QUARANTOTTI, Isabella
QUARANTOTTI, Isabella. – Nacque a Chieti il 1° marzo 1921, primogenita di Carlo e di Giulia Mattioli, seguita poco dopo dalla sorella Anna Maria.
Il padre, nato a Chieti il 26 gennaio 1889, era figlio di Isabella Concetta Masci, terzogenita di Filippo Masci senatore e filosofo di Francavilla al Mare, e dell’avvocato e uomo politico teatino Filandro Quarantotti. La madre, nata a Genova il 18 dicembre 1899, era figlia di Raffaele Mattioli allora direttore delle società Navigazione generale italiana e Italia flotte riunite e zio del più celebre (e omonimo) banchiere, ossia di quel Raffaele Mattioli – amministratore delegato della Banca commerciale italiana dal 1933 e fra i principali esponenti del mondo economico-finanziario italiano –, uomo colto e mecenate attento, al quale Isabella, che lo chiamava ‘zio Big’, fu sempre molto legata.
Giulia e Carlo si sposarono a Napoli nel quartiere San Ferdinando il 12 maggio 1920; la precoce e drammatica morte di entrambi i genitori portò le due sorelle, Isabella e Anna Maria, ad andare a vivere con i nonni paterni a Chieti.
Finite le scuole, Isabella si trasferì a Napoli e frequentò per due anni l’università iscrivendosi, prima, alla facoltà di filosofia e, poi, a quella di giurisprudenza. Interrotti gli studi, nel 1938-40 cominciò a interessarsi al teatro. Conobbe Anton Giulio Bragaglia e fu scritturata nella compagnia come attrice-allieva al Teatro delle Arti di Roma. Bellissima e colta, di un’intelligenza vivace e originale, Isabella il 24 dicembre 1941 sposò Felice Ippolito, un giovane geologo napoletano destinato a diventare una delle menti più brillanti della ricerca scientifica italiana. L’8 settembre 1944 nacque la loro unica figlia Angelica, nota attrice eduardiana.
Nel 1946 a Positano, incontrò il poeta inglese Alexander Ronald Smith e, ottenuto l’annullamento del suo primo matrimonio, lo sposò nel 1955 a Fiesole. Dal 1948, e per i primi anni Cinquanta, Isabella e Alexander vissero tra Fiesole, Positano, Londra e la Scozia. Il loro matrimonio fu però molto tormentato.
Nel 1956 Isabella decise di separarsi momentaneamente e di cercare lavoro a Milano. Con l’aiuto dello ‘zio’ Raffaele Mattioli, riuscì a stabilire un contatto con l’editore Mondadori e a proporre ai direttori di due riviste, Grazia ed Epoca, i suoi articoli. Trovò casa in via di Porta Vercellina: «una stanza, bagnino, una cucina e un ingressino; senza scaldabagno e senza fornelli», scriverà alla sorella Anna Maria il 20 marzo 1956 (Roma, Archivio centrale dello Stato, Fondo IQDF, Corrispondenza). Cominciò a tradurre novelle e opere teatrali di autori inglesi e americani ancora poco noti nell’Italia degli anni Cinquanta, contribuendo in modo fondamentale alla loro diffusione.
Tra questi: Figlio unico, Marmellata di lamponi, Una boccata d’aria fresca di Angus Wilson, Partenza per la luna di Ray Bradbury. Di Edward Morgan Forster (autore di Passaggio in India e Camera con vista) tradusse Il mondo oltre la siepe e La storia della sirena. E ancora: La strada da Colono di Paddy Chayefsky; La festa dei calzolai di Thomas Dekker.
Nello stesso periodo iniziò la sua collaborazione con la RAI Radiotelevisione Italiana scrivendo programmi letterari ispirati da grandi classici come Nikolaj Gogol′, Fëdor Dostoevskij, Saki (pseud. dello scrittore inglese Hector H. Munro), Forster. Quella mattacchiona di mammà, tratta da una novella di Wilson, andò in onda il 16 settembre 1958. Nell’aprile del 1957 terminò la stesura di un romanzo Stella del Sud che non piacque però a Elio Vittorini, allora responsabile della Mondadori, al quale lo aveva inviato, come annotò lei stessa sulla bozza. Completò invece un libro per bambini, La bambina che venne dal mare, accolto con entusiasmo da Dino Buzzati e pubblicato a puntate sul Corriere dei piccoli nel 1960. Durante un viaggio a Londra ritrovò in una biblioteca un racconto di Mark Twain, ne curò la traduzione e, nel 1960, Il soliloquio di Re Leopoldo fu pubblicato dagli Editori Riuniti.
Isabella teneva diari e appunti: i suoi scritti, ancora inediti, non sono soltanto ricordi intimi, ma mostrano il viaggio complesso di una donna contemporanea, all’avanguardia nelle scelte di vita e di lavoro e capace di incredibili rinunce e abnegazioni. La sua vita fu dunque una continua ricerca, una continua esplorazione del mondo intorno e dentro di sé.
Nel luglio del 1956 conobbe Eduardo De Filippo. Quel magico incontro segnò per sempre la sua vita. Nel 1960 divenne responsabile delle pubbliche relazioni della compagnia di Eduardo, accompagnandolo – due anni dopo – nella trionfale tournée in Ungheria, Polonia, Unione Sovietica, Austria e Belgio e realizzando il programma con le foto di Ugo Mulas e l’impaginazione di Albe Steiner.
Il 26 marzo 1960 vinse il premio Rieti con un racconto, Lo schiaffo, che divenne una commedia, scritta insieme a Eduardo e dalla quale fu tratto lo sceneggiato televisivo Peppino Girella. Andato in onda in sei puntate nel 1963, si rivelò uno straordinario successo televisivo. Sempre nel 1963 collaborò alla messa in scena di Il Naso, opera arrivata in Italia grazie a lei, a Eduardo e a Roman Vlad. Il Naso di Gogol′, musiche di Dmitri Šostakovič, andò in scena al Maggio musicale fiorentino il 23 maggio 1964, diretta dal maestro Bruno Bartoletti con scene e costumi di Mino Maccari.
Nello stesso anno prese parte alla sceneggiatura di Adelina, primo episodio del film di Vittorio De Sica, Ieri oggi domani, con Marcello Mastroianni e Sophia Loren. Nel 1965 fu ancora sceneggiatrice, con Eduardo, per l’episodio L’ora di punta nel film Oggi domani e dopodomani, regia di De Filippo e Luciano Salce, con Salce, Mastroianni e Virna Lisi.
Il 7 maggio 1965 Isabella e Alexander Smith divorziarono.
Dall’aprile al giugno 1966 Isabella frequentò a Londra la British Drama League seguendo il corso per registi organizzato da questa con il British Council. Superò l’esame, con il massimo dei voti, presentando Arlecchino servitore di due padroni di Carlo Goldoni e diventando così dramatic teacher. Scrisse, inoltre, per la rivista di Nicola Chiaromonte e Ignazio Silone Tempo presente, contribuendo alla diffusione in Italia dell’arte teatrale di Gordon Craig. Nel novembre del 1967 iniziò una collaborazione con la Dino De Laurentiis Cinematografica nelle vesti di capo redazione dell’ufficio soggetti. Dal 31 maggio al 4 giugno 1967 sostituì Eduardo nella regia di L’Elisir d’amore di Gaetano Donizetti – sotto la direzione del maestro Gianandrea Gavazzeni, con Renata Scotto, Carlo Bergonzi e Giuseppe Taddei – per il Maggio musicale fiorentino. Nel 1971 lavorò alla traduzione del libro Io, Claudio di Robert Graves.
Il 3 febbraio 1977 – in forma privata, davanti all’allora sindaco di Napoli Maurizio Valenzi – Isabella ed Eduardo, entrambi al terzo matrimonio, si sposarono e brindarono sul palcoscenico del teatro San Ferdinando, insieme a tutta la compagnia.
Nell’agosto del 1983 Isabella lavorò con Eduardo alla traduzione in napoletano della Tempesta di William Shakespeare: fu questa la loro ultima collaborazione, Eduardo morì infatti il 31 ottobre 1984.
Nei suoi ultimi anni, Isabella continuò a scrivere, a dedicarsi ai detenuti del carcere di Rebibbia a Roma seguendo la compagnia Liberi Artisti Associati, formata da alcuni reclusi della sezione Alta Sorveglianza, sostenendoli nel loro percorso teatrale quando misero in scena Napoli milionaria! e La tempesta nella traduzione di Eduardo.
Nel 2003 vinse il premio letterario internazionale Città di Mondello a Palermo con il suo libro In mezzo al mare un’isola c’è: un diario dei giorni felici trascorsi con Eduardo all’isola di Isca.
L’ultima frase del diario romano del 2005, quaderno inedito di Isabella recita: «Mi secca che il pensiero della morte sia, tutto sommato – e per me, s’intende –, banale. Come partire per un lungo viaggio. E invece, è per sempre» (Roma, Archivio centrale dello Stato, Fondo IQDF, Diari e appunti).
Morì a Roma il 18 febbraio 2005.
Tra le sue pubblicazioni: Eduardo: pensieri, polemiche e pagine inedite, Milano 1985; Si cucine cumme vogli’i. La cucina povera di Eduardo De Filippo raccontata dalla moglie Isabella, Milano 2001; In mezzo al mare un’isola c’è…, Capri 2002.
Tra i volumi tradotti e pubblicati, oltre a quelli citati, si ricordano: B. MacDonald, Cipolle nello stufato, Milano 1957; Positano Sketchbook by Ed Wittstein, Napoli 2000.
Fonti e Bibl.: Roma, Archivio centrale dello Stato, Archivi di personalità della cultura, Fondo I. Q. De Filippo; Firenze, Gabinetto Vieusseux, Archivio Contemporaneo A. Bonsanti, Fondo Eduardo De Filippo; Archivio di Stato di Genova, Stato Civile; Archivio di Stato di Chieti, Stato Civile; Milano, Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, Fondo Erich Linder, Corrispondenza 1962.
M. Procino, La funzione del diario come elemento strutturante dell’archivio di persona. I diari di I. Q., tesi di dottorato in scienze librarie e documentarie (2008-2011), Dipartimento di scienze documentarie, linguistico-filologiche e geografiche-Sezione scienze del libro e del documento, Università la Sapienza di Roma.