IONIE, Isole
Arcipelago situato nel mare Ionio, lungo la costa occidentale della Grecia, comprendente le isole di Corfù, Cefalonia, Zante, Leucade, Itaca, Passo e altre minori. L'isola di Citera, attualmente annessa amministrativamente alle I., denominate per questo Eptaneso ('sette isole'), non ne è geograficamente compresa, ma deve piuttosto essere considerata parte del Peloponneso.In epoca tardoantica le isole più vicine alla costa epirota, cioè Corfù, Leucade e Itaca, dipendevano dalla provincia dell'Epirus vetus (con capitale Nicopoli), mentre Cefalonia e Zante erano associate alla provincia di Acaia (con capitale Corinto).Le invasioni barbariche dell'impero bizantino nel corso dei secc. 5° e 6° colpirono anche le isole più grandi: Zante subì un'invasione da parte dei Vandali verso la metà del sec. 5°, mentre Corfù fu saccheggiata dai Goti nel 551. Intorno alla metà del sec. 8°, a difesa dei confini occidentali dell'impero dalle invasioni arabe, venne fondato il tema di Cefalonia, circoscrizione di carattere militare e amministrativo che comprendeva tutte le isole Ionie.Fino alla metà del sec. 8° le diocesi delle isole appartenenti alla provincia dell'Epirus vetus furono soggette alla sede metropolitana di Nicopoli, mentre le diocesi di Cefalonia e di Zante dipendevano dalla metropoli di Corinto, sotto la quale rimasero anche dopo la fondazione del tema di Cefalonia. Le diocesi di Corfù e di Zante divennero autocefale e la prima fu promossa a metropoli nella seconda metà dell'11° secolo.La conquista normanna del 1082-1085, che interessò tutte le I. a eccezione di Leucade, segnò la fine del dominio bizantino. Corfù, dopo un breve periodo di dominazione genovese e veneziana, passò al Despotato dell'Epiro nel 1214, nel 1259 fu ceduta a Manfredi di Svevia, nel 1267 passò agli Angioini di Napoli, per finire, nel 1386, sotto i Veneziani. Cefalonia, Zante e Itaca passarono nel 1204 alla casa degli Orsini, nel 1324 agli Angioini e infine, nel 1357, vennero prese dai Tocco. Leucade, che fino al 1294 faceva parte del Despotato dell'Epiro, passò ugualmente agli Orsini, per finire anch'essa ai Tocco nel 1362.L'inizio del dominio degli Angioini a Corfù segnò la soppressione della sede metropolitana ortodossa e la sua sostituzione con una diocesi latina dipendente da Roma. Massimo esponente della popolazione ortodossa divenne allora il c.d. grande protopápas, eletto dal clero ortodosso dell'isola. L'istituzione del protopápas, che continuò durante tutto il dominio veneziano, fu adottata anche nelle altre isole dopo la loro conquista da parte degli Orsini.Le conoscenze circa i monumenti paleocristiani nelle I. sono piuttosto scarse, anche per la mancanza di indagini archeologiche sistematiche. Il monumento più noto è la basilica del vescovo Iovianos, situata sulla penisola di Paleopoli a Corfù, sul sito che corrisponde all'antica città e che anche in epoca paleocristiana continuò a essere il centro più importante dell'isola. La basilica, costruita nella prima metà del sec. 5° sopra un odéion romano, era, nella sua fase principale, a cinque navate con doppio nartece e transetto sporgente, elemento tipologico che caratterizza anche le basiliche di Nicopoli, sotto il cui influsso artistico fu la stessa Corfù.La seconda basilica dell'isola, ubicata vicino a quella di Iovianos, presenta un impianto più semplice: sorta sopra il tempio di Artemide, era a tre navate scandite da pilastri; attualmente rimane solo la navata centrale, incorporata nella chiesa del monastero di S. Teodoro. L'esistenza di altre basiliche paleocristiane a Corfù è testimoniata dalla presenza di frammenti di scultura decorativa in diverse località dell'isola (Kamara, Lefkimi).Nella vicina isoletta di Passo altre due basiliche, databili però a un'epoca abbastanza tarda (fine del sec. 7°-inizi del successivo), sono state scoperte in località Oxià. Ambedue sono a tre navate, scandite da pilastri, e prive di ambienti annessi. Ugualmente a tre navate e senza ambienti annessi è la basilica riportata alla luce a Fiscardo, nell'isola di Cefalonia; essa presenta un elemento tipologico eccezionale, essendo fornita di due grandi torri rettangolari poste alle due estremità del lato occidentale del naós.Resti indicanti la presenza di altre chiese paleocristiane vanno inoltre segnalati sia a Cefalonia sia nelle altre I.: nella prima, in località Miampeli, è venuta alla luce l'abside di una chiesa paleocristiana sorta sopra una villa romana; a Nydri, nell'isola di Leucade, è stata scoperta una chiesa a navata unica con abside semicircolare e con due ambienti laterali (pastofori), ritenuta essere una basilica paleocristiana; nel villaggio di Melinado, a Zante, si conservano resti appartenenti a una chiesa probabilmente databile al 6° secolo.A Itaca non sono finora noti monumenti paleocristiani, fatta eccezione per quattro tombe, rinvenute in località Aëtos, che risalgono probabilmente a quell'epoca. Di notevole interesse sono due ipogei funerari trovati recentemente in una delle isole minori, Kastos, vicina a Leucade.La scultura e la pittura paleocristiane sono testimoniate solo da un limitato numero di esempi: le opere di scultura consistono in frammenti dispersi, soprattutto capitelli e plutei, mentre l'unica opera pittorica è il mosaico pavimentale della basilica di Iovianos a Corfù, stilisticamente collegato con le botteghe attive a Nicopoli.Il periodo compreso tra i secc. 8° e 10° è caratterizzato da una carenza di monumenti, mentre la maggior parte di quelli databili tra il sec. 10° e il 14° si trova a Corfù, il cui centro principale si spostò nel corso del Medioevo nel c.d. Castel Vecchio, km. 2 a N della penisola di Paleopoli; molti centri minori erano sparsi in tutta l'isola.Il tipo architettonico più diffuso tra le chiese medievali è quello di basilica a navata unica con abside semicircolare e copertura a capriate, secondo un modello diffuso, oltre che nelle I., in tutta la Grecia occidentale durante il periodo medio e tardobizantino. Questa tipologia si incontra in tutta l'isola di Corfù ed è rappresentata da molti esempi, quali S. Nicola a Kato Korakiana, S. Michele ad Ano Korakiana, la chiesa dei Taxiarchi a Sgurades, S. Giorgio e S. Nicola a Vatos, S. Biagio a Kamara, S. Caterina a Nissos Perithéa e la chiesa di S. Mercurio e del profeta Elia nel villaggio di Aghios Marcos; quest'ultima presenta una caratteristica tipica delle chiese di Cipro e di quelle dell'Asia Minore, ossia due absidi nel lato occidentale, dovute alla doppia dedicazione dell'edificio.Unico in tutta l'isola è il tipo architettonico della chiesa dei Ss. Giasone e Sosipatro, in località Garitza, alla periferia dell'attuale nucleo urbano di Corfù; si tratta di un edificio a croce greca inscritta, del tipo a due colonne, uno dei più antichi esempi di una tipologia che ebbe una grande diffusione nella Grecia meridionale; costruita intorno al Mille, è opera di artefici provenienti molto probabilmente dall'Attica o dalla Beozia. Altrettanto unico, non solo per Corfù ma per tutte le I., è il tipo della chiesa del Pantocratore a Pontikonissi, che presenta una pianta a trifoglio e una cupola ottagonale.Nel territorio di Corfù si conservano alcune fortificazioni medievali. Il castello di Gardiki, nella parte occidentale, quello meglio conservato, fu costruito all'epoca del despota Michele I (1204-1215); la sua cinta, di impianto ellissoidale, è rinforzata da otto torri rettangolari. Allo stesso periodo è attribuita anche la fortezza di Anghelokastro, conservata solo parzialmente e situata sulla costa nordoccidentale dell'isola.Nelle altre I. sono sopravvissuti pochissimi monumenti, soprattutto a causa dei terremoti che colpirono frequentemente le isole e in particolar modo Zante e Cefalonia. Basandosi sui dati finora disponibili, si può osservare che a Zante, Cefalonia e Leucade si incontrano le stesse tipologie architettoniche già viste a Corfù, tra le quali predomina il tipo della chiesa a navata unica. A Zante, il cui centro medievale si trovava a Castel Vecchio, si conservano le rovine di tre chiese. La prima, S. Nicola Megalomatis a Scopos, della fine del sec. 11°, presenta la pianta a croce inscritta, del tipo a due colonne, mentre l'omonima chiesa a Lagopodo, anch'essa datata al sec. 11°, è a navata unica con tetto a capriate; della terza chiesa, quella del Salvatore a Kastro, trasformata in duomo cattolico, rimangono solo resti della terminazione orientale, con tre absidi, e del muro meridionale, e risulta dunque problematico ricostruirne la pianta. Ugualmente allo stato di rovine si trovano le chiese finora note di Cefalonia; rispetto alle notizie fornite dalle fonti, in particolare il Praktikón della diocesi latina di Cefalonia, risalente al 1264, il loro numero è molto limitato. Le chiese di S. Giovanni a Zola, di S. Giorgio a Kontoyennada, di S. Demetrio a Bobyne e di S. Andrea a Karyes Erissu sono a navata unica. Al contrario, altre chiese citate nel Praktikón e sopravvissute fino a oggi (S. Andrea Milapidias a Peratata, monastero della Theotokos Atru, Panaghia Kughiana a Vary Erissu) non conservano nulla della loro fase originaria. Oltre al noto castello di S. Giorgio (od. Kastro), la città fortificata che fu il centro amministrativo ed ecclesiastico della Cefalonia medievale, in diverse parti dell'isola si conservano resti di molte fortificazioni.Anche a Leucade, conosciuta dalla prima metà del sec. 14° come Santa Maura, dal nome della fortezza eretta verso il Trecento sulla vicina costa dell'Acarnania, non si conservano intatti monumenti dell'epoca medio e tardobizantina. Solo alcune chiese (Panaghia a Gyra, S. Maura nell'omonimo castello, S. Giovanni a Vurnikas) presentano delle fasi databili a quell'epoca. L'unica chiesa, di datazione però tarda (1449-1450), che conserva la sua fase originaria è quella della Odighitria ad Apolpena; si tratta di un edificio a navata unica con tetto a capriate, ornato sulle superfici esterne da motivi ceramoplastici, elemento questo che rimanda ai monumenti del Despotato dell'Epiro. Decorazioni analoghe, che si riscontrano raramente nelle chiese delle I., si debbono infatti a influssi provenienti sia dal despotato epirota (S. Caterina a Nissos Perithéa di Corfù) sia dalla scuola architettonica della Grecia meridionale (Ss. Giasone e Sosipatro a Corfù, S. Nicola Megalomatis a Zante), dato che l'architettura ecclesiastica delle I. è caratterizzata in genere da forme di struttura semplice e priva di elementi di decorazione esterna.La scultura dell'epoca medio e tardobizantina è limitata a pochi esemplari che si trovano a Corfù e a Zante. Al contrario, di un certo interesse risulta la pittura monumentale dell'epoca, di cui Corfù conserva il maggior numero di esemplari. Nella chiesa dei Ss. Giasone e Sosipatro sono conservati tre strati di decorazione pittorica, il più antico dei quali risale alla seconda metà dell'11° secolo. Della stessa epoca è anche il primo strato degli affreschi della chiesa di S. Mercurio e del profeta Elia nel villaggio di Aghios Marcos; è questo il complesso di pittura monumentale più importante dell'isola, datato al 1074-1075. Il programma iconografico consiste principalmente in figure isolate di santi e nella rappresentazione del Cristo circondato dai simboli dei quattro evangelisti; lo stile, lineare e privo di plasticità, si incontra anche negli affreschi contemporanei di S. Nicola a Kato Korakiana (od. Mus. di Antivuniotissa) e di S. Michele ad Ano Korakiana, attribuiti alla stessa bottega. Durante l'epoca comnena (secc. 11°-12°) tale stile era diffuso in tutto l'impero bizantino e continuò a sopravvivere nei piccoli centri provinciali anche durante i secoli successivi.Gli affreschi dei secc. 12°-14° che si conservano in stato frammentario in alcune chiese di Corfù (Ss. Giasone e Sosipatro, secc. 12° e 14°; S. Mercurio, sec. 14°; S. Biagio a Kamara, sec. 13°; Pantocratore a Chlomos, sec. 14°; S. Giorgio a Vatos, secc. 14°-15°; Taxiarchi a Omali, secc. 14°-15°) sono opera di botteghe provinciali. Gli affreschi conosciuti a Zante si datano tra il sec. 11° e il 14°; l'esempio più antico è costituito dal primo strato di pitture di S. Nicola a Lagopodo (sec. 11°), che presentano alcune delle caratteristiche incontrate nelle contemporanee pitture di Corfù. Affreschi databili ai secc. 13° e 14° si conservano inoltre nella stessa chiesa, mentre nella chiesa del Salvatore di Kastro e nel S. Nicola Megalomatis di Scopos rimangono resti di pitture del 12° secolo. A Cefalonia e a Leucade sono stati recentemente scoperti resti di affreschi non ancora adeguatamente studiati. Nella prima isola, nelle chiese di S. Giorgio a Kontoyennada, di S. Giovanni a Zola e di S. Andrea a Karyes Erissu sono state rilevate pitture murali probabilmente databili tra il 12° e il 13° secolo. A Leucade una figura isolata nella chiesa di S. Giovanni a Vurnikas costituisce l'unico esempio conosciuto di età mediobizantina (secc. 11°-12°); nella stessa isola, le pitture murali della chiesa dell'Odighitria di Apolpena, datate al 1449-1450, costituiscono un caso di mescolanza degli stili gotico e bizantino.Tra le icone bizantine conservate nelle I. le più importanti sono quelle delle chiese di Corfù (S. Giovanni Prodromo, S. Antonio, Panaghia Dimosiana), datate al sec. 14° e provenienti probabilmente da botteghe di Ioannina e di Costantinopoli.
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