ISTIEA (‛Εστιαία o ‛Ιστιαία, Histiaea)
Antichissima città dell'Eubea, ubicata sul posto dell'odierna Ōreoí, presso un'insenatura nel centro della costa settentrionale, di fronte ad Antrone sulla costa opposta dell'Acaia Ftiotide, dalla quale era chiamata col medesimo nome tutta la parte settentrionale dell'Eubea. Omero descrive la città come "ricca di vigne". Fondata, si dice, da Perrebi della Tessaglia premuti dalle invasioni tessaliche, vide nelle sue acque il primo scontro tra la flotta persiana e quella greca, e, devastata dai Persiani, subito dopo le guerre persiane entrò a far parte della lega delio-attica; ma nel 447-446 prese parte alla sollevazione dell'Eubea contro Atene, e fu trattata più duramente che alcun'altra delle città ribelli e i suoi abitanti ne furono cacciati e costretti a rifugiarsi in Macedonia; 2000 cleruchi ateniesi fondarono in un sobborgo montagnoso subito a ovest della città abbandonata la colonia di Oreo (donde il nome del villaggio odierno). I cleruchi ateniesi furono espulsi e l'antica popolazione fu richiamata dagli Spartani dopo la guerra del Peloponneso, ma mentre ufficialmente fu rimesso in vigore l'antico nome d'Istiea, popolarmente rimase il nome di Oreo. La città fu retta da tiranni fino all'intervento dei Macedoni; nel 207 a. C. fu conquistata da Attalo II e dal proconsole P. Sulpicio, e di nuovo nel 200 a. C. da Attalo e dal legato L. Apustio; della sua duplice acropoli, secondo Tito Livio, i Romani attaccarono quella dominante il porto, che sorgeva con probabilità sul colle isolato a nord di Ōreoí, dove rimangono i ruderi d'un castello veneziano fondato su basamenti antichi; Attalo occupò invece l'acropoli sorgente nel mezzo della città, sull'altura dell'odierna Ōreoí. Nella sella fra le due acropoli si conservano ancora resti di un ampio tempio marmoreo.
Bibl.: F. Geyer, Topogr. u. Geschichte d. Insel Euboia, I, Berlin0 1903, p. 82 segg.