Huppert, Isabelle
sabelle Attrice cinematografica francese, nata a Parigi il 16 marzo 1955. Dopo aver frequentato il Conservatoire national d'art dramatique a Parigi, ha lavorato in teatro con A. Vitez e R. Hossein. È approdata sul grande schermo interpretando un piccolo ruolo in César et Rosalie (1971; È simpatico, ma gli romperei il muso) di C. Sautet. È stata premiata a Cannes come migliore attrice per Violette Nozière (1978) e ha vinto la Coppa Volpi (sempre come migliore interprete) a Venezia per Une affaire de femmes (1988; Un affare di donne) e La cérémonie (1995; Il buio nella mente). In queste tre opere è stata diretta da C. Chabrol.
Dopo essersi messa in rilievo in Les valseuses (1973; I santissimi) di B. Blier e in Le juge et l'assassin (1975; Il giudice e l'assassino) di B. Tavernier, il suo primo ruolo importante è stato quello di una giovane parrucchiera colpita da anoressia in La dentellière (1977; La merlettaia) di C. Goretta. Personaggi anticonformisti (l'avvelenatrice di Violette Nozière) e borghesi (Loulou, 1979) più che interpretati sono stati 'vissuti' dalla H., che possiede una forte capacità espressiva. I suoi personaggi sono costruiti progressivamente, parallelamente allo svolgimento dell'azione rappresentata, secondo un metodo lontano dalla pura mimesi. Nel 1980 si è calata nel ruolo di una prostituta in Heaven's gate (I cancelli del cielo), di M. Cimino, in Sauve qui peut (la vie) (Si salvi chi può - La vita) di J.-L. Godard e, l'anno seguente, in La storia vera della signora delle camelie di M. Bolognini. Ha poi interpretato il ruolo di una donna estremamente cinica in Coup de torchon (1981; Colpo di spugna), ancora di B. Tavernier, e ha lavorato di nuovo per Godard in Passion (1982) e nel penultimo film di J. Losey, La truite (1982). L'anno successivo ha espresso con efficacia la personalità fragile di una donna segnata dalla guerra in Coup de foudre (1983; Prestami il rossetto) ed è entrata con disinvoltura nell'universo cinematografico di M. Ferreri con Storia di Piera (1983). Ha interpretato un'eroina letteraria in Les possédés (1987; I demoni), riduzione cinematografica del romanzo di F. Dostoevskij sotto la direzione di A. Wajda, e nello stesso anno ha mostrato ancora una volta di trovarsi a proprio agio con i ritmi hollywoodiani in un giallo di C. Hanson, The bedroom window (1987; La finestra della camera da letto). Nel 1988, grazie alla direzione di Chabrol in Une affaire de femmes, la H. ha costruito una tra le sue migliori interpretazioni, quella di Marie, una donna che pratica l'aborto clandestino per sopravvivere, eroina al tempo stesso sfruttatrice e sfruttata. Dopo il personaggio vendicativo del 'dramma da camera' di J. Doillon (La vengeance d'une femme, 1990; La vendetta di una donna), ha portato sullo schermo il personaggio di Emma in Madame Bovary (1991), ancora una volta diretta da Chabrol (il regista che forse meglio di tutti ha saputo mettere in rilievo le capacità istintive della H.), per il quale ha interpretato anche una postina dall'equilibrio mentale instabile in La cérémonie e una truffatrice non troppo abile in Rien ne va plus (1997). Negli anni Novanta ha continuato a lavorare anche all'estero, interpretando una scrittrice nevrotica succuba del marito in Malina (1991), del tedesco W. Schroeter, e un'ex suora autrice di racconti erotici che ospita un uomo senza più memoria in Amateur (1994), dello statunitense H. Hartley, e infine Carlotta in Le affinità elettive (1996), di Paolo e Vittorio Taviani (tratto dal romanzo omonimo di Goethe).
Bibl: Isabelle vue par..., interviews et photographies recueillies par M. Ruscart, Quimper 1989.