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-ita / -ieta [prontuario]

di Patrizia Petricola - Enciclopedia dell'Italiano (2011)
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-ità / -ietà  [prontuario]

Patrizia Petricola

Nella formazione delle parole per ➔ derivazione, il suffisso -ità (< -itātem, con apocope di tem) dà luogo a nomi deaggettivali femminili: affidabile → affidabilità, aggressivo → aggressività, elettrico → elettricità, moderno → modernità, intenso → intensità. Quando l’aggettivo che fa da base di derivazione termina in -io (con i ultimo elemento radicale e o desinenza, ad es. bonari-o), il suffisso -ità si trasforma in -età per dissimilazione, ovvero per differenziare la i radicale dalla i del suffisso: bonario → bonarietà. Dagli aggettivi uscenti in -are e non in -ario, si ha quindi -ità e non -ietà: complementare → complementarità, e non *complementarietà, interdisciplinare → interdisciplinarità, e non *interdisciplinarietà. L’uso delle forme in -(i)età è un errore abbastanza frequente, che capita di trovare anche in testi di scriventi colti.

La formazione di derivati in -(i)età è produttiva quasi esclusivamente con aggettivi in -rio: illusorio → illusorietà, perentorio → perentorietà, arbitrario → arbitrarietà, autoritario → autoritarietà, ordinario → ordinarietà; è invece marginale con aggettivi in -vio: pervio → pervietà, ovvio → ovvietà. I pochi nomi in -(i)età preceduti da consonanti diverse da r e v non si sono formati in italiano, ma in latino: pietà < pietatem, ansietà < anxietatem, dubbietà < dubietatem, empietà < impietatem, sazietà < satietatem, società < societatem (oggi la ‹i› ha mero valore diacritico).

Nei primi secoli della storia della lingua italiana, molti nomi in -ità, e -(i)età (a cui si aggiunga -tà: crudeltà, nobiltà, realtà, ecc.) tra quelli che hanno continuato direttamente etimi latini, erano affiancati, soprattutto nella ➔ lingua poetica, da forme in -tade / -tate (la prima con ➔ sonorizzazione della consonante sorda intervocalica), cioè da forme che hanno mantenuto la sillaba finale del suffisso -itātem: bontade / bontate, nobiltade / nobiltate, pietade / pietate, veritade / veritate.

Vedi anche
dissimilazione Linguistica Mutamento di un suono per effetto della presenza di un altro uguale o simile nella stessa parola, più raramente in una parola vicina ( d. sintattica). Così i due r del lat. peregrinus sono stati dissimilati in l-r nel lat. volg. pelegrimus, da cui l’ital. pellegrino; i due d di un *medīaiē ... suffisso Elemento formativo di una parola, con funzioni di derivazione e di determinazione morfologica e semantica, costituito da uno o più fonemi o sillabe, posposti alla radice o al tema: i s. diminutivi più comuni in italiano sono -ino, -etto, -ello. Il suffisso così definito è anche detto s. tematico, elemento ... sostantivo In grammatica e in linguistica, nome s. (o s. in assoluto), parte del discorso che indica una singola persona, un singolo animale o una singola cosa, o una classe di persone, animali o cose. Nella grammatica greco-latina, il s. non formava una parte del discorso autonoma, ma costituiva, insieme all’aggettivo, ... arbitrarietà Proprietà caratteristica delle lingue naturali e di molti sistemi semiotici, secondo la quale sia la forma del significato sia quella del significante dei segni non dipendono da alcuna ragione di tipo naturale ma solo dalla relazione che i parlanti stabiliscono tra i diversi significati e i diversi significanti ...
Categorie
  • GRAMMATICA in Lingua
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  • INTERDISCIPLINARIETÀ
  • DISSIMILAZIONE
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  • LATINO
Vocabolario
-ietà
-ieta -ietà [lat. -ētas, -ētatis]. – Suffisso derivativo di nomi astratti, che è in realtà il suff. -età (v.) applicato ad aggettivi terminanti in -io (lat. -ius): bonarietà, contrarietà, empietà, ovvietà. Le varianti antiche sono -ietate,...
prontüàrio
prontuario prontüàrio s. m. [uso fig. del lat. tardo promptuarium «credenza, dispensa, magazzino», dall’agg. promptuarius «in cui conservare qualcosa», der. di promptus: v. pronto]. – 1. Libretto o manuale in cui sono esposte brevemente...
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