IRRIGAZIONE (XIX, p. 569; App. II, 11, p. 66)
Progressi della tecnica irrigatoria. - Dopo la fine della seconda guerra mondiale si nota un notevolissimo sviluppo dell'i. a pioggia (o pluvirrigazione); negli anni fra le due guerre tale metodo d'i. ebbe diffusione piuttosto lenta e rimase essenzialmente nell'ambito della iniziativa privata dei singoli agricoltori in mancanza di una vera sperimentazione scientifica e tecnica sviluppatasi successivamente. Negli S.U.A. la superficie irrigata a pioggia, che era di 100.000 ha nel 1946, era salita a 1.200.000 ha nel 1954; in Italia nel 1957 si erano raggiunti 276.000 ha; in Israele su 100.000 ha irrigati nel 1954, il 90% lo erano a pioggia. In complesso il sistema non si può considerare superiore a quelli classici per scorrimento, sommersione, infiltrazione, ma va ad aggiungersi agli stessi per trovare applicazione dove tali metodi non risulterebbero tecnicamente ed economicamente sostenibili.
Una particolare applicazione del metodo per aspersione si è recentemente avuta attraverso la fertirrigazione, che raggiunge il duplice scopo di irrigare e contemporaneamente fertilizzare i terreni. In passato consisteva nel distribuire il liquame di lavaggio delle stalle (raccolto in apposite vasche) per mezzo di una rete di canaletti su prati e pascoli. Si aveva però così un forte spreco di fertilità e una ineguale distribuzione sul terreno: vennero allora sostituiti i canaletti con apposite tubazioni ove il liquame scorre in pressione. Si realizzò quindi una distribuzione ad aspersione. Si possono in tal modo irrigare a pioggia per cadente naturale i terreni posti più in basso delle vasche di raccolta del liquame. Per quelli a giacitura più elevata occorre far ricorso al pompaggio. I tipi di tubazioni, ugelli irrigatorî e pompe usati nell'i. a pioggia, sono stati adattati, con qualche modifica, alla fertirrigazione. Sperimentazioni particolari, specie in Svizzera e in Germania, sono state istituite per risolvere alcuni problemi, quale la determinazione della densità più appropriata del liquame, la convenienza o meno di lasciarlo fermentare, i quantitativi più rispondenti ai bisogni delle piante, ecc.
Nel 1939, in Italia si è realizzato un nuovo metodo che permette, svincolandosi dalle pompe speciali, di ottenere automaticamente una dosatura idraulica del liquame fertilizzante da mescolare con l'acqua nelle tubazioni. Il metodo si avvale di un miscelatore, un apparecchio munito di un ugello da cui esce un getto d'acqua (cadente naturale) che provoca depressione in una camera comunicante con la sottostante vasca di raccolta del liquame: per effetto della depressione il liquame aspirato, mescolato all'acqua uscente dall'ugello, viene trascinato verso il diffusore, quindi nella tubazione irrigua munita al solito di spruzzatori. Il dosaggio della miscela fertilizzante è regolato dal rapporto tra il diametro del diffusore e quello dell'ugello. Il miscelatore può poi essere disinserito, qualora si voglia ottenere un'i. di acqua pura.
Si hanno numerosi esempî di vere e proprie reti consorziali d'i. fertilizzante, specie in regioni montane dell'Austria, Baviera, Svizze ra. L'i. a pioggia può essere poi concimante, se in luogo dei liquami si mescolano all'acqua determinati concimi. Esistono appositi apparecchi concimatori (v. fig.) che possono essere montati in derivazione sulle condotte dell'acqua chiara. L'i. concimante conduce, secondo prove eseguite in Germania, ad una notevole economia di concime.
La pluvirrigazione può essere usata anche per altri scopi. Tra questi si può ricordare l'i. anti-brina; la brina danneggia, anzi distrugge le colture (fiori e frutta) a fine primavera, al tempo della fioritura, quando la temperatura notturna discende sotto zero (come avviene, ad esempio, in Alto Adige): con un'i. a pioggia fine, contemporanea e continua su tutta la superficie coltivata da proteggere, si viene a determinare la formazione di una sottile crosta di ghiaccio protettiva. Occorrono in questo caso impianti con tubazioni fisse, interrate, alimentanti aste montanti tubolari alte 6-8 metri con piccoli ugelli spruzzatori. Questi impianti servono poi anche in estate per l'i. antisiccitaria.
Una tendenza recentemente manifestatasi in Francia è quella di addivenire alla distribuzione dell'acqua irrigua a domanda, e ciò allo scopo di rendere sempre più razionale ed economica l'utilizzazione dell'acqua per irrigazione. Verrebbe cioè sostituito il classico sistema a turno e date prestabilite, con libera derivazione a seconda delle necessità delle colture. Questi nuovi criterî di utilizzazione dell'acqua possono essere meglio adottati con reti sotto pressione; un esempio è dato dall'impianto a pioggia di Gardanne (Francia di Sud-Est) entrato in esercizio nel 1957 per l'i. di 950 ha.
Un mezzo di provvista dell'acqua per i. che va sempre più diffondendosi nelle regioni collinari è quello dei cosiddetti laghetti collinari. Basta chiudere con piccole dighe di terra le pieghe delle pendici, per immagazzinare modesti invasi atti all'irrigazione di pochi ettari di terreno sottostante; questi laghetti, oltre che permettere l'irrigazione di zone altrimenti sprovviste di risorse idriche, contribuiscono in misura non trascurabile alla regolazione degli aflussi di piena.
Questi serbatoi trovano il luogo d'impiego lungo la catena appenninica del Centro-Mezzogiorno e nelle Isole, proprio là dove l'i. delle terre agricole è attualmente assai limitata. Si calcola, approssimativamente, che la superficie geografica atta, per condizioni climatiche, geomorfologiche e pedologiche, ad accogliere i laghetti collinari corrisponda a una fascia di circa 8 milioni di ha su altitudini oscillanti da 100 a 600 m.s.m. In tale fascia territoriale, caratterizzata da precipitazioni scarse nel semestre primaverile-estivo e abbondanti nel corso dell'inverno, potranno utilizzarsi le acque dei laghetti nell'i. delle colture durante i periodi siccitosi che, d'ordinario, ne contendono il normale sviluppo, decurtando la resa unitaria. Generalmente, siffatti serbatoi hanno capacità d'invaso relativamente limitate. Ma ciò non toglie significato alla loro considerevole utilità, se si pensa che l'Italia nel 1954 annoverava poco più d'un centinaio di laghetti collinari distribuiti in Emilia, Marche, Toscana, Umbria e Lucania con una totale capacità d'invaso di circa m3 4.500.000, mentre in data d'oggi (1959) il numero di essi si aggira intorno a 2000 con un invaso globale di m3 80.000.000 d'acqua, sufficienti a irrigare più di 50.000 ha, e che con l'ausilio di questo mezzo non meno di 300.000 ha potranno essere ulteriormente acquisiti alla coltura irrigua nazionale. Allo scopo di coordinare le numerose iniziative in materia, un apposito ufficio è in funzione presso il ministero dell'Agricoltura e delle Foreste. Esempî del genere sono offerti altresì dai serbatoi artificiali (tanks) che costellano Ceylon, gran parte dell'India e di non poche contrade a clima tropico-equatoriale, alla cui esistenza è collegata la possibilità della risicoltura locale.
Di un ordine completamente opposto è l'ulteriore sviluppo in tutto il mondo dei grandi invasi realizzati con alte dighe di sbarramento; tali invasi sono di solito creati per scopi multipli d'i., produzione di energia idroelettrica, regolazione delle piene. Così dicasi dei grandi canali di derivazione.
Per quanto riguarda i canali irrigui, si tende oggi, oltre che ai rivestimenti degli stessi per impedire le perdite di filtrazione, alla costruzione di canali, più o meno grandi, prefabbricati con modalità di carattere industriale, che portano alla riduzione della varietà di tipi e di dimensioni.
Sviluppo delle irrigazioni in Italia. - Nel campo dell'i. a pioggia la estensione a vasti comprensorî irrigui offre numerosi esempî recenti di particolare interesse. Il primo grande impianto consortile di pluvirrigazione completamente fisso è quello di Tassullo in val di Non (Trento), del 1958; sono irrigati 485 ettari in gran parte a pometi (renette) con dotazione di 0,5 litri/secondo-ettaro; l'impianto sfrutta una caduta naturale. La rete fissa in tubazioni d'acciaio ha uno sviluppo di 115 km, con 1425 idranti, sfiati automatici, venturimetri, ecc. Sostituisce una vecchia rete a scorrimento. Nella pianura veronese l'irrigazione a pioggia è estesa attualmente a 50.000 ettari con 2400 impianti. La pianura di Sesto Fiorentino (Firenze), ove i lavori di bonifica idraulica furono iniziati nel 1930 ed ora sono praticamente ultimati, si trova, come altri comprensorî di bonifica, ad essere fortemente depauperata dell'umidità nel periodo estivo; di qui la necessità dell'i. integrativa, su oltre 2000 ettari. La distribuzione delle acque è effettuata a mezzo di una rete di condotte in pressione in cemento armato interrate (gettate in opera su forme pneumatiche). L'acqua è derivata da apposite bocchette di erogazione. Il metodo d'i. è lasciato alla libera scelta dell'utente. L'i. in bonifica si è estesa ad altri 46.000 ha della Bonifica di Burana, mediante l'impianto di derivazione del Sabbioncello (derivazione di 20 m3/sec dal Po). La derivazione è ultimata, come pure il canale adduttore e uno degli impianti di sollevamento. L'i. dei terreni della Grande Bonifica Ferrarese ha pure avuto un notevolissimo incremento con il completamento dei grandi sifoni di derivazione dal Po (Berra, Contuga, Guarda) e della rete di canali irrigui (56.000 ha irrigati con 36 m3/sec). Il canale Regina Elena derivato dal Ticino, a valle della diga di sbarramento del Lago Maggiore (ultimata nel 1942) serve ad integrare la portata della rete dei canali Cavour, con una portata estiva di 50 m3/sec con punte fino a 70 m3/sec. La costruzione di questo canale è stata portata a termine nel 1954. Il canale è lungo 25 km con due gallerie di 1516 e 1823 m: le pareti e il fondo sono rivestiti in calcestruzzo vibrato. È in corso di avanzata realizzazione il progetto del Canale Emiliano-Romagnolo, per il quale vengono derivati 68 m3/sec a valle della foce del Panaro in Po (impianto di sollevamento); il comprensorio su cui si svilupperà l'irrigazione ha un'estensione di 210.000 ettari. Di particolare interesse la botte sotto il Reno costruito in calcestruzzo armato a due canne, lunghe m 523. L'alveo del cavo Napoleonico, attenuatore delle piene del Reno, viene usato come primo tronco del canale irriguo.
Recenti opere d'irrigazione all'estero. - Nel 1950 la superficie totale irrigua nel mondo era di oltre 120 milioni di ha: si prevede che nel 2000 tale superficie possa estendersi a 200 milioni di ha.
Negli S.U.A. il canale All American, entrato in servizio nel 1940, deriva le acque dal Colorado per l'irrigazione della Imperial Valley e della Coachelle Valley (212.000 ha), con portata massima di 429 m3/sec e lunghezza di 129 km. Lungo questo canale vi sono anche due impianti idroelettrici, e 4,4 m3/sec servono per l'approvvigionamento idrico di S. Diego e Buffalo Trenton. Nel bacino del Columbia (Washington) è entrata in funzione nel 1948 la derivazione delle acque del Columbia con impianto di accumulazione nel lago artificiale della Grand-Coulee (1,8 miliardi di m3 di invaso, diga alta 167 m), per l'i. della valle del Columbia e produzione di energia elettrica. Nel bacino del Missouri, che è uno dei più vasti del mondo, è prevista la costruzione di oltre 100 dighe per la creazione di serbatoi aventi una capacità complessiva attorno ai 117 miliardi di m3. Lo scopo è la difesa dalle inondazioni, l'i. di oltre 1.600.000 ha di terreno arido o semiarido, la produzione di energia, navigazione, approvvigionamento potabile. È costruito ed in esercizio il serbatoio "Garrison" (1956), invasante 28 miliardi di m3; il serbatoio "Oahe", invasante 29 miliardi di m3, sarà terminato nel 1964; sono in esercizio il serbatoio Fort Randall di 7,75 miliardi di m3 (1956) ed altri minori.
In Cina è difficile separare i problemi dell'i. da quelli della correzione dei fiumi, della navigazione, dello sfruttamento idroelettrico. L'acqua si può dire che in gran parte condiziona la vita di questo immenso paese. Il Fiume Azzurro e soprattutto il Fiume Giallo sono causa, con le loro piene. di catastrofiche inondazioni; la loro regolazione mediante serbatoi può limitarle e permettere l'i. delle risaie e la produzione di energia. Il progetto di San Men sul Fiume Giallo riguarda una diga di ritenuta di 100 m di altezza, creante un invaso di 36 miliardi di m3 utili. L'opera è in costruzione e permetterà, tra l'altro, l'i. dell'immenso delta del Fiume Giallo; un elemento di preoccupazione per l'invaso è costituito dall'enorme quantità di limo trasportata dalle piene, valutata in 163 miliardi di tonnellate annue.
In India sarà compiuta nel 1960 la costruzione della grande diga sul fiume Sutley (Panjāb) alta 213 m con invaso di 9 miliardi di m3. Verranno irrigati 2.600.000 ha di terra deserta.
In Giappone le risaie occupano attualmente 2.800.000 ha (55% dell'area coltivabile); per la massima parte l'acqua d'i. è invasata in serbatoi sbarrati da piccole dighe di ritenuta in terra, il cui numero si fa ascendere a 277.000. Sono in costruzione 57 dighe in terra e 17 in calcestruzzo in relazione all'i. in corso di 1.600.000 ha.
In Israele è in primo piano il problema dell'i. del Negev, zona meridionale del paese, a clima arido. La condotta Yarkon-Negev, della quale sono attualmente posati 95 km in cemento armato del diametro di n 1,50 e 12 km del diametro di 1,25, con tre stazioni di pompaggio, permetterà l'i. di 37.000 ha. Il programma più importante di utilizzazione delle acque è quello che concerne la derivazione dal fiume Giordano per l'i. di 55.000 ha del Negev; l'acqua viene in parte accumulata nel lago di Tiberiade. L'elemeuto regolatore di tutto il sistema idraulico di Israele sarà una condotta di m 2,50 di diametro, in cemento-armato precompresso, con 2 stazioni di pompaggio e diversi serbatoi.
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