IRRITABILITÀ
. Nelle scienze mediche e biologiche indica la proprietà degli organismi viventi di reagire agli stimoli; in senso lato è sinonimo di eccitabilità (v.), da cui tuttavia si può distinguere riferendo l'irritabilità a condizioni abnormi o patologiche.
Il concetto e la dottrina dell'irritabilità ha grande importanza storica nel campo delle scienze biologiche. Francis Glisson (1597-1677), anatomico e medico inglese, per primo introdusse la parola e il concetto d'irritabilità, riferendola alle fibre muscolari, come speciale proprietà di esse, che determinerebbe la loro capacità di muoversi, reagendo ad azioni esteriori. Lorenzo Bellini (v.) introdusse (1683) nella medicina il concetto generale degli stimoli. Albrecht von Haller (1708-1777) limitò il concetto d'irritabilità ai muscoli, distinguendola dalla contrattilità e dalla sensibilità, della quale ultima sarebbe dotato soltanto il sistema nervoso. Del concetto e del nome d'irritabilità ed eccitabilità si fece un largo abuso alla fine del Settecento e al principio dell'Ottocento nelle dottrine patologiche di Cullen, John Brown, Rasori, ecc. Un notevole progresso si deve al fisiologo tedesco Johannes Müller (1801-1858) che, pur riconoscendo a tutti i tessuti e organismi la proprietà generale di reagire agli stimoli, fondò la legge delle reazioni specifiche (detta, forse impropriamente, delle energie specifiche) secondo la quale ogni organo, specialmente di senso, reagisce sempre, qualunque sia la natura dello stimolo che lo colpisce, con la stessa forma di attività, che è quella propria sua naturale (l'organo della vista con sensazioni luminose, dell'udito con quelle sonore, il muscolo con la contrazione, la ghiandola con la secrezione, ecc.). Un ulteriore progresso consistette nella scoperta dei fratelli Weber che gli stimoli possono provocare anche fatti inibitorî di attività preesistenti (es. tipico l'azione del nervo vago sul ritmo cardiaco). L'analisi moderna fisiologica di questa importante proprietà generale dei viventi ha condotto a una conoscenza sempre più fine dei diversi fattori che la compongono, sia da parte della natura e dell'intensità degli stimoli (di cui hanno assunto una speciale importanza quelli elettrici, v. elettrofisiologia), sia da parte degli elementi viventi reattivi, tanto nella fase di eccitamento o reazione, quanto in quella successiva di stanchezza o fatica (v.) e restauro. Il concetto di eccitabilità o irritabilità non si limita soltanto ai fenomeni di attività meccanica o dinamica (di movimento o di secrezione, ecc.), ma si estende a tutti i fenomeni vitali, quindi anche patologici (per opera specialmente di R. Virchow), morfologici (dello sviluppo) e psicologici.
Botanica. - Di irritabilità o eccitabilità è dotato il protoplasma delle piante che essendo fondamentalmente della stessa natura di quello degli animali presenta i medesimi fenomeni di reazione agli stimoli esterni (luce, calore, umidità, contatto, ecc.); esso, cioè, è capace di sentire gli stimoli stessi e di reagire verso di essi in un modo più o meno evidente a seconda dei casi. In molti vegetali inferiori o loro organi (alghe Volcinee, zoospore, anterozoi, ecc.) tale reazione si manifesta come negli animali, ossia con movimenti veri e proprî che prendono il nome di tattismi (v. eliotattismo; idrotattismo; chemotassi); nei vegetali superiori, che sono fissi al terreno, la reazione si manifesta con curvamenti e movimenti di orientamento che prendono il nome di tropismi (geotropismo; eliotropismo; idrotropismo; chemotropismo) se sono in relazione alla direzione dello stimolo, o di nastie se sono da essa indipendenti. Anche dove la particolare grossezza dell'organo e la presenza di membrane cellulari ispessite e lignificate impedisce qualsiasi reazione esternamente visibile, è stato dimostrato che il protoplasma è sensibile ai diversi stimoli esterni e reagisce a essi con contrazioni o movimenti interni, con sviluppo di fenomeni elettrici, ecc. L' irritabilità o eccitabilità del protoplasma dei vegetali è, come negli animali, maggiore o minore (e quindi maggiore o minore la reazione agli stimoli esterni che lo colpiscono) a seconda dello stato in cui esso si trova; può essere attutita coi narcotici e può essere aumentata con eccitanti, quali piccole dosi di alcool, di caffeina, o di diversi veleni.