SINGER, Isaac Bashevis
(App. IV, III, p. 335)
Narratore e saggista statunitense di lingua yiddish, morto a Miami Beach (Florida) il 24 luglio 1991. La produzione letteraria di S., molto vasta anche nell'ultimo periodo della sua vita, è stata fino alla fine segnata da una sorta di complicato destino bilingue: per quanto infatti scritti e pubblicati su periodici originariamente in yiddish, i suoi testi sono poi quasi sempre usciti in volume solo in versione inglese, peraltro riveduta e curata personalmente dallo scrittore.
È pertanto a queste traduzioni, sotto certi punti di vista più complete, che si usa far riferimento per titoli e datazioni. Molte le nuove raccolte di racconti, genere in cui S. è maestro: Old love (1979; trad. it., 1980), The image (1985; trad. it., 1987), Gifts (1985) e The death of Methuselah and other stories (1988; trad. it., 1989), in cui è stato tradotto anche uno dei suoi più antichi racconti demoniaci, scritto durante la seconda guerra mondiale. L'autore ha anche curato una scelta dei propri racconti, che include alcuni dei suoi capolavori (The collected stories of Isaac Bashevis Singer, 1982). Ambientati in parte nel Vecchio Mondo e in parte negli Stati Uniti (più raramente in Israele), i racconti di S. documentano la ricchezza di una narrativa che ha saputo congiungere oralità e scrittura, attingendo, nello scenario conturbante del dopo Olocausto, sia all'immenso materiale di folclore, tradizioni e ricordi ebraici provenienti dal passato dell'Europa orientale, sia alle esperienze dei profughi incontrati oltreoceano. Il tema dello smarrimento dell'uomo nel mondo, una delle cifre chiave di tutta l'opera di S., ha trovato felice espressione anche nell'ultimo volume della sua autobiografia, Lost in America (1981; in yiddish Gloybn un Tsveyfl, terza parte, ''Fede e dubbio'', a puntate sul Forverts, 1978), che, insieme alle prime due parti già uscite negli anni Settanta, è stato poi riunito nella trilogia autobiografica, dedicata agli anni della formazione spirituale del giovane S. in Polonia fino alla sua emigrazione negli Stati Uniti, Love and exile (1984; la traduzione italiana del trittico, Ricerca e perdizione, era già apparsa due anni prima). La narrativa dell'ultimo periodo comprende, oltre al filone più scopertamente autobiografico, anche numerosi romanzi: The penitent (1983; in yiddish Der Baal Tshuve, 1973; trad. it., 1988), storia del ritorno all'ortodossia di un ebreo polacco-americano che, rifiutando l'emancipazione degli ebrei moderni, sceglie di vivere tra i chassidim di Gerusalemme nella terra dei padri; la struttura riprende la tecnica del racconto nel racconto, particolarmente frequente nell'ultima produzione dello scrittore (il romanziere riferisce il suo incontro con un lettore e le confessioni di quest'ultimo); un curioso romanzo storico di ambientazione polacca in epoca primitiva, The king of the fields (1988; in yiddish Der Kenig fun di Felder; trad. it., 1990), in cui l'iterarsi delle nuove dominazioni e dei massacri diventa metafora di una condizione umana non sottoposta al controllo della legge morale; Scum (1991; in yiddish Shoym; trad. it., 1991), sul ritorno, all'inizio del 20° secolo, di un emigrante ebreo polacco a Varsavia, a Via Krochmalna, la mitica strada dell'infanzia di S.: un ritorno che non porta al rinnovamento spirituale ma alla supina accettazione di un destino di raggiri, corruzione e fallimento; e infine, pubblicato postumo in inglese, il romanzo The certificate (1992; in yiddish Der Certificat, a puntate nel 1967; trad. it., 1994), che, in uno stile molto vicino a quello delle opere autobiografiche o semiautobiografiche, racconta il disorientamento di un giovane nella Varsavia ebraica del primo dopoguerra. Tutt'altro che trascurabile è anche la produzione di racconti per l'infanzia (Stories for children, 1983; Shrewd Todie and Lyzer the Miser and other children's stories, 1994). Nella saggistica, infine, vanno segnalati il piccolo volume dedicato al fondatore del movimento chassidico, ricostruzione romanzata della vita del Baal Shem Tov, Reaches of heaven (1980; trad. it., 1991); e la Nobel lecture scritta per il conferimento del Nobel, pubblicata nel 1979, nella quale lo scrittore canta le lodi della ''lingua dell'esilio'' ("a loshen fun golus"), lo yiddish, cui egli è rimasto fedele nella scrittura anche dopo l'immigrazione negli Stati Uniti.
È prevedibile che dopo la morte di S. inizierà un ampio lavoro di recupero dei molti suoi scritti non ancora tradotti dallo yiddish e inediti in volume, che giacciono nelle pagine del Forverts, il giornale yiddish statunitense cui egli ha continuato a collaborare. S. è stato il più noto scrittore yiddish della seconda metà del Novecento (alcuni suoi testi sono anche stati trasformati in film di successo), e la sua scomparsa ha segnato lo spegnersi di una delle ultime voci provenienti da quel mondo ebraico dell'Europa orientale che fu spazzato via dalla furia nazista. La sua opera, scritta per la maggior parte negli Stati Uniti e grande anche nel descrivere i turbamenti spirituali dell'uomo moderno, rimane testimonianza della capacità di sopravvivenza di quella cultura, anche dopo lo sterminio e la fine del vecchio mondo delle origini.
Bibl.: E. Alexander, Isaac Bashevis Singer, Boston 1980; F. Palmieri, Isaac Bashevis Singer, Firenze 1980; C. Sinclair, The brothers Singer, Londra 1983; P. Kresh, Isaac Bashevis Singer, the story of a storyteller, New York 1984; D.N. Miller, Fear of fiction: narrative strategies in the works of Isaac Bashevis Singer, Albany 1985; Aspects of I.B. Singer, a cura di J.C. Landis, Carbondale (Illinois) 1986; Recovering the canon: essays on Isaac Bashevis Singer, a cura di D.N. Miller, Leida 1986; G. Farrell Lee, From exile to redemption: the fiction of Isaac Bashevis Singer, Carbondale (Illinois) 1987; L.S. Friedman, Understanding Isaac Bashevis Singer, Columbia (South Carolina) 1988; E. Alexander, Isaac Bashevis Singer: a study of the short fiction, Boston 1990; M. Cook, Text into flesh: a Lacanian reading of selected short stories by I.B. Singer, Berna 1992; Isaac Bashevis Singer. Conversations, a cura di G. Farrell, Jackson (Mississippi) 1992; L. Perl, Isaac Bashevis Singer: the life of a storyteller, Philadelphia 1994.