ISSIPILE. - 1
ISSIPILE (῾Υψιπυᾒλη, Hypsipyle). − 1°. − Figlia di Toante, re di Lemno.
Divenne regina dell'isola quando le donne di Lemno uccisero tutti gli uomini. Aveva, lei sola, salvato il padre, facendo credere che era morto. Essendo approdati all'isola gli Argonauti li accolse splendidamente. Da Giasone ed I. nacquero Euneo, noto nella saga troiana, e Toante. Quando gli Argonauti lasciarono l'isola, le donne di Lemno, venute a sapere che I. aveva salvato il padre, secondo una versione della leggenda, la vendettero schiava; secondo un'altra, I., minacciata di morte era fuggita, cadendo in mano dei pirati che la vendettero schiava. Fini presso Licurgo, re di Nemea, che le affidò il figlio suo e di Euridice, Ofelte. Passando per Nemea l'esercito dei Sette che muovevano contro Tebe, I. abbandonò il bimbo per condurre i duci assetati alla fontana e, al ritorno, lo trovò ucciso da un serpente. I genitori avrebbero voluto mettere a morte I., che venne invece salvata da Tideo ed Anfiarao che facevan parte della spedizione dei Sette e dall'intervento dei figli Euneo e Toante che, riconosciuta la madre, la ricondussero a Lemno.
L'arte figurata ha spesso rappresentato i casi di Issipile. La scena che più frequentemente appare in rilievi e pitture è quella della morte di Ofelte la cui composizione segue più o meno uno schema tradizionale. Due guerrieri uccidono un serpente sotto cui è un fanciullo morto. Di lato una donna in atteggiamento disperato. In un'anfora da Ruvo è rappresentata I. implorante Euridice, attorno divinità e personaggi della saga.
Bibl.: Stoll, in Pauly-Wissowa, IX, 1916, c. 436 ss., s. v. Hypsipyle; W. Helbig, Wandgemälde Campaniens, n. 1156; S. Reinach, Rép. Peint., p. 178, n. 4; J. Overbeck, Galerie heroischer Bildwerke, p. 107 ss., t. III; E. Gerhard, Gesämte Akademische Abhandlungen, I, Berlino 1866, p. 5 ss.; Th. Vogel, Scenen Euripid. Tragödien in griechischen Vasenbilder, Lipsia 1886, p. 96 ss.; L. Stephani, in Comptes Rendus, 1863, p. 186, n. 57-62; H. Heidemann, Die Vasensammlungen des Museo Naz. zu Neapels, Berlino 1872, n. 1766 e 3255; L. Millin, Peintures des Vases, II, Parigi 1808, p. 37. Monete di Argo e Corinto: B. V. Head, Historia numorum, Oxford 1911, p. 440; Catalogue of Greek Coins of British Museum, Peloponnesus, p. 152, tav. XXVIII, 23; F. Imhoof Blumer-P. Gardner, Numismatic Commentary on Pausania, in Journ. Hell. St., VI, 1385, p. 82.