isocolo
L’isocolo o parisosi è una figura retorica che consiste nell’allineamento coordinato di due o più membri (periodo, frase o segmento di frase), ciascuno strutturato al proprio interno con il medesimo ordine lineare dei suoi costituenti minori. In poesia, la figura va riferita alle unità metriche della strofa e del verso, e non a quelle sintattiche del periodo, della frase o di un suo segmento (Mortara Garavelli 1988: 232). La figura è definita modernamente anche come parallelismo.
La tradizione retorica (sintetizzata in Lausberg 1967: §§ 719-754) introduce più dettagliate distinzioni che concernono l’identità o la variazione dei membri, il loro numero e il loro incardinamento sintattico.
Lausberg (1969: § 337) propone inoltre la distinzione tra «grande parallelismo» (corrispondenza della successione lineare di proposizioni tra frasi complesse) e «piccolo parallelismo» (corrispondenza di parole aventi la medesima funzione tra frasi semplici o loro parti); distinzione che viene tuttavia parzialmente riassorbita nelle categorie antiche della subiunctio e dell’adiunctio (vedi oltre).
L’identità dei membri va riferita precipuamente alla struttura sintattica, in subordine al numero delle parole; essa non va viceversa riferita alla loro consistenza sillabica:
(1) Onorò l’umiltà con l’essempio e vituperò la superbia col paragone (Torquato Tasso, Dialoghi, Firenze, Sansoni, 1958, p. 739)
(2) Vado in sella ritto come un fuso, duro come un corno (Francesco Fulvio Frugoni, Tribunal della Critica, § 52).
All’identità sintattica possono sovrapporsi corrispondenze di ordine fonico, come l’omeoteleuto, il quale, in quanto portato da parole con la medesima funzione sintattica, si risolve nella figura dell’omeottoto, cioè in una ripetizione non solo fonica ma anche morfologica (desinenze, suffissi):
(3) Huic socios vestros criminanti et ad bellum vos cohortanti «a lui che incrimina i vostri alleati ed esorta voi alla guerra» (Marziano Capella, De nuptiis Philologiae et Mercurii, l. 5 § 532)
La combinazione di entrambe le figure e l’estensione della somiglianza fonica ad altri elementi della pericope può stringere ulteriormente i membri dell’isocolo:
(4) et l’on peut me réduire à vivre sans bonheur,
mais non pas me résoudre à vivre sans honneur «mi si può obbligare a vivere senza felicità, ma non indurmi a vivere senza onore»
(Pierre Corneille, Le Cid II, 1, v. 395)
Sotto il rispetto del numero, i membri possono essere ovviamente da due a più, e la figura prende di conseguenza il nome di dicolon, tricolon, tetracolon, ecc. Sintatticamente, i membri dell’isocolo possono essere autonomi (frasi indipendenti: subiunctio, es. 5) oppure segmenti o frasi sintatticamente dipendenti da una comune reggenza (adiunctio, es. 6):
(5) Si sbandiscono le monete di cuoio e di carta e si battono quelle d’oro e d’argento purissimo (Tasso, Dialoghi, cit., p. 203)
(6) Non è dunque l’odio contrario ad amore, sì come colui ch’alle maravigliose forse d’amore non può far resistenza, non contrasto: che si dissolve al suo foco, che si dilegua al suo lume e che sparisce incontanente a l’apparire del suo divino spirito (Tasso, ivi, p. 812)
Dal punto di vista semantico, i membri paralleli possono corrispondersi oppure contrapporsi. Nel primo caso essi convergono su parole o gruppi lessicali che tendono alla sinonimia (➔ sinonimi):
(7) Ogni fragidume di cadavero corrotto ed ogni sozzura di qualsisia altra cosa putrefatta ingenera i vermini e gli produce (Francesco Redi, Esperienze intorno alla generazione degl’insetti ..., in M.L. Altieri Biagi & B. Basile (a cura di), Scienziati del Seicento, Milano - Napoli, Ricciardi, 1980, p. 592)
Nel secondo sviluppano un’antitesi:
(8) Satis eloquentiae, sapientiae parum «sufficientemente dotato in eloquenza, poco in sapienza» (Aulo Gellio, Noctes atticae 1, 15, 18)
(9) Quando taccion gli augelli alto risponde,
quando cantan gli augei più lieve scote
(Tasso, Ger. lib. XVI, 12, vv. 5-6).
Lausberg, Heinrich (1967), Manual de retórica literaria. Fundamentos de una ciencia de la literatura, Madrid, Editorial Gredos, 1966-1968, 3 voll. (ed. orig. Handbuch der Literarischen Rhetorik. Eine Grundlegung Litteraturwissenschaft, München, Max Hueber Verlag, 2 voll.).
Lausberg, Heinrich (1969), Elementi di retorica, Bologna, il Mulino (ed. orig. Elemente der literarischen Rhetorik, München, Hueber, 1949).
Mortara Garavelli, Bice (1988), Manuale di retorica, Milano, Bompiani.