LUSSINO, Isola di (Isola dei Lussini; A. T., 24-25-26)
In passato frequentemente chiamata isola di Òssero (antica Apsorus), è la maggiore fra le piccole isole che a SO. di Cherso emergono dall'Adriatico settentrionale. Da quest'ultima isola Lussino è assai debolmente separata per mezzo della sottile Cavanella d'Ossero tanto che questa sfugge a chi getti uno sguardo d'assieme su una carta anche abbastanza grande (p. es. al 100.000): le due isole appaiono come un'isola unica, con Lussino per appendice meridionale, a guisa di penisola chiusa che il Vallone d'Ossero e il Canale di Lussino separano dal corpo centrale.
A quest'appendice corrisponde, a settentrione della città di Cherso, la penisola protesa a N. come un braccio col pugno chiuso e situata rispetto alla precedente in posizione inversa; e al Canale di Lussino corrisponde, per posizione e forma, il Vallone di Cherso. Sottile, allungata, molto articolata, Lussino, anche per la forma, riproduce un po' ridotta l'immagine della parte N. di Cherso.
Con un'area di 190 kmq. su cui vivono (1931) circa 10.000 abitanti, è larga in più punti non oltre 100 metri e misura una lunghezza di 31 km.
Per tale situazione, l'isola di Lussino resta compresa fra 44° 43′ e 44° 28′ lat. N. e fra 14° 28′ e 14° 32′ long. E.
Attraversata in tutta la lunghezza da una serie di colline dirette da NO. a SE., risulta di tre parti collegate fra loro da due istmi; l'uno è intorno al monte Crocione, l'altro a N. di Lussinpiccolo. Quest'ultimo è particolarmente sottile. Alle estremità opposte dell'isola stanno le sue parti più elevate, delle quali la più massiccia è la settentrionale che culmina nel monte Ossero (Cima Televrina, 588 m.); quella meridionale raggiunge la maggiore quota nel Monte Ghergosgiago (243 m.). La loro stratificazione geologica è la medesima (il versante orientale di terreno cretacico e l'occidentale di eocenico). Le due estreme e più elevate parti dell'isola sono congiunte fra loro da una mediana, piuttosto bassa (non va oltre i 150 m. di altezza) che a O. termina a mare col ripiano cretacico d Licche-Curila. Quivi, fra i due istmi sopra nominati, l'isola si allarga quasi a ventaglio verso SO. (M. Stan 110 m., Punta Gamontana, 50 m.) lasciando a levante, lungo la direzione degli istmi, le altezze maggiorì (M. Pollanza, 214 m.; M. Vlacche, 146 m.; M. Asino, 125 m.). Come Cherso, anche Lussino ha le maggiori altezze nella parte settentrionale, ma data la sua situazione più meridionale, la maggiore altezza di Lussino fronteggia quelle minori che l'isola di Cherso ha verso S.
Le coste, aventi direzione generale parallela alla lunghezza dell'isola, sono tanto articolate da misurare 140 km., lunghezza circa quadrupla dell'asse longitudinale dell'isola. Le molte insenature formano ancoraggi sicurissimi.
La costa orientale è volta verso la direzione da cui spira la bora e guarda sulla vicina isola di Cherso, sul Quarnerolo, su Pago; sullo sfondo i Velebit. La costa occidentale invece ha davanti a sé le piccole isole di Unie, di Canidole e di Sansego. Verso mezzodì altre isole emergono dalle onde: San Pietro dei Nembi, separatane da un breve stretto, continua Lussino verso S.
Costituita per la massima parte, come la vicina terraferma, da calcari del Cretacico e dell'Eocene, rappresenta oltre il Quarnaro la prosecuzione del rilievo dell'Istria orientale e precisamente della giogaia (Ripenda-Chermenizza) che orla a levante il Carso di Albona e troncata dalla costa alla Punta Nera, ricompare nel M. Ossero.
Nel terreno cavernoso le precipitazioni atmosferiche sono rapidamente assorbite e poiché gli acquazzoni di breve durata sono la forma frequente della precipitazione, la vegetazione poco ne può approfittare; e benché cadano in media 1008 mm. all'anno, l'idrografia superficiale è assai povera e rare ed effimere sono le sorgenti. Perciò gli abitanti dell'isola sono costretti a valersi di cisterne, nelle quali raccolgono le acque piovane. La stagione più piovosa è l'autunno con 367 mm., con il massimo in ottobre (148 mm.). Anche la primavera è piovosa (228 mm.) con il massimo in aprile (78 mm.); il mese di più scarse piogge è il luglio (35 mm.), talvolta anche il febbraio. La media temperatura annua è di 13°,2, il mese più freddo è il gennaio (media 7°, 3), il più caldo il luglio (24°,4); l'inverno ha una media temperatura di 7°,9, la primavera di 13°,4, l'estate di 23°,1, l'autunno di 16°,2. Le massime temperature si verificano fra il 15 e il 24 luglio; la loro media, durante il ventiquattrennio del Haračič, risultò di 32°,6.
Temperature negative si verificano nei mesi di dicembre, gennaio, febbraio e marzo, ma tali temperature non sono mai troppo basse e vi sono annate durante le quali il termometro non scende mai sotto lo zero; perciò la media delle minime è appena -0°,9 e la neve è un fenomeno rarissimo. L'escursione termica media annua è perciò di 33°,5.
Quando si confrontassero queste condizioni climatiche con quelle di molte località dell'Europa centrale, si comprenderebbe facilmente come le piante sempreverdi della macchia mediterranea (mirto, leccio, corbezzolo, lentisco, erica arborea, cisti), l'ulivo, l'alloro, gli agrumi e alcune xerofile di origine americana (fico d'India, agavi) prosperino nell'isola, e in particolare come Lussinpiccolo (6886 ab.) che le colline proteggono dalla bora, sia divenuto un'importante stazione climatica. Questo centro, che nel 1770 contava poco più di duecento case di pastori e di pescatori, giace all'estremità di un golfo parallelo al rilievo dell'isola e divenne una città quando l'uomo, con le costruzioni navali e il traffico marittimo, fece valere tale posizione, per la quale si costituì un porto fra i più attivi dell'Adriatico; sopravanzò Lussingrande (2081 ab.) situato sulla costa orientale, battuto dalla bora e che in passato era il centro più notevole dell'isola. Altro porto notevole è Cigale, stazione climatica. Sulla via da Lussingrande al M. Ossero stanno Chiusi-Lussignano e Neresine.
Storia. - Disabitata per molti secoli, fu considerata possedimento della comunità di Ossero, il centro antico più importante dell'isola di Cherso. La vera storia dell'isola s'inizia appena con l'ultimo scorcio del sec. XIV, a cui risale una convenzione fra la comunità di Ossero e i primi coloni delle località abitate, la villa grande e la villa piccola di Lussino che si obbligavano a pagare i cosiddetti balzelli di guardia alla cassa della comunità (1398). Per più secoli i documentì non parlano che delle lamentele degli abitanti dell'isola, insofferenti degli oneri che la dipendenza da Ossero loro imponeva. I coloni dell'isola erano poi continuamente minacciati dai predoni del mare, e, non potendo attendersi efficaci aiuti dalla comunità di Ossero, furono costretti a pensare alla propria sicurezza. A tale scopo certamente rispondeva il massiccio torrione di stile veneto, eretto a Lussinpiccolo in epoca non precisabile (1455) a cavaliere del porto. Fortilizi del genere sorsero quasi contemporaneamente anche su altre località dell'isola. Le poche opere di difesa non bastarono però a preservare l'isola dalle scorrerie dei rapaci Uscocchi, che devastarono più volte nel corso dei secoli XVI e XVII le località abitate.
Per l'insufficienza dei proventi dalla pastorizia e dall'agricoltura, gli abitanti si rivolsero ben presto al mare per attingervi i mezzi indispensabili al proprio sostentamento; largo e rapido sviluppo presero quindi la pesca e la marineria. Primo e rigoglioso sviluppo ebbe l'industria marittima a Lussingrande, che all'inizio del 1600 già contava una discreta flottiglia di navi da carico e di legni armati. A Lussinpiccolo l'industria marittima sorse con circa mezzo secolo di ritardo ed ebbe per alcuni decennî lento sviluppo; ma poi l'incremento navale prese proporzioni sempre più vaste e la flotta degli armatori di Lussinpiccolo conquistò un vero primato anche sui porti maggiori dell'alto Adriatico. La crisi della marina a vela segnò il declino degli armatori di Lussingrande, mentre quelli di Lussinpiccolo, trasformati di necessità i cantieri navali, sostituirono rapidamente il tonnellaggio a vela con quello a vapore, riconquistando uno dei primi posti nella marina mercantile adriatica. Il periodo della guerra mondiale recò danni considerevoli al naviglio degli armatori di Lussino; ma dopo l'annessione all'Italia essi riattivarono con energia la propria industria marittima.
Politicamente l'isola seguì le sorti delle altre isole del Quarnaro. Dopo la caduta della Repubblica Veneta (1797), l'isola passò sotto la dominazione austriaca. Nel periodo napoleonico venne a far parte del Regno Italico e poi delle Provincie Illiriche dell'impero francese (1805-1814). In seguito alla pace di Vienna fu riannessa all'impero degli Asburgo, e durante questa seconda dominazione austriaca l'isola poté godere un periodo di notevole prosperità economica. Ma la dominazione straniera fu duramente penosa alle aspirazioni nazionali degli abitanti, che sostennero lotte memorande contro l'opera slavizzatrice del governo austro-ungarico fino alla conclusione della guerra mondiale. Il 4 novembre 1918 la regia nave Orsini entrava nel porto di Lussinpiccolo e prendeva possesso dell'isola in nome dell'Italia.
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