isole linguistiche
Per isola linguistica si intende una comunità (o un insieme ridotto di comunità geograficamente contigue) in cui sia tradizionalmente in uso una varietà linguistica nettamente diversa da quella praticata nel territorio circostante (➔ minoranze linguistiche; Perini 1988; Marcato 2000). Tale situazione è spesso il risultato di antiche immigrazioni (ad es., la creazione dal XV secolo di centri albanofoni in Italia meridionale), ma anche di sopravvivenze rispetto all’affermarsi di uno strato linguistico successivo (ad es., le comunità grecofone nel Sud; ➔ greca, comunità).
La metafora geografica è ripresa anche nei concetti di arcipelago linguistico (indicante comunità alloglotte della stessa origine, non contigue e disperse sul territorio) e penisola linguistica (indicante la continuità linguistica al di sopra di confini politici): quindi si definiscono penisole l’Alto Adige/Südtirol rispetto all’area transalpina di lingua tedesca o i territori di parlata provenzale che continuano al di qua delle Alpi la realtà dialettale del sud della Francia.
La denominazione di isola (affermatasi con la seconda edizione, 1927, della traduzione di G. Bertoni dell’Italienische Grammatik di W. Meyer-Lübke, 1890), si è sovrapposta, nella letteratura scientifica e nell’uso comune, a quella forse più idonea di colonia linguistica, che insiste sul carattere alloglotto della varietà interessata. L’idea dell’isola, calzante dal punto di vista territoriale, suggerisce invece l’idea di un ‘isolamento’ che il più delle volte esula dalla realtà vissuta di queste comunità, non certo aliene da rapporti (linguistici e non) con la realtà in cui si integrano.
Va inoltre considerato che il concetto di insularità linguistica è esteso a un’estrema varietà di situazioni: sotto l’aspetto ambientale, esistono isole caratterizzate da una valenza urbana dell’insediamento (catalano ad Alghero, venetofonia ‘importata’ nel contado friulano; ➔ catalana, comunità), altre formate da ‘villaggi’ connotati da antiche specializzazioni economiche (minatori o boscaioli nel caso di certi gruppi germanofoni dell’Italia nord-orientale), centri che non si differenziano invece dal contesto economico-sociale circostante che per la peculiarità linguistica (le comunità grecofone del Sud). Dal punto di vista sociolinguistico, si va invece dal carattere regressivo (prossimo all’obsolescenza) della varietà locale rispetto a quella di più ampia diffusione regionale (isole germanofone al Nord, grecofone al Sud; ➔ greca, comunità; ➔ tedesca, comunità), fino al dinamismo di comunità in cui è la varietà minoritaria a favorire l’integrazione linguistica di quanti provengono dall’ambito territoriale circostante.
Per i casi di particolare prestigio della varietà storicamente importata, Mioni (1988) ha utilizzato il termine isolotto-testa di ponte (îlot-tête de pont), ma la situazione è resa in maniera appropriata dal sintagma eteroglossia (o alloglossia) contigua, che segnala un rapporto di vicinanza geografica e al tempo stesso di (pur sempre relativo) distacco rispetto alle consuetudini linguistiche del contesto territoriale: è il caso, ad es., del tabarchino in Sardegna (➔ tabarchina, comunità).
Un’altra situazione particolare è costituita da isole linguistiche inserite in un contesto a sua volta minoritario, nel qual caso Francescato (1988) distingue tra una lingua minoritaria di primo grado (ad es., il friulano rispetto all’italiano lingua ufficiale e al dialetto germanico di Sauris e Timau) e di secondo grado (la parlata walser nel panorama franco-provenzale e francofono della Valle d’Aosta). Il tradizionale, costitutivo plurilinguismo di gran parte delle isole linguistiche può arrivare all’estremo di situazioni come quella del Tarvisiano, dove singole comunità di dialetto germanico, slavo e friulano si integrano in un quadro che vede anche l’utilizzo ufficiale dell’italiano e quello (almeno formalmente) co-ufficiale dello sloveno standard e del tedesco.
Il carattere unificante del concetto di insularità, dato dalla distribuzione puntuale o sparsa delle comunità a cui si riferisce, non deve dunque far dimenticare la varietà di situazioni che è propria della categoria, che in Italia offre anche una particolare ricchezza di tipologie linguistiche: isole linguistiche non neolatine (germanofone, slavofone, albanofone e grecofone), neolatine (galloromanze e iberoromanze) e costituite da gruppi che parlano varietà italoromanze all’esterno dell’area d’origine (eteroglossie interne; Orioles & Toso 2005). Quest’ultima categoria implica una ridiscussione del concetto stesso di minoranza linguistica, poiché la (relativa) affinità genetica rispetto alla lingua nazionale non può essere addotta a criterio discriminante, anche ai fini di una tutela formale, nei confronti di comunità che sono a tutti gli effetti minoranze per collocazione geografica, rapporti interlinguistici e realtà sociolinguistica.
Una panoramica dell’insularità linguistica in area italiana non può infine trascurare un richiamo alle isole italofone all’estero (ad es., la venetofonia residua ai confini orientali, l’eteroglossia interna ligure bonifacina in Corsica), a dislocazioni recenti non ancora storicizzate (comunità venetofone in Toscana o in Sardegna, frutto di ripopolamenti del periodo fascista; l’inurbamento compatto dei grecofoni calabresi a Reggio Calabria) e a comunità di nuovi immigrati che tendono talvolta a dare vita a vere e proprie isole linguistiche in spazi urbani circoscritti (Giacomarra 2007).
Francescato, Giuseppe (1988), Atteggiamenti e comportamenti degli abitanti delle isole culturali minoritarie, in Perini 1988, pp. 115-123.
Giacomarra, Mario (a cura di) (2007), Isole. Minoranze migrazioni globalizzazione, Palermo, Fondazione Ignazio Buttitta, 2 voll.
Marcato, Gianna (a cura di) (2000), Isole linguistiche?: per un’analisi dei sistemi in contatto. Atti del Convegno Sappada/Plodn (Belluno, 1-4 luglio 1999), a cura di G. Marcato, Padova, Unipress.
Mioni, Alberto M. (1988), L’univers des îlots minoritaires, in Perini 1988, pp. 21-47.
Orioles, Vincenzo & Toso, Fiorenzo (a cura di) (2005), Le eteroglossie interne. Aspetti e problemi, «Studi italiani di linguistica teorica e applicata» 34, 3, numero tematico.
Perini, Nereo (a cura di) (1988), Isole linguistiche e culturali all’interno di culture minoritarie: problemi psico-linguistici, socio-linguistici, educativi. Atti del XXIV convegno dell’Associazione internazionale metodi audiovisivi (Udine, 13-16 maggio 1997), Udine, Consorzio per la costituzione e lo sviluppo degli insegnamenti universitari.