Galápagos, Isole
Gruppo di isole vulcaniche, situato nell'Oceano Pacifico immediatamente a sud dell'Equatore e a circa 900 km a ovest del litorale dell'Ecuador, Paese al quale appartiene dal 1832 e di cui dal 1973 costituisce una provincia. L'arcipelago è formato da 13 isole principali e da numerosi isolotti, e ricopre una superficie terrestre di circa 8000 km2, distribuiti su una superficie marina di circa 45.000 km2. Al censimento del 2001 gli abitanti erano 18.640, concentrati nell'isola di San Cristóbal; il capoluogo, Puerto Baquerizo Moreno, contava poco meno di 5000 abitanti. La regione è interessata da un'intensa attività vulcanica e sismica: ultima in ordine di tempo l'eruzione del vulcano Sierra Negra, entrato in attività nell'ottobre 2005. Di fatto, specie nella sua parte nord-occidentale, più giovane e ricca di vulcani attivi, l'arcipelago è ancora in formazione.
Le G. furono scoperte nel 1535 dal vescovo di Panama, lo spagnolo T. de Berlanga, che, mentre viaggiava verso il Perù, vi fu trasportato dalle correnti oceaniche, e furono raggiunte di nuovo nel 1546 da un altro spagnolo, D. de Rivadeneira, che le chiamò Islas Encantadas. Il loro visitatore più illustre fu il naturalista inglese Ch.R. Darwin, che vi si fermò nel 1835: le osservazioni fatte in quella occasione sulla fauna e sulla flora locali avrebbero in seguito costituito la base principale per l'elaborazione della teoria dell'evoluzione. Il clima, tropicale, è caratterizzato dall'alternarsi di due stagioni principali - una calda e umida (gennaio-giugno), l'altra più fredda e secca (giugno-settembre) - ed è fortemente influenzato dalle correnti oceaniche, in particolare, da qualche decennio, dal fenomeno noto come el Niño. Questo riflusso da ovest verso est lungo la linea dell'Equatore provoca l'innalzamento della temperatura nelle acque del Pacifico orientale, con effetti a volte drammatici per le Galápagos.
Ambiente
Le G. presentano una diversità relativamente scarsa di specie animali e vegetali, soprattutto se la si confronta con quella di altre regioni del Sudamerica. L'andamento delle precipitazioni, condizionato dall'altitudine, e la variabilità geomorfologica delle isole hanno determinato la formazione di varie aree vegetative (ne sono state classificate 7), dalla fascia litoranea caratterizzata da una vegetazione rigogliosa alle zone aride dell'entroterra e alle fitte foreste sempreverdi della cosiddetta zona della scalesia (un albero endemico nelle G.). Insieme con la carenza di acqua dolce, uno dei principali problemi nella gestione territoriale nell'arcipelago (strettamente legato al costante afflusso di popolazione) è costituito dall'introduzione di organismi esotici capaci di alterare l'equilibrio degli ecosistemi naturali. L'elevato tasso di riproduzione delle specie introdotte dall'esterno e la mancanza di controlli naturali hanno avuto un forte impatto sulla flora e sulla fauna esistenti, giungendo a comprometterne la sopravvivenza. La minaccia più grande sembra essere legata alla presenza di mammiferi, soprattutto capre e maiali. Allo stesso tempo le G. costituiscono il primo esempio a livello mondiale di come la conservazione degli ecosistemi possa rappresentare un'attività redditizia, in grado di sostenere lo sviluppo economico. Nel 1959 fu creato il Parque Nacional Galápagos (PNG), comprendente il 97,5% della superficie terrestre delle isole. Nel 1964 venne firmato un accordo tra il governo ecuadoregno e l'organizzazione belga Charles Darwin Foundation (CDF), al fine di promuovere la difesa dell'ambiente; l'anno successivo la CDF aprì nell'isola di Santa Cruz un grande centro di ricerca, la Estación de Investigación Científica Charles Darwin. Nel 1979 le G. ottennero dall'UNESCO il riconoscimento come Patrimonio naturale dell'umanità. Nel 1980 venne fondato l'Instituto Nacional Galápagos (INGALA), specificamente preposto alla protezione delle isole. Nel 1986 fu creata una riserva marina estesa fino a 15 miglia nautiche dalla costa. Nel 1994 fu varato un piano di collaborazione tra CDF, INGALA e Instituto Ecuatoriano Forestal y de Áreas Naturales y Vida Silvestre (INEFAN), che produsse il Reglamento Especial de Sanidad y Cuarentena Agro-pecuaria; tale documento stabiliva un controllo sull'afflusso di specie pericolose, e venne affiancato da un'attiva campagna di educazione ambientale. Il PNG e la CDF attivarono poi un programma di protezione delle specie native in pericolo di estinzione: le tartarughe terrestri (per le quali furono creati centri di allevamento a Santa Cruz e a Isabela), le iguane, il gabbiano pata pegada e tre specie di scalesia. Il 13 marzo 1998 entrò in vigore la Ley Orgánica de Régimen Especial para la Conservación y el Desarrollo Sustentable de la Provincia de Galápagos (LOREG), che tra l'altro estese a 40 miglia i limiti della riserva marina, facendone, con i suoi 133.000 km2, la più grande del mondo.
Società ed economia
L'assenza di un'adeguata politica di pianificazione nel processo di popolamento ha portato a un forte aumento della popolazione, passata dai 400 ab. del 1930 ai 1600 del 1950, e moltiplicatasi nei successivi 50 anni di 11 volte, in conseguenza di un intenso processo migratorio. La prima legge sul controllo dell'immigrazione fu varata nel 1995.La ricerca di occupazione è stato il principale motivo dell'afflusso di immigrati, in gran parte individui in età produttiva, compresi cioè nella fascia di età tra i 18 e i 65 anni, provenienti dall'Ecuador e per il 70% con un livello di istruzione alto. Ciò ha contribuito a determinare un'offerta eccessiva sul mercato del lavoro, causando una pressione sui salari locali. Nonostante ciò, la disoccupazione è inferiore al 3%. La domanda di occupazione proviene principalmente dal settore privato, dove l'attività più dinamica è rappresentata dal turismo. Il crescente sviluppo del comparto ha fatto sì che nella LOREG venissero inseriti tre provvedimenti: l'obbligo di acquisto, per ogni visitatore, di una tessera di ingresso; la creazione di un registro delle presenze; la limitazione del numero di turisti ammessi (100.000 all'anno). Questo 'tetto' è stato superato già nel 2004 (108.000 visitatori, contro i 60.000 del 1994). Sulla spinta del turismo, anche il commercio ha registrato un notevole impulso, diventando la seconda attività per importanza.
Nelle isole di San Cristóbal, Santa Cruz e Isabela, le più popolate, si concentra la quasi totalità delle aziende agricole, per lo più di dimensioni superiori ai 50 ha, quasi tutte destinate ad allevamenti estensivi o a piantagioni caratterizzate da processi produttivi tradizionali, quindi a bassissima resa per ettaro. Le aziende di dimensioni maggiori si trovano nell'isola di Santa Cruz, dove il reddito proveniente dal turismo ha consentito una maggiore mobilità fondiaria. Fra i prodotti destinati al consumo locale prevalgono quelli ortofrutticoli (arance in particolare), seguiti da yucca, papaia e mais. Il caffè è comunque la coltivazione più diffusa e occupa circa l'80% della superficie agricola. Un'altra attività tipica è la lavorazione dei gusci di tartaruga (in spagnolo galápago, da cui il nome dell'arcipelago). Secondo il censimento del 2001, il 40% della popolazione viveva in condizioni di povertà; tuttavia la situazione sociale sembrava migliore di quella del resto dell'Ecuador.
bibliografia
J. Guerrero Cuesta, A divided community: the political economy of tourism, fishing and immigration in the Galapagos Islands, Oslo 1997.
F. Dini, Alcune considerazioni sul significato teorico e operativo del concetto di sviluppo sostenibile, in Quaderno metodologico, a cura di B. Menegatti, Bologna 1999.
Charles Darwin Foundation - Fundación Charles Darwin, Informe anual, Quito, ogni anno dal 1999.
O. Latorre, El hombre en las Islas Encantadas. La historia humana de Galápagos, Quito 1999.
Ch. Grenier, Conservation contre nature: les îles Galápagos, Paris 2000.