CARMINATI, Isaia
Nacque a Bergamo il 12 genn. 1798. Compiuti nella città natale gli studi inferiori all'età di sedici anni chiese di entrare nella Compagnia di Gesù. Vi fu ammesso il 25 nov. 1814 e fu inviato a Roma, ove ebbe come insegnante di letteratura Giuseppe Petrucci, sotto la cui guida scrisse il suo primo lavoro letterario, una elegia in latino dedicata al vescovo di Cracovia Giovanni Woronicz (Excellentissimi illustrissimi ac reverendissimi domini Ioannis Woronicz…, Roma 1817).
Ottenuto il dottorato, insegnò per vari anni letteratura greca e latina nei collegi di Fano, Modena, Reggio Emilia e Ferrara. Ma, all'inizio del 1831, i moti rivoluzionari scoppiati in Emilia lo costrinsero ad abbandonare la regione per rifugiarsi nel Regno di Sardegna. Alla fine dello stesso anno si trasferì a Chieri ove ottenne l'insegnamento di letteratura presso il locale collegio dei padri gesuiti. Le sue qualità e preparazione gli fecero meritare, nel 1833, la nomina a vicerettore del collegio Gallarini di Novara.
Si dedicò, in questi anni, alla pubblicazione di alcuni scritti a carattere pedagogico e di parecchie edizioni di classici ad uso dei giovani. Ricordiamo tra gli altri: Nomenclator Aesopicus, seu Lexicon parvum Fabularum LX, pro tironibus, Torino 1836; Epigrammata Centum ex Anthologia Graecorum selecta metricis interpretationibus subiectis, Torino 1837; Luciani Colloquia XVI selecta, Torino 1837; Exercitia S.P. Ignatii de Loyola, auctore R.P. Aloisio Bollectio…, Torino 1835; Exercitia spiritualia S. P. Ignatii Loyolae cum sensu eorundem explanato… auctore P. Ignatio Diertins S.I., Torino 1838.
Da Novara nel 1841 si trasferì a Genova per assumere la carica di prefetto degli studi nel collegio Albertino. Un anno dopo fu chiamato al collegio dei SS. Martiri in Torino. Qui venne anche nominato dall'arcivescovo censore dei libri proibiti. Rimase a Torino tre anni, per fare poi ritorno a Genova presso il collegio Albertino, ottenendo dall'arcivescovo di Genova la conferma nella carica di censore anche nella città ligure.
Particolarmente apprezzate in seno alla Compagnia di Gesù erano le sue qualità di letterato, filologo, umanista e pedagogo, tanto che, sul finire del 1846, padre Pasquale Cambi, provinciale generale dei gesuiti in Italia, si rivolse al C. e ad altri tre noti confratelli (Bresciani, Liberatore e Taparelli d'Azeglio) per conoscere il loro parere sulla fisionomia da dare ad un nuovo periodico della Compagnia, che sarà poi la Civiltà cattolica.
Confrontando le risposte dei quattro padri gesuiti si nota come al C., più che agli altri, premesse di dar vita ad un giornale a carattere filologico-letterario. Nel suo parere, a differenza soprattutto del Taparelli, il C. poco o nulla si preoccupa di dare contenuto ideologico e sapore moderno al nuovo giornale. Egli proponeva, anzi, due giornali, uno per le scienze, l'altro per le lettere: il primo interamente in latino, l'altro "in latino pel classicismo greco, romano, ebraico ecc. pel resto trattandosi di libri e opere particolari di ciascuna nazione, crederei meglio di scrivere gli articoli nella lingua loro particolare, almeno delle principali nazioni". Il fine: "la tutela del vero insegnandolo e più definendolo contro l'errore, il vero così naturale come rivelato" (Roma, Arch. gen. Compagnia di Gesù, fondò Civiltà Cattolica, 1846-1888, cart. I, 4).
Gli avvenimenti italiani ed europei del 1848, ed in particolare l'espulsione dei gesuiti dal regno sardo lo costrinsero ad abbandonare Genova per trovare rifugio a Piacenza e più tardi a Bergamo, presso la sua famiglia. Nel 1849 si recò a Roma ove, fu incaricato dell'insegnamento di istituzioni di diritto ecclesiastico presso l'università Gregoriana. Un anno dopo, motivi di salute lo consigliarono a trasferirsi a Reggio Emilia. Qui, per pochi mesi insegnò sacra teologia, ma, aggravatasi la sua infermità ai polmoni, morì il 29 apr. 1851.
Oltre alle opere precedentemente citate, il C. ha lasciato altri studi, tra cui prevalgono le edizioni critiche di testi sacri. Ricordiamo in particolare: Hieronimi Lagomarsinii Genuensis e Soc. Iesu Opera edita et inedita, Genova 1842; S. Thomae Aquinatis theologicae Summae compendium, auctore P. Petro Alagona S. I., Torino 1843; I primi elementi del sistema di D. Vincenzo Gioberti, dialogizzati fra lui e un lettore dell'opera sua, che può valere d'Isagoge per l'introduzione allo studio della filosofia dello stesso sig. Abbate, con prefazione, Napoli 1849; tra le sue opere postume segnaliamo: Isaiae Carminati e Soc. Iesu Carmina et Inscriptiones, a cura di G. Melandri, Roma 1878; Epigrammi CLXXVIII scelti dall'Antologia greca, tradotti in verso latino dal P. Isaia Carminati, pubblicati e commentati da G. Melandri, ibid. 1888;Isaiae Carminati S. I. Auditorum Cheriensium Carmina Sacra, a cura di S. Casagrande, Torino 1898.
Fonti e Bibl.: Oltre alle ultime tre opere del C. sopra citate, curate dal Melandri e dal Casagrandi, ove si riscontrano anche notizie biogr. sull'autore, si veda: A.de Backer, Bibliotèque de la Compagnie de Jésus, I, Paris 1890, p. 1088; S.Casagrandi, De claris sodalibus provinciae Taurinensis S.I. Commentarii, Torino 1906, pp. 27-35; G.De Rosa, introduz. a Civiltà cattolica, 1850-1945, Firenze 1971, pp. 9, 10, 12, 14, 18;C. Sommervogel, Bibliothèque de la Compagnie de Jésus, II, coll. 755 s.