ISCHEMIA (dal gr. ῖσχω "trattengo" e αῖμα "sangue")
Diminuzione o soppressione della circolazione sanguigna, il più spesso temporanea e localizzata, dovuta alla compressione (p. es. laccio emostatico) o alla contrazione delle pareti vasali (p. es. ischemia della retina, del cuore, ecc.).
Paralisi ischemica. - Nelle fratture, specie del gomito, curate con apparecchi gessati troppo stretti e con immobilizzazione prolungata, si nota spesso, nel togliere l'apparecchio, che l'arto è colpito da paralisi. Questa lesione è stata studiata per primo da A.W. Volkmann col nome di paralisi e contrattura ischemica. Essa è d'origine miogena ed è prodotta dalla compressione esagerata dell'apparecchio gessato, che impedisce l'afflusso del sangue arterioso; s'ha perciò una necrosi asettica della sostanza contrattile dei muscoli flessori e quindi una retrazione cicatriziale. La cura è chirurgica: o s'allungano, sdoppiandoli, i tendini retratti o s'accorcia lo scheletro con una resezione.