Berlin, Isaiah
Filosofo e storico delle idee lettone naturalizzato britannico, di famiglia ebrea (Riga 1909- Oxford 1997). All’indomani della Rivoluzione d’ottobre, si trasferì con la famiglia a Londra, laureandosi in filosofia all’univ. di Oxford, dove intraprese la carriera universitaria al New College, divenendo fellow nel 1938. Dopo la guerra riprese l’insegnamento all’All Souls College (Oxford), per poi passare (1957) come prof. di teoria politica e sociale all’univ. di Oxford. Influenzato dalla filosofia analitica, B. la abbandonò ben presto per dedicarsi alle ricerche di storia delle idee che ne avrebbero fatto uno dei maggiori saggisti del secondo Novecento. Nel solco della tradizione liberale, B. si è occupato dell’Illuminismo e del Romanticismo, del marxismo, delle dottrine utopistiche e del problema dei valori. Delle dottrine utopistiche ha messo in evidenza, indipendentemente da quanto negli stessi anni andava sostenendo Popper, le pericolose conseguenze sul piano politico. Tali dottrine, secondo B., mentre comportano, sul piano individuale, la perdita del principio della responsabilità personale, conducono, sul piano politico, a trascurare il valore della vita umana a favore della realizzazione dei presunti fini della storia attraverso l’instaurazione di regimi totalitari. In ambito etico-politico influente è stata la distinzione effettuata da B. tra ‘libertà negativa’ e ‘libertà positiva’, la prima intesa come assenza di interferenza e costrizioni da parte del potere sulle azioni degli individui (‘libertà da’); la seconda come autonomia, capacità di agire in conformità ai propri desideri e scopi (‘libertà di’). L’interesse per il concetto di libertà è sempre affiancato in B. a quello per la molteplicità dei valori (giustizia, uguaglianza, felicità, ordine pubblico), molteplicità testimoniata per B. dai conflitti etici che caratterizzano le scelte umane. Ma è al pluralismo dei valori – distinto dal relativismo non meno che dagli assolutismi utopistici e razionalistici (monismi) – che dovranno essere informate sia la teoria sia l’azione politica, nel tentativo di ridurre le sofferenze umane attraverso il continuo contemperamento delle esigenze contrastanti. Tra le sue opere: Karl Marx: his life and environment; (1939, 19784; trad. it. Karl Marx); Four essays on liberty (1969; trad. it. Quattro saggi sulla libertà); Vico and Herder: two studies in history of ideas 1976; trad. it. Vico ed Herder: due studi sulla storia delle idee). Dei numerosi saggi, raccolti da H. Hardy, vanno ricordati: Russian thinkers (1978; trad. it. Il riccio e la volpe); Concepts and categories: philosophical essays (1978; trad. it. Il fine della filosofia); Against the current: essays in the history of ideas (1979; trad. it. Controcorrente: saggi di storia delle idee); The crooked timber of humanity. Chapters in the history of ideas (1990; trad. it. Il legno storto dell’umanità).