Miranda, Isa
Nome d'arte di Ines Isabella Sampietro, attrice cinematografica e teatrale, nata a Milano il 5 luglio 1909 e morta a Roma l'8 luglio 1982. Celebre diva del cinema italiano degli anni Trenta, dalla bellezza algida e austera, M. fu tra le prime femmes fatales europee a essere invitata a Hollywood. Versione italiana della vamp affascinante e misteriosa, fu attrice stimata dal pubblico ma non sempre adeguatamente sfruttata dal cinema, anche se ebbe occasioni importanti con registi come Max Ophuls, Mario Soldati, Renato Castellani. Nel 1949 venne premiata al Festival di Cannes come migliore interprete femminile per Au-delà des grilles (Le mura di Malapaga) di René Clément.
Dopo un'umile adolescenza (lavorò come commessa, dattilografa e modella di pittori), M. frequentò l'Accademia filodrammatica di Milano e, ottenuto il diploma, nella stagione 1932-33 entrò a far parte della compagnia teatrale Fontana-Benassi. L'esordio cinematografico avvenne con Il caso Haller (1933) di Alessandro Blasetti, ma il successo e la popolarità arrivarono, l'anno successivo, grazie a Ophuls che la scelse, tra duemila aspiranti, per il ruolo della tormentata e dissoluta Gaby Doriot in La signora di tutti (1934). Dotata di spiccate capacità drammatiche, la M. fu poi protagonista di numerosi melodrammi sentimentali: Come le foglie (1935) di Mario Camerini (durante la cui lavorazione conobbe il futuro marito, il produttore Alfredo Guarini), Passaporto rosso (1935) di Guido Brignone, L'homme de nulle part (1936; Il fu Mattia Pascal) di Pierre Chenal, da L. Pirandello, e Scipione l'Africano (1937) di Carmine Gallone. Nell'agosto del 1937 accettò l'offerta della Paramount Pictures e partì per Hollywood, ma il soggiorno americano le fruttò solo due lavori mediocri e poco apprezzati: Hotel Imperial (1939) di Robert Florey e Adventure in diamonds (1940; La signora dei diamanti) di George Fitzmaurice. Delusa, tornò in Italia dove, le vennero affidati due ruoli all'altezza delle sue doti drammatiche che la riscattarono da un passato artistico poco fortunato: la Marina di Malombra (1942) di Soldati, da A. Fogazzaro, e la sciantosa di Zazà (1944) di Castellani.
Nel dopoguerra recitò in teatro, per tornare al cinema diretta da Clément con la meritevole interpretazione della bella e triste Marta in Au-delà des grilles. Gli anni Cinquanta la videro protagonista di alcuni film di poco risalto, ma anche di lavori di grande interesse come La ronde (1950; La ronde ‒ Il piacere e l'amore) di Ophuls; o l'episodio diretto da Luigi Zampa in Siamo donne (1953), nel quale la M. interpreta sé stessa raccontando l'altra faccia della vita di una diva; e infine Gli sbandati (1955) di Francesco Maselli. Successivamente lavorò, tra Europa e Stati Uniti, per il teatro, la televisione e il cinema, ma si dedicò anche alla poesia, pubblicando alcune raccolte, e alla pittura. Tra gli ultimi lavori cinematografici si segnala l'intensa e viva interpretazione dell'anziana cliente d'albergo in Il portiere di notte (1974) di Liliana Cavani, ruolo che contribuì a confermare il suo notevole talento recitativo, purtroppo non sempre valorizzato nelle opere cui prese parte.
O. Caldiron, M. Hochkofler, Isa Miranda, Roma 1978.