MIDWAY, Isole (A. T., 164-65)
Gruppo di isolotti (principali Eastern Island e Sand Island) dell'arcipelago delle Hawaii posti a 28° 15′ di latitudine nord e a 177° 20′ di longitudine ovest.
Battaglia di Midway. - Nel maggio 1942, dopo la battaglia del Mare dei Coralli il comando giapponese stimò che per le condizioni di inferiorità della flotta americana, la situazione fosse opportuna per occupare le Midway, allo scopo di servirsi di quella base per stabilire da essa la copertura aerea con raggio 1300 miglia, così da includere tutte le Hawaii. Stabilendo per l'attacco sulle Midway la data del 6 giugno, l'alto comando giapponese ritenne di poter fare assegnamento sulla realizzazione della sorpresa; ma il comando della flotta americana venne a conoscenza dei progetti del nemico da radiotelegrammi decrittati. L'amm. Nimitz poté quindi concentrare a circa 300 miglia a nord delle Hawaii 3 navi portaerei, con incrociatori e cacciatorpediniere e circa 20 sommergibili.
La flotta giapponese partendo dalle basi metropolitane diresse in grandi forze verso le posizioni stabilite per l'attacco aereo, a cui doveva seguire lo sbarco. La forza di attacco era formata da 4 navi portaerei: le forze navali da battaglia, ripartite fra la forza di occupazione e il grosso della flotta, assommavano a 9 corazzate. Al mattino del 4 giugno una massa di 130 velivoli, di cui 50 da caccia, fu lanciata contro le Midway da una distanza di 180 miglia. Alle 5 e 45 un velivolo americano scoprì la massa di velivoli che da nord-ovest puntava sulle Midway e poco dopo avvistò le navi portaerei giapponesi. L'attacco dei bombardieri giapponesi danneggiò fortemente le sistemazioni della base.
Le tre navi portaerei americane erano a 200 miglia a nord-ovest di quelle giapponesi. Fra le navi portaerei delle forze contrapposte esisteva complessivamente l'uguaglianza nel numero dei velivoli, quindi il vantaggio da parte americana era costituito dai velivoli delle Midway e dalla sorpresa strategica. Infatti i Giapponesi ignoravano la presenza della forza navale avversaria e la loro ricognizione avvistò le portaerei americane in ritardo, solo quando i velivoli erano già preparati per il bombardamento contro obiettivi terrestri. Nel frattempo le navi furono attaccate con effetti disastrosi. Alle 10 e 20 i velivoli bombardieri in picchiata delle navi portaerei Enterprise e Yorktown protetti da velivoli da caccia riuscirono a piazzare tre bombe sulla portaerei Soryu, due sulla Akagi e quattro sulla Kaga. Quelle tre navi furono gravemente incendiate e messe fuori combattimento. Alle 12 e 30 la portaerei giapponese Hiryu, unica rimasta incolume, lanciò i velivoli che riuscirono a colpire con 3 bombe in picchiata la nave portaerei americana Yorktown, inutilizzandone il ponte di volo; perciò quella nave cercò di allontanarsi dal combattimento, ma finì per essere affondata da un sommergibile. Nel pomeriggio dello stesso giorno la Hiryu fu attaccata dai velivoli delle navi portaerei Enterprise e Hornet e colpita con 6 bombe. Verso sera l'altra nave portaerei giapponese Soryu fu silurata e affondata dal sommergibile americano Nautilus. Poco dopo anche la Kaga affondò per esplosione dei depositi di combustibile. Le rimanenti due portaerei giapponesi Akagi e Hiryu erano ridotte in condizioni da non poter nai: gare, perciò furono affondate dai Giapponesi al mattino del 5. La flotta giapponese rimasta senza portaerei non poteva eseguire l'attacco sulle Midway; perciò l'amm. Yamamoto rinunziò alla impresa e la flotta dimesse per rientrare alle basi.
Nei primi sei mesi dopo la sorpresa di Pearl Harbor i Giapponesi avevano esercitato nel Pacifico il dominio del mare, in virtù della preponderanza acquisita inizialmente; la battaglia di Midway fu un colpo d'arresto, che segnò nel conflitto una svolta decisiva. Per effetto della battaglia risultò considerevolmente modificato il rapporto delle forze navali (i portaerei e 1 cacciatorpediniere americani affondati contro 4 navi portaerei e un grande incrociatore giapponesi).