LANGMUIR, Irving
Chimico americano, nato a Brooklyn il 31 gennaio 1881. Insegnò chimica a Hoboken; dal 1906 al 1909, fu direttore dell'ufficio ricerche della General Electric Company di New York. Nel 1932 gli venne conferito il premio Nobel per la chimica.
Il L. si è occupato di ricerche chimico-fisiche. A lui si deve una nuova teoria della valenza che, partendo da quella enunciata nel 1916 da G. N. Lewis sui legami polari e sulla cosiddetta regola dell'ottetto, propone dei modelli atomici statici nei quali si suppongono gli elettroni fissi ai vertici di cubi. Questa teoria appare in contrasto con le odierne concezioni meccaniche di E. Rutherford e N. Bohr, ma il contrasto si può anche eliminare sostituendo al concetto statico degli elettroni fissi ai vertici d'un cubo il concetto d'una simmetria cubica nel movimento degli elettroni.
Notevoli sono pure gli studî di L. sulla chimica-fisica degli strati superficiali che hanno portato a nuove teorie nel campo della catalisi eterogenea. Dopo avere stabilito le isoterme d'assorbimento dei gas da parte dei solidi, ha potuto dimostrare che i gas sono assorbiti allo stato atomico e che nella catalisi eterogenea le sostanze assorbite sono orientate in modo speciale e unite al catalizzatore con valenza secondaria. Il L. s'è altresì occupato della determinazione della temperatura di fusione di solidi difficilmente fusibili; è riuscito a realizzare una temperatura di circa 45000 bruciando idrogeno atomico ottenuto con un getto d'idrogeno in un arco voltaico a elettrodi di tungsteno. Ha pure studiato i fenomeni che si verificano a grandi rarefazioni, alle quali ha constatato la volatilizzazione anche di metalli praticamente infusibili. Nel campo tecnico il L. ha fatto applicazioni delle sue ricerche alle lampade a incandescenza, tubi a vuoto per radio, ecc.