ALMIRANTE, Italia
Nata a Taranto nel 1890, può essere veramente considerata una "figlia d'arte", poiché per parte sia del padre Michele sia della madre, Urania Dall'Este, proveniva da famiglie interamente dedicatesi al teatro. Giovanissima iniziò la sua carriera nella compagnia dannunziana di Ettore Berti, ed effettuò poi una "tournée" in Brasile con la compagnia di Alfredo De Sanctis. Nel 1912 esordì nel cinema ("Sul sentiero delle vipere" prodotto dalla Savoia), senza, però, lasciare il teatro, cui si dedicò ininterrottamente fino alla morte. Nel 1913 interpretò il film più importante della sua carriera, "Cabina" di Giovanni Pastrone, nel quale dette vita al personaggio di Sofonisba; ma se il film ebbe un successo di risonanza mondiale, questo non avvenne per merito dell'A., che, seguendo la sua natura teatrale e i gusti contemporanei, fornì una recitazione melodrammatica ed esagitata come nei drammi del Bernstein. Ma le doti che hanno reso menitamente famosa l'A. - vale a dire quelle di passionalità ed espressione di sentimento ben contenute nei limiti di un'umanità sempre presente - vennero in luce soltanto nei film interpretati, per la Gladiator e l'Italia di Torino, durante il triennio 1916-1919; in questi apparve come l'eroina dannunziana perversa ed estetizzante, appassionata e crudele, densa di false illusioni e di intricati complessi psicologici, realizzando, secondo il gusto dell'epoca, il tipo di donna fatale: questo appare, soprattutto, in "Femina" (1918) di Genina. Nel 1919 fondò una casa cinematografica (Manzini Film) insieme con il marito, lo scrittore Amerigo Manzini, che aveva sposato giovanissima, e nello stesso anno tentò prove più impegnative; ma il risultato fu deludente: "La maschera e il volto" desunto dal testo di Chiarelli, e "Hedda Gabler" da Ibsen, in cui il regista Pastrone invano volle rendere dannunziana un'eroina nordica. Nel 1926, per la Pittaluga, interpretò "La bellezza del mondo", e poi si dedicò quasi esclusivamente al teatro. Era già stata seconda donna con Ruggeni, passò in seguito nella compagnia diretta dal cugino Luigi con Giulietta De Riso e Tullio Carminati. Più tardi tornò in Brasile, ove proseguì la sua attività teatrale fino alla morte, avvenuta a San Paolo tra la fine di agosto e i primi giorni del settembre 1941.
L'A. è stata una delle grandi attrici del cinema muto ed anche una esponente del fenomeno del "divismo": realizzò un tipo di bellezza prettamente latino fatto di alterigia, bontà, passione e capriccio, ma, soprattutto, di quella conturbante femminilità oggi definita "sex-appeal"; è stato anche detto che al suo "sex-appeal" si siano ispirate Dorothy Lamour e Hedy Lamarr, mentre ella stessa, secondo Consiglio e Debenedetti, avrebbe avuto per modello Frantesca Bertini. L'A. ha interpretato una trentina di film.
Filmografia essenziale. 1912: "Sul sentiero delle vipere"; 1913: "Cabina" di G. Pastrone; 1916: "Il poeta e la donna"; 1917: "Ironia della vita"; 1918: "Femina" di A. Gemma, "Il matrimonio di Olimpia" di G. Zambuto; 1919: "La maschera e il volto" (dal testo di Chiarelli), "Hedda Gabler" (dal testo di Ibsen) di G. Pastrone; 1920: "Il fango e le stelle" di P. A. Mazzolotti, "L'orizzontale" di G. Righelli; 1921: "La statua di carne" di M. Almirante; 1923: "L'ombra" di M. Almirante, "La piccola parrocchia" di M. Almirante e M. Cheduzzi; 1924: "L'anzigogolo" (dalla tragedia di Sem Benelli) di M. Almirante; 1926: "La bellezza del mondo" 1934: "L'ultimo dei Bergerac" di G. Righelli.
Bibl.: T. Alacci (Alacevich), Le nostre attrici cinematogr. studiate sullo schermo, Firenze 1919, pp. 122-134; A. Consiglio e G. Debenedetti, Dive: maschere e miti del cinema, in Cinema, I (1936), pp. 182-187; C. Pavolini, Revisione di "Cabiria", ibid., III (1938), pp. 333-335; E. F. Palmieri, Vecchio cinema italiano, Venezia 1940, passim; V. D'Incerti, Vecchio cinema italiano, La breve luminosa parabola, in Ferrania, V, 6 (1951), pp. 22 e passim; Id., Vecchio cinema italiano, Le "Dive", ibid., V, 10 (1951), pp. 26 s.; G. O. Castello, Il Divismo, Mitologia del cinema con una filmografia a cura di R. Chiti, Roma 1957, pp. 19, 449; Filmlexicon degli autori e delle opere, I, Roma 1958, coll. 110 ss.; Enciclop. dello Spettacolo, I, coll. 410-411.