IRRIGAZIONE (XIX, p. 569; App. II, 1, p. 66; III, 1, p. 896)
Nel corso degli ultimi venticinque anni l'i. ha registrato importanti progressi e sviluppi: la superficie mondiale irrigata, stimata nel 1949 in 105 milioni di ettari, nel 1975 ha raggiunto 234 milioni di ettari, corrispondenti al 16% dei terreni complessivamente coltivati. L'i. si esercita in tutti i continenti ed è destinata a varie colture, ma oltre i due terzi delle aree irrigate appartengono al continente asiatico e più della metà dell'agricoltura irrigata è riservata al riso. L'espansione dell'i. in proporzioni così rilevanti è dovuta a varie circostanze: si è ricorso a questa tecnica d'intensificazione colturale soprattutto su sollecitazione della pressione demografica - che in quell'arco di tempo ha segnato incrementi annui del 2% - e della crescente domanda di prodotti alimentari. La raggiunta indipendenza dei paesi ex-coloniali ha inoltre comportato, con un nuovo impulso al loro sviluppo agricolo, l'adozione o l'estensione dell'i. nella larga fascia geografica arida e subarida.
L'i. impegna il 75% dell'acqua dolce utilizzata nel mondo, intorno cioè a 2500 miliardi di m3; le nuove aree irrigate sono state alimentate soprattutto dalle acque fluenti con grandi opere di raccolta e di deviazione; minori le utilizzazioni delle falde sotterranee che costituiscono una risorsa ancora pressoché intatta per il futuro, ma spesso più costosa delle disponibilità superficiali. Tra i paesi che più hanno contribuito al recente sviluppo irriguo si ricordano gli Stati Uniti, dove da 10,5 milioni di ettari nel 1950, le aree irrigate sono state portate a 16,6 milioni nel 1975, specialmente negli stati dell'ovest e del sud (California, Arizona, New Mexico, Texas, Oklahoma, ecc.). Anche in URSS le superfici irrigate si sono accresciute (da 6,5 milioni nel 1950 a 12,8 milioni nel 1975), nelle regioni aride e subaride di Povolzbye, di Rostov, nell'Azerbaijan, nel Kazakhstan, nell'Ukraina meridionale. Da menzionare inoltre - tra le più importanti opere d'invaso costruite in quegli anni - il grande serbatoio formato dalla nuova diga di Assuan destinato a estendere l'agricoltura su 500.000 ha e a trasformarne altri 300.000 da periodicamente sommersi a regolarmente irrigati, in un paese, come l'Egitto, la cui esistenza dipende completamente dall'irrigazione.
Le scadenze dello sviluppo demografico e le proiezioni della domanda alimentare impongono ulteriori e continue sollecitazioni per l'estendimento e per la migliore efficienza dell'irrigazione. L'Indicative World Plan for agricultural development, elaborato dalla FAO nel 1970, ha proposto per i paesi in via di sviluppo incrementi delle superfici irrigue particolarmente cospicui. La conferenza mondiale dell'alimentazione promossa nel 1974 dalle Nazioni Unite ha confermato la necessità di estendere l'i. nelle regioni in via di sviluppo - con maggiore incremento demografico e minori risorse alimentari - oltre a migliorare e ammodernare territori già irrigati. Nel Medio e soprattutto nell'Estremo Oriente, dove il potenziale aumento delle terre coltivabili è limitato in confronto alle difficili prospettive di sussistenza, il principale obiettivo strategico è appunto quello dell'intensiva utilizzazione dell'i. esistente, insieme con possibili estendimenti.
Lo sviluppo dell'i. ha richiamato un crescente impegno nella ricerca dell'utilizzazione ottimale delle risorse idriche non soltanto perché l'acqua è sempre più richiesta per altri usi, e specialmente nei paesi industriali, ma anche per la sua scarsità, e proprio nelle regioni aride e subaride, nonché per gli alti costi degl'impianti e dell'esercizio irriguo. Gli studi e le ricerche si sono orientati verso l'individuazione di tecniche che assicurino la migliore efficienza e quindi il minore consumo idrico. La tecnologia dell'i. si è anche indirizzata verso la meccanizzazione e l'automazione degl'impianti al fine di ridurre l'incidenza dei costi di lavoro e di gestione. Si è tuttavia tenuto conto che l'estensione dell'i. ricorre in diversi ambienti e nelle più disparate condizioni agronomiche e socioeconomiche, talché le evoluzioni tecnologiche hanno dovuto opportunamente adattarsi alle varie realtà; anche dunque presso quelle tradizionali - le quali interessano del resto la gran parte dell'i. mondiale - certamente non respinte ma, ove possibile e necessario, migliorate e ammodernate. Sono comunque validi i risultati delle ricerche agronomiche intese al più razionale ed economico uso dell'acqua; va così segnalata la diffusione delle norme di qualificazione e di scelta dei terreni atti all'i. definite nel 1953 dal Bureau of Reclamation dell'U.S. Department of Interior. La vocazione irrigua è basata su parametri economici, topografici, fisici e chimici, e i terreni sono ripartiti in rapporto alla loro suscettività all'i.; la classificazione ha finalità pratiche e di semplificazione progettuale, e viene adattata con opportuni accorgimenti alle varie circostanze nelle quali si applica. Una sempre più efficace utilizzazione dell'acqua destinata all'i. è dovuta anche alle acquisizioni conoscitive sui rapporti tra acqua, terreno e pianta. Le relazioni tra acqua e terreno forniscono i parametri essenziali per la giusta determinazione dei volumi di adacquamento; i rapporti tra acqua e pianta integrano, con le informazioni sui consumi, la programmazione degl'impianti e dell'esercizio dell'irrigazione. Vari, e di continuo affinati, sono i metodi per la determinazione delle esigenze idriche delle colture; esigenze dovute sia alla traspirazione delle piante sia all'evaporazione del terreno; le quali assieme costituiscono i valori dell'evapotraspirazione. I metodi adottati per determinare i fabbisogni idrici delle colture sono basati sulla correlazione dell'evapotraspirazione con la temperatura (Thornthwaite, Blaney-Criddle), o con l'evaporazione da specchio liquido (Hargreaves, Tombesi-Romano-Lanciani), o con il deficit di umidità dell'aria (Haude, Papadakis), o sul bilancio energetico (Penman, Turc).
Tra i sistemi prescelti per accrescere l'efficienza dell'i. ha avuto larga diffusione quello per aspersione il quale consente una dosatura pressoché ottimale riducendo le perdite di distribuzione; la somministrazione a goccia ha avuto iniziali applicazioni, peraltro delimitate a particolari condizioni colturali. Altri sistemi di distribuzione localizzata e di subirrigazione sono stati anche tentati con lo stesso obiettivo. L'adozione di reti tubate di adduzione e distribuzione è stata preferita, ove tecnicamente ed economicamente ammissibile, anche per sistemi a espansione superficiale, onde ridurre dispersioni idriche. Per contenere inoltre gl'interventi di lavoro umano si tende a limitare o eliminare le ali mobili negl'impianti a pioggia servendo i terreni con reti fisse o con sistemi fissi automatizzati; ovvero, al contrario, si adottano attrezzature mobili di grande rendimento esecutivo. La tendenza delle ricerche tecnologiche, in conclusione, si è orientata verso metodi e applicazioni che incidono sul processo irrigatorio per migliorarne le qualità operative, aumentarne l'efficienza, ridurne i costi, accrescere la produttività del lavoro, esaltare la produttività agricola.
In Italia, negli ultimi venticinque anni, le superfici irrigabili si sono accresciute di oltre un milione di ettari: nel 1948 erano valutate 2.185.000 ha; nel 1962 un'inchiesta condotta dall'Istituto nazionale di economia agraria accertò una consistenza irrigua di circa 3.100.000 ha; nel 1975 le superfici irrigabili hanno raggiunto 3.450.000 ha; per il 68% nell'Italia settentrionale, per il 9% nel Centro, per il 23% nel Mezzogiorno e nelle Isole. Il maggiore sviluppo si è avuto tra il 1949 e il 1968: nel corso di quegli anni gl'interventi pubblici hanno promosso l'i. su più di 856.000 ha di cui 626.000 per espansione superficiale e circa 230.000 a pioggia. Particolare impulso si è verificato nelle regioni meridionali e nelle Isole dove la Cassa per il Mezzogiorno dal 1950 al 1975 ha realizzato invasi e altre opere di captazione per due miliardi di metri cubi di acque destinate all'irrigazione. Nel 1975 le superfici di nuova i. nel Mezzogiorno e nelle Isole ammontavano a 460.000 ha.
Insieme con l'espansione delle superfici irrigue si è registrata un'evoluzione tecnica del processo irrigatorio. Per conseguire progressi operativi e maggiore efficienza negl'impianti si sono notevolmente diffuse reti tubate di adduzione e distribuzione e l'irrigazione a pioggia: obiettivo prioritario è quello di ridurre le dispersioni di trasporto e di somministrazione che si è calcolato superino il 60% dei volumi idrici erogati (il 67% negl'impianti irrigui dell'Italia settentrionale, il 42 e il 45% rispettivamente in quelli del Centro e del Sud). L'i. a pioggia comunque, pur prendendo piede, e specialmente nell'Italia centrale, non serve che un sesto delle superfici irrigate. I metodi più diffusi sono quelli per scorrimento e per infiltrazione, particolarmente nell'Italia settentrionale e in quella meridionale; l'i. per sommersione è più adottata in Piemonte, in Lombardia (riso, marcite) e in Sicilia (agrumeti).
Programmi di ulteriore espansione interessano 2,4 milioni di ettari di nuova i. e interventi di completamento su altri 800.000 ha. Superfici in studio o in progetto per nuove i. ammontano a oltre 1.100.000 ha nel Nord e a circa 300.000 nelle regioni centrali. Il piano speciale per l'i. della Cassa per il Mezzogiorno interesserà entro il 1980 nuove superfici per 472.000 ha.
Nel 1970 il fabbisogno idrico globale per l'i. ammontava a 25,6 miliardi di metri cubi, per il 67% prelevati direttamente da fiumi, per il 6% da serbatoi e per il 27% da pozzi. Con l'espansione dell'i. la Conferenza nazionale delle acque (1971) ha calcolato per il 1980 un fabbisogno totale di 32,2 miliardi di metri cubi, pari a poco più di un quarto delle risorse idriche complessive italiane disponibili, superficiali (110 miliardi di metri cubi) e sotterranee (13 miliardi di metri cubi).
L'espansione dell'i. italiana, così come si è realizzata nel passato venticinquennio e com'è in programma, si deve alla necessità di aumentare la produttività della nostra agricoltura, di accrescerne la specializzazione, di valorizzare le nostre aree mediterranee soggette alle limitazioni della siccità; e ciò soprattutto per rendere i nostri prodotti competitivi nei confronti della concorrenza degli altri paesi del Mercato comune e dei mercati mondiali. L'impegno rivolto allo sviluppo dell'i. ha conseguito risultati soddisfacenti: l'i. ha fornito infatti un contributo essenziale al progresso dell'agricoltura nazionale dato che dalle superfici irrigate, che rappresentano il 12% della superficie agraria e forestale complessiva, si ottiene la metà della produzione del nostro paese. Vedi tav. f. t.
Bibl.: A. Antonietti, A. D'Alanno, C. Vanzetti, Carta delle irrigazioni d'Italia, Roma 1965; Istituto Centrale di Statistica, Primo censimento generale dell'agricoltura 1960, vol. V, ivi 1967; FAO, Previsional indicative world plan for agricultural development, ivi 1970; Conferenza nazionale delle acque (1968-1971), I problemi delle acque in Italia, relazione e documenti, ivi 1972; Cassa per le opere straordinarie di pubblico interesse nell'Italia meridionale, Relazione ai bilanci 1972, 73, 74; Istituto Centrale di Statistica, Secondo censimento generale dell'agricoltura 1970, vol. V, ivi 1974; Associazione Nazionale delle bonifiche, delle irrigazioni e dei miglioramenti fondiari, Atti del convegno per l'attuazione di un programma di irrigazione in Italia, ivi ott. 1974; United Nations world food conference, The world food problem. Proposals for national and international action, ivi 1974; Comitato nazionale italiano ICID, Celebrazione del 25° anniversario; Rapporto per l'Italia, Mosca 1975; FAO, Production Yearbook 1974, Roma 1975; International commission of irrigation and drainage, Ninth congress on irrigation and drainage, Commemorative volume, General reports, Mosca 1975.