isvanoire
Verbo creato sul francese esvanoir, " dileguare a poco a poco ", " svanire ", che compare in Fiore VI 2 Partes' Amore su' ale battendo / e 'n poca d' or sì forte isvanoio / ched i' nol vidi poi né no ll' udio, in corrispondenza con Roman de la Rose 2767 " Tot maintenant que Amors m' ot / Son plaisir dit, je ne soi mot / Que il se fu esvanoïz, / Si en fui mout essaboïz / Quant je ne vi lez moi nului " (e cfr. anche v. 20702 " E Genius s' esvanoï, / Qu' onques ne sorent qu' il devint "). Il gruppo di vocali finali (come la prostesi vocalica) mirerà a produrre una sensazione di dileguo.
Si ricordi, con musicalità tanto più profonda, la celebre dissolvenza dello spirito di Piccarda: e cantando vanio / come per acqua cupa cosa grave (Pd III 122). Come nel Fiore, all'azione di svanire si accompagna il suo effetto sulla vista del poeta (La vista mia, che tanto la seguio / quanto possibil fu, poi che la perse...).