istrici
Roditori giganti con le spine
Gli istrici, detti anche porcospini, sono fra i più grandi roditori viventi. Comprendono poche specie diffuse nelle regioni tropicali e temperate calde del Vecchio Mondo. La loro caratteristica principale è quella di avere aculei molto lunghi sul dorso, con i quali si difendono dai predatori. Onnivori e prevalentemente notturni, vengono spesso cacciati dall'uomo
La famiglia degli Istricidi appartiene all'ordine dei Roditori e comprende circa 11 specie. In particolare, il genere Hystrix include 8÷9 specie diffuse nelle macchie, nelle boscaglie e nelle savane dell'Africa e dell'Asia. Una sola specie di istrice (Hystrix cristata) è presente in Europa, e si trova soltanto in Italia.
L'origine delle popolazioni italiane di istrici è un problema... spinoso e molto discusso. Secondo alcuni zoologi, questa specie si sarebbe estinta in Europa durante le glaciazioni del Pleistocene e in seguito sarebbe stata introdotta in Italia dagli antichi Romani. Questi ultimi avrebbero prelevato individui dall'Africa settentrionale e li avrebbero allevati per i giochi nei circhi, per il gusto sadico di guardare questi poveri animali mentre cercavano di difendersi da leopardi affamati. Durante questo periodo, un certo numero di istrici sarebbe fuggito dai recinti e avrebbe colonizzato l'Italia peninsulare. Secondo altri studiosi, invece, l'istrice non si sarebbe mai estinto in Italia.
In ogni modo, l'istrice è assai comune e diffuso oggi nel nostro paese, soprattutto nel versante tirrenico della penisola. In tempi assai recenti ha iniziato a espandersi nell'Emilia e nel Veneto. A parte l'uomo, che lo caccia per nutrirsene, questo grosso roditore spinoso non ha nemici naturali in Italia. Ma se gli aculei forniscono grande protezione, possono anche creare problemi. Come fa il maschio ad accoppiarsi con femmine tanto spinose? E come fanno le femmine a partorire tali figlioli? Quando la femmina accetta un maschio, solleva gli aculei a raggiera e alza la coda, permettendo così al maschio un accoppiamento sicuro anche se cauto. Invece, quando il piccolo viene partorito ha gli aculei morbidissimi, che poche ore dopo la nascita diventano duri e robusti.
L'aspetto di un istrice dice tutto sulle sue strategie di sopravvivenza: l'animale è grosso, potendo pesare fino a 25 kg, con zampe e coda corte, unghie robuste, orecchie brevissime e nascoste nel pelo. L'andatura è piuttosto lenta, lasciando intuire che la difesa si affida agli aculei. Davanti a un predatore, l'istrice inizia a sollevare gli aculei, li agita e li sfrega tra loro producendo un caratteristico rumore. Spesso qualcuno si stacca finendo parecchi centimetri dietro l'animale.
Ciò ha fatto nascere la credenza popolare che l'animale potesse lanciare volontariamente i suoi aculei contro il predatore. Di fatto, però, se un predatore si avvicina troppo può ritrovarsi con un aculeo conficcato nel muso. L'organo guida dell'istrice è l'olfatto, con cui questo roditore esplora il suo territorio, esteso per circa un ettaro, nutrendosi di piante commestibili, frutti, semi, radici e tuberi. La tana consiste in una serie di gallerie sotterranee che congiungono più camere e può avere 4 o 5 ingressi.
Il ciclo biologico dell'istrice è molto diverso da quello degli altri roditori presenti in Europa. La femmina partorisce una sola volta l'anno, dopo una gravidanza di circa 90 giorni (periodo di gestazione abbastanza lungo per un roditore), dando alla luce uno o due piccoli. La maturità sessuale viene raggiunta dopo circa 9 mesi e la longevità media è di circa 10 anni. Normalmente i roditori hanno una vita molto più breve, si sviluppano prima e si riproducono velocemente. Tutto ciò fa capire che la strategia riproduttiva dell'istrice si basa su un elevato tasso di sopravvivenza dei piccoli, mentre quella degli altri roditori è fondata su numerosi figli e sulla probabilità che qualcuno si salvi. Anche le cure parentali sono assidue: il maschio e la femmina partecipano insieme allo svezzamento dei piccoli e li assistono nelle prime esplorazioni nel mondo esterno, facendo diminuire la probabilità di incidenti e la mortalità giovanile, che nei roditori è generalmente altissima.