ISTANTE
. Elemento minimo del tempo, definibile come punto che, nell'estensione temporale, è sprovvisto di durata, e viene perciò a coincidere con l'estratemporale "presente". L'origine del concetto d'"istante" è infatti nella valutazione eleatica, e propriamente parmenidea, del νῦν (l'"ora") come assoluto presente, non nascente dal passato né morente nel futuro. Ma la sua estratemporalità si trasforma invece in eterna continuità temporale con l'ἀεί di Melisso; e le difficoltà che sorgono dalla sintesi di quella concezione estratemporale con le esigenze della temporalità (essenziale, per es., al moto obiettivamente considerato) si fanno chiare nel pensiero di Zenone di Elea. Di qui le ironie di Platone, che combattendo Zenone ironizza il νῦν eleatico nell'ἐξαίϕνη del Parmenide (l'"improvvisamente": in genere interpretato, con valutazione positiva, come "istante" o "attimo"); di qui, infine, le dissoluzioni critiche di Aristotele, che anche attraverso la riflessione dei problemi zenoniani mostrò come il νῦν fosse mero limite dell'estensione temporale e quindi non suo possibile elemento esteso (donde, tra l'altro, la sua indivisibilità). Il problema del rapporto tra "istante" e "tempo" si spostò così, d'allora in poi, in quello del rapporto fra eternità concepita come presenza estratemporale ed eternità concepita come infinita durata. Cfr. quindi tempo.