SALOMONE, Isole (XXX, p. 551)
(XXX, p. 551). - La campagna delle Salomone durante la seconda Guerra mondiale. - Il successo ottenuto dalle forze degli S.U. con lo sbarco del 7 agosto 1942 a Guadalcanal e Tulagi (v. in questa seconda App., I, p. 1098 e relativa cartina) produsse in quell'isola una situazione di equilibrio: gli Americani occupavano l'aeroporto di Lunga (Henderson Field), di somma importanza strategica. Però le truppe giapponesi non erano state decisamente sconfitte. Ambedue le parti belligeranti cercavano di rifornire e rinforzare le proprie truppe nell'isola, e impedire i rifornimenti e i rinforzi del nemico. Parallelamente alla lotta terrestre si svolgeva quindi accanita e incessante la lotta sul mare, con una serie di azioni di cui qui si accennano le principali.
Battaglia di Savo (9 agosto 1942). - Allo sbarco americano immediatamente seguì l'intensa reazione delle forze aeree giapponesi dalle basi terrestri del settore di Rabaul. Avendo i Giapponesi il predominio aereo, una squadra dei loro incrociatori riuscì ad effettuare una sorpresa notturna nelle acque del golfo di Savo, fra Guadalcanal e Florida, affondando tre grandi incrociatori americani e uno australiano, senza nessuna perdita giapponese.
Battaglia delle Salomone orientali (24 agosto 1942). - Mentre i Nipponici proteggevano l'arrivo di un convoglio a Guadalcanal s'ebbe una battaglia fra navi portaerei, in cui i Giapponesi subirono la perdita di una piccola unità di tale tipo; gli Americani raggiunsero il loro obiettivo strategico, perché i Giapponesi per le perdite e i danni subìti nelle navi da trasporto e nelle navi leggere rinunziarono a far proseguire il convoglio.
Battaglia di Capo Esperance (12 ottobre 1942). - Sistematicamente i Giapponesi mantenevano le comunicazioni con Guadalcanal, trasportando truppe a bordo di incrociatori e cacciatorpediniere. Nella notte sul 12 ottobre un gruppoo giapponese fu attaccato di sorpresa da un altro americano, che regolando la manovra a mezzo del radar tagliò normalmente la rotta della formazione nipponica, così da realizzare il classico "taglio del t".
Battaglia delle isole Santa Cruz (26 ottobre 1942). - L'amm. W. F. Halsey, che a metà ottobre 1942 aveva assunto il comando di tutte le forze armate americane nel Pacifico meridionale, diresse le operazioni navali con grande audacia, benché la flotta giapponese fosse largamente superiore in ogni categoria di navi. Da questa situazione risultò una durissima battaglia fra navi portaerei, che prese il nome dalle isole Santa Cruz; essa fu un successo tattico per la flotta giapponese, poiché quella americana ebbe affondati una nave portaerei e un cacciatorpediniere, mentre la marina giapponese non subì nessuna perdita navale. Ma due navi portaerei giapponesi furono messe temporaneamente fuori servizio, e le due portaerei rimaste efficienti subirono gravissime perdite di velivoli e di piloti. La marina giapponese si trovava in crescenti difficoltà per sostituire i velivoli, e non era organicamente preparata a così gravi perdite di piloti come quelle che incontrava nelle frequenti battaglie.
Battaglia di Guadalcanal (13-14-15 novembre 1942). - Alle truppe giapponesi nell'isola di Guadalcanal mancavano carri armati e artiglieria pesante. Perciò l'alto comando nipponico decise di far giungere nell'isola ad ogni costo un convoglio di 12 grossi piroscafi.
Essendo informato dei piani del nemico, l'ammiraglio Halsey decise di affrontare il rischio: egli riuscì a far giungere due convogli tempestivamente a Guadalcanal per rinforzare le truppe. Halsey era rimasto con una sola nave portaerei (l'Enterprise) a cui ordinò di prendere il mare, benché non avesse potuto riparare completamente i danni subìti e fosse in grado di muovere soltanto a velocità ridotta. Siccome la forza principale americana non poteva arrivare a Guadalcanal all'inizio dell'offensiva giapponese, le forze leggere che avevano scortato i convogli furono riunite al comando dell'ammiraglio Callaghan, con l'ordine di impegnare decisamente la forza da bombardamento nemica, nel tentativo di ritardare l'esecuzione dello sbarco, per dar tempo alle due corazzate e alla nave portaerei di sopraggiungere e affrontare l'azione risolutiva. Così nella notte sul 13 novembre, mentre le due corazzate giapponesi Hiyei e Kirishima (che componevano la forza da bombardamento) con 15 cacciatorpediniere, muovevano per attaccare l'aeroporto, si scontrarono con la squadra leggera americana, costituita da 5 incrociatori e 8 cacciatorpediniere. Successe una mischia furibonda; nello scontro furono affondati 2 cacciatorpediniere giapponesi e 2 americani: tutte le navi americane furono gravemente danneggiate e morirono due ammiragli (Callaghan e Scott).
Il 14 novembre i Giapponesi decisero di fare avanzare il convoglio verso Guadalcanal sotto la protezione dell'aviazione da caccia e di cacciatorpediniere, ma i piroscafi furono attaccati dai velivoli americani dell'aeroporto e della nave portaerei; 8 piroscafi furono incendiati, mentre gli altri quattro, pur avendo subìto danni, arrivarono a incagliare sulla spiaggia di Tassafaronga, e sotto gli attacchi aerei cominciarono le operazioni di sbarco. Nella notte sul 15 novembre, per proteggere lo sbarco arrivò nel golfo di Savo la corazzata giapponese Kirishima con incrociatori e cacciatorpediniere, ma nel contempo arrivavano nelle stesse acque, a insaputa dei Giapponesi, le due corazzate americane North Carolina e South Dakota con alcuni cacciatorpediniere. Si svolse così una battaglia notturna fra corazzate; la Kirishima, colpita, rimase immobilizzata e si autoaffondò. Da parte americana rimase danneggiata la South Dakota. I velivoli americani completarono la distruzione dei trasporti.
Battaglia di Tassafaronga (30 novembre 1942). - Dopo la battaglia navale di Guadalcanal la situazione giapponese nell'isola era divenuta disperata, tuttavia a fine novembre il comando americano ebbe indizî che il nemico stava per tentare un nuovo rifornimento a mezzo di navi veloci. A contrastare quel tentativo fu destinato un gruppo di quattro grandi incrociatori, che si scontrò nella notte sul 30 con una flottiglia di 8 cacciatorpediniere giapponesi davanti alla spiaggia di Tassafaronga. Gli Americani aprirono il tiro col radiotelemetro: i cacciatorpediniere giapponesi non risposero al tiro ma eseguirono il lancio simultaneo di siluri, invertendo quindi la rotta e aumentando di velocità. I numerosi siluri affondarono un incrociatore americano e danneggiarono gli altri.
Ritirata giapponese da Guadalcanal e avanzata americana nelle Salomone. - Alla fine del 1942 la marina degli Stati Uniti aveva superato la fase critica originata dal disastro di Pearl Harbor; la crescente disponibilità di forze navali americane nel Pacifico meridionale rese insostenibile la situazione giapponese a Guadalcanal, sicché al principio di febbraio 1943, i Giapponesi ritirarono le truppe dall'isola a mezzo di rimbarchi notturni, eseguiti da cacciatorpediniere. Dopo l'abbandono di Guadalcanal, i Giapponesi fecero ogni sforzo per il rafforzamento della loro situazione nelle Salomone centrali. Ma gli Americani acquistarono la prevalenza aerea, e con successivi sbarchi stabilirono il loro predominio nella Nuova Georgia, impossessandosi il 5 agosto 1943 dell'aeroporto di Munda. L'avanzata americana nell'arcipelago delle Salomone, conclusasi nel novembre 1943 con la conquista dell'isola di Bougainville, in correlazione con l'avanzata degli Alleati nella Nuova Guinea, ebbe influenza decisiva sull'andamento della guerra nel Pacifico.