ISOLA d'ISTRIA (A. T., 22-23)
Cittadina d'aspetto veneziano, con viuzze, portici e vòlti, posta in un'isola congiunta da poco tempo alla terraferma, tra Capodistria e Pirano, 12 m. s. m., vicino alla strada litoranea che unisce queste due città e non lontano dalla linea ferroviaria di Parenzo. Appartenne a Venezia dal 1280 al 1797 e fu liberata il 7 novembre 1918. Il comune, che fa parte della provincia di Pola, si estende su 29,29 kmq. e conta 9322 abitanti (8457 nel 1921); di essi circa 6000 abitano a Isola, gli altri in case sparse e nelle frazioni di Corte (220 m. s. m., presso la strada Capodistria-Buie) e di Cedola. L'attività principale è rivolta alla pesca (che viene esercitata soprattutto da giugno a novembre, sia a nord sia a sud-ovest del paese e lungo la costa), e alla preparazione di sardine in scatola (quattro stabilimenti); industria isolana è anche la fabbrica di merletti, che a differenza di Burano è perdurata qui continuativamente da epoca antica. Presso la congiunzione dell'antica isola alla terraferma vi sono rinomati vigneti; ivi era la porta da cui si dipartivano quelle che sono le due arterie principali, di cui quella occidentale mette capo alla piazza a mare.