ISSEDONI ('Ισσηδοί, Ισσηδόνες, 'Εσσηδόνες)
Popolo dell'antichità d'incerta ubicazione, e d'incerta appartenenza etnica. Molto probabilmente si tratta di un popolo che aveva dimora ad oriente degli Urali nella pianura fra il fiume Isset (che ne continua forse il nome) e il corso inferiore del Tobol. Ma le notizie tramandate dagli scrittori classici sono al riguardo scarse e molto discordi.
Punto di partenza di quanto nell'antichità si raccontava intorno agl'Issedoni furono le favolose narrazioni di Aristea di Proconneso, il non meno favoloso viaggiatore che in un poema andato perduto, 'Αριμάσπεια, li aveva collocati fra i popoli dimoranti a nord del Ponto Eusino. Gl'Issedoni avrebbero avuto stanza a nord degli Sciti, e a nord di essi avrebbero dimorato gli Arimaspi monocoli, sempre in guerra con i draghi custodi d'immensi tesori. Erodoto muove dalle notizie di Aristea (IV, 13) ma, forse influenzato da una credenza la quale faceva capo a Dioniso di Mileto e si ritrova in Plinio (Nat. Hist., VI, 9) e Pomponio Mela (I, 116 seg.), secondo cui procedendo in linea retta da Tanaide verso il Nord si arrivava all'estremo del mondo abitato, colloca gl'I. in tale presunta estremità nord-orientale della terra insieme con gli Arimaspi. Ancora più a oriente poneva gl'Issedoni Marino di Tiro, come si rileva da Tolomeo, VI, 16, 7 (cfr. Ammiano Marcellino, XXIII, 6, 7) e propriamente nella Cina (più esattamente nel Turkestan orientale). Questa notizia, per l'autorità di Tolomeo, ha avuto la maggiore fortuna.
Secondo una notizia di Erodoto (II, 26) che ritorna in Pomponio Mela (II, 29), presso gl'Issedoni vigeva la consuetudine di ridurre a pezzi i cadaveri dei genitori e di consumarli in banchetti insieme con carne di pecora, mentre dei cranî montati in oro facevano tazze. In tale costume si vuol vedere indizio dell'appartenenza degl'Issedoni al gruppo indoeuropeo; ma in verità il costume in questione per i popoli del gruppo indoeuropeo non è in alcun modo dimostrabile, poiché esso appare documentato solo per popolazioni scitiche che indubbiamente lo hanno ricevuto da popolazioni non indoeuropee dell'Asia centrale o orientale.
Bibl.: Hermann, in Pauly-Wissowa, Real-Encykl., IX (1916), coll. 2235-2246, con bibliografia precedente.