ISTERIA (dal gr. ὑστέρα "utero") o isterismo
Così chiamata perché ritenuta causata da turbe uterine. Appartiene al gruppo delle cosiddette psiconeurosi funzionali, cioè non dipendenti da lesioni dimostrabili del sistema nervoso. È una malattia costituzionale in cui le cause più svariate (traumi psichici, traumi psicosessuali, traumi fisici, pubertà, climaterio, ecc.) agiscono come rivelatori dello stato psico-neurosico originario. Si può manifestare in tutte le età e non manca nei fanciulli (isterismo infantile) e nei due sessi, anche se più frequente nelle donne.
I sintomi di questa malattia sono i più varî e possono raccogliersi in modo da simulare le malattie più diverse (v. appresso). Le manifestazioni dell'isteria presentano la caratteristica di poter essere allontanate con la suggestione. Tra le infinite teorie che vogliono spiegare l'isteria raccoglie maggior suffragio oggi quella di J. Babinski che considera le manifestazioni isteriche come fenomeni di autosuggestione che portano alla simulazione incosciente di manifestazioni morbose (pitiatismo). Secondo le teorie psicoanaliste (v. psicoanalisi) i sintomi isterici sarebbero l'espressione di un conflitto inconscio fra tendenze sessuali di carattere infantile e resistenze pure inconscie che tolgono a tali istinti la possibilità di giungere alla consapevolezza del soggetto. Alcuni patologi, osservata l'analogia di certi sintomi delle forme croniche di encefalite epidemica e dell'isteria, vogliono riportare questa a una alterazione o meglio a una deficienza funzionale costituzionale delle formazioni grigie della base del cervello: ipotesi che ha tuttavia bisogno di conferma.
Verso la fine del Seicento, per merito specialmente di L. Sydenham, l'isterismo venne riconosciuto come una malattia nervosa di natura funzionale, cioè senza substrato anatomico rivelabile, almeno, con i nostri mezzi d'esame. Prima d'allora per lunghissimo tempo, seguendo la concezione ippocratica, si attribuivano le manifestazioni isteriche a spostamenti dell'utero nella cavità del corpo, donde il nome della malattia. Nel Medioevo dominò l'altra credenza ancora più fantastica che considerava gl'isterici come soggetti posseduti dal demonio.
Grande importanza per lo sviluppo della malattia ha l'ereditarietà similare o nevropatica in genere; è ammessa però anche una forma acquisita d'isterismo che può essere prodotta da affezioni acute e croniche (tifo, scarlattina, anemie, clorosi, sifilide, diabete, malattie ginecologiche, intossicazioni da alcool, mercurio, morfina, ecc.). Però molte volte queste stesse cause morbose non sono che momenti occasionali che accentuano una disposizione isterica preesistente allo stato di latenza.
I caratteri fondamentali della costituzione isterica sono: esagerata emotività, abnorme tono affettivo, grande suggestionabilità, scarsezza dei poteri inibitorî e associativi d'ordine elevato.
Sintomi. - Seguendo la classificazione della scuola di J. M. Charcot, i sintomi isterici vengono generalmente distinti in permanenti o stigmate e in transitorî o accessuali. E le stigmate a loro volta sono distinte in psichiche, sensitive, sensoriali, motorie, vasomotorie e viscerali. Però fra esse solo le stigmate psichiche sono veramente permanenti, le altre sono più o meno durature, ma possono sempre regredire, specie per effetto della suggestione. I sintomi isterici si possono associare fra loro in guisa variabilissima dando origine a un'infinità di quadri clinici.
Le stigmate psichiche sono l'espressione di quegli attributi che caratterizzano la costituzione isterica e che abbiamo sopra ricordato. Gli isterici reagiscono alle emozioni in maniera abnorme; hanno un'affettività esaltata ma spesso labile, e facilmente si lasciano dominare da moti istintivi non sufficientemente controllati dai centri superiori inibitorî. Perciò sono impulsivi ed estremamente capricciosi, facili alle subitanee e profonde simpatie o antipatie, agli amori tenaci o agli odî implacabili; instabili nell'umore, si lasciano abbattere per un nonnulla o si dànno a sfrenate manifestazioni di gioia; incostanti nei propositi, nei giudizî, la loro condotta è piena di mille contraddizioni; egocentrici, ricorrono a ogni mezzo, comprese la simulazione e le menzogne, per attirare su sé stessi l'interessamento degli altri. Aborrendo la mediocrità, vogliono figurare più di quanto le individuali possibilità consentono loro, per ciò sono spesso insoddisfatti, malcontenti di sé stessi; la loro fantasia esaltata li aliena spesso dalla realtà della vita, o dà loro aspirazioni romantiche o mistiche; talora manifestano un'energia insospettata, capace di grandi sacrifici pur di raggiungere uno scopo, tal'altra sono deboli di volontà, abulici. Spessissimo le loro manifestazioni sono determinate da idee di autosuggestione; non di rado diventano ipocondriaci; se sono scarsi d'intelligenza e di critica si lasciano facilmente suggestionare dalle idee altrui; questi soggetti piü facilmente soggiacciono all'ipnosi. Infine tra i sintomi psichici bisogna ricordare l'amnesia totale o parziale (specialmente frequente, ma transitoria, dopo gli accessi).
I disturbi sensitivi a carico della cute consistono in anestesie, parestesie e iperestesie. Le anestesie possono interessare tutta una metà del corpo (emianestesia, più frequente a sinistra), oppure singoli arti o parte di questi, o possono avere ancora una distribuzione a zone disseminate. Gli arti anestesici possono presentare paralisi o contratture. Le anestesie isteriche non corrispondono alla distribuzione topografica dei nervi della regione interessata e sono variabili di sede. Si può pure avere insensibilità delle mucose dal lato dell'emianestesia cutanea o indipendentemente da questa; frequentissima, ma non patognomonica, è la mancanza del riflesso faringeo e del riflesso congiuntivale.
Le iperestesie dolorose sono di solito localizzate: per esempio, al vertice del capo (chiodo isterico), alla colonna vertebrale, alle mammelle, all'epigastrio, alle regioni ovariche, ecc. La pressione su queste zone iperestesiche può provocare la comparsa di un accesso: perciò esse sono state dette zone isterogene (specialmente isterogeno sarebbe, secondo Charcot, il punto ovarico sinistro). Le algie possono interessare le articolazioni (artralgie: frequente è la coxalgia isterica).
I disturbi sensoriali consistono per lo più in indebolimento o soppressione dei varî sensi specifici. Così si può avere ambliopia, più raramente cecità, sordità (per lo più unilaterale e incompleta), abolizione del gusto (generale o parziale), anosmia. Questi disturbi sensoriali non di rado si riscontrano dallo stesso lato dell'emianestesia cutanea. Frequente nelle isteriche è il restringimento del campo visivo. A carico del gusto e dell'olfatto si possono avere perversioni di essi (preferenze per sapori e odori di solito ripugnanti).
I disturbi motorî consistono in paralisi, contratture, spasmi e tremori. Le paralisi possono interessare un solo arto (monoplegia) o i due arti omonimi (paraplegia) o i due arti dello stesso lato (emiplegia). Possono essere flaccide o spastiche con contrattura, però mancano i segni delle lesioni nervose organiche. Spesso la paralisi s'accompagna ad anestesia degli stessi arti. Le paralisi isteriche possono insorgere lentamente oppure bruscamente dopo emozioni o accessi convulsivi. Hanno durata variabile (talora più anni), ma finiscono col guarire: possono regredire rapidamente per effetto di suggestione. Per paresi degli organi della fonazione si può avere mutismo, afonia, balbuzie. Le contratture isteriche dànno spesso agli arti colpiti degli atteggiamenti strani, insoliti nelle contratture organiche. Sono quasi sempre dolorose. La contrattura dei muscoli del dorso dà la scoliosi, quella dei muscoli della mascella il trisma, quella dello sternocleidomastoideo il torcicollo isterico. Gli spasmi isterici se sono ritmici e persistenti possono simulare la corea e i tic. Ricordiamo fra gli spasmi più comuni: il blefaiospasmo, l'emispasmo glosso-labiale, lo spasmo esofageo (bolo isterico), lo spasmo del diaframma (singhiozzo isterico). I tremori possono essere statici o intenzionali, a grandi o a piccole scosse: nello stesso soggetto possono variare.
Tra i disturbi motorî bisogna ancora menzionare l'abasia-astasia che è l'incapacità del malato a stare in piedi e camminare, mentre quando è a letto può muovere liberamente gli arti inferiori.
Tra i disturbi vasomotorî ricorderemo: gli eritemi cutanei, il dermografismo, l'orticaria, l'ischemia, l'asfissia e l'edema degli arti paralizzati: vasodilatazioni cutanee si possono accompagnare con piccole emorragie, rare peraltro (stigmate mistiche delle mani e dei piedi, sudori di sangue, lacrime di sangue). Molto rare sono anche le emorragie a carico degli organi interni (albero respiratorio, apparato gastro-enterico).
Tra i disturbi secretorî ricordiamo: lo ptialismo, l'iperidrosi (talvolta unilaterale), la poliuria o l'oliguria, ecc.; tra i disturbi viscerali: la dispepsia nervosa (frequente), la nausea, il vomito (talora ostinato), l'aerofagia, il peritonismo; l'afonia, la tosse; il cardiopalmo, la tachicardia, i dolori anginoidi; dolori e altre sensazioni degli organi genitali. A proposito di questi ultimi osserveremo che se è vero che molte isteriche hanno il senso erotico molto sviluppato, altre sono del tutto frigide: perciò non sempre il bisogno sessuale insoddisfatto determina le manifestazioni isteriche.
La febbre isterica, il più spesso simulata, può effettivamente essere dovuta a eccitazione dei centri termoregolatori.
Accesso isterico. - Le crisi isteriche convulsive sono fra le manifestazioni più tipiche e anche più frequenti della malattia. Non s'allude però tanto al grande accesso convulsivo relativamente raro (era frequente ai tempi del Charcot, accusato di fare dei veri allevamenti di isteriche alla Salpêtrière), quanto ai piccoli accessi più irregolari, ma più spontanei e più facili a verificarsi.
Nel grande accesso convulsivo, secondo Charcot, si possono distinguere le seguenti fasi: 1. periodo prodromico caratterizzato dalle aure (allucinazioni visive, uditive, tristezza o ilarità, tremori, cardiopalmo, singhiozzo, dolori, senso di bolo, vertigine, talora perdita della coscienza); 2. periodo epilettoide con contrazioni toniche e poi cloniche; 3. periodo delle contorsioni o del clownismo (attitudini illogiche, grandi movimenti, arco di cerchio); 4. periodo degli atteggiamenti passionali; 5. periodo del delirio cui seguono talora degli accidenti terminali come contratture, paralisi, ecc.
Il comune accesso isterico, invece, si presenta come un'esplosione di atti disordinati e convulsi e insorge per lo più in seguito a una forte emozione. Dopo una fase preliminare in cui avverte senso di angoscia, l'ammalato d'un tratto "rovescia il capo all'indietro, inarca il corpo, si getta in terra e si dibatte, ma senza farsi del male, lanciando talvolta delle grida o digrignando i denti. Dopo alcuni minuti, un quarto d'ora, una mezz'ora, i movimenti disordinati cessano e l'ammalata ha una crisi di pianto o di sonno" (Bolsi). Se le crisi si ripetono frequentemente si ha il così detto status histericus.
Altre varietà di accessi isterici sono: gli accessi epilettoidi (con movimenti convulsivi localizzati); le crisi di contrazioni spastiche con singhiozzo, sbadigli, starnuti, ecc. (talvolta di lunga durata); le crisi lipotimiche; gli accessi di sonno e di letargo; gli attacchi di catalessi. Relativamente frequenti sono le crisi psicopatiche con stato confusionale e amnesia. Esse si presentano per lo più alla fine degli accessi convulsivi, ma possono aversi anche da sole. Si accompagnano allora ad allucinazioni e ad atteggiamenti o atti che rispecchiano le rappresentazioni mentali. Altre manifestazioni più rare sono: lo sdoppiamento della personalità per cui nello stesso soggetto si alternano due stati di coscienza diversi, ciascuno con un proprio contenuto affettivo e mnemonico, e l'automatismo ambulatorio che si manifesta col sonnambulismo e con fughe simili a quelle epilettiche.
Terapia. - La psicoterapia rappresenta grandissima parte nella cura dell'isterismo. Consiste semplicemente nel convincere il soggetto con dolcezza, tatto, ma con fermezza, che i suoi disturbi possono guarire e nel rafforzare in lui la volontà della guarigione. Anche le pratiche di terapia fisica così largamente usate (faradizzazione, bagni idroelettrici, docce, massaggio vibratorio, ecc.), sono espedienti che servono a suggestionare l'infermo e a fissare in lui l'idea della guarigione. Le cause emozionali vanno eliminate e spesso è necessario allontanare il soggetto dall'ambiente familiare sfavorevole. Nei casi ostinati si può ricorrere con prudenza all'ipnosi. Vi è chi pratica la psicoanalisi e chi ritiene che sia meglio lasciarla da parte. Possono poi riuscire utili: i sedativi generici (valeriana, bromuri, assafetida), le cure ricostituenti generali e specialmente del sistema nervoso, le cure climatiche. Inoltre bisogna eliminare tutte le affezioni organiche che possono produrre degli accessi (per es., malattie dell'utero). Nei bambini con tendenza isterica o con tare neuropatiche mezzi profilattici efficaci sono: una sana educazione che sviluppi la forza di volontà e il senso di disciplina, un regime di vita igienico, le occupazioni utili, gli esercizî sportivi.
Bibl.: J. M. Charcot, Leçons sur les maladies du système nerveux faites à la Salpêtrière, Parigi 1874; P. Janet, État mental des hysteriques, Parigi 1893; S. Freud e J. Breuer, Studien über Hysterie, Vienna 1895; S. Freud, Über den psychischen Mechanismus hysterischer Phänomene, Vienna 1897; P. C. Dubois, Les psychonévroses et leur traitement moral, Parigi 1904; E. Morselli, Sulla natura dell'isterismo, in Riv. di pat. nerv. e ment., 1911, p. 721; L. Bianchi, Contributo alla conoscenza dell'isterismo, in Ann. di neurol., XXXI (1912), p. 5; J. Babinski, Hystérie-pithiatisme et troubles nerveux d'ordre réflexe en neurologie de guerre, Parigi 1917; G. Capone, L'isterismo, Milano 1930.