ABRABANEL, Isacco
Letterato e filosofo ebreo, nacque a Lisbona nel 1437. Tenne un alto ufficio nell'amministrazione delle finanze del regno di Portogallo; però, morto Alfonso V, fu accusato di aver preso parte a una congiura e per salvarsi dovette fuggire in Spagna. Colà divenne appaltatore delle imposte e consigliere del re Ferdinando II il Cattolico; ma, espulsi gli Ebrei dalla Spagna nel 1492, fu costretto di nuovo a emigrare. Fu accolto a Napoli da Ferdinando I ed ebbe alti uffici alla corte di lui e a quella del figlio Alf0nso II. Occupata Napoli da Carlo VIII, accompagnò Alfonso II in esilio. Dopo lunghe peregrinazioni si stabilì nel 1503 a Venezia; morì nel 1508 e fu sepolto a Padova. Scrisse in ebraico: 1° commenti alla Bibbia, prolissi, ma notevoli perché in essi l'autore cerca di valersi della sua esperienza politica e delle sue conoscenze storiche per illustrare i testi biblici; 2° molte opere di filosofia religiosa e di polemica religiosa. Il suo pensiero non è originale né profondo né sempre coerente. Seguace in gran parte della filosofia razionalistica maimonidica, unisce ad essa concezioni cabbalistiche e fantasie di un imminente avvento dell'età messianica; tuttavia anche a queste dà un colorito razionalistico.
Per le edizioni (e per le traduzioni latine di alcune parti dei commenti biblici) v. Steinschneider, Cat. Bodl, col. 1076-1083.
Bibl.: Kayserling, Gesch. d. Jud. in Portugal, Berlino 1867, pp. 72-84, 100-104; Guttmann, Die religionsphil. Lehre des I. A., Breslavia 1916; Pflaum, Die Idee der Liebe: Leone Ebreo, Tubinga 1926, pp. 55, 64, 75-78.