isterizzazione
s. f. L’assumere modi e toni tipici dell’irritazione e dell’insofferenza collettiva.
• Il romanzo [di Daniel Woodrell] non va tuttavia interpretato come un’isterizzazione della realtà, bensì sa evolversi in un percorso aspro e doloroso di ricerca che cela i germi mai sbocciati di un affetto familiare devastato dall’indigenza e dall’emarginazione. (Sergio Pent, Unità, 30 aprile 2007, p. 24, Cultura) • Dall’altra lo sforzo di far nascere un nuovo partito che non riproduca gli stessi vizi e non si lasci risucchiare dall’isterizzazione che incendia la coalizione di cui pure le forze che costituiscono il Partito democratico sono espressione. (Pierluigi Battista, Corriere della sera, 27 ottobre 2007, p. 1, Prima pagina) • Gli individui ormai possono scegliere la loro fonte di informazione in funzione delle proprie opinioni e dei propri pregiudizi, in una sorta di inviolabilità ideologica che è anche una forma di autismo informativo. Questo può spiegare una forma di frammentazione delle opinioni pubbliche, ma non l’isterizzazione del dibattito pubblico che abbiamo constatato nel corso di questa campagna. (Christian Salmon, trad. di Fabio Galimberti, Repubblica, 17 novembre 2016, p. 1, Prima pagina).
- Derivato dal v. tr. isterizzare con l’aggiunta del suffisso -zione.
- Già attestato nell’Unità del 1° aprile 1983, p. 9, Cultura Spettacoli (Letizia Paolozzi).