istinto
Il termine (dal latino instinctus) compare una sola volta, in Pd I 114 [le nature] si muovono a diversi porti / per lo gran mar de l'essere, e ciascuna / con istinto a lei dato che la porti (per il testo cfr. Petrocchi, ad l.). Unanimi i commentatori antichi e moderni nell'interpretare il valore del sostantivo come " impulso ", " tendenza naturale " (" ordo " per Benvenuto, " naturale inclinazione " per il Buti) che porta tutte le creature a realizzare la propria essenza entro l'armonia dell'ordine naturale (vv. 109-110 Ne l'ordine ch'io dico sono accline tutte nature; cfr. Cv I I 1).
Più chiaro ancora risulta il passo alla luce dei vv. 115-117 Questi ne porta il foco inver' la luna; / questi ne' cor mortali è permotore; / questi la terra in sé stringe e aduna, dove D. prende in considerazione l'i. o amore naturato degli elementi (v.) quali il foco e la terra che per ‛ tendenza innata ' si volgono l'uno verso il cielo della luna, e l'altra verso il centro del mondo, come al loro luogo proprio (cfr. Cv III III 2), e il cuore che è principio dei moti vitali e dei sentimenti (cfr. Alb. Magno De Principiis motus proc. II 11 " Cor autem solum est, quod est sentiens per se ipsum et omnibus aliis est causa sensus... et similiter est causa motus sibi ipsi et omnibus aliis... omnes sensus et motus a corde primo effluere ", e Arist. Somn. et vig. II 2, Part. anim. III 3).