issa (istra)
È voce lucchese (Parodi, Lingua 261 e 291) e dell'Italia settentrionale (Rohlfs, Grammatica § 929; il Buti la definisce " vocabolo romaniuolo "), che significa " adesso ", " in questo momento ". Una volta D. la pone in bocca a Bonagiunta (O frate, issa vegg'io... il nodo, Pg XXIV 55), e un'altra volta l'adopera (in rima con rissa e fissa, rima unica nella Commedia) mettendone proprio in risalto il significato, identico a quello di mo, " ora ": più non si pareggia ‛ mo ' e ‛ issa ' / che... (If XXIII 7): " ideo dicit hic quod ‛ mo ', quod vulgare est Lombardorum, et ‛ issa ', quod est vulgare Lucensium, licet diversi sint in prolatione, idem tamen sunt in effectu, quia utrumque importat hoc adverbium temporis ‛ nunc ' " (Pietro).
La forma istra (non attestata in altri testi) è nelle parole ‛ lombarde ' pronunciate da Virgilio e riferite da Guido da Montefeltro: O tu... che parlavi mo lombardo, / dicendo " Istra ten va, più non t'adizzo " (If XXVII 21). La forma issa, data come variante in questo luogo, " è presente soltanto in Pr, poi in tradizione seriore " (Petrocchi, ad l.: cfr. tutta la nota al riguardo).