexford, che ebbe la stessa sorte, e Ross; ma subì uno scacco a Waterford da parte di Ormond. Trascorsi i mesi d'inverno nel sud, riprese a primavera la campagna espugnando Kilkenny e Clonmel; e nel giugno 1650 se ne tornò in Inghilterra lasciando ai suoi generali la cura di sottomettere il resto del paese. Limerick cadde nel 1651, Athlone e Galway nel 1652, nel quale anno la conquista fu compiuta. Cominciò allora un esodo d' Irlandesi che andarono a ingrossare gli eserciti di Spagna, Francia, Polonia e in numero di 60.000 furono deportati nelle Indie Occidentali. Una corte di giustizia distribuì il territorio confiscato ai soldati di Cromwell (Act of Settlement, 1653); gl'indigeni rimasti senza terra furono accantonati nel Connaught. Rimasero così "tre bestie" - sul cui capo il mayor Morgan mise una taglia - a difendere la vecchia Irlanda: il lupo che scorrazzava per le terre non coltivate, il prete che manteneva desto lo spirito nazionale, e il tory, cioè l'Irlandese spodestato delle sue terre, che esercitava abilmente le sue private vendette contro i piantatori. Restaurata la monarchia con Carlo II (1660-1685), le condizioni degl'Irlandesi migliorarono un poco di fatto. Egli con un Act of Settlement del 1663 sistemò la condizione di tre specie di proprietarî:1. le famiglie dei discendenti anglo-normanni (Native interest); 2. i piantatori introdotti da Elisabetta e Carlo I (Irish interest); 3. i piantatori cromwelliani (English interest). Il suo successore Giacomo II, costretto ad abbandonare il trono inglese nel 1688, cercò di servirsi dell'Irlanda per riconquistarselo. Sbarcò infatti a Kinsale nel 1689, occupò Dublino, dove s'insediò per oltre un anno, assediò Derry costringendo così Guglielmo d'Orange a recarsi a sua volta nell'isola. I due eserciti si scontrarono sulla Boyne il 30 giugno 1690: Guglielmo riportò completa vittoria, costringendo il suocero a rifugiarsi di nuovo in Francia. La guerra finì con la presa di Limerick (settembre 1691) ed ebbe per canseguenza una nuova piantagione di Orangisti, che andarono a occupare il luogo dei giacobiti cattolici messi al bando. La pace di Limerick garantiva ai cattolici l'esercizio della loro religione come ai tempi di Carlo II e la prestazione del giuramento di allegiance e non di supremazia. Ma il parlamento inglese non accettò queste clausole favorevoli ai cattolici (donde il nome di "pietra del tradimento" a quella su cui fu firmato il trattato); e seguì un'epoca di esclusivo predominio politico da parte dei protestanti, sia anglicani sia presbiteriani, e di persecuzione dei cattolici per mezzo delle "leggi penali" che regolarono la situazione dei cattolici dell'isola fino al 1829 e determinarono un nuovo esodo della popolazione. Altro danno assai grave arrecato dall'amministrazione di Guglielmo d'Orange fu la distruzione dell'industria della lana, di cui viveva il paese ma che nuoceva ai produttori inglesi, e la sua sostituzione con l'industria del lino, che giovò soltanto all'Ulster. Un'eco di questa triste situazione si trova nello scritto di J. Swift, Proposal for the use of Irish manufactures.
Nel 1700 il parlamento inglese, a scopo fiscale, provocava dal re un Act of Resumption, per cui tutte le terre confiscate o concesse in Irlanda dopo il 1689 dovevano far ritormo allo stato che le rivendette al pubblico incanto. Così, dal punto di vista sociale, si chiudeva tutto un periodo della storia d'Irlanda, in quanto con quest'ultima sistemazione non v'era più un palmo di territorio che non fosse divenuto di ragione privata: come dire che l'Irlanda delle tribù era ormai sparita per sempre.
L'Irlanda nel Sec. XVIII. - Sotto la regina Anna (1702-1714), le leggi penali funzionarono per consolidare la posizione dei protestanti, i quali per tutto il secolo furono ormai nelle posizioni di comando, mentre i cattolici costituirono una massa sbandata e incoerente: tanto che non parteciparono affatto né ai due tentativi d'insurrezione provocati dal pretendente Giacomo III nel 1714 e dal figlio Carlo Edoardo Stuart nel 1745, né al tentativo di sbarco fatto dalla Francia nel 1759 sotto la guida dell'ammiraglio Conflans e dell'abile corsaro Thurot.
Ma proprio in questo sec. XVIII, soppresso il particolarismo delle tribù, cessate le convulsioni sociali provocate dalle piantagioni dei Tudor e degli Stuart, livellati - almeno di fronte all'Inghilterra che considera l'Irlanda soltanto dal punto di vista dell'interesse inglese - gl'interessi dell'isola, comincia a nascere l'idea di un'Irlanda unita. Vincolo unificatore della grande massa della popolazione è il cattolicismo, che serve anche a diversificare gl'indigeni dai coloni inglesi, gli unici che contino politicamente e socialmente. Le leggi penali contro i cattolici sono sempre in vigore; ma l'annichilimento sociale di questi da un lato e le idee di tolleranza che l'illuminismo del sec. XVIII diffondeva dall'altro, ne resero più blanda e circoscritta l'applicazione. Nello stesso parlamento irlandese sorse da parte di un illuminato protestante, Enrico Grattan, la proposta di parificare i diritti dei cattolici a quelli dei protestanti. L'Inghilterra poi ebbe l'accortezza d'inviare come viceré, all'epoca del secondo tentativo del pretendente, nel 1745, lord Chesterfield che svolse una politica di grande tolleranza. Nel 1759 vi fu un tentativo non riuscito di creare l'unione tra l'Irlanda e l'Inghilterra, a somiglianza di quella della Scozia. Nel 1761 si organizzò nel Munster la resistenza armata dei White Boys contro i grandi proprietari terrieri (landlords) che angariavano il popolo: si riunivano di notte, facevano per iscritto le loro intimazioni ai signori prepotenti e uccidevano i trasgressori e le spie. Questo spirito di associazione segreta, reso necessario dalle nuove condizioni, darà nel sec. XIX l'associazione dei Feniani e nel secolo XX quella dei Sinn Feiners.
Intanto nel 1775 le colonie inglesi d'America, ribellatesi, fecero appello all'Irlanda. L'Inghilterra proibì l'esportazione dei prodotti irlandesi e chiese 400 uomini per trasportarli in America contro i ribelli. In breve si formò un esercito di 42.000 volontarî, che raggiunse poi il numero di 100.000, in grazia del quale Enrico Grattan poté ottenere la quasi completa indipendenza del parlamento irlandese dall'inglese, con il ritiro (1782) di due leggi costrittive: il Poynings's Act e l'art. 6 dello statuto di Giorgio I, che affermava il diritto dell'Inghilterra di far leggi per l'Irlanda.
Nel 1791 poi, quasi eco della rivoluzione francese, sorsero a Belfast, per iniziativa di Th. Wolfe Tone, gl'Irlandesi uniti (United Irishmen), associazione che riuniva gli adepti senza distinzione di religione e tendeva a creare, contro l'Inghilterra, un'Irlanda indipendente a regime repubblicano. L'insurrezione scoppiò il 23 maggio 1798, sebbene il governo inglese, preinformato, avesse proclamato la legge marziale e arrestato i capi del movimento. Due spedizioni francesi furono inviate nell'agosto: una sbarcò ma fu battuta l'8 settembre a Ballinamuk; l'altra fu catturata dalla flotta inglese che prese prigionieri il gen. Bompard e Wolfe Tone.
Questo momento di crisi dell'isola sembrò opportuno al ministro Pitt per attuare l'unione tra la Gran Bretagna e l'Irlanda. La proposta fu combattuta dai protestanti irlandesi che vi vedevano una perdita della loro posizione privilegiata, ma non fu malvista dai cattolici che per questa stessa ragione vi vedevano una possibilità di emancipazione. In seguito all'unione, che fu votata dal parlamento irlandese, manipolato dal viceré Castlereagh, il 2 agosto 1800, l'Irlanda perdette il suo proprio parlamento ed inviò a quello inglese 100 membri nella Camera dei comuni e 28 in quella dei lord. Un'ultimo tentativo alimentato dal Bonaparte per creare imbarazzi all'Inghilterra andò fallito, e il suo iniziatore, Roberto Emmet, fu processato e giustiziato il 20 settembre 1803.
Dall'Act of Union ad oggi. - Tre questioni dominano la storia interna d'Irlanda durante tutto il secolo XIX e fino alla guerra mondiale: il risveglio del nazionalismo che tende all'abolizione dell'unione e, attraverso il home rule giunge alla formazione dello Stato Libero; la soppressione dei privilegi della Chiesa protestante irlandese; e la riforma agraria. Il risveglio del nazionalismo irlandese s'iniziò con Enrico Grattan, un protestante irlandese di buona famiglia e con Daniele O' Connell. Mentre Grattan, con eloquenza e disinteresse, sostenne la causa dell'emancipazione cattolica nel parlamento inglese, O' Connel, un facondissimo agitatore, organizzò la classe dei contadini cattolici. La sua organizzazione divenne così formidabile, che il governo inglese cedette per evitare l'imminente pericolo di una guerra civile, e con l'"Emancipation Act" (1829) mise protestanti e cattolici in Irlanda su un piede d'uguaglianza. Questa misura in sé stessa non era di grande importanza, giacché il voto era palese fino al Ballot Act (1872) e un fittaiuolo cattolico non avrebbe osato di votare contro i desiderî del suo padrone, che era generalmente protestante.
Anche prima del 1829, O' Connell si era persuaso che alla classe dei contadini cattolici la questione delle decime che essi pagavano alla Chiesa protestante premeva più che l'eguaglianza religiosa e l'abrogazione dell'unione. Frequenti rifiuti di pagare le decime davano origine a continui scontri fra la polizia e i contadini, e a vasti disordini agrarî. In parte per la difficoltà presentata dalla riscossione, in parte per l'alleanza di O' Connell col governo dei whig in Inghilterra per mezzo del patto di Lichfield House (1835), la misura delle decime fu ridotta e queste furono pagate in seguito dai proprietarî terrieri, benché la maggior parte di questi si rifacesse con l'alzare i fitti. Questo abuso delle decime fu rimosso col togliere lo stato di privilegio alla Chiesa protestante (1869).
Già nel 1805 O' Connell e altri avevano fondato un'associazione per la revoca dell'"Act of Union", ma per lungo tempo questo movimento non fece alcun progresso. Nel febbraio 1843, poco dopo la sua elezione a lord Mayor del riformato Consiglio municipale di Dublino, O' Connell presentò ad esso una risoluzione, nella quale era affermato il diritto dell'Irlanda a un parlamento nazionale. Il dibattito di tale questione e un commovente appello fatto nel Nation, giornale dei Giovani Irlandesi, diedero un impulso straordinario al movimento. O' Connell tenne dei comizî affollatissimi in ogni parte dell'Irlanda, fino a che il governo, allarmato, non proibì un comizio a Clontarf, presso Dublino. O' Connell, sempre fedele costituzionalista, sciolse la dimostrazione (ottobre 1843), ma i Giovani Irlandesi lo accusarono di "viltà o tradimento". Per evitare spargimento di sangue, O' Connell proibì il movimento dell'abrogazione costituzionale; e quando gli estremisti tentarono di resistere con la forza (1848), essi furono domati con facilità.
Intanto l'Irlanda pativa le sofferenze della fame. Le patate formavano l'alimento principale dei contadini; ma il 1845 e 1846 furono anni di cattivo raccolto. Migliaia di persone morirono di fame e centinaia di migliaia per insufficiente nutrizione. La popolazione s'era quasi raddoppiata di numero fra il 1800 e il 1848, col risultato che l'Irlanda agricola era popolata nel 1848 quasi con altrettanta densità dell'Inghilterra industriale. La ricerca di terreno, per una popolazione superiore a quella che poteva contenere il paese, portò verso un'eccessiva suddivisione dei poderi e rese facili i fitti abusivi. Invano il governo inglese emanò leggi contro la suddivisione: l'area media dei poderi nelle tre provincie meridionali era discesa fino a 25 acri e vi erano allora 300.000 poderi con un'area al di sotto di 5 acri. Per queste ragioni, tra il 1847 e il 1854, emigrarono oltre un milione e mezzo di persone, specialmente verso gli Stati Uniti, mentre gl'Irlandesi rimasti in patria fondarono nel 1858 la Phoenix Society, con un giornale The Irish People, che patrocinava l'emancipazione integrale. Da questa società uscì verso il 1861 l'organizzazione segreta dei Feniani, con programma d'azione in Irlanda e in America.
Quando Gladstone ritornò al governo, suo primo pensiero fu quello di risolvere la questione irlandese. Nel 1869, egli abolì la situazione di privilegio e la dotazione della Chiesa di stato protestante d'Irlanda e il pagamento delle relative decime. Nel 1870, fece il primo vero tentativo di occuparsi della questione agraria, assicurando al fittaiuolo l'uso costante del tenimento fino a quando egli s'impegnava a pagare un fitto giusto o un fitto fissato dal governo: ciò che dava possibilità ai fittaiuoli di acquistare le terre da essi coltivate, giovandosi d'un prestito del governo inglese.
Queste misure valsero a conciliare l'opinione pubblica degl'Irlandesi. Gl'ideali repubblicani furono sostituiti da quelli del home rule, cioè che all'Irlanda fosse concesso di amministrare da sé i suoi affari per mezzo d'un parlamento nazionale a Dublino. Sotto la direzione d'Isaac Butt, il moto del home rule fece qualche progresso, ma il suo trionfo principale venne più tardi, sotto l'energica direzione di C.S. Parnell (1880-1890). I membri nazionalisti irlandesi del parlamento inglese, operando con grande abilità tra i due partiti conservatore e liberale e ricorrendo anche all'ostruzionismo, poterono esercitare un'azione favorevole agl'interessi irlandesi. Quando la depressione agricola mondiale del 1870-80 causò una recrudescenza di agitazioni agrarie in Irlanda, i nazionalisti irlandesi riuscirono ad ottenere dal governo inglese il "Land Act" del 1881. Fu istituito un "Land Court" per fissare l'ammontare di un equo fitto, tenendo conto delle costruzioni e di altri miglioramenti eseguiti dal fittaiuolo, al quale fu riserbata la libertà di rescindere in qualunque tempo il suo contratto. Quattro anni più tardi, l'"Ashbourne Act" e i susseguenti emendamenti eliminarono gradatamente i padroni terrieri. Lo stato pagava al proprietario il prezzo dell'acquisto convenuto tra lui e il suo fittaiuolo e riprendeva la somma avanzata, con un pagamento fisso fattogli dal nuovo proprietario. Questo sistema fu continuato dopo la guerra mondiale dallo Stato Libero irlandese e tutto il terreno dell'Irlanda meridionale passò così ai fittaiuoli.
Parnell e i suoi successori riuscirono meno nel raggiungimento dei loro fini politici. Per due volte Gladstone presentò i progetti del home rule (1886 e 1893), ma non riuscì. La caduta di Parnell (1890) lasciò i nazionalisti irlandesi scoraggiati e disuniti, mentre il governo unionista, che fu al potere fra gli anni 1895 e 1905, pensò di annullare il home rule concedendo favori nella questione del terreno e prendendo le redini dell'amministrazione del paese. Un altro momento favorevole per il home rule venne nel 1912, quando i nazionalisti, sotto la direzione di J. Redmond, diedero il loro appoggio al governo liberale, a patto che fosse ripresa la questione del home rule, nella lotta con la Camera dei lord. Naturalmente, la Camera dei lord respinse il terzo progetto del home rule. La popolazione dell'Ulster, in gran parte discendenti di Scozzesi, di religione presbiteriana, non volendo sottostare al dominio dell'aggressiva maggioranza cattolica, si organizzò per resistere con la forza. La guerra civile fu evitata solo con lo scoppio della guerra mondiale (1914). Redmond proclamò subito la solidarietà dell'Irlanda con l'Inghilterra. Più tardi, il progetto del home rule diventò legge, ma a patto che non dovesse essere messo in vigore, prima che fosse riveduta la questione dell'Ulster.
Intanto era sorto in Irlanda un partito ehe aveva deciso di rompere qualunque legame con l'Inghilterra. Fondato nel 1905 da un giornalista irlandese di provenienza gallese, A. Griffith, il nuovo partito, che si era dato il nome di Sinn Féin ("noi stessi"), crebbe rapidamente e vide nella guerra mondiale una magnifica opportunità per raggiungere i suoi fini. Il risultato fu la ribellione del 1916, che, per il pronto arresto di sir Roger Casement e per la titubanza dei rimanenti dirigenti, si limitò a un combattimento nelle strade di Dublino, durato una settimana: Casement e gli altri capi furono giustiziati. Nei seguenti due anni, il governo inglese fece grandi sforzi per pacificare l'Irlanda: e vi sarebbe riuscito se non avesse minacciato d'imporre la coscrizione. Questa minaccia sollevò l'indignazione del popolo irlandese e il partito Sinn Féin riportò una travolgente vittoria nelle elezioni del 1918.
Nel gennaio del 1919, i membri del Sinn Féin che si facevano chiamare Dáil Eireann (Assemblea d'Irlanda), proclamarono la repubblica irlandese indipendente e istituirono un ministero sotto la presidenza di E. De Valera. Nello stesso tempo, piccoli corpi di volontarî sotto il nome di "Irish Republican Army" seminavano il terrore uccidendo quelli che parteggiavano per l'unione con l'Inghilterra e devastando e incendiando le loro case. Il governo inglese allora costituì un corpo di volontarî, conosciuti, a causa delle loro uniformi improvvisate, sotto il nome di Black and Tans, per combattere i fucilieri irlandesi con le loro stesse armi. Questa misura non valse se non a rendere più intensi i sentimenti anti-britannici in Irlanda. Il 6 dicembre 1921 fu firmato un trattato, che dava all'Irlanda meridionale il nome di "Irish Free State" (in irl. Sáorstat Eireann) e la condizione di un Dominion. Furono nominate commissioni per spartire il debito nazionale fra l'Inghilterra e l'Irlanda e per stabilire i limiti fra lo Stato Libero (che comprende tutta l'Irlanda meno le 6 contee di nord-est; v. sopra) e l'Ulster, il quale ricevette nel 1920 alcuni diritti di auto-governo, inclusovi un parlamento proprio subordinato al parlamento imperiale. Benché il trattato fosse ratificato da ambedue i parlamenti, scoppiò la guerra civile tra gli estremisti, capitanati da De Valera e gli autonomisti moderati, da A. Griffith e M. Collins, e, uccisi questi, da W. Cosgrave; e solo alla fine del 1923 fu ristabilito l'ordine.
Il trattato anglo-irlandese del 1921 non riscosse però la piena approvazione del popolo, perché mantenne il giuramento di fedeltà alla corona inglese e il pagamento annuale di 5 milioni di sterline da versare ai landlords inglesi, proprietarî di terre in Irlanda, in conseguenza della riforma agraria. Questo punto di vista è propugnato dal Fianna Fail (partito nazionale) guidato da De Valera, che ha visto aumentare il numero dei suoi seggi al parlamento, nelle cinque elezioni generali sinora avvenute, sino a raggiungere nel 1933 la maggioranza assoluta.
Questo partito considera non imperativo il trattato riguardo al giuramento (e una votazione del maggio 1933 del parlamento irlandese l'ha abolito); e per il pagamento annuale, ritiene che esso faccia parte del debito pubblico inglese, al cui pagamento, per la convenzione del 1925, l'Irlanda non è più tenuta a contribuire; e su questo punto chiede l'arbitrato internazionale.
Bibl.: The Annals of the Four Masters, Londra 1851, voll. 7. (È la traduzione inglese dovuta a O' Donovan di una compilazione fatta da 4 francescani del Donegal nel 1632; contiene la storia d'Irlanda dalle origine al 1606 e riassume le numerose pubblicazioni irlandesi anteriori: annali di Innisfallen, di Tigernach, dell'Ulstser, del Connaught, di Loch Cé, di Clonmacnoise); Duald Mac Firbis, Chronicon Scotorum, Londra 1860, vers. inglese di un originale irlandese del 1650 che comprende la storia dalle origini al 1150; P. W. Joyce, The social history of ancient Ireland, Londra 1903, voll. 2, sulla vita religiosa, politica e sociale degli antichi Gaeli; J. T. Gilbert, Viceroys of Ireland, Dublino 1865, storia dell'occupazione inglese da Enrico II a Enrico VIII. - Per i secolo XVI e XVII: R. Bagwell, Ireland under the Tudors and the Stuarts, Londra 1885-1910, voll. 5, che studiano la politica inglese dal 1509 al 1660; J. F. Taylor, Owen Roe O' Neill, 1904; M. J. Hynes, The mission of Rinuccini, Lovanio 1932; R. Boyle, History of the Irish Confederation and the War in Ireland (1661-1649), Londra 1882-1892, edito da J. T. Gilbert; D. Murphy, Cromwell in Ireland, Dublino 1885; M. A. Hickson, Ireland in the 17th Century, Londra 1884; A. E. Murray, Commercial Relations between England and Ireland, Londra 1903, sulle condizioni economiche dell'Irlanda dal 1641 in poi. - Per il sec. XVIII: W. E. H. Lecky, History of Ireland in the 18th Century, Londra 1892, voll. 5, il più completo specialmente per lo studio dell'opera compiuta dal parlamento irlandese; J. A. Froude, English in Ireland, in the 18th Century, Londra 1872-74. - Per i secoli XIX e XX: A. Pittaluga, La questione agraria in Irlanda, Roma 1894; Is Ulster right? by An Irishman, Londra 1913, per la tesi inglese; O' Connor, History of Ireland (1788-1924), Londra 1925, voll. 2; P. S. Hegarty, The victory of Sinn Féin, Dublino 1925; A. Philips, The Revolution in Ireland (1906-1923), Londra 1923; D. Gwynn, The Irish-Free State (1922-1927), Londra 1928.
Opere generali: I. Butt, The Irish People and the Irish Land, Dublino 1925; E. A. D'Alton, History of Ireland, Londra 1903-1910, volumi 3; D. Murphy, A short history of Ireland, Dublino 1894; E. Buonaiuti e N. Turchi, L'isola di smeraldo, Torino 1914; R. Dunlop, Ireland from the earliest times to the present day, Oxford 1922.
Lingua.
Il termine geografico di irlandese si applica non alla supposta lingua degli abitanti primitivi dell'Irlanda (di stirpe imprecisata), né a quella della maggioranza degl'Irlandesi odierni, cioè l'inglese, ma a una lingua del gruppo celtico, portata in Irlanda anteriormente all'era cristiana, tenacemente conservata nelle regioni occidentali e meridionali, e oggi lingua ufficiale dello Stato Libero d'Irlanda.
Nell'ambito delle lingue celtiche, l'irlandese appartiene al gruppo gaelico, insieme col celtico dell'isola di Man e con quello di Scozia (per questo e per la fase più antica dell'irlandese, v. celti: Lingue). L'irlandese in senso stretto, comprende le due fasi dette irlandese medio e moderno. S'intende per irlandese medio la lingua dei testi compresi tra i secoli XII e XVI; lingua particolarmente difficile a definire perché attestata da manoscritti di opere assai più antiche, nei quali s'infiltrano a poco a poco i caratteri dell'irlandese medio (riduzione delle vocali atone, confusione di e ed i finali, tendenza a fondere i dittonghi, confusione di dh e gh). S'intende per irlandese moderno la lingua che comincia a manifestarsi all'inizio del secolo XVI ed è consacrata dalla prosa dello storico Geoffrey Keating (1570-1644). Sono caratteri dell'irlandese moderno, la rigida applicazione della regola per cui il colorito delle consonanti deve essere in armonia con le due vocali vicine: la formazione d'una nuova categoria di consonanti sonore, nuovi fatti di metafonesi e, nella grafia, l'oscillazione dei due segni dh e gh. Il carattere conservatore della grafia irlandese, fa sì che essa sia lontana dalla realtà fonetica, ancor più che l'inglese.
I citati segni dh e gh, conservano il ricordo di suoni scomparsi da un millennio. P. es. l'espressione: "la Chiesa gaelica" (cioè cattolica, in confronto dell'inglese, equivalente a protestante) è scritta: an gaoidhealach teampall, ma pronunciata an gelach t'ampl, intendendo con a una vocale indistinta, con ch il ch tedesco, con t'a una sillaba non lontana dal nostro cia, con l un l fornito di valore sillabico.
L'alfabeto è la varietà detta anglosassone dell'alfabeto latino. Varietà dialettali sussistono specie fra le regioni meridionali e settentrionali e consistono in differenze nell'azione dell'accento e nei parziali passaggi di n in r, del g aspirato in g semplice.
Il gaelico ha esercitato una notevole influenza sulla sintassi dell'inglese parlato in Irlanda e probabilmente anche sulla sua intonazione. Naturalmente l'inglese parlato nell'Irlanda nord-orientale è in parte diverso da quello parlato nel rimanente della regione; e i rapporti avuti con la Scozia dopo la colonizzazione del sec. XVII lo spiegano in gran parte.
Nel periodo 1880-90, la lingua irlandese stava rapidamente spegnendosi. Nel 1893 si costituì la Lega Gaelica con l'unico scopo di preservare e diffondere la lingua irlandese come ordinario mezzo d'espressione nei rapporti quotidiani. La lega incoraggiò in tutti i modi la conoscenza della lingua e il 17 maggio 1897 fu tenuto con notevole successo il primo Oireachtas in maniera simile all'Eisteddfod gallese. La successiva diffusione del movimento linguistico incontrò tuttavia opposizioni strenue e quando il Birrel riuscì a realizzare l'università nazionale, vi fu grande lotta intorno alla obbligatorietà della conoscenza dell'irlandese per l'ammissione. Infine si decise affermativamente. La Oireachtas ha tenuto riunioni annuali contribuendo ulteriormente a tener vivo il problema.
Nel 1911, su 3.000.000 di abitanti, erano bilingui circa il 18%; parlavano solo irlandese poco più del 1/2%. La preponderanza dell'inglese era quindi enorme. Nel 1925 la proporzione era ancora discesa: gli "Irish speakers" (compresi i bilingui) erano calcolati intorno al 12%. Lo sforzo del governo dello Stato Libero per diffondere la lingua irlandese è documentato dal fatto che solo cinque anni dopo la sua proclamazione a lingua ufficiale, già 5000 degli 11.000 maestri elementari erano abilitati a insegnarla.
Bibl.: A. Meillet, Les langues dans l'Europe nouvelle, 2ª ed., Parigi 1928, p. 334 segg.; P. S. Dinneen, Irish-English Dictionary, New edition, Dublino 1927; S. O'Duirinne e P. O' Dálaigh, The Educational pronouncing Dictionary of the Irish Language, Dublino 1922; Craig, Grammar of modern Irish, 2ª ed., Dublino 1904.
Etnografia e folklore.
Etnografia. - È necessario anzitutto comprendere quanto siano antiche e profonde le differenze esistenti fra le genti dell'Inghilterra e dell'Irlanda. Prima dell'età del bronzo l'isola era popolata da genti che costruirono grandi monumenti megalitici, uno dei quali, a New Grange, è fra le maggiori costruzioni del genere in tutta l'Europa occidentale. Nell'isola v'era il rame e l'oro in abbondanza, tanto che ornamenti d'oro di tale epoca, di manifattura irlandese, sono stati rinvenuti fino nella Francia occidentale e nella Danimarca. Verso il 400 a C. seguì l'immigrazione celtica. Le leggende irlandesi abbondano in racconti sulle popolazioni immigrate in Irlanda dalla Spagna, Francia e Scandinavia. Mentre nella Gran Bretagna vi fu una separazione netta fra l'età del bronzo e il periodo di La Tène, vi sono indizî di maggior continuità nell'Irlanda, dominata da uomini che facevano uso di spade di bronzo e che estesero il loro dominio anche sulle isole della Scozia occidentale e settentrionale. La civiltà di La Tène persisté e si sviluppò in Irlanda senza subire il profondo cambiamento che la conquista romana portò nella Britannia; e anche quando, per la caduta di Roma, l'Inghilterra fu invasa in gran parte dai barbari Angli e Sassoni, la tradizione irlandese poté invece sopravvivere. Anzi l'Irlanda divenne la sede di un'antica tradizione cristiana, sebbene scompagnata dalle istituzioni politiche e giuridiche romane; venerò le memorie dei suoi apostoli, S. Patrizio e S. Columcille (Colomba), e inviando missionarî in Francia, Germania, Svizzera e Italia settentrionale (S. Colombano) e in Italia anche studenti (S. Cataldo, vescovo di Taranto).
Una caratteristica di questo antico cristianesimo fu l'aver conservato cerimonie preesistenti, e trasportato così molto dell'antica tradizione nella nuova religione. Fra queste interessanti sopravvivenze è l'usanza di vegliare i morti: se il defunto è deceduto prematuramente o se la morte rappresenta una perdita particolarmente grave, allora gli amici, riuniti nella casa, piangono e si lamentano, mentre si rallegrano se la morte è avvenuta nella tarda vecchiaia. I lamenti sono anche una caratteristica del canto irlandese (v. appresso). Vi sono anche indizî che S. Brigida, per es., sarebbe una sostituzione cristiana della dea della fertilità. Glendalough, dove in età preistorica si lavorava l'oro, mostra pure questa continuità, sebbene fosse superata in importanza nei primi tempi cristiani da Clonmacnoise, e un po' più tardi da Armagh.
Nel sec. XVI la vita della Gran Bretagna subì di nuovo un forte cambiamento con la secessione della Chiesa nazionale da Roma e l'adesione alla Riforma protestante; ma in Irlanda nulla fu mutato e la Chiesa cattolica romana divenne anzi il centro e il simbolo della resistenza contro i coloni inviati dal governo inglese nelle terre confiscate agl'Irlandesi. Anche la rivoluzione industriale del secolo XIX fu sentita solo nei distretti nord-orientali, dove, cioè, si erano stabiliti i coloni inglesi e i protestanti calvinisti erano in maggioranza sui cattolici. Nel rimanente dell'isola si cercò di conservare il vecchio sistema di vita e vi si riuscì almeno per un certo tempo specialmente dedicandosi alla coltivazione della patata.
Anche dopo l'emigrazione del 1845 (v. sopra: Storia), i rapporti dell'Irlanda con New York, Boston e Chicago hanno avuto maggiore importanza di quelli con Londra. Gran parte di ciò che in Irlanda ha origini molto antiche sopravvive specialmente nell'ovest selvaggio e remoto. Tali sopravvivenze, spesso considerate celtiche, includono probabilmente resti di culture che raggiunsero l'Irlanda assai prima delle lingue celtiche e altri di posteriore importazione.
Già antichi scrittori, come Pomponio Mela, ci parlano della difficoltà di coltivare il grano nel clima umido e piovoso dell'Irlanda, ma anche dei verdi pascoli che l'hanno sempre resa famosa per il bestiame, e, specialmente, almeno durante varî secoli, per i cavalli. Il villaggio compatto, circondato dai campi coltivati, che fu nel Medioevo una spiccata caratteristica delle pianure inglesi, si trova raramente in Irlanda. Le abitazioni sono in generale più sparse, o isolate o raccolte in piccoli casali, in modo che una scarsa popolazione occupa un ampio spazio. Il raccolto principale sembra che in passato fosse l'avena, ma negli ultimi due secoli è divenuta importantissima la patata. I piccoli tratti coltivabili dei distretti occidentali richiedono cure speciali: i sassi superficiali sono raccolti e sovrapposti per formare muriccioli che proteggono un po' le coltivazioni dagli uragani atlantici. Nell'O., lungo il mare, le alghe vengono usate come concime. Alcune zone meridionali, orientali e nord-orientali sono più ricche e permettono la coltivazione del grano; nel NE. viene coltivato anche il lino. Anche qui, però, non vi furono, a quanto sembra, città importanti fino alla venuta degli Scandinavi i quali fondarono dal sec. IX in poi Dublino, Wexford, Waterford e Limerick. Terrapieni (duns) o grandi fortezze di terra servivano di rifugio o forse erano centri di dominio: spesso entro un bastione di terra (rath) sorsero case di liberi, occupando lo spazio interno (lis). L'esempio più cospicuo di tale costruzione è dato da Tara, che fu spesso la capitale militare al tempo delle invasioni scandinave. Si ritiene che la maggior parte di queste primitive dimore fossero costituite di tronchi d'albero o di vimini intrecciati, e molto rozze, mentre quelle dei capi erano di tavole segate. Le costruzioni di pietra non erano però del tutto sconosciute, poiché nell'O. si trovano ancora poche capanne rotonde di pietre sovrapposte senza calcina, con tetto sporgente. Esse imitano il tipo di costruzione delle tombe dell'età del bronzo, come quella di New Grange. Specialmente dopo l'introduzione del cristianesimo le costruzioni in pietra si diffusero ampiamente in Irlanda. Gli antichi bastioni, ora spesso coperti di vegetazione, sono lasciati intatti e considerati quasi dimore di fate, perché la tradizione popolare ha trasformato i primitivi abitanti e gli antichi eroi in esseri più o meno soprannaturali. Le torri rotonde, spesso ritenute centri di rifugio, sono assai caratteristiche. Le chiese di pietra del primitivo cristianesimo celtico erano piccolissime, e a quanto pare destinate solo al prete: il popolo rimaneva al di fuori. Poi si diffusero le costruzioni in pietra, frequentemente coperte con un tetto di paglia. Le abitazioni più povere acc0lgono spesso uomini e bestiame. Nell'Irlanda occidentale, dove è difficile avere carbone, i contadini usano come combustibile la torba. In alcuni luoghi gli uomini estraggono la torba in primavera in modo che asciughi durante l'estate, quindi vanno a lavorare in Inghilterra o in Scozia, e ritornano soltanto dopo il raccolto, così che alle donne spetta per intero il lavoro dei campi. Le città dell'est rivelano nelle case influenze di stile inglese, dal secolo XVIII in poi, mentre Galway è ricca di ricordi dei suoi antichi rapporti commerciali con la Spagna. La presenza di una "città inglese" accanto a una "città irlandese", che ancora si riscontra in varî luoghi, indica quanto tenace sia stata la resistenza degl'Irlandesi all'Inghilterra. Forme particolari di separazione sociale sono indicate anche dalla presenza, in varî luoghi, di comunità di pescatori più o meno chiuse, quale la Claddagh a Galway: ma questo fatto, comune a molti altri paesi, si collega anche con i bisogni d'un pescatore, che gl'impediscono, per es., di sposare una donna non avvezza a compiere certi lavori.
È probabile che gli antichi Irlandesi fossero nomadi e seguissero il loro bestiame da pascolo a pascolo mentre i nobili e i liberi andavano a caccia dei lupi. Il grmppo agnatizio (ingl. sept) composto di parenti veri o supposti, si riuniva poi per raccogliere l'avena o altri cereali alla fine dell'estate e si faceva una dimora fortificata per l'inverno. Non è da escludere però che questo tipo di economia mobile sia stata introdotta dagl'invasori scandinavi del Medioevo.
L'esistenza di numerose tribù con abili cacciatori e cavalieri agli ordini di un capo impedì il formarsi dell'unità politica. I tentativi d'unificazione si ebbero al principio del sec. XI sotto Brian Boru, contro gli Scandinavi, mentre dal sec. XVII in poi la comune resistenza contro l'Inghilterra e il protestantesimo affratellò il popolo e lo spirito di parte e le ostilità interne si affievolirono o si mutarono in ostilità contro gl'Inglesi. Così, con la conquista inglese, molti septs si videro togliere le terre e dovettero rifugiarsi nei distretti più deserti e selvaggi, dove i loro attuali discendenti, pur nella loro povertà, si considerano come i legittimi proprietarî di case e terre che appartengono magari da secoli a famiglie inglesi. Questo sentimento sopravvive talvolta anche se la famiglia inglese si è uniformata alla vita irlandese.
Uno spiacevole fenomeno sociale dell'Irlanda è stato l'assenteismo dei proprietarî inglesi, al quale si è cercato di portare rimedio nel sec. XIX (v. sopra: Storia, p. 556). La semplicità di vita e l'isolamento dei contadini limita assai lo sviluppo e l'influenza delle città. Mancano spesso anche le osterie che costituiscono un elemento così comune dei villaggi inglesi o continentali. Le bevande alcooliche più diffuse, cioè il caratteristico whisky irlandese e il porter (specie di birra assai ricca di malto) si vendono in negozî di generi varî che costituiscono anche il luogo di riunione per gli uomini. In molti casi il proprietario è anche il banchiere, e spesso l'usuraio (gombeen man) della comunità.
Dagl'inizî del sec. XX si sono fatti varî tentativi per aiutare i contadini stabilendo cooperative di produzione e di vendita per le uova e il prosciutto, ottenuto dai maiali che quasi ogni contadino alleva. I contadini irlandesi si occupano da molto tempo dell'allevamento di cavalli da corsa e da tiro e si appassionano alle corse: la recente organizzazione della lotteria di Dublino in cui i vincitori dei premî (corrispondenti all'ammontare delle poste) sono designati dall'ordine di arrivo d'una grande corsa di cavalli, è un interessante risultato di questa passione nazionale. Ma molti contadini sono troppo poveri per possedere un cavallo e l'asino è molto diffuso. Il cavallo da tiro veloce è usato nelle città per tirare un leggiero veicolo a due ruote chiamato jaunting car nel quale due persone siedono una da una parte e una dall'altra poggiandosi a un'asse centrale; ma tale caratteristico mezzo di trasporto va scomparendo.
Folklore. - Industrie domestiche. - Per trovare conservate usanze e mentalità indigene, bisogna naturalmente guardare al Gaeltacht, cioè ai distretti di lingua irlandese lungo le coste occidentali e nelle isole. Sono queste le parti più povere dell'Irlanda e, sebbene recentemente l'iniziativa privata e l'azione dei governi abbiano fatto molto per elevare il tenor di vita del popolo e per creare un mercato alle industrie, tuttora arretrate e primitive. La natura pietrosa del suolo, l'isolamento e il clima rigido non permettono grandi progressi né intellettuali né agricoli. Dal lato materiale, case, arredi domestici e condizioni di vita sono in queste regioni assai poveri. In alcuni punti isolati delle coste occidentali e su qualche fiume si continua la pesca e la ricerca delle aragoste sui curach, leggiere barche di pelli o di tela calafatata, prodotte dall'industria domestica e che reggono bene il mare più burrascoso. La raccolta delle alghe, usate per trarne ceneri (da cui fare il sapone), come fertilizzanti, o per la produzione dell'iodio e del cosiddetto muschio d'Irlanda o carrageen (v.), costituisce una piccola industria costiera che aumenta il meschino reddito ricavato dai piccoli appezzamenti coltivati a patate o dall'allevamento di maiali e di uccelli da cortile. L'aratro spinto col petto è ancora in uso nella contea di Antrim e una candeletta di giunco (ingl. rushlight) aggiunge a notte il suo lieve bagliore a quello del fuoco di torba. Semplici attrezzi agricoli e da stalla sono fabbricati dai contadini. Nelle regioni dell'interno producono rozze stoffe di lana (frieze e tweed), che viene cardata a mano, filata sul filatoio, ordita e tessuta sul telaio a mano. Nel nord, il lavoro di maglia a mano o a macchina e il ricamo in bianco occupano in casa numerose ragazze; e nel sud fiorisce l'industria dei merletti ad ago e dei ricami. I pizzi all'uncinetto, prodotti quasi esclusivamente dall'industria domestica, sono molto apprezzati sul continente, dove sono conosciuti come "pizzo" o "punto d'Irlanda". Ora per queste industrie vi sono scuole regolari e sono stati introdotti in varî centri nuovi lavori, come l'intarsio, l'intaglio in legno, la fabbricazione di tappeti e guanti, la lavorazione dei metalli. Le antiche occupazioni del fabbricare tappeti a mano e dell'arazzeria, famose nei secoli XVI e XVII, si stanno rintroducendo con successo e i ricami in colori, dei tipi più complicati e più belli, ricevono incoraggiamenti da alcune piccole ma promettenti istituzioni, quali la Dun Emer Guild. Un carattere peculiare è costituito dal largo uso di colori vegetali, ricavati dall'edera, dai licheni e da varie altre piante. Un Istituto per il folklore fu fondato in Dublino nel 1930 dal governo dello Stato Libero e posto sotto la direzione di J. H. Delargy; alle collezioni del Museo nazionale è stato aggiunto un reparto per la cultura popolare, ma non ne è stata fatta ancora la catalogazione definitiva.
Novellistica. - Tuttavia, il folklore irlandese, assai più che di prodotti materiali, è ricco sotto l'aspetto spirituale. Oltre al grande corpo dell'antica letteratura eroica o mitica, conservata in manoscritti, di cui alcuni risalgono fino al sec. XI e anche più su, oltre ai trattati religiosi ed ecclesiastici, ai poemi dei bardi e alla sua bella lirica popolare, l'Irlanda possiede una vastissima letteratura orale e folkloristica, tuttora esplorata solo parzialmente e nota a pochissimi. Inoltre, il patrimonio delle canzoni non ha rivali nell'Europa occidentale quanto a ricchezza e varietà. La recente risurrezione dell'irlandese come lingua parlata ha messo in luce una ricca collezione di tradizioni custodite nella lingua indigena, le quali rischiavano d'essere perdute senza rimedio. Le prime raccolte, come quelle fatte da Kennedy, Curtin e Crofton Croker furono pubblicate in inglese; William Larminie aggiunse una trascrizione fonetica di alcuni dei suoi racconti del Donegal occidentale; ma finché il Hyde non pubblicò il suo Beside the fire ("Accanto al fuoco"; 1890) con il testo gaelico e una traduzione inglese a fronte, la tendenza era di stampare solo traduzioni. La vera patria della novellistica popolare è nei distretti di lingua irlandese e fra i contadini, che conoscono ancora un numero sorprendente di racconti d'ogni genere, eroici e religiosi, ma in gran maggioranza fiabe e racconti di fate; mentre in alcune regioni v'è un numero notevole di leggende, ossianiche e locali. Queste si cominciano finalmente a raccogliere in modo sistematico. Per 30 anni, la Gaelic League ha distribuito premî annuali per racconti e canti popolari, raccolte di toponimi, ecc. Nel 1897 fu tenuto il primo dei Feis Ceoil ("festival musicale") per l'esecuzione di melodie e di musica d'insieme, con premî alle migliori arie inedite; alcune furono raccolte e pubblicate da P. J. M'Call e A. Darley. Nel 1927 fu organizzata la prima società folkloristica irlandese, la cui pubblicazione semestrale, Béaloideas, contiene, fedelmente riprodotti, numerosi racconti fatti da piccoli proprietarî, contadini e pescatori. Le collezioni di manoscritti della società contengono circa 2000 racconti, oltre ad altro materiale; un'altra copiosa collezione è stata depositata da Douglas Hyde nella National Library di Dublino. Un sussidio accordato dalla Rockfeller Foundation per la raccolta di materiale orale ha fruttato pure una bellissima raccolta. Un solo narratore, del Galway, fornì 150 racconti diversi e ne conosce molti altri. Incantesimi, brevi preghiere, e versi per ogni occasione si trovano dappertutto nell'Irlanda di lingua celtica e molti sono veramente bellissimi.
Musica e danze. - Fin dai tempi più antichi il canto e la musica hanno avuto una parte di prim'ordine nella vita irlandese. Le principali colonie monastiche irlandesi, come Malmesbury in Inghilterra e S. Gallo in Svizzera, si segnalarono per l'impulso dato allo studio della musica; Irlandesi introdussero la musica e l'arpa nel paese di Galles; e la fama europea della musica irlandese è attestata dalle lodi di Dante, Polidoro Virgilio e V. Galilei. Gli strumenti principali erano la piccola e la grande arpa portatile, il timpano, il corno, il fiddle (specie di violino) e la cornamusa: le prime cornamuse da guerra furono in tutto simili a quelle grandi della Scozia, mentre più tardi le irlandesi ebbero un soffietto azionato dall'avambraccio. Canzoni e danze irlandesi s'incontrano nel Virginal Book del Fitzwilliam e nei Dancing Master del Playford; ad esse si allude di frequente nei drammi dello Shakespeare. Ma sebbene la musica irlandese fosse in gran voga a corte durante il regno di Elisabetta, le severe leggi emanate in Irlanda contro "bardi, rimatori e arpeggiatori" condussero praticamente alla sua fine in patria. Il risorto interesse per le canzoni indigene fu provocato dal festival dell'arpa tenuto a Belfast, nel dicembre 1791. Il Bunting, incaricato di registrare le melodie, continuò a raccogliere canti, che pubblicò in tre volumi; da questi il Moore trasse il materiale per le sue canzoni. Il Petrie e il Joyce hanno continuato l'opera: la collezione Stanford-Petrie da sola contiene più di 1000 canti non stampati altrove, e più di 3000 devono essere le melodie diverse già edite. La Irish Folksong Society, fondata nel 1927, sta continuando l'opera: i volumi di arie del Galway, raccolte dalla Costello, e di melodie d'un solo distretto della Contea di Cork, di A. M. Freeman, mostrano quanto rimanga ancora da fare. Numerosissime sono le musiche di danze e quelle che accompagnano il lavoro della tessitura, dell'aratura, ecc. Ninnenanne e canzoni di bevitori mostrano che ogni momento della vita ha una musica che lo accompagna. In regioni più remote, si trovano ancora suonatori di cornamusa, di zufolo e di fiddle, e cantori; continuano le danze nei crocicchi o su una porta staccata da una casupola nelle vicinanze. Tra i giuochi, il più diffuso è quello della palla (hurling), ma anche la trottola e danze come la giga e la Rinnce Fada o "ballolungo" e altre danze figurate complicatissime servono a riempire più d'un intervallo tra la lunga giornata e il riposo notturno.
Bibl.: R. Thurneysen, Sagen aus dem alten Irland, Berlino 1901; Lady Wilde ("Speranza"), Ancient legends, Mystic Charms and Usages of Ireland, 2ª ed., Londra 1902, voll. 2; id., Ancient Cures, Charms and Usages of Ireland, ivi 1890; C. Plummer, Vitae sanctor. Hiberniae, I, Oxford 1910, introd., pp. CXXIX-CLXXXVIII; W. G. Wood-Martin, Traces of the elder faith of Ireland, voll. 2, Londra 1902; Sir W. Wilde, Irish popular superstitions, Dublino 1852; J. D. Seymour e H. L. Neligan, True Irish ghost stories, Londra 1926; E. Hull, Folklore of the British Isles, Londra 1928. Periodici e atti accademici: Folklore, Transactions of the Kilkenny Archaelogical Society; Journal of the Roy. Soc. of Antiquaries of Ireland; Ulster Journal of Archaeology; Journal of the Cork Hist. and Archaeol. Soc., ecc.
Industrie domestiche: Ireland; Industrial and Agricultural, pubbl. dal Department of Agriculture and Technical Instruction for Ireland, a cura di W. P. Coyne, Dublino 1902, pp. 258-270, 390-399, 420-432, 438-445; The Ireland of Today, Londra 1913, p. 305; Saorstát Eireann (Irish Fru State) Official handbook, Dublino 1932, pp. 134-36 e 147-48; Journal and Proceedings of the Arts and Crafts Soc. of Ireland, 1906; The Gael (An Gaodhal), New York, XXI, pp. 97 e 273; XXII, pp-. 170, 188, 330.
Novellistica (opere in inglese o con trad. ingl.): T. C. Croker, Fairy Legends and traditions of the South of Ireland, Londra 1825-28 e ristampe; P. Kennedy, Legends of Mount Leinster, Dublino 1855; id., Legendary fictions of the Irish Celts, Londra 1866; 2ª ed., ivi 1891; id., The Banks of the Boro, Dublino 1867; id., The fireside of Ireland, ivi 1870; D. Hyde, Beside the fire, Londra 1890; id., The Love Songs of Connacht, Dublino 1893; id., The religious Songs of Connacht, ivi 1906; id., Legends of Saints and Sinners, ivi 1915; J. Curtin, Myths and Folklore of Ireland, Boston e Londra 1890; id., Hero-tales of Ireland, Londra 1894; id., Tales of the Fairies and of the Ghost-World, ivi 1895; W. Larminie, West-Irish Folk-tales and romances, ivi 1893; P. W. Joyce, Old Celtic romances, 2ª ed., ivi 1894; J. D. Seymour e H. L. Neligan, True Irish ghost stories, Londra 1926. Opere soltanto in irlandese: D. Hyde, Leabhar Sgeuluidheachta, Dublino 1889; id., An Sgeuluidhe Gaodhealach, Rennes 1895-1901, parti 3; trad. franc. di G. Dottin, Londra 1901; id., Abhráin Ghradha Chúige Chonnacht (ristampa di Love Songs of Connacht), Dublino 1931; Domhnall O' Fotharta, Siamsa an Gheimhridh, ivi 1892; P. O' Laoghaire, Sgéuluidheacht Chúige Mumhan, ivi 1895; "An Seabhac" An Seanchaidhe Muimhnbeach (estratto da An Lochrann), ivi 1932. Periodici: Béaloideas, The Journal of the Folklore of Ireland Society, dal 1927; An Lochrann (Folklore del Kerry), 1907-1913; An Stoc (Folklore del Connaught); An t-Ultach (Folklore dell'Ulster); Inoltre: R. Thurneysen, Sagen aus dem alten Irland, Berlino 1901; Kate Muller-Lisowski, Irischen Volksmärchen, Jena 1923.
Musica e danze: J. C. Walker, Historical memoirs of the Irish Bards, Dublino 1786; 2ª ed., ivi 1818, vol. 2; J. Hardiman, Irish Minstrelsy, ivi 1831, voll. 2; J. O' Daly, Poets and poetry of Munster, ivi 1849 e 1860, voll. 2; W. H. Grattan Flood, A History of Irish Music, in Grove, Diction. of Music and Musicians, II (1906), pp. 507-511. Collezioni: T. O' Carolan, Collection of Airs, Dublino 1796, 1809, 1840, voll. 3 (un'ed. completa è in corso, presso la Irish Folksong Society di Londra a cura di J. O' Sullivan); G. Petrie, Ancient Music of Ireland, Londra 1855; id., Music of Ireland, ivi 1882; C. V. Stanford, Complete Petrie Collection, Londra 1902-1905, in 3 parti; T. Moore, Irish melodies (arie tolte in gran parte a Bunting), Dublino e Londra 1808-1834; ed. completa a cura di sir C. V. Stanford, Londra 1895; P. W. Joyce, Ancient Irish Music, Dublino 1873; 2ª ed., ivi 1901; id., Irish Music and Songs, ivi 1888; id., Old Irish Folk-music and Songs, ivi 1909; A. P. Graves e C. V. Stanford, Songs of Old Ireland, Londra 1882; id., Irish Songs and Ballads, ivi 1893 (arie tolte alla collezione Petrie); A. P. Graves, The Irish Song Book, ivi 1897. Altre raccolte, a cura di J. Mulholland, Belfast 1810; A. Moffat, Londra 1898, ecc.; pubblicazioni della Irish Folksong Society, di Londra (fond. 1927-28); E. M. Levey, Dance Music of Ireland, Londra 1858-78, voll. 2; F. O' Neill, The Dance Music of Ireland, Chicago 1907; id., The Music of Ireland, id. 1907, 2ª ed., Dublino 1915; id., Irish Folk Music (con il Treatise on the Irish pipes, di O' Farrell), Chicago 1910; J. G. O' Keeffe e A. O' Brien, A Handbook of Irish Dances, 4ª ed., Dublino 1921; E. Burchenal, Rinnce na h-Eireann, National Dances of Ireland, New York 1924.
Arti figurative.
Il massimo sviluppo dell'arte celtica (v. celti) indigena in Irlanda si ebbe nei secoli VIII e IX. Allora, la miniatura e l'arte del metallo s'elevarono a un'altezza di stile difficilmente superata altrove in Europa. Nello stesso tempo, anche l'architettura e la scultura, se pure meno elaborate e raffinate, ebbero originalità d'intenti e di forme assai notevoli.
Il tratto preminente dell'arte decorativa irlandese è costituito dagli ornati a intreccio, di un tipo che trae ispirazione dai lavori tessili, laddove gli intrecci teutonici sono di origine differente e più evidentemente di carattere zoomorfo: in nessun altro paese e in nessun altro periodo quel tipo d'ornato è stato portato a eguale perfezione. Un altro ornato particolare è quello a cornetta, mentre quelli a chiave e gli arabeschi sono sviluppati in modi nuovi. La figura umana è stilizzata fino a divenire, a volte, appena riconoscibile: i capelli, le vesti e le stesse estremità son trasformate in ornamenti.
I testi sacri e specie degli Evangeli, trascritti e miniati, ci rivelano tutto il gusto degli artisti celti per l'ornamentazione. La datazione e classificazione di codesti manoscritti si presenta difficile e incerta. Forse il più antico è il codice di Moling (Dublino, Trinity College), se la postilla che lo afferma scritto da Moling, vescovo di Ferns morto alla fine del sec. VII, merita fede. Il libro di Durrow, della stessa biblioteca, evidentemente non fu redatto in soli dodici giorni da S. Colomba, come vorrebbe la sua postilla finale che forse ripete fedelmente il codice originale; ma ciò non esclude che esso appartenga probabilmente al sec. VIII. Esso è un prezioso esemplare dell'arte celtica, se pure molto inferiore per ricchezza d'ornati al libro di Kells (anch'esso nel Trinity College), capolavoro della miniatura irlandese. Questo manoscritto, con miniature a piena pagina degli Evangelisti e grandi iniziali a foggia di monogrammi all'inizio di ogni Vangelo, è un miracolo di complessa ed elaborata fattura. Altri manoscritti dello stesso stile, ma di minore bellezza e ricchezza, sono l'Evangeliario di St Chad nella cattedrale di Lichfield, l'Evangeliario Rushworth nella biblioteca Bodleiana di Oxford, l'Evangeliario di San Gallo, nella biblioteca di S. Gallo (Svizzera). Codici particolarmente caratteristici, provenienti da Bobbio, erano nella Biblioteca Nazionale di Torino.
Dopo il sec. IX, benché il suo stile rimanesse sostanzialmente lo stesso fino al tardo Medioevo, la miniatura irlandese decadde rapidamente. Né si ebbero in Irlanda miniature gotiche.
Anche nei lavori in metallo gli artefici irlandesi furono eccellenti, e raggiunsero una perfezione che si mantenne fino a un secolo dopo la decadenza della miniatura. Ornarono soprattutto custodie per campane, per libri e pastorali. Il più famoso esempio del primo genere è la custodia della campana creduta di S. Patrizio (Dublino, R. Accademia irlandese) eseguita per Donnell O' Loughlin, re d'Irlanda, fra il 1091 e il 1105, ornata con estrema ricchezza e con grande perizia nell'uso degli smalti. Il più noto esemplare di custodia per libri o cumdach è quello dell'Evangeliario di St Molaise (1004-1025), anch'esso nella R. Accademia irlandese; dei pastorali, quello dell'abate di Clonmacnoise, nella stessa collezione. Lavori d'oreficeria non particolarmente caratteristici per l'Irlanda sono il mirabile calice di Ardagh, nel Museo Nazionale irlandese, riccamente ornato di smalti, pietre preziose e filigrana, probabilmente del sec. IX; la Croce di Cong (Dublino, Accademia), eseguita intorno al 1123 per Turlogh O'Connor, re di Connaught e Irlanda; e infine la cosiddetta fibbia di Tara, nella stessa collezione, di perfetta fattura. Per la scultura sono caratteristiche le grandi croci stradali, di cui ne sono note circa duecentocinquanta. Molte hanno forma celtica, cioè con un disco all'incrocio delle braccia, e spesso ricche decorazioni. In genere, da un lato vi è figurata a Crocifissione, dall'altro il Cristo in gloria o il Giudizio finale; l'asta verticale è suddivisa in formelle, sulle quali rilievi con soggetti biblici sono alternati a ornati del tipico stile intrecciato. La profusione degli ornati dà a queste croci un aspetto di grande ricchezza, benché le sculture figurate siano estremamente primitive nei particolari. Tipici esempî sono la croce di Re Flánn (morto nel 914) a Clonmacnoise, l'alta croce di Muredach a Monasterboyce e quella di Durrow.
La più antica architettura religiosa presenta forme molto singolari, spiccatamente indigene. Gli oratorî o cappelle sono di piccole dimensioni, a pianta rettangolare, costruiti senza calce, né archi, né vòlte, con coperture a corsi di pietra orizzontali sempre più avvicinati fino a congiungersi. Caratteristico esempio di questo antico tipo è la chiesa di Gallarus, nella contea di Kerry, probabilmente del sec. VII. Poi l'arco, forse già conosciuto anche prima, appare da principio usato in piccole aperture. Due forme costruttive sono peculiari dell'architettura irlandese: la copertura doppia, un esempio del quale si può vedere a Glendalough nella St Kevin's Kitchen, dove, al disotto dell'usuale tetto aguzzo si trova una specie di vòlta appiattita, costruita a concrezione, risultando un vano tra le due coperture; la torre rotonda, che serviva da campanile, isolata dalla chiesa.
L' architettura romanica in Irlanda rassomiglia strettamente all'architettura normanna in Inghilterra. Benché d'importazione, fu favorevolmente accolta e sviluppata in seguito dai costruttori irlandesi. Si tralasciarono le absidi; i capitelli e le modanature degli archi si differenziano in qualche particolare dai prototipi; qua e la ritornò la tipica decorazione a intreccio. Ottimi esempî di chiese romaniche sono la Cormac's Chapel sulla rocca di Cashel, nella contea di Tipperary, e la cattedrale Clonfert, nella contea di Offaly, costruita nel 1166, una delle ultime e forse la più bella delle architetture romaniche irlandesi.
Dopo l'occupazione anglo-normanna del 1172 l'arte irlandese praticamente cessò d'esistere. L'architettura gotica, introdotta dagl'invasori, non poté acclimarsi; e se si distinse qualche volta per forme d'una bizzarra originalità, non ebbe mai un regolare sviluppo.
Quando, nel secolo XVIII, gl'Irlandesi ripresero a coltivare la pittura, le tradizioni del loro passato artistico si erano completamente spente. Perciò si volsero all'Italia, alla Francia e specialmente all'Inghilterra; anzi, i pittori irlandesi sono considerati, non senza ragione, come appartenenti alla scuola inglese: spesso, infatti, essi appresero gli elementi della pittura da artisti inglesi di passaggio a Dublino durante i regni dei Giorgi, o si trasferirono in Inghilterra, attratti dalla prospettiva di maggior fama e di ricchezza.
Verso la fine del sec. XVIII parecchi pittori irlandesi ebbero i primi riconoscimenti e incoraggiamenti in patria: George Barrett (1732-1784), il più stimato paesista del suo tempo; Nathaniel Hone (1718-1784), accademico e primo professore di pittura dell'Accademia; M. Archer Shee (1769-1850) successore di sir T. Lawrence nella presidenza dell'Accademia; W. Mulready (1786-1863), primo precursore dei preraffaelliti. Tuttavia non molti poterono permettersi di lavorare in patria; fra questi Hugh Douglas Hamilton (1739-1808), che tornò a Dublino dopo esser diventato celebre e ricco in Inghilterra; e W. Cuming (1769-1852), primo presidente della Hibernian Academy, il quale aveva ereditato una fortuna.
La fondazione di quest'Accademia, avvenuta nel 1821, assicurò agli artisti irlandesi forme d'incoraggiamento più adeguate di quelle che fino allora avevan potuto avere. Da essa uscirono artisti quali il secondo Nathaniel Hone (1831-1917), Walter Osborne (1859-1903) e Sir William Orpen (1878-1931).
La prima notevole esposizione dedicata esclusivamente ad artisti irlandesi fu quella che nel 1904 sir Hugh Lane ordinò nella Guildhall di Londra. E, da quell'anno, molto si è progredito. Fra gli artisti viventi sono da annoverare Sir John Lavery, la cui opera è bene apprezzata sia all'estero che in patria, Sarah Purser, Margaret Clarke, Estella Solomons, Jack B. Yeats, Paul Henry, John Keating, Leo Whelan, Albert Power, Charles Lamb, Humbert Craig e Seán O' Sullivan. Il forte temperamento artistico di Jack B. Yeats è assai rappresentativo del carattere irlandese, che si afferma in tutti i pittori suddetti.
La scultura ha rifiorito meno. Gli scultori più conosciuti sono John Henry Foley (1818-1874), autore di parecchi insigni monumenti pubblici per città inglesi, e John Hogan (1800-1858) che visse ventiquattro anni a Roma ma di cui molti buoni lavori sono conservati in patria; i migliori, fra i contemporanei, John Hughes, a Parigi; Andrew O' Connor e Jerome Connor, che lavorano soprattutto in America; Albert Power, a Dublino.
Harry Clarke, artista di genio, morto nel 1931, occupa un posto a sé nella storia dell'arte irlandese. Esplicò la sua principale attività nella creazione di vetrate (con esempî in chiese d'ogni continente), ed ebbe anche fama di notevole illustratore di libri.
Le arti minori in Irlanda non hanno seguito il progresso verificatosi negli altri paesi. I mobili, eccellenti come lavorazione, sono poco originali nel disegno. Da ricordare le ceramiche della Cox, le incisioni di Elizabeth Yeats e di Colum O'Lochlainn, i lavori in metallo e gli smalti di Mia Cranwill, le vetrate della Purser e della ditta fondata dal Clarke.
Bibl.: J. T. Gilbert, Facsimiles of National Manuscripts of Ireland, Londra 1874-1884; W. F. Wakeman, Handbook of Irish Antiquities, nuova ed., Dublino 1903; J. Romilly Allen, Celtic Art in Pagan and Christian Times, Londra 1904; Stanford Robinson, Celtic Illuminative Art, Dublino 1908; G. T. Rivoira, Le origini dell'architettura lombarda, Milano 1908; M. M. Stokes, Early Christian Art in Ireland, nuova ed., Dublino 1928; Walter G. Strickland, A Dict. of Irish Artists, Dublino e Londra 1913; Sir John R. O' Connell, The Honan Chapel, Cork. Some notes on the building and items which inspired it., Cork 1916; H. Zimmermann, Vorkarolingische Miniaturen, Berlino 1916, voll. 4; Th. Bodkin, Four Irish Landscape Painters, Dublino 1920; R. Elliott, Art and Ireland, con prefazione di Martyn, Dublino s. a.; R. A. S. Macalister, The Archeology of Ireland, Londra 1928; A. Kingsley Porter, The Crosses and Culture of Ireland, New Haven 1931; A. Mahr, Das irische Kunstgewerbe, in H. Th. Bossert, Geschichte d. Kunstgewerbes, V, Berlino 1932, pp. 1-45 (con bibl.), id., Christian Art in Ancient Ireland, I, Dublino 1932; F. Henry, La sculpture irlandaise pendant les douze premiers siècles de l'êre chrétienne, Parigi 1933, voll. 2.
V. tavv. XCI-XCVIII.
Musica.
Già dai primi tempi dell'era cristiana il popolo irlandese ha lasciato segni non dubbî della sua profonda musicalità. Anche nel continente si trovano monaci irlandesi che svolgono un'importante attività nel campo musicale. Ricordiamo, nel sec. V, Sedulio (Shiel), compositore di Inni e dell'Introito Salve Sancta Parens, nel IX G. Scoto Eriugena, dal quale udiamo per la prima volta i termini di discanto e di organum; e poi S. Gallo (Cellach), fondatore del celebre monastero svizzero che porta il suo nome e che fu uno dei centri musicali più importanti nel Medioevo; S. Helias (Ailell), introduttore del canto di scuola romana a Colonia nel 1025.
Delle disposizioni musicali del popolo irlandese fanno menzione molti scrittori illustri: Giraldo Cambrense, Dante Alighieri, Giovanni di Salisbury, ecc. Strumento favorito, come sempre in Irlanda, fu già nei primi tempi l'arpa, che anzi venne talvolta assunta a simbolo dell'isola (monete del re Giovanni). Una decadenza si verificò, nella vita musicale irlandese, già dal tempo delle guerre del'500 e del'600, e nel 1700 s'affermò il predominio d'una cultura del tutto inglese.
Continuava nondimeno la bella tradizione dell'arte arpistica, e fino al sec. XIX è dato trovarne notevoli elementi, tra i quali Rory Dall O' Caham (1500), O' Carolan e Denis Hempson (1600). Centro musicale di grande importanza rimase del resto in ogni epoca Dublino, e non va dimenticato, a questo proposito, che in quella città fu eseguito per la prima volta il Messia di G.F. Händel.
Tale disposizione degl'Irlandesi alla musica è confermata dalla bellezza del canto popolare, che supera probabilmente quella del canto inglese e scozzese. I canti irlandesi sono fondati specialmente, come quelli della Gran Bretagna, sui modi ecclesiastici (dorico, eolio, misolidio), e, talvolta, sulla gamma pentatonica.
Tra le danze tradizionali menzioniamo le seguenti: Planxty, o Pleraca, sorta di giga in 6/8 ma con passi di varia lunghezza; Giga, o Rinnce, che ha un egual numero di battute per ogni passo intero; Reel, danza rapida in 2/4, simile all'omonima scozzese; Hornpipe, la danza ben nota che trae il nome dallo strumento. Nel sec. XVII erano in voga, inoltre, molte Country-Dances, danze campagnole, cui si vuole far risalire l'origine del nome contraddanza (v.).
Tra gli strumenti il più importante era la grande arpa irlandese detta clarseach, in voga fino al 1730 circa ma non ancora del tutto sparita. La sua estensione andava dal Do1 al Re3. Veniva poi il Bagpipe, simile - più che allo scozzese - a quello dell'Inghilterra settentrionale; aveva voce gentile e dolcemente modulata. Negli ultimi secoli al fiato sottentrò il soffio d'un mantice, e lo strumento ricevette allora il nome di Uillean pipe.
Il patrimonio musicale irlandese è raccolto in varie collezioni: Fitzwilliam virginal book (circa 1612) e altre inglesi. Le arie di O' Carolan furono pubblicate a Dublino nel 1780. Dal 1755 al 1840 fu pubblicata la grande raccolta di E. Bunting, ricca - oltre che di testi - anche d'informazioni e illustrazioni relative alle musiche e agli strumenti. Altre edizioni di canti popolari inglesi, scozzesi e irlandesi furono curate da G. Thomson di Edimburgo (con la collaborazione di Haydn, Beethoven, I. Pleyel, L. Kozeluch, ecc.), da J. Stevenson (dal 1788 al 1834) che alle melodie irlandesi diede testi nuovi forniti da Th. Moore. Ambedue queste raccolte peccano di scarsa o nulla comprensione dell'animo musicale irlandese.
La più importante collezione è, piuttosto, quella iniziata nel 1855 da G. Petrie: The ancient music of Ireland, completata nel 1905 da Ch. V. Stanford, di Dublino. Lo stesso Stanford aveva un senso musicale intimamente irlandese (v. la sua opera teatrale Shamus O' Brien e le sue numerose composizioni su temi nazionali). Alla sua attività si deve la rinascita dell'interessamento per la musicalità del suo popolo. L'esempio dello Stanford venne seguito da Ch. Wood (nato ad Armagh nel 1866) e l'influenza dei canti così tratti alla luce agisce anche su Arnold Bax (v.).
Letteratura.
La storia letteraria d'Irlanda si distacca da quella delle letterature celtiche in generale e gaeliche in particolare, non per una rinascita spirituale che ne consacri l'autonomia rispetto a esse, ma per la servitù politica che attenuò i legami con il passato, ostacolando i rapporti con i Celti fuori dell'Irlanda.
Per rintracciare le origini della letteratura irlandese moderna dobbiamo risalire al sec. XVII. Allora l'irlandese era ancora la lingua usata dalla maggioranza degli abitanti dell'isola. Lo attestano, fra l'altro, le proteste che nel 1657 furono elevate al consiglio municipale di Dublino perché, mentre il popolo avrebbe dovuto parlare l'inglese, accadeva il contrario: nelle strade si parlava apertamente in irlandese. A quest'epoca appartiene il fondatore della prosa irlandese moderna Geoffrey Keating (circa 1570-1646), autore d'una storia d'Irlanda fino alla conquista normanna, edita parzialmente nel 1811, tradotta da John O' Mahony nel 1866, pubblicata integralmente nel 1901-1908, fondamentale perché riposa sopra documenti andati posteriormente perduti, ed è quindi indipendente dagli Annali dei quattro maestri. Keating è autore anche di numerosi poemi e di due opere teologiche. Accanto a lui, Michele O' Clery, nato a Kilbarrow (Baia di Donegal) nel 1575, morto a Lovanio nel 1643, frate laico francescano, cominciò, nel 1620, a raccogliere manoscritti irlandesi, compilò una "lista di re" (Reim Rioghraidhe, 1630) e un "Libro delle invasioni" (Leabhar Gabhala); nel 1632, insieme con Conary O' Clery, Cucogry O' Clery e Ferfesa O' Mulconry, iniziò i cosiddetti Annali dei 4 maestri, la più importante delle numerose collezioni annalistiche irlandesi, compiuti nel 1636.
Fra i non insigni ultimi rappresentanti della tradizione dei bardi possono essere ricordati, perché accessibili attraverso edizioni moderne: Tadhg Dall O' Huigginn, morto poco prima del 1617 (ed. Knott, 1922-1926), Pierce Ferriter, strenuo animatore della lotta contro Cromwell, impiccato nel 1653 (ed. Dinneen, 1903), David O' Bruadair, morto nel 1698 (ed. Mac Erlean, 1910-1917). "Ultimo dei bardi" è detto Turlogh O' Carolan, poeta e musicista, cieco, suonatore d'arpa famoso (1670-1738). Un'ultima eco della tradizione ossianica si trova nella poesia di Michael Comyn, nato intorno al 1690.
Trasportata dagli ambienti chiusi dei mecenati in mezzo al popolo, la poesia irlandese si modifica nell'aspetto formale: le infinite e complicate varietà degli antichi metri decadono; alla rima consonantica si sostituisce quella vocalica, al ritmo determinato dal numero delle sillabe succede quello accentuativo. Tipiche di questo periodo sono tre satire intorno alle condizioni della provincia di Munster: la più nota è Il Parlamento di Clan Thomas.
Lo spirito della nazione, quando non trovava espressione in opere irlandesi, quali, oltre a quelle citate, le innumerevoli canzoni e leggende dei campi e dei boschi, si serviva del latino e dell'inglese. Nel Trinity College che la regina Elisabetta aveva fondato come una rocca del protestantesimo, l'arcivescovo Usher scriveva in latino e in inglese e parlava altrettanto bene l'irlandese. Fu lui che scoprì il libro di Kells che si credeva da lungo tempo perduto e che rimane anche oggi il simbolo massimo dell'arte celtica.
Chi studii la storia della letteratura irlandese non deve però trascurare quegli scrittori che, nati in Irlanda, scrissero in inglese, svolgendo la loro attività nell'Irlanda stessa, o in Inghilterra, o, infine, come esuli, sul continente.
Nel Trinity College furono educati Swift, Goldsmith, Berkeley e Burke che, rappresentando i diversi e antitetici aspetti dello spirito irlandese, diedero un forte contributo alla cultura inglese.
Jonathan Swift (nato a Dublino nel 1667) fece sentire il suo influsso in Irlanda e in Inghilterra, e divenne il consigliere di Oxford e Bolingbroke, i due grandi statisti del tempo della regina Anna. Egli fu inoltre intimo del brillante circolo letterario formato da Pope, Addison, Steele, Gay e Congreve. Swift aveva assai scarsa simpatia esteriore per Dublino o per l'Irlanda che chiamava a land of slaves where all are fools and all are knaves ("una terra di schiavi dove tutti sono sciocchi e tutti son furfanti"). Tutta la sua vita fu un crescendo d'indignazione: egli odiava i cattolici e i presbiteriani e detestava i rappresentanti del predominio inglese. Ma le sue carte private, pubblicate postume, ci rivelano quanto egli soffrisse delle ingiustizie accumulate sull'Irlanda, e il suo scopo principale era l'unione di tutte le classi del popolo irlandese per una causa nazionale. Non si potrebbe trovare una personalità che con quella di Swift sia in maggior contrasto di Oliver Goldsmith; eppure nessuno scrittore è più nettamente irlandese dell'autore del Vicar of Wakefield e del Deserted Village. L'eco del suo genio si ritrova ancora nella deliziosa freschezza e nella fantasia di libri quali The Charwoman's Daughter di James Stephens. Il Goldsmith, vissuto a Londra, trovò la patria spirituale in Francia, con Montesquieu e Marivaux. Ma dell'Irlanda, dove aveva trascorso i primi ventiquattro anni di vita, conservò sempre la nostalgia. Egli è il tipico letterato irlandese vagante che per quanto lontano vada dal proprio villaggio, sente allentarsi, non rompersi, il legame che lo unisce alla patria. Senza nulla dell'indignazione di Swift, il Goldsmith aveva solo una dolce affabilità congiunta con un temperamento scherzoso e con una bizzarra titubanza di maniere. Come scrittore per il teatro, con le sue commedie She Stoops to Conquer e The Good-natured Man, egli spianò la via a un altro grande irlandese, Richard Brinsley Sheridan, autore dei capolavori The Rivals, The Critic e The School for Scandal.
Uno spirito sereno e introspettivo distingue George Berkeley: egli non ha nulla dell'indignazione di Swift né della vanità e della fantasia infantile di Goldsmith: era sempre assorto nei problemi metafisici. La sua fu la vita d'un professore e i suoi sogni quelli d'un recluso che spera di poter evadere dalla propria biblioteca e di navigare mari inesplorati per trovare il regno della felicità, un'utopia sulla terra. Berkeley fece gli studî a Trinity College, dove divenne insegnante. Dal 1707, quando fu nominato fellow, fino alla morte (1753), egli dedicò la maggior parte del suo tempo a scrivere i celebri trattati ai quali è affidata la sua fama. Non è tuttavia come filosofo che il Berkeley è più ricordato in Irlanda, ma per il Querist, da lui scritto, quando era vescovo, a Cloyne e nel quale espose lo stato miserevole del popolo irlandese nel sec. XVIII. I quesiti di Berkeley inducono a riflettere sulle cause di quello stato miserevole, e molti di essi potrebbero essere posti con le medesime parole dai politici d'oggi.
Edmund Burke passò, come il Goldsmith, gran parte della sua infanzia nella campagna irlandese e irlandesi furono i suoi primi maestri: una ragazza di nome Katty Courtenay e O' Halloran, direttore d'una scuola all'aperto. Per questa educazione iniziale, egli conosceva il gaelico e per le tradizioni gaeliche ebbe vivo amore. Durante la permanenza nel Trinity College, Burke rivelò nobiltà di natura e conseguì un forte ascendente sugli altri. Dalla sua educazione egli si formò uno spirito molto equilibrato: aborriva dall'ateismo e dall'anarchia, ma per il conservatore compiacente non ebbe minor disprezzo che per il ribelle. Detestò la tirannia, da chiunque - re o popolo - esercitata e fu questo che lo indusse ad avversare la Rivoluzione francese. In Irlanda si scagliava contro la legge inglese che imponeva il protestantesimo ai soldati cattolici; in Francia s) scagliava contro la profanazione degli altari.
Burke ci riconduce all'epoca del parlamento irlandese a Dublino, nel 1782, quando padrone del campo era il Grattan che sapeva pronunciare frasi quasi altrettanto poetiche. Per la sua rettitudine morale e la sua semplicità, il Grattan esercitò in Irlanda un influsso straordinario. Come oratore, aveva uno stile artificioso, ma la sua voce piena di calore sapeva trascinare gli uditorî. Il periodo di maggior fioritura dell'eloquenza irlandese fu nel sec. XVIII con Grattan, Flood e Curran. Venne poi Daniel O' Connell, la cui selvaggia veemenza suscitò grande entusiasmo e sollevò il popolo nella lotta per l'emancipazione cattolica. Dopo O' Connell, nel tardo sec. XIX si ebbe Parnell, i cui discorsi miravano a organizzare il popolo irlandese nell'Irlanda stessa o in America. L'antica oratoria retorica è sparita dal parlamento moderno, in cui non splendono virtù d'eloquenza. John Redmond fu l'ultimo oratore in cui echeggiano i periodi di Grattan o di Flood. Attualmente, l'assemblea parlamentare non ama i periodi di lunga struttura, ma preferisce le frasi taglienti lanciate con prontezza.
Nel sec. XVIII compaiono però anche alcuni autori irlandesi nel senso stretto della parola, d'indirizzo politico legittimista e precisamente giacobita. Sono autori di Visioni: John O' Neaghtan, morto nel 1720 (ed. O' Farrelly, 1908) e Owen Roe O' Sullivan morto nel 1784, di cui vivono ancora oggi i versi nel popolo.
Si affacciano al sec. XIX Brian Mac Giolla Meidhire (morto nel 1808) autore del poemetto Corte a mezzanotte e Donagh Mac Conmara (morto nel 1814) che cantò Le belle colline d'Irlanda.
Ma la produzione letteraria di gran lunga più considerevole continua a essere data da scrittori anglo-irlandesi. Tra i romanzieri, la figura più notevole fu Maria Edgeworth, alla quale tanto dovette Sir Walter Scott. Le scene di Castle Rackrent sono assai vivide e in tutte le opere della Edgeworth vi è sempre un fondo di tranquillo humour. Nelle sue lettere abbondano descrizioni originali che anticipano i bei libri moderni sulla vita campestre dell'Irlanda, quali quelli di Miss Somerville e di Miss Ross. La pittura che la Edgeworth ci ha dato della regione di Galway prima che fosse devastata dalla carestia, è di grande interesse per l'Irlanda moderna. Dopo di lei è da menzionare Charles Lever che per tutto il sec. XIX fu un prediletto del pubblico, nonostante le satire di cui lo bersagliò il Thackeray. Al Lever manca la nota d'osservazione personale che c'è nella Edgeworth, ma nelle sue opere vi sono buone qualità. Romanzi come Harry Lorrequer, Charles O'Malley e Tom Burke of Ours descrivono eventi reali, a cui il Lever deve aver assistito nella Dublino del suo tempo. Charles O'Malley racconta la vita nel Trinity College alla fine del lungo periodo in cui esso areva accolto Swift e Goldsmith. Tali libri dovrebbero esser letti insieme con gli affascinanti Memoirs di Sir Jonah Barrington, il cui stile somiglia a quello del Lever. Dopo la Edgeworth e il Lever l'Irlanda ebbe il Griffin, John e Michael Banim, i libri dei quali sono oggi poco letti. The Collegians di Griffin e The O'Hara Family si trovano talvolta in vecchie biblioteche. L'ultimo di questi tre scrittori creò la moda dei racconti di vita campagnola; moda che si è mantenuta. Se dai romanzieri ci volgiamo ai poeti, troviamo che il più ammirato di quel tempo fu Thomas Moore (1779-1846). Ben pochi oggi loderebbero il tedioso poema orientale Lalla Rookh che fu un tributo pagato al gusto esotico del principio del secolo XIX; ma il Moore sarà ricordato sempre per le sue Irish Melodies, composte per essere musicate. Tutti i vecchi cantori irlandesi conoscono ancor oggi quelle melodie a memoria. Di versificazione semplice e fluida, esse ci parlano di una natura assai remota dalle immaginazioni fantastiche e dai ritmi variati dei bardi moderni. In assoluto contrasto col Moore fu James Clarence Mangan (1803-1849), la cui vita infelice è l'antitesi della serenità del primo. I toni del Mangan vanno dal humour gioviale di The Woman of the Three Cows fino alla tristezza appassionata di Dark Rosaleen e di O'Hussey's Ode. Il nome triste della bruna Rosaleen viaggiò per tutto il mondo, dovunque si trovasse un emigrante irlandese, e divenne il simbolo delle sofferenze della razza nella sua brama di libertà. Per ritrovare quella nota appassionata, dobbiamo giungere alla fine del secolo, alla rinascita dello spirito nazionale e alla poesia di W.B. Yeats.
Dopo il Mangan è da ricordare Samuel Ferguson, i cui Lays of the Western Gael (1864) furono ben accolti dai patrioti gaelici. La tendenza del Ferguson era verso la poesia epica, come dimostrano poemi quali Congal; ma egli sarà soprattutto ricordato per il bel Lament for Thomas Davis, che fu detto la più celtica di tutte le elegie. Il Davis resterà nel ricordo come uno dei creatori dello spirito irlandese di nazionalità nel sec. XIX per mezzo della fondazione, con Gavan Dufye John Blake Dillon, del giornale The Nation. L'idealità di Davis era di unire, dopo la liberazione del paese dalla schiavitù politica per opera di O' Connell cattolici e protestanti per amore dell'Irlanda. Poesie di Davis quali A Nation Once Again, The West's Asleep e Clare's Dragoons furono appelli alle armi per il popolo irlandese e non sono ancora dimenticati.
Dopo la morte di Davis la fiaccola del patriottismo passò agli storici e a essi dobbiamo rivolgerci per studiare le origini della grande rinascita letteraria in Irlanda alla fine del secolo. Con gli storici si trovarono uniti archeologi e filologi. Tra gli archeologi sono da ricordare il Petrie e lo Stokes insieme con storici quali Standish O' Grady, O' Curry e soprattutto il Lecky la cui Ireland in the eighteenth century è una base classica per gli storici successivi come Eoin Mac Neill, la Green e il Curtis. Ma la letteratura sorge dai poemi epici piuttosto che dalle narrazioni storiche, e il movimento letterario dî Yeats, Synge, Lady Gregory, George Russell trasse ispirazione da quella magnifica epica della storia che è The History of Ireland in the Heroic Period di Standish O' Grady. Egli fu grande come artista non meno che come personalità e la sua immaginazione evocò per l'Irlanda i grandi eroi del suo nebuloso passato. Da lui derivò la scuola dei poeti irlandesi che nelle campagne dell'isola cercarono l'argomento della loro poesia e sognarono d'una strana e intangibile beltà in una terra situata nell'occidente, ai confini del mondo, ove l'incorporea figura del bardo non è ancor morta del tutto. Il movimento letterario irlandese non si chiuse entro i confini dell'Irlanda: in Inghilterra, alla fine del secolo, Oscar Wilde scrisse commedie che hanno il caratteristico spirito dublinese e discendono da quelle che nel sec. XVIII avevano scritto in irlandese Congreve e Sheridan. Venne poi Bernard Shaw, tipico dublinese protestante, che attaccò tante illusioni care alla mentalità inglese. Shaw ha spiegato al mondo lo spirito dell'Irlanda moderna e George Moore, altro scrittore irlandese, ha dipinto i particolari dell'Irlanda e specialmente di Dublino nella sua trilogia Hail and Farewell! (Ave, Salve e Vale). A Dublino il movimento della rinascita celtica continuò sia attraverso gli sforzi di studiosi e di poeti gaelici quali Douglas Hyde e Mac Neill e sia con la creazione del teatro irlandese soprattutto per opera di W.B. Yeats e di Lady Gregory. L'Abbey Theatre divenne l'agone dei giovani nazionalisti, perché nel movimento del 1916 per la libertà irlandese furono gli uomini di lettere a mettersi in prima linea. Poeti e drammaturghi s'allearono strettamente agli uomini d'azione, e nella rivolta i capi principali furono tutti poeti e scrittori. Nella storia dell'Abbey Theatre, che è stato la grande forza plasmatrice delle idee dell'Irlanda intellettuale, possiamo scorgere un chiaro processo d'evoluzione. Agl'inizî esso fu un teatro di poeti sotto l'ispirazione di W.B. Yeats che vi fece rappresentare di suo Countess Cathleen e Shadowy Waters. Poi con Synge il teatro portò nell'arte la vita dei contadini, in opere quali Riders to the Sea e The Playboy of the Western World. Seguì il dramma rurale con i problemi della terra; indi con Sean O' Casey il teatro si è rivolto alla vita degli operai nelle città e agli abitanti delle catapecchie che costituiscono i resti cenciosi delle grandi dimore gentilizie del sec. XVIII. Dal 1921, quando fu concluso tra Inghilterra e Irlanda il trattato per il quale quest'ultima ottenne la propria libertà, sono sorti molti giovani scrittori e n'è seguito un periodo d'intensa attività, tanto fra gli scrittori in inglese quanto tra quelli in gaelico. L'Abbey Theatre fu sussidiato dal governo e divenne così teatro nazionale; anche sussidiato fu il teatro gaelico e ne è derivato, come conseguenza, il sorgere di molti scrittori nuovi. Nel 1932 W.B. Yeats e Bernard Shaw fondarono un' accademia di letteratura per riunire gli scrittori del paese. L'Accademia si compone di venticinque membri che sono ben noti scrittori irlandesi e di dieci membri associati, la cui opera non è nettamente e creativamente irlandese. Al primo gruppo appartengono scrittori come Yeats, Shaw, Russell, Lennox Robinson; al secondo, critici come John Eglinton e Stephen Gwynne, e scrittori celebri d'origine irlandese, quali Eugen O' Neill e Lawrence of Arabia.
Bibl.: E. Boyd, Ireland's Literary Renaissance, Dublino 1916; id., The Contemporary Drama, of Ireland, Dublino 1918; M. Borsa, Il teatro inglese contemporaneo, Milano 1906; H. Law, Anglo-Irish Literature, Dublino 1926; A. E. Malone, The Irish Drama, Londra 1929; J. M. Hone e M. Rossi, Berkeley, Londra 1931; W. Black, Goldsmith, Londra 1878; J. Morley, Burke, Londra 1879, 1ª ed.; V. E. H. Lecky, Leaders of Public Opinion in Ireland, Londra 1861; nuova ediz. 1903.
Stato libero d'Irlanda.
Ordinamento costituzionale. - La Gran Bretagna, con il trattato del 6 dicembre 1921, creò lo Stato Libero d'Irlanda (The Irish Free State), il quale attualmente è regolato con la costituzione proclamata il 6 dicembre 1922, modificata il 4 marzo 1927, il 23 luglio 1928, il 14 marzo 1929 e il 24 marzo 1930. Lo Stato Libero d'Irlanda è retto da un governatore generale (Governor General), nominato dal re, del quale assume le veci. Il potere legislativo spetta al parlamento (Oireachtas) che si compone di due Camere elette con voto generale, eguale, segreto e diretto, secondo le regole proporzionali: il Senato (Seanad Eireann), di 60 membri, eletti per nove anni, rinnovabili un terzo per ogni tre anni, eleggibili fra coloro che abbiano superato il trentesimo anno d'età; e la dieta (Dáil Eireann) che si compone di 153 membri eletti per sei anni. Sono elettori ed eleggibili tutti i cittadini dello Stato Libero d'Irlanda, d'ambo i sessi, che abbiano compiuto il ventunesimo anno d'età. Ciascuna delle due università (University of Dublin e National University of Ireland) ha il diritto all'elezione di tre deputati alla dieta. L'iniziativa delle leggi può essere presa da entrambe le camere. I poteri del senato rispetto a una legge iniziata dal Dail sono: facoltà di emendamento; facoltà di chiedere come ultima risorsa, un referendum. Il potere esecutivo è esercitato dal Consiglio dei ministri, formato, oltre che del presidente e d'un vicepresidente, di dieci ministri, nominati dal presidente (finanze, poste e telegrafi, difesa, affari esteri, industria e commercio, istruzione pubblica, agricoltura, pesca, amministrazione locale e sanitaria, giustizia). Il governo locale nella sua forma moderna data dall'approvazione del Local Government Act del 1898, il quale istituì i consigli di contea, quelli dei distretti urbani e dei rurali. Le modificazioni introdotte dopo l'approvazione, continuarono fino al 1920, quando i dissensi con l'Inghilterra condussero a una rottura tra il governo locale e i consigli locali, i quali cominciarono a funzionare sotto la direzione e l'autorità del Dail Eireann.
Bibl.: Mac Neil, Studies in the Constitution of the Irish Free State, Dublino 1925; Warren, L'Irlande et ses inst. politiques, Parigi 1928; Faucon, Le Statut de l'État Libre d'Irlande, Parigi 1929; Hanna, The Statute Law of the Irish Free State, Dublino 1929.
Culti. - È nota la tenacia con cui gl'Irlandesi rimasero in gran maggioranza fedeli alla Chiesa cattolica: il censimento del 1861, al quale il Gladstone s'ispirò nel proporre la separazione dallo stato (disestablishment) della Chiesa anglicana (Church of Ireland) - divenuta legge il 1° gennaio 1871 - dava, per tutta l'isola, 4.205.265 cattolici su 5.798.967 ab. Per il territorio dello Stato Libero, il censimento del 1926 dava le seguenti cifre: cattolici, 2.751.269; protestanti episcopali (anglicani) 164.215; presbiteriani, 32.429; metodisti, 10.663; altri culti, 13.416. Di questi, si può ritenere che gli Ebrei siano circa il 36-37%: si calcolavano nel 1931 a 5250 circa, dei quali 3500 in Dublino.
La Chiesa cattolica è divisa nelle provincie metropolitane di Armagh (primaziale), con suffraganei Ardagh, Derry, Down e Connor, Dromore, Kilmore, Meath, Raphoe, e parte di Clogher; Cashel, con suffraganei Cloyne, Cork, Emly, Kerry e Aghadoe, Killaloe, Limerick, Ross, Waterford e Lismore; Dublino, con suffraganei Ferns, Kildare e Leighlin, Ossory; Tuam, con suffraganei Achonry, Clonfert, Elphin, Galway e Kilmacduagh (con Kilfenore), Killala.
La Chiesa anglicana ha come organo supremo il General Synod, composto di vescovi e di rappresentanti, laici ed ecclesiastici, delle diocesi. I vescovi sono eletti da sinodi diocesani; quello di Armagh è scelto dai vescovi. All'amministrazione finanziaria provvede il Representative Church Body.
Forze armate. - Esercito. - Costituito dopo il trattato di Londra del 6 dicembre 1921, il suo bilancio di guerra ammontava (1930) a lire sterline 1.443.000, pari a lire italiane 134 milioni circa. Forza bilanciata: 10.200 uomini, di cui 730 ufficiali. Autorità gerarchica suprema è il ministro della Difesa, assistito dal Consiglio della difesa. Il territorio è diviso in 4 regioni militari di brigata (Curragh, Dublino, Cork, Athlone). L'esercito comprende: fanteria (27 battaglioni); carri d'assalto (4 compagnie); artiglieria (2 gruppi); genio (i deposito d'istruzione, 5 compagnie); aeronautica (i squadriglia); corpo dei collegamenti (4 compagnie); servizî di sanità, di polizia militare, dei trasporti; scuole militari e campo d'istruzione di Curragh.
Il reclutamento è basato sul principio dell'arruolamento volontario, complessivo nell'esercito attivo (2 anni) e nella riserva A (6 anni), ovvero complessivo nell'esercito attivo (minimo 1 mese) e nella riserva B (6 anni). Col consenso dei genitori, è fatta facoltà di arruolarsi, per periodi da 5 a 12 giorni di servizio attivo, anche ai giovani di età dai 14 ai 18 anni. I riservisti possono essere richiamati per periodi d'istruzione di durata non superiore a 30 giorni in ogni anno. Delle riserve fa parte anche la riserva volontaria, nella quale possono arruolarsi uomini di età fra 18 e 42 anni che si vincolino annualmente: a esercitazioni settimanali, a soggiornare nel campo d'istruzione nei giorni di sabato e domenica, a un periodo d'istruzione, continuativo, di 7 a 15 giorni. Gli ufficiali dell'esercito attivo sono tratti dalla rispettiva scuola militare di reclutamento; quelli di riserva provengono dagli ufficiali dell'esercito attivo collocati a riposo e dal "corpo d'istruzione degli allievi ufficiali di riserva" composto di studenti delle scuole superiori e medie (cadetti) che compiono annualmente un periodo d'istruzione non superiore a 30 giorni (di cui almeno 15, consecutivi, nel campo d'istruzione).
Aviazione militare. - L'aviazione militare dello Stato Libero d'Irlanda forma il corpo aereo dell'esercito, ed è quindi sotto il controllo del Ministero della difesa. Il corpo aereo dell'esercito è dislocato sull'aeroporto di Baldonnel (Dublino). Vi sono altri aeroporti a Fermoy (Cork), Oranmore (Galway), Collinstown (Dublino), Gormanston (Meath). Esso è costituito per corrispondere alle necessità dell'esercito e provvede all'addestramento del personale per i bisogni futuri.
I comandi dell'armata si trovano a Baldonnel, dove sono dislocati anche: il 1° squadrone (composto di due flights) e la scuola d'aeronautica e addestramento in volo). La scuola d'aeronautica, costituita nel 1925, si occupa dell'addestramento al volo e dell'istruzione a terra degli ufficiali e degli allievi; provvede ai corsi per gli ufficiali dell'esercito e all'istruzione tecnica per i motoristi. L'addestramento in volo viene compiuto mediante due sezioni-scuola e con un totale di 4 istruttori. La sezione "A" è dotata di apparecchi Moth D.H. 60 e Avro 504 K., per l'istruzione elementare, mentre la sezione "B", a cui gli allievi vengono trasferiti dopo 20 ore di volo da solo, serve per il perfezionamento sui caccia Bristol D.H. 9, e Martinsyde F. 4, come pure per la parte pratica della navigazione, del bombardamento, della fotografia e delle formazioni di volo.
Finanze. - Bilancio e debito pubblico. - Il sistema finanziario dello Stato Libero d'Irlanda è, nonostante qualche modificazione per la struttura essenzialmente agricola del paese, analogo a quello della Gran Bretagna. Le entrate del bilancio derivano dai dazî all'importazione e dalle tasse sul consumo, e, solo in proporzione minore, dalle imposte dirette (income-tax e super-tax). Le spese principali sono quelle per l'istruzione pubblica, per l'agricoltura, per i servizî sociali e per il servizio del debito pubblico.
Per coprire il deficit, dovuto prima alle spese per scopi militari e di risarcimento, incontrate durante la guerra civile 1922-23, e in un secondo tempo a spese di carattere produttivo (importanti soprattutto quelle per lo sviluppo degl'impianti elettrici), lo Stato Libero d'Irlanda ha dovuto ricorrere a prestiti all'interno e all'estero. Al 31 marzo 1933 il debito pubblico complessivo ammontava a 28,0 milioni di sterline, di cui 27,3 di debito interno e 0,7 di debito estero, esclusa la quota del debito nazionale britannico che, in seguito all'accordo avvenuto il 3 dicembre 1925 tra il governo inglese e quello irlandese, fu addossata all'Irlanda nella misura di 250.000 sterline all'anno per 60 anni.
Moneta e credito. - Col Currency Act del 1927 lo Stato Libero d'Irlanda ha provveduto a crearsi una moneta separata da quella britannica, per quanto sempre ancorata alla sterlina, e ne ha affidato la direzione a una Commissione monetaria indipendente da ogni controllo governativo. La Commissione ha cominciato quindi nel settembre 1928 a emettere biglietti a corso legale (legal tender notes), convertibili su domanda in moneta legale britannica alla pari e coperti interamente da oro, biglietti o titoli britannici, e a sostituire con tali emissioni parte dei biglietti di banca allora in circolazione. Con la stessa legge è stato consolidato a 6 milioni di lire sterline l'ammontare della circolazione fiduciaria (soggetto però a revisione periodica) delle otto banche che, divenute azioniste della Commissione monetaria, hanno conservato il privilegio dell'emissione. I loro biglietti (consolidated bank notes) circolano liberamente all'interno, sono convertibili su domanda nei biglietti a corso legale emessi dalla Commissione monetaria e sono garantiti da carta commerciale e da altre attività liquide delle banche, tenute a disposizione della Commissione, la quale ha anche facoltà d'ispezionare il portafoglio delle banche stesse.
Al 31 dicembre 1932 i biglietti a corso legale in circolazione e la rispettiva riserva ammontavano a 7,7 milioni. Alla stessa data la circolazione complessiva era di 14,5 milioni di sterline.