BARROW, Isaac
Matematico inglese, nato nel 1630, morto nel 1677. Si dedicò agli studî più varî, fra cui emergono quelli matematici e quelli teologici.
Nel 1655, non essendo riuscito ad avere la cattedra di greco a cui aspirava, e anche per ragioni politiche, vendette i suoi libri e lasciò l'Inghilterra, recandosi a Parigi e poi a Firenze, dove studiò nella biblioteca del granduca. Nel 1656 si trasferì a Costantinopoli, dove rimase tutto il 1657. Qui egli studiò le opere del Crisostomo e scrisse altresì un accurato esame e una confutazione della religione musulmana. Ridotto senza mezzi, aiutato da un negoziante inglese suo amico, sbarcò a Venezia, viaggiò in Germania e in Olanda, e tornò nel 1659 in Inghilterra.
Nel 1660 prese gli ordini e divenne professore di greco. Nel 1662 fu nominato professore di matematica a Londra, e nel 1663 a Cambridge. Qui ebbe Newton per suo discepolo, e nel 1669 gli cedette la cattedra, dedicandosi da allora in poi allo studio della sola teologia. Nel 1672 divenne rettore del Trinity College, e dedicò tutti i suoi beni all'incremento della biblioteca del collegio.
I suoi scritti teologici editi nel 1685 riempiono tre volumi in-folio, e sono ancor oggi studiati in Inghilterra (nuova edizione in 9 volumi, 1859). Le sue opere matematiche consistono essenzialmente in un'edizione delle opere di Euclide, di Apollonio e di Teodosio, esposte con un nuovo metodo, che consiste nell'introdurre le notazioni algebriche invece delle lunghe frasi latine.
Maggiore importanza hanno le sue Lectiones opticae geometricae, pubblicate nel 1669 e ristampate nel 1674. In esse il B. prosegue gli studî di Keplero, e preannuncia quelli di Newton. A queste lezioni aggiunse tredici Lectiones geometricae (traduzione inglese del Child, 1916), in cui si possono riconoscere quasi completamente sviluppati, involuti soltanto in una forma troppo geometrica, i principali teoremi del calcolo integrale. L'edizione di quest'opera fu curata da Isacco Newton, il quale, come dice la prefazione "exemplar revisit, aliqua corrigenda monens, sed et de suo nonnulla pene suggerens, quae nostri alicubi cum laude innexa cernes". Difatti qui figurano, adoperati più volte, i concetti di flussione e di fluente (pp. 3, 9, 11) che Newton pose a fondamento del suo modo di concepire il calcolo infinitesimale. Meritano ancora d'essere ricordate le Lectiones Mathematicae, del 1664-65-66, pubblicate a Londra nel 1683 e 1684, le quali sono rivolte ad una minutissima analisi dei concetti che stanno alla base della matematica. Il metodo delle tangenti di Barrow, contenuto nella lezione decima, è estremamente vicino alla formulazione della proposizione fondamentale del calcolo dei massimi e dei minimi, per mezzo delle derivate.