Berlin, Irving
Nome d'arte di Israel Isidore Beilin, compositore russo di famiglia ebrea, naturalizzato statunitense, nato l'11 maggio 1888 in Bielorussia e morto a New York il 22 settembre 1989. Fu uno dei più prolifici autori di canzoni e di commedie musicali della storia statunitense, nelle quali con uno straordinario talento melodico fuse ragtime e ballata tradizionale. Tra le circa mille e cinquecento canzoni che scrisse e musicò fino al 1966, alcune ‒ come Blue skies, God bless America, Cheek to cheek ‒ sono entrate a far parte del patrimonio collettivo degli Stati Uniti. Il suo contributo diretto al cinema si concentrò nel 'periodo d'oro' del musical, nella seconda metà degli anni Trenta; ma numerosi sono stati i film tratti da sue opere teatrali o basati su sue canzoni. Nel corso della carriera ha ricevuto sei nominations e un solo premio Oscar (1943) per White Christmas, la sua canzone più famosa.
Ultimo di otto figli, crebbe in una famiglia dalla ricca tradizione musicale, in cui si tramandava da tre generazioni il mestiere di cantore di sinagoga. Tra il 1892 e il 1893, il villaggio in cui i Beilin vivevano, Toločin, venne distrutto in uno dei molti pogrom antisemiti che sconvolsero in quegli anni la Russia; essi emigrarono perciò negli Stati Uniti (dove anglicizzarono in Balin la grafia del loro nome), installandosi nel Lower East Side, il quartiere ebraico di New York. Nel 1896 la morte del padre li privò della principale fonte di sostentamento; B. dovette quindi abbandonare la scuola, dopo appena due anni di studi regolari (avrebbe imparato a parlare correttamente in inglese molto tempo dopo), e fu costretto a una serie di lavori umili e precari: venditore di giornali, strillone pubblicitario, e infine cantante (nonostante la voce molto esile), prima nelle strade e poi, dal 1902, nei bar della Bowery, la zona più povera della città. Nel 1904 ottenne il suo primo posto fisso, come cameriere-cantante di un ristorante di Chinatown, e contemporaneamente cominciò a scrivere testi di canzoni, alcuni dei quali in yiddish; il primo, musicato dal pianista del locale, gli fu pubblicato nel 1907. Fu in questa occasione che (facendo suo un errore di trascrizione del tipografo) cambiò il proprio cognome in Berlin; vi aggiunse il nome Irving in omaggio a Henry Irving, il maggiore attore teatrale inglese dell'epoca. Nonostante la sua impreparazione tecnica ‒ non riuscì mai né a leggere né a scrivere le note e compose la maggior parte delle sue canzoni in fa diesis maggiore ‒ in seguito iniziò a comporre anche le musiche dei suoi brani. Il suo editore musicale, T. Snyder della Seminary Music Company, nel 1909 lo assunse in pianta stabile, e lo prese successivamente come socio: nel 1913 l'azienda divenne così la Waterson-Berlin-Snyder e, nel 1919, quando B. ne rimase l'unico proprietario (un avvenimento senza precedenti), la Irving Berlin Music Incorporated.
Il suo primo grande successo fu Alexander's ragtime band, del 1911, con cui il jazz fece il suo ingresso nella canzone popolare e quindi nella società dei Bianchi. Dal 1914 affrontò anche la commedia musicale, introducendovi per primo il ragtime, ed elaborando fino al 1949 quasi un copione all'anno. Il suo apporto al cinema fu inizialmente solo indiretto: era sua Blue skies, la prima canzone che gli spettatori poterono ascoltare dallo schermo, in The jazz singer (1927; Il cantante di jazz) di Alan Crosland, il film che inaugurò l'era del sonoro, e che, nella figura del figlio di un cantore di sinagoga che scopre il fascino del ragtime, evoca l'autentica vita non solo del protagonista Al Jolson ma anche di B. stesso. Diverse sue produzioni furono utilizzate in modo simile negli anni seguenti, come in Hallelujah (1929; Alleluja) di King Vidor, un musical interpretato da attori neri. Aprì la serie delle canzoni scritte espressamente per il cinema con The Cocoanuts (1929; Noci di cocco) di Joseph Santley, il primo film dei fratelli Marx, tratto da una sua opera teatrale del 1925. L'anno seguente affiancò all'attività di musicista quella di soggettista in Mammy (Nomadi del canto) di Michael Curtiz e, nel 1931, in Reaching for the moon (Come il pirata nero ‒ Mi sposo e torno) di Edmund Goulding, con Douglas Fairbanks; ma i produttori di quest'ultimo film, convinti che i musical fossero ormai fuori moda, fecero tagliare in fase di montaggio quasi tutte le sue canzoni, e B., irritatissimo, abbandonò il cinema. Fu costretto a tornarvi cinque anni dopo, a causa della crisi economica che aveva drasticamente ridotto il pubblico degli spettacoli di Broadway, e fino al 1939 lavorò anzi quasi eclusivamente per Hollywood, trasferendosi in California. Questa volta però ottenne che né le note, né l'arrangiamento delle sue musiche potessero essere modificati in alcun modo, e riuscì inoltre a conquistare il diritto a una percentuale sugli incassi. La fase artisticamente più felice di questo periodo fu quella legata alla collaborazione con i ballerini Fred Astaire e Ginger Rogers, e con il regista Mark Sandrich, insieme ai quali creò alcuni dei più brillanti musical nella storia di questo genere: Top hat (1935; Cappello a cilindro), Follow the fleet (1936; Seguendo la flotta), Carefree (1938; Girandola). Grazie all'affiatamento con Fred Astaire e al perfezionismo di entrambi, le canzoni (tra le migliori mai scritte da B., come Cheek to cheek, Top hat, Let's face the music and dance) si fusero organicamente con le coreografie e i numeri di danza. Nettamente inferiori furono, invece, le altre opere cui B. lavorò in quegli anni: On the avenue (1937; La signora della Quinta strada) di Roy Del Ruth, con Dick Powell; Alexander's ragtime band (1938; La grande strada bianca) di Henry King, con Tyrone Power, che fu per B. un 'omaggio alla carriera' (vi comparivano ben ventidue sue canzoni), ma il cui soggetto, da lui scritto, fu completamente stravolto dai produttori; Second fiddle (1939; Ho trovato una stella) di Sidney Lanfield, con la pattinatrice-ballerina Sonia Henje.Tornato a Broadway nel 1939, riprese a scrivere opere teatrali di successo, dalle quali furono tratti film come Louisiana purchase (1941; Il re della Louisiana) di Irving Cummings e This is the army (1943) di Curtiz, in cui Katie Smith cantava God bless America, divenuto in seguito una sorta di 'inno ufficioso' degli Stati Uniti. È del 1942 il suo ultimo contributo diretto all'attività cinematografica, quando rinnovò il sodalizio con Fred Astaire e Sandrich in Holiday inn (La taverna dell'allegria), per il quale scrisse White Christmas. Dopo la guerra furono ricavati da suoi spettacoli teatrali Annie get your gun (1950; Anna prendi il fucile) di George Sidney, e Call me Madam (1953; Chiamatemi Madame) di Walter Lang; diversi altri film si ispirarono invece a sue vecchie canzoni o gruppi di canzoni: Blue skies (1946; Cieli azzurri) diretto da Stuart Heisler, con Bing Crosby e Fred Astaire; Easter parade (1948; Ti amavo senza saperlo) di Charles Walters, con Fred Astaire e Judy Garland; White Christmas (1954; Bianco Natale) di Curtiz, con Bing Crosby e Danny Kaye; There's no business like show business (1954; Follie dell'anno) di W. Lang. Ma innumerevoli sono stati i film, anche non musicali, che hanno comunque utilizzato almeno una sua canzone. A partire dall'inizio degli anni Cinquanta la sua attività andò progressivamente rallentando, finché una serie di insuccessi lo spinse ad abbandonare nel 1962 la scrittura di testi teatrali e nel 1966 quella di canzoni. A questo arresto creativo fece riscontro, a partire dalla fine di quello stesso decennio, un forte risveglio dell'attenzione critica nei suoi confronti.
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