It's a Wonderful Life
(USA 1946, La vita è meravigliosa, bianco e nero, 129m); regia: Frank Capra; produzione: Frank Capra per Liberty/RKO; soggetto: dal racconto The Greatest Gift di Philip Van Doren Stern; sceneggiatura: Frank Capra, Frances Goodrich, Albert Hackett, Jo Swerling; fotografia: Joseph Biroc, Joseph Walker; montaggio: William Hornbeck; scenografia: Jack Okey; costumi: Edward Stevenson; musica: Dimitri Tiomkin.
È la vigilia di Natale a Bedford Falls. Due angeli parlano di George Bailey, brav'uomo che medita il suicidio. Invieranno per lui sulla Terra l'angelo custode Clarence Oddbody: se riuscirà a dissuadere l'uomo dal nefasto proposito, avrà in premio un paio d'ali. A Clarence vengono mostrati i momenti salienti del passato di George. A dodici anni, nel 1919, salva la vita del fratello minore Harry, caduto in uno stagno ghiacciato, ma ne ricava un'otite che lo lascerà sordo da un orecchio. Mentre lavora nella drogheria del signor Gower e sogna di girare il mondo, la piccola Mary Hatch gli sussurra nell'orecchio sordo che lo amerà per sempre. Contravvenendo alla consegna del signor Gower, George salva la vita di un malato rifiutando di consegnare un rimedio farmaceutico sbagliato; poi difende il padre Peter, direttore di un consorzio edile per case popolari, in una discussione con l'arrogante banchiere Potter, che pretende l'immediato risarcimento dei prestiti concessi. È il 1928, George si prepara a partire per un viaggio intorno al mondo, e poi studierà architettura: ha atteso quattro anni dal giorno del diploma, passati a lavorare nella società paterna. Ora deve rimpiazzarlo il fratello Harry, diplomatosi quello stesso giorno, ma il padre muore e George è costretto a restare a Bedford Falls, per evitare che il consorzio cada nelle mani di Potter. Al college andrà Harry. Quattro anni dopo Harry torna a casa, ma George vede un'altra volta crollare il sogno di lasciare le redini della società al fratello: questi, sposatosi da poco, andrà a Buffalo a lavorare nell'impresa del suocero. George sposa Mary, ma è costretto a usare i soldi del viaggio di nozze per saldare i debiti della società. Gli anni passano e gli sposi allevano i figli in una vecchia casa, stringendo la cinghia. Scoppia la guerra e, mentre George è riformato per la sordità, Harry, pilota d'aviazione, diventa un eroe. Un giorno lo smemorato zio Billy perde i soldi del consorzio mentre sta andando a versarli nella banca di Potter, il quale li ritrova e se ne appropria. Per George questo significa la bancarotta. Torna a casa, maltratta la famiglia, va a bere, prega il Signore, poi si dirige verso il fiume, dove medita di gettarsi. Qui è costretto a salvare un anziano caduto in acqua: è Clarence, che si presenta come suo angelo custode. Quando George dice a Clarence che avrebbe preferito non essere mai nato, questi gli mostra come sarebbe stato il mondo senza di lui: il fratello morto nello stagno, Gower in prigione per la ricetta sbagliata, Bedford Falls chiamata Potterville in onore del banchiere e ridotta a un ricettacolo di perversione e cinismo, la madre che vive dando stanze a pensione, Mary triste biblio-tecaria zitella… George, terrorizzato da quanto ha visto, torna tripudiante in famiglia. La gente della città ha raccolto con una colletta il denaro per aiutarlo. Un campanello suona: è Clarence, in cielo, che ha messo le ali.
Tra i film più popolari dell'era degli studios hollywoodiani, questa commedia dolceamara segnò il ritorno di Frank Capra alla regia, dopo anni di assenza per l'impiego a tempo pieno nella divisione cinematografica dell'esercito statunitense in guerra. Il film è un nuovo passo nella sua carriera di produttore indipendente: ad alto costo produttivo, fu girato in ottantotto giorni al ritmo di diciassette ore lavorative giornaliere, e richiese due mesi di lavoro solo per costruire la scenografia di tre interi isolati della strada principale di Bedford Falls. In principio il progetto era di proprietà della RKO e prevedeva Cary Grant come protagonista. La società incaricò Dalton Trumbo, Clifford Odets e Marc Connelly di scrivere il film, a partire da un brevissimo racconto pubblicato su una cartolina natalizia, ma i risultati non furono soddisfacenti. I diritti del progetto furono in seguito acquistati da Capra, che lo portò a compimento e scelse James Stewart (già protagonista di Mr. Smith Goes to Washington ‒ Mr. Smith va a Washington, 1939) per la parte di George Bailey.
In It's a Wonderful Life la commistione tra elementi drammatici a sfondo sociale, aspetti fiabeschi e morale cristiana, tipica del regista, dà origine a un apologo di-sincantato che si può leggere a vari livelli. Sul piano della critica sociale, in questo film 'natalizio' generalmente additato come classico esempio di happy ending, l'acceso populismo di Capra è ben più radicale e dialettico di quanto non appaia al primo sguardo: utopia e disperazione si intrecciano nella figura di George Bailey, sognatore sfortunato e ottusamente generoso, che giunge alla soglia del suicidio per l'indifferenza di una società dominata dal potere del denaro e incarnata dal diabolico Potter (magistralmente tratteggiato da Lionel Barrymore). Il senso di prodigio che permea It's a Wonderful Life e lo rende un inno alla vita nel segno della speranza, della fede in sé stessi e del valore delle piccole cose, evidenzia il contrasto tra le esigenze della collettività e quelle del singolo individuo: quest'ultimo, a onta delle proprie ambizioni, deve rientrare nei ranghi e adattarsi a un mondo di gente comune.
La pars destruens, quella delle ragioni dello scontento di Bailey, sfruttato e in piena crisi d'identità, occupa gran parte del film e si carica di un valore critico proprio in relazione al lieto fine: la vita nel complesso è una continua delusione che solo un miracolo può riscattare, dove l'ottimismo è concesso solo a posteriori, nello scrupolo sentimentale per cui "la vita di ognuno riguarda tante altre vite". Il finale meritocratico, dove l'angelo custode Clarence, compiuta la sua missione, viene promosso ad angelo di prima categoria dal Signore, rispecchia con garbo e leggerezza un aldilà gerarchizzato sul modello del mondo lavorativo dell'al di qua, e fa da complemento ironico al commovente momento della 'miracolosa' testimonianza d'affetto da parte dei concittadini di George, che non a caso si traduce in una raccolta di denaro. Forse anche per la cupezza dei suoi toni, It's a Wonderful Life non ottenne all'epoca il successo sperato dai produttori per un'operazione di taglio intenzionalmente commerciale: il film ebbe cinque candidature ma non vinse alcun premio Oscar, e dopo l'uscita nelle sale non rientrò neppure nelle spese di produzione. La sua enorme notorietà ebbe inizio solo durante gli anni Sessanta, quando divenne un appuntamento fisso tra i film di Natale trasmessi in televisione.
Interpreti e personaggi: James Stewart (George Bailey), Donna Reed (Mary Hatch Bailey), Lionel Barrymore (Mr. Potter), Thomas Mitchell (zio Billy), Henry Travers (Clarence Oddbody), Beulah Bondi (Mrs. Bailey), Frank Faylen (Ernie), Ward Bond (Bert), Gloria Grahame (Violet Bick), H.B. Warner (Mr. Gower), Frank Albertson (Sam Wainwright), Samuel S. Hinds (Peter Bailey), Todd Karns (Harry Bailey), Mary Treen (Tilly), Virginia Patton (Ruth Dakin), Charles Williams (Eustace), Sarah Edwards (Mrs. Hatch), William Edmunds (Mr. Martini), Lillian Randolph (Annie), Argentina Brunetti (Mrs. Martini), Robert Anderson (George bambino), Ronnie Ralph (Sam bambino), Jean Gale (Mary bambina), Jeanine Anne Roose (Violet bambina), Georgie Nokes (Harry bambino).
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Sceneggiatura: It's a Wonderful Life, Monterey (CA) 1994.