RIUNIONE, Isola della (fr. La Réunion; A. T., 105-106)
Isola dell'Oceano Indiano appartenente alla Francia; è situata tra 20° 51′ e 21° 22′ lat. S. e 55° 15′ e 55° 54′ long. E., 750 km. a E. di Madagascar, dalla quale è separata da profondità marine superiori a 3000 m. Insieme con le isole di Maurizio e Rodriguez, l'isola della Riunione fa parte dell'arcipelago delle Mascarene. La sua superficie è di 2512 kmq.
L'isola che ora porta questo nome fu, o intieramente sconosciuta, o mal nota in Occidente nell'antichità: solo gli Arabi che esercitavano il traffico tra l'India e l'Africa la frequentarono. Non è ben certa l'epoca in cui i Portoghesi la scoprirono; se ne attribuisce la scoperta al Mascarenhas, che in uno dei guoi viaggi avrebbe toccata questa o l'altra isola più piccola del gruppo (Mauritius), che da lui prese il nome. In alcune carte della seconda metà del sec. XVI si trova indicata col nome di Sant'Apollonia, probabilmente perché scoperta nel giorno, in cui nel calendario era segnato il nome di questa santa (9 febbraio). Ma l'isola era fuori delle rotte ordinarie dei Portoghesi verso l'India, e perciò non fu occupata. Sulla fine del secolo, quando, in seguito alla riunione delle due corone di Spagna e di Portogallo sul capo di Filippo II, gli Olandesi si gettarono sulle colonie portoghesi, anche quest'isola, come la vicina, a cui fu posto il nome dello statolder Maurizio, venne occupata da una delle molte compagnie sorte in Olanda prima della costituzione della grande Compagnia delle Indie occidentali. Non sembra però che se ne tentasse la colonizzazione; i primi colonizzatori furono invece i Francesi, che durante il regno di Luigi XIII, trovando l'isola adespota, ne presero possesso e le diedero il nome di Bourbon in onore della dinastia regnante. L'occupazione avvenne ad opera di J. Pronis che per incarico della Compagnie de l'Orient fondata nel 1642 aveva iniziato la colonizzazione del Madagascar. Vi furono inviati in punizione alcuni Francesi ribelli al Pronis, cui tennero dietro, attratti dalla salubrità del clima e dalla ricchezza del suolo alcuni coloni volontarî, inviativi dalla nuova Compagnia delle Indie Orientali. In seguito essa fu posta sotto l'amministrazione del governatore generale, che risiedeva a Pondichery.
Ma quando i Francesi ebbero occupata anche Mauritius (v. maurizio) abbandonata dagli Olandesi, e la chiamarono Île de France (1714) e la vicina Rodriguez, fu costituito un governo autonomo, con capitale Port-Louis (1735). L'isola prosperò notevolmente ad opera di Mahé de la Bourdonnais.
Soppresso nel 1769 il privilegio della Compagnia, l'isola passò sotto il diretto dominio della corona di Francia ed ebbe nuovo vigoroso impulso ad opera dell'amministratore Pietro Poivre (1719-1786), che introdusse nell'isola la coltura delle spezie, importando anche numerosi schiavi per la coltivazione delle terre.
Abolita la schiavitù dalla Convenzione nazionale, l'isola, che aveva cambiato nome assumendo quello di Réunion (1793), continuò, per ribellione dei coloni agli ordini della madrepatria, nel sistema schiavista. Salito al potere Napoleone I, in omaggio a lui l'isola fu ribattezzata col suo nome: ma nel 1810 gl'Inglesi l'attaccarono, se ne impadronirono dopo un furioso combattimento in cui il governatore De Brulys si tolse la vita, e le ridiedero il nome di Bourbon, che conservò quando nel 1815 fu restituita alla Francia.
Ma la seconda repubblica nel 1848 abolì questo nome e ripristinò quello di Réunion. Nel 1840 a quest'isola erano state aggregate Nossi Bé, Mayotte e altri gruppi insulari. Nel 1926 vi fu relegato il celebre capo dell'insurrezione marocchina: Abd el-Krim.
L'isola è essenzialmente vulcanica, salvo alcuni graniti sommersi in mezzo a lave e alcuni calcari originati da sorgenti incrostanti o da scogli corallini. A NO. si trova il grande vulcano che ha formato la parte più considerevole dell'isola; in seguito l'attività eruttiva giunse per tappe successive a manifestarsi all'estremità SE., dove si trova il cratere attuale. Durante questo spostamento le lave si versarono in tutte le direzioni, conferendo all'isola la sua struttura radiale. L'antico vulcano raggiunge l'altezza di 3069 m. nel Piton des Neiges, e presenta circhi a pareti verticali come quelli di Salazie e di Cilaos. Un altipiano dell'altezza da 1500 a 1600 m. collega questo massiccio a quello del Volcan (2625 m.), ancora attivo e che ebbe eruzioni importanti nel 1926 e nel 1931. Le coste, che non offrono nessun riparo naturale, sono orlate da alluvioni trasportate dai torrenti. L'isola, assai pittoresca, presenta grande varietà d'aspetti e interesse turistico eccezionale.
L'anno presenta due stagioni: una calda e piovosa, da novembre ad aprile; una asciutta e fresca, da maggio a ottobre. Come a Madagascar e nella stessa Africa, anche alla Riunione si osserva un accentuato contrasto tra il lato del vento, colpito direttamente dall'aliseo e il lato sottovento: le precipitazioni raggiungono i 4000 mm. a Saint-Benoît e solo 800 mm. a Saint-Paul. La temperatura è assai costante e mite (media 24°, massima 33°, minima 15°). La foresta tropicale s'innalza fino verso i 1800 m., ma è stata in gran parte distrutta dall'uomo. Al disopra dei 1800 m. si trovano bambù e felci.
La Riunione è amministrata come un dipartimento d'oltremare; essa contava al 1931 197.933 ab. Vi sono alcune migliaia d'individui di razze diverse: Africani, Malgasci, Indiani, Cinesi, condotti nell'isola per coltivarvi le piantagioni. Dopo l'abolizione della schiavitù nel 1848, furono reclutati coolies indiani, che giunsero fino al numero di 45.000. Oggi ne rimangono solo 3000, perché l'immigrazione è stata sospesa. La maggior parte della popolazione è costituita da Europei, discendenti dei coloni francesi stabilitisi nell'isola dopo il sec. XVII. Alla Riunione il sangue bianco s'è conservato assai più puro che alle Antille.
Le colture occupano circa 1500 kmq. Quelle più direttamente destinate all'alimentazione sono state abbandonate per la coltivazione unica della canna da zucchero, che raggiunse l'apogeo verso il 1860 con 620 kmq. Dopo una ripresa dal 1919 al 1922, si produsse una nuova crisi. La canna da zucchero rimane tuttavia base della vita economica dell'isola. Questa coltura occupa ora 300 kmq., con una produzione di 50.000 tonn. di zucchero e 40.000 ettolitri di rhum. Esistono una ventina di zuccherifici e 17 distillerie. Si è tuttavia tentato di variare le colture col caffè (50 kmq.), con la vaniglia (35 kmq.), il cacao, le piante da essenze per profumi, e con qualche prova di tè e di quinquina. Alle colture più direttamente destinate all'alimentazione (mais, manioca, alberi da frutto) e all'allevamento del bestiame non è dato sufficiente sviluppo; mancano mano d'opera e capitali e tale mancanza impedisce di modernizzare i sistemi di coltivazione.
L'economia locale può essere tras10rmata con uno sforzo d'attrezzatura, in cui deve aver parte essenziale l'elettrificazione, alla quale l'isola si presta benissimo.
Esistono 500 km. di strade, una linea ferroviaria di 126 km. da Saint-Benoît a Saint-Pierre, e un porto artificiale molto mediocre alla Pointe des Galets. Le relazioni con la metropoli sono assicurate dalle Messageries Maritimes.
Il commercio della Riunione era caduto da 111 milioni nel 1860 a 24 milioni nel 1906. Attualmente ammonta a 263 milioni (146 alle importazioni e 117 alle esportazioni), di cui 196 milioni con la Francia (importazioni, 83 milioni; esportazioni, 113 milioni). Principali articoli d'esportazione sono lo zucchero (54.000 tonn., per un valore di 81 milioni) e le varie specie di rhum (45.000 ettolitri per il valore di 19 milioni).
Bibl.: H. Foucque, R. Barquissan e H.-J. de Cordemoy, L'île de la Réunion, Parigi 1923.